mercoledì 31 luglio 2013

I Fenici in America

L’America fu scoperta dagli abili navigatori Fenici, già prima dei Romani, ma poi fu dimenticata, a sostenerlo è il fisico Lucio Russo che nel suo libro “L’America Dimenticata”, edito da Mondadori Università, evidenzia un errore sistematico presente nelle carte geografiche dei secoli successivi e che secondo il fisico rappresenterebbe una prova inequivocabile dei contatti tra le popolazioni del Mediterraneo del II secolo avanti Cristo e le isole delle piccole Antille.

Prima del dominio politico e culturale romano che si instaurò in tutto il Mediterraneo a partire dalla metà del II secolo avanti Cristo, alcune popolazioni, in particolare Fenici e Greci, avevano raggiunto incredibili conoscenze matematiche e scientifiche, oltre alla precisa misurazione delle dimensioni della Terra e la scoperta dei moti di precessione, numerose fonti citano infatti all’epoca contatti economici via mare con regioni dell’Asia o viaggi di esplorazione al di sotto dell’equatore.

Eppure quella che è una delle più antiche fonti dirette delle conoscenze geografiche antiche, le mappe realizzate da Tolomeo nel II secolo dopo Cristo in piena dominazione romana, sono per noi oggi una grossolana mappa con una serie di evidenti errori, se si analizzano da un punto di vista matematico questi errori, secondo Russo emergono una serie di “stranezze” dovute alle scarse competenze matematiche di Tolomeo, vissuto ben 4 secoli dopo i grandi matematici greci e fenici.

Tolomeo, secondo Russo, confuse molti dati, in particolare nel ricopiare le mappe da fonti più antiche, e scambiò le cosiddette Isole Fortunate con le Canarie, una serie di evidenze matematiche indica invece che le Isole Fortunate sulle mappe tolomaiche erano in realtà le Piccole Antille che quindi sarebbero state raggiunte dagli europei quasi 2.000 anni prima di Colombo e con cui presumibilmente si ebbero contatti, quanto meno occasionali.


La quasi totalità degli studiosi ha finora negato l’esistenza di antichi contatti tra l’America e il Vecchio Mondo, ma in questo libro, indagando su una questione apparentemente secondaria di storia della geografia (l’origine di un grossolano errore di Tolomeo), si dimostra che le fonti ellenistiche dell’antico geografo conoscevano latitudini e longitudini di località dell’America centrale.

Questa scoperta costringe a rivedere sotto una nuova luce molti aspetti della storia, da una parte mostra come il crollo delle conoscenze che investì il mondo mediterraneo all’atto della conquista romana sia stato ben più profondo di quanto in genere si creda, dall’altra apre nuovi possibili scenari di lungo periodo, lasciando intravedere la possibilità di sostituire all’idea oggi dominante dell’evoluzione indipendente e parallela delle civiltà un’unica storia, connessa sin dalla remota antichità.

Il che mi convince sempre di più che Cristoforo Colombo sapeva bene dove stava andando grazie ai suoi legami con il mondo esoterico-templare.

E forse gli stessi Fenici sapevano anch'essi cosa c'era al di là dell'Oceano se ebbero accesso alle fonti e alle informazioni contenute presso la Biblioteca di Alessandria. Ricordiamo a tale proposito i rapporti di alleanza tra Fenici e Israeliti durante il regno di Re Salomone; israeliti che sicuramente avevano avuto accesso a informazioni profondamente esoteriche.

martedì 30 luglio 2013

Un Allevamento Secolare

C’è stato un momento in cui l’Uomo viveva in armonia con la natura e aveva il pieno controllo di forme di energia a noi oggi sconosciute. In quel tempo esisteva una grande civiltà, tecnologicamente e spiritualmente avanzata.

E’ il tempo descritto dallo storico greco Erodoto di Alicarnasso, un epoca in cui uomini e dei convivevano insieme e condividevano le sorti del pianeta Terra secondo sistemi politici economici e sociali che noi oggi identifichiamo come utopie irrealizzabili.


Erodoto nella sua opera “Storie”, raccolta di 9 libri, narra della storia antica fino a giungere alle Guerre Persiane. Nel secondo libro di questa raccolta egli parla degli Egiziani e delle loro conoscenze. Erodoto stesso ci dice che quello che scrive è solamente quanto ha sentito raccontare ai sacerdoti egizi, senza aggiunte, con al più qualche commento personale, ma ben specificato, ricordando in questo suo modo di fare il filosofo Platone suo contemporaneo.
“I sacerdoti poi mi elencarono da un loro libro i nomi di altri 330 re; fra così tante generazioni diciotto erano di origine etiopica, gli altri erano tutti Egiziani, compresa l'unica donna.”

Dunque, sempre secondo le conoscenze dei sacerdoti del tempo, l'Egitto aveva visto regnare circa 330 faraoni. Calcolando una media di 30 anni per regno si ottiene un totale di 9.900 anni. Tutto questo a partire dall'epoca in cui scrive Erodoto, quindi l'orologio del primo re umano delle terre nere (antico nome per l'Egitto) ci porta indietro al 10.300 a.c., sempre con un calcolo molto approssimativo. Ma se proseguiamo con la lettura scopriamo che lo stesso Erodoto ci da una data ancora più precisa, grazie ad un ulteriore informazione egiziana:
“Essi mi hanno spiegato che dall'epoca del primo re fino a questo sacerdote di Efesto, ultimo regnante, si erano avvicendate 341 generazioni umane e che in tale lungo arco di tempo altrettanti erano stati i sommi sacerdoti e i re. Ora, siccome tre generazioni compongono un secolo, 300 corrispondono a 10.000 anni; le 41 restanti (oltre le 300), corrispondono a 1340 anni; ebbene in 11.340 anni, - affermavano - mai nessun dio si mostrò in figura di uomo; e nulla di simile era mai accaduto prima né accadde dopo, fra gli altri che divennero re dell'Egitto. Inoltre dicevano che in questo lungo periodo il sole si era per quattro volte allontanato dal suo corso abituale: due volte sorse là dove di solito tramonta e due volte tramontò là dove di solito sorge. In questo periodo l'Egitto non ebbe a patire alterazioni di sorta, né per i prodotti agricoli né per i fenomeni connessi al fiume, né per quanto riguarda malattie o decessi. ”

Dunque apprendiamo sempre dall’opera di Erodoto che fin quando gli dei vissero sulla terra essa passò un epoca d'oro, niente malattie, carestie e o povertà. Poi attorno a 12.000 anni fa queste divinità spariscono. Si conclude in quella data infatti l'ultimo regno con sovrano divino, Horus figlio di Osiride ed Iside, ed inizia il tempo dei sovrani umani, con conseguenti decadenza, separazione del regno, guerre, povertà e carestie.

Per capire cosa accadde dodicimila anni fa di così catastrofico da mettere fine all’Età dell’Oro dobbiamo ricorrere alla geologia che colloca in quel periodo la fine del periodo glaciale di Wurm con il conseguente scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento del livello del mare in grado di cancellare kilometri e kilometri quadrati di linea costiera ridisegnando repentinamente la geografia di oceani e continenti e spazzando via la civiltà mista divino-umana antidiluviana ricordata nei miti occidentali con il nome di Atlantide.


Il sogno degli dei di realizzare un mondo perfetto dove l’Uomo loro creatura fosse in grado di governare le forze e le energie dell’universo in armonia con la natura si infrange contro questo disastro (o serie di disastri) di dimensioni globali in grado di resettare del tutto il livello tecnologico raggiunto fino a quel momento.

Ovviamente non stiamo parlando di divinità come siamo abituati a pensare quali esseri trascendenti, metafisici e onnipotenti, ma esseri in carne ed ossa, materiali, fatti come noi di corpo, anima e spirito e come noi caratterizzati da vizi e virtù. Sono i protagonisti dei miti e delle leggende: gli eroi greci, i semi-dei egizi, gli Elohim biblici, gli Anunnaki sumeri.

Sono i capostipiti degli “attori” che da millenni si contendono il potere sul mondo: Enki (il serpente), Enlil (l’aquila). Una storia che iniziò subito dopo il Diluvio, ovvero la fine della glaciazione di Wurm, quando gli Anunnaki, riuniti in assemblea decisero cosa fare dell’Umanità dopo la sopravvivenza inaspettata di alcuni dei suoi esponenti, graziati dall’amore Enkilita per essi. 

Fu infatti Enki ad avvisare Noè (Ziusudra nei miti originali sumeri) dell’imminente disastro permettendo lui di mettere in salvo il suo popolo e il patrimonio genetico necessario al sostentamento futuro di una umanità ritornata allo stato primitivo.

Gli Anunnaki, dei dell’uomo primitivo, si riunirono pertanto in assemblea per decidere cosa fare in quei secoli di cessazione dell’utopica età dell’oro; bisognava rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo e per farlo si rese necessaria la suddivisione del pianeta martoriato dal Diluvio in zone di influenza per organizzare al meglio una efficiente ed efficace ‘ricostruzione’.

Ed ecco che a un Anunnaki toccò il controllo dell’Egitto e degli uomini di quella regione, a un altro la Valle dell’Indo, a un altro il Sudamerica e così via.


Ed ecco l’inizio della “Rinascita”, ovvero del trasferimento delle conoscenze tecnologiche, ma soprattutto sociali, alle comunità tribali umane che giravano nella zona. Agricoltura, scrittura, astronomia, economia, politica e un corpo di leggi: le prime società andavano formandosi e, più queste si ampliavano più i superstiti di Atlantide andavano ritirandosi… lasciando alcuni ‘inviati speciali’ destinati a trasferire all’uomo quella che il Progetto Atlanticus descrive come “L’Eredità degli antichi dei”.


Ma uno dei generali Enliliti, ricordato successivamente come Yahweh, venne escluso da questa assegnazione di popoli e nazioni per via del suo particolare carattere, vendicativo, invidioso, estremista. 

L’oltranzista enlilita Yahweh decise pertanto di riconquistare quello che in cuor suo gli spettava di diritto, un popolo e una nazione. La prima scelta di Yahweh cadde sul popolo degli aditi della città di Ubar, nella penisola arabica, ma il loro rifiuto lo costrinse a volgere lo sguardo altrove… ovvero sulla stirpe di Abramo della città di Ur al quale popolo, che divenne il SUO popolo eletto, promise una terra e una discendenza più numerosa delle stelle del cielo.

La storia di Abramo, del popolo ebreo e del suo rapporto con Yahweh, è descritta con dovizia di particolari nei libri dell’Antico Testamento. Quella del tentativo di approccio da parte di colui che diventerà il dio degli israeliti con la sua prima scelta, gli Aditi, un po’meno.

La misteriosa città di Ubar, anche nota come Hiram dalle mille colonne, sembra essere un luogo ammantato da notevole mistero. Conosciuta anche come “Iram delle Colonne”, Aran o Ubar, si trovava nella Penisola Arabica ed era una città mercantile edificata nel deserto del Rub’ al Khali, il più grande deserto di sabbia del mondo.

La tradizione narra che la città sopravvisse dal 3000 a.C. fino al I secolo d.C., arricchendosi anno dopo anno grazie a un florido commercio; successivamente se ne persero completamente le tracce, forse perché, come ricorda il Corano, subì la stessa punizione della tribù dei Banu ‘Ad, una stirpe araba vissuta durante il periodo pre islamico che osò sfidare Allah innalzando alti edifici in pietra e che per questo venne punita prima con un tremenda siccità, poi da una violenta pioggia seguita da un fortissimo vento che distrusse tutti i loro edifici.

Le rovine della Città delle Mille Colonne si troverebbero ancora sotto le sabbie del deserto, dimenticate anche dal tempo. Questa storia rimase una delle tante tradizioni orali raccontate intorno al fuoco, almeno fino a quando non giunse in Occidente in seguito alla traduzione del famoso “Le mille e una notte”.

Durante il II secolo d.C., Claudio Tolomeo, astronomo e geografo greco, disegnò la mappa di una misteriosa regione che, a suo dire, era abitata da un altrettanto enigmatico popolo, gli Ubariti, ovvero gli antichi abitanti di Ubar. In tempi più recenti il tenente colonnello Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto ai più come Lawrence d’Arabia, mostrò spesso un notevole interesse per questa città, che lui stesso definiva come l’Atlantide delle Sabbie. Forse spinto anche da questo interessamento, un gruppo di ricercatori si affidò nel 1980 ai satelliti della NASA nel tentativo di ritrovare la Città delle Mille Colonne; una possibile collocazione venne individuata nella provincia di Dhofar, in Oman.

La città di Iram compare nei testi apocrifi coranici e in vari commentari di grandi saggi musulmani. Vengono chiamati "Qishash al-anbiya" (storie dei profeti) e, a differenza di quanto avviene nel mondo cristiano, sono ritenuti credibili e rilevanti dall'esegesi e dalla storiografia musulmana. Le storie dei profeti, secondo quanto ha scritto al-Tarafi stesso, che raccolse molto materiale nell'anno Mille, "sono, assieme agli avvenimenti, alle loro parole e ai loro atti, quanto di meglio può essere raccontato e riassunto. Ho così deciso di raccogliere le storie di chi è menzionato nel Corano, da quanto di più genuino hanno riferito trasmettitori e persone degne di fiducia". I personaggi su cui al-Tarafi si è soffermato furono grossomodo patriarchi, profeti e figure di rilievo della tradizione giudaica e cristiana, da Adamo a Gesù, con qualche presenza esclusivamente musulmana, come Salih e Hud. E proprio quest'ultimo potrebbe avere particolare rilevanza per gli ufologi, per una narrazione nota come la "Storia di Hud".

Di Hud al-Tarafi ci racconta che "fu il primo a parlare arabo" e che ebbe quattro figli "da cui ebbero origine gli arabi"; da uno di essi, Faligh, nacquero gli yemeniti. E nello Yemen, nella città di Iram "dalle alte colonne", vivevano Hud ed i quattro suoi figli. I figli di Hud erano formidabili costruttori di città; al-Tarafi riferisce che edificarono anche Gabalqa, ad oriente, e Gabarsa, ad occidente. Per avere una vaga idea di quanto fossero imponenti le loro città, lo scrittore ci dice che entrambe avevano "mille porte rispettivamente e la distanza tra porta e porta era di una parasanga (6,4 km)". Gli abitanti di queste due città discendono da Narish ibn Yafith ed erano più numerosi della gente di Gog e Magog (due giganti biblici) e "nove volte di più degli abitanti del mondo, ma Dio Grande e Potente ne sa di più".

Le storie di Al-Tarafi ispirarono il romanziere horror H.P.Lovecraft. Certamente ricorderete come questi abbia creato, all'inizio del secolo, una mitologia aliena basata sull'idea che divinità mostruose extraterrestri, i Grandi Anziani, visitarono la Terra nella notte dei tempi e lasciarono sul nostro pianeta tracce del loro passaggio nelle loro abominevoli città. Lovecraft sosteneva che fosse possibile richiamare i potentissimi (ma pericolosi) Grandi Anziani sulla Terra attraverso invocazioni magiche, custodite in un libro maledetto noto come "Necronomicon" (il libro dei morti) o recitando le formule esoteriche scritte sulle colonne delle città perdute costruite dagli adoratori dei Grandi Anziani. Una di queste città era Iram. 

La geniale mente del "solitario di Providence”, ha partorito una quantità innumerevole di presenze mostruose, e classificarle non risulta un compito dei più semplici. Nella sua breve carriera (1890 - 1937) di scrittore di incubi e orrori, Lovecraft produsse una serie di opere nelle quali uomini di svariate tipologie e ceti sociali avevano a che fare con esseri mostruosi emersi dalle profondità oceaniche o provenienti da oscure dimensioni parallele, descritti con una precisione maniacale.

Nelle pagine scritte da Lovecraft le entità principali si raggruppano in due distinte classi: "I Grandi Antichi" e gli "Dei Esterni"; i primi sono senza dubbio le presenze più citate, e le loro origini risalgono a miti e leggende rielaborate per l’occasione, essi sono esseri "fisici" che vivono esiliati in qualche cripta sotterranea oppure sono confinati agli angoli di qualche oscura dimensione metafisica.

Fra tutte queste divinità, senza dubbio quelle più conosciute e soprattutto più ricorrenti nella letteratura di H.P.Lovecraft sono Cthulhu e Nyarlathotep.

Nyarlathotep rappresenta la materializzazione delle malvagità e dell’odio universale. Attraverso la sua possibilità di manifestarsi in varie forme, anche senza essere stato evocato, Nyarlathotep possiede le sue malcapitate vittime psichicamente entrando nei loro corpi. Una volta terminato il suo obbiettivo, dei posseduti altro non resta che dei gusci vuoti definitivamente distrutti e divorati dalla follia.

Cthulhu, una delle divinità più potenti, camminava sulla terra assieme agli altri Grandi Antichi fino a quando fu sconfitto dai "Guardiani della Terra" e da allora esiliato nella sconosciuta città di R’lyeh, dove tuttora riposa in un sonno millenario.

Raffigurazioni artistiche di Cthulhu (a sinistra) e Nyarlatothep (a destra)

La città di R’lyeh fu edificata all'incirca 350 milioni di anni fa da alcune servi dello stesso Cthulhu. Lovecraft affermò che R'lyeh è situata alle coordinate 47°9′S 126°43′W nell'Oceano Pacifico del sud. August Derleth, tuttavia, posiziona R'lyeh alle coordinate 49°51′S, 128°34′W nei suoi scritti. Entrambi i luoghi appartengono al cosiddetto polo dell'inaccessibilità, il punto degli oceani più lontano dalle terre emerse.

Le coordinate in cui Derleth pone la città sommersa sono approssimativamente 5100 miglia nautiche (5900 secondo Lovecraft) o 9500 Chilometri dalla più vicina terra ferma, corrispondenti a circa dieci giorni di viaggio con una nave veloce, da Pohnpei, una delle isole dell'area. Pohnpei, del resto, gioca un ruolo nei Miti di Cthulhu come il luogo dove furono trovati testi inerenti a R'lyeh. August Derleth, approfondendo il discorso iniziato da Lovecraft, ha ammesso nei suoi testi la possibilità che la città possa coprire, sotto gli abissi, la maggior parte degli oceani terrestri, «dalla costa nord del Massachusetts alle isole perdute della Micronesia».

Il cosiddetto bloop, un suono gigantesco dalla frequenza ultrabassa, e di origine ignota, è stato captato a più riprese nell'estate del 1997 dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ed è stato localizzato proprio presso il luogo, non lontano dalle coordinate qui esposte, in cui, secondo il mito di Cthulhu, si troverebbe la città di R'lyeh.


Quando R'lyeh comparve nel racconto di Lovecraft Il richiamo di Cthulhu, la sola porzione della città che emerge dalle acque è un singolo "odioso monolito coronato da una cittadella" nella quale Cthulhu è tumulato. Gli uomini avvicinatisi hanno soggezione di quella pura e semplice immensità della città e della spaventevole suggestione delle sue gargantuesche statue e dei bassorilievi.

La città è un panorama di "ampi angoli e superfici di pietra ... troppo grandi per appartenere a qualcosa proprio di questo pianeta, ed empie quanto orrende immagini e disturbanti geroglifici." La geometria di R’lyeh è "anormale, non euclidea e repulsiva, che sa di sfere e dimensioni diverse dalle nostre."

Lovecraft, spesso malato da piccolo, sostiene che il suo lavoro fu ispirato dall'esperienza dell'orrore vissuta attraverso gli incubi. Forse quegli incubi erano proiezioni della sua coscienza in un mondo metafisico, una dimensione parallela popolata da quelle stesse entità da lui descritte e che gli Aditi di Ubar, conoscevano.
Ciò spiegherebbe l’interesse di Yahweh nei confronti di questo misterioso popolo in quanto in grado di consentire lui di raggiungere dimensioni inesplorate da cui acquisire un potere infinito propedeutico al proprio piano di dominio totale.

Infatti dobbiamo comprendere che se gli Anunnaki/Elohim sono e rimangono esseri fisici del tutto simili a noi e vincolati dalla corporeità sul piano fisico dell’esistente i demoni, i jinn e i Grandi Antichi descritti da Lovecraft esistono a un livello differente che possiamo chiamare “astrale” o, meglio ancora, metafisico.
La loro invocazione ha permesso l’introduzione del loro potere e della loro influenza sul pianeta. E’ stato in quel momento che sono stati riaperti quei portali in grado di connettere il mondo fisico con il mondo metafisico e consentire ai “Rettiliani” di influenzare la storia dell’umanità. 

La teoria dell’autore del presente articolo è infatti che i Rettiliani di D.Icke, i demoni della demonologia e tutte le creature orrorifiche dei miti e delle leggende siano da sempre le medesime entità.

La sete di potere di Yahweh ha forse inavvertitamente richiamato queste entità, assenti durante l’età dell’oro, nella linea temporale dell’uomo consentendo a uomini senza scrupoli di appoggiare la loro causa fatta di malvagità in cambio di ricchezza, potere, prestigio.

Quella stessa sete di potere che oggi caratterizza il Player C, ovvero i discendenti di quella linea di sangue di coloro che, oltranzisti enliliti, vogliono conseguire il controllo materiale del mondo e per farlo scendono a patti con quelle entità che invece si nutrono del controllo metafisico del mondo?

Ciò spiegherebbe i gufi magici, i sacrifici umani, le evocazioni di diavoli, i rituali aztechi e pellirossa che caratterizzano le “goliardiche” serate del Bohemian Groove. Si può credere o meno a tutto ciò, ma ciò che sconcerta è che a credervi siano alcuni dei maggiori leader del pianeta. E ciò che allarma è che le principali decisioni politiche, quelle che condizionano i destini del pianeta, vengano presi da un'enclave massonica decisamente fuori di testa.


Ciò spiegherebbe anche le connessioni tra satanismo, pedofilia e il Potere con la P maiuscola come testimoniato dal drammatico caso di Madeleine McCann, bambina scomparsa nel 2007, che vede coinvolti i vertici della Commissione UE nella persona di Josè Manuel Barroso e come lei decine di migliaia di altri bambini sacrificati e immolati sull’altare del NWO.

Famiglie di persone estremamente potenti, casate genealogiche che si tramandano il potere da millenni a questa parte in diretta connessione con i Grandi Antichi di H.P.Lovecraft. 

Sembra la trama di un romanzo horror - Potrebbe essere la nostra realtà.

Il Pianeta Terra, da positivo esperimento di armonia e spiritualità che era durante l’Età dell’Oro, potrebbe essere diventato una oscura stalla dove l’Umanità viene “allevata” come in un moderno allevamento intensivo di bovini, per nutrire la “fame spirituale” dei demoni del mondo metafisico ai quali i potenti della terra fanno confluire la nostra energia vitale insita nella nostra anima che tanto fa gola ai “Rettiliani/Demoni metafisici” attraverso paura, violenza, invidia e tutti quei sentimenti che la spiritualità dell’età dell’oro enkilita cercava di sopire nell’animo umano.

Le anime e l’energia di miliardi di esseri umani sono dunque parificabili a carne da macello per i Grandi Antichi quali Azatoth, Baal, Nyarlatothep, Yog-Sostoth, i quali hanno individuato in pochissime e potentissime famiglie i custodi di quella grande Stalla che è il Pianeta Terra.

E ai “custodi” umani (o semi-divini) viene concesso di usufruire degli umani da allevamento e del pianeta come meglio credono per soddisfare i loro più turpi desideri. Benvenuti nel NWO.

L’esito della partita a scacchi tra i Player avrà conseguenze che trascendono dal semplice destino di popoli e nazioni… ne va della nostra anima.


Fonti:
- “Le Storie” di Erodoto

domenica 28 luglio 2013

John Perkins - Una Falla nel Sistema "Rettiliano" del Player C

Questa è la storia di John Perkins, il capo economista di una società di consulenze, ingegneria e costruzioni di Boston. Fin qui nulla di strano. Quello che interessa è che Perkins ha lavorato come “sicario dell’economia”, una élite di professionisti il cui compito è di orientare la modernizzazione dei paesi in via di sviluppo verso un continuo processo d’indebitamento e di asservimento agli interessi delle multinazionali e dei governi più potenti del mondo. 

Sono professionisti, dallo stipendio fantasmagorico, in grado di sottrarre migliaia di miliardi di dollari a paesi di tutto il mondo. Riversano, o per meglio dire, rubano, il denaro della Banca Mondiale, dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (U.S.A.I.D.) e di altre importanti organizzazioni, per così direumanitarie, per farli finire nelle casse delle corporation e nelle tasche di un pugno di ricche famiglie che detengono il controllo delle risorse naturali del pianeta. Il controllo di paesi strategici è sempre avvenuto da centinaia di anni, prima con gli imperi coloniali, ora invece spostando elettronicamente enormi quantità di denaro (creato dal nulla dalle banche) da un luogo ad un altro e facendo sprofondare nei debiti miliardi di persone. I metodi usati dai sicari sono: falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso, per arrivare all’omicidio! 

Il compito di Perkins era quello di incoraggiare i leader mondiali a divenire parte di una vasta rete che favorisse gli interessi commerciali dei soli Stati Uniti d’America. Alla fine questi leader rimanevano intrappolati in una ragnatela, in una trama di debiti che ne garantiva la fedeltà assoluta in tutti gli ambiti. I sicari dell’economia sono pedine importanti che partecipano alla costruzione e mantenimento dell’Impero, chiamato corporatocrazia. 

Utilizzando gli strumenti della finanza internazionale, sono riusciti in passato e ci riescono tuttora, a sottomettere paesi in via di sviluppo, quelli ovviamente con risorse naturali nel sottosuolo come petrolio, oro, diamanti, gas e minerali vari (coltan, ecc.) o quelli in posizioni geostrategiche (Panama p.e.). Quando un sicario assolve al meglio il suo compito, i prestiti elargiti come aiuti o come fondi necessari alla costruzione di infrastrutture importanti (centrali elettriche, autostrade, ponti, ospedali, aeroporti o poli industriali, ecc.) escono dalla Banca Mondiale e/o dall’U.S.A.I.D., ed entrano nelle casse delle lobbies che hanno studiato e progettato tale criminosa strategia. 

Ai paesi destinatari delle infrastrutture, cioè ai paesi bisognosi, non solo non arriva nulla, ma anzi, i prestiti sono così ingenti che il debitore si trova costretto alla morosità dopo poco tempo, e quando ciò accade, viene preteso il risarcimento immediato creando ad arte, le seguenti condizioni: controllo dei voti ai paesi membri delle Nazioni Unite, installazioni di basi militari e l’accesso alle multinazionali alle preziosissime risorse naturali. 

Si esige la restituzione dei debiti anche sotto forma di concessioni petrolifere. In pratica tutti i paesi che i sicari dell’economia hanno portato sotto l’ombrello dell’Impero globale, hanno subìto un destino simile. Tutti ad eccezione di Iraq e Venezuela. Questo spiega perché il debito dei paesi del Terzo mondo è arrivato a oltre 2500 miliardi di dollari, mentre i soli interessi economici (nel 2004 erano oltre 375 miliardi) sono superiori all’intera spesa per la sanità e l’istruzione e venti volte gli aiuti che i paesi in via di sviluppo ricevono annualmente dall’estero! Cosa succede all’agenda mondialista, quando un sicario fallisce il suo compito? Entra in gioco una razza ancor più sinistra e pericolosa: gli “sciacalli”. 

Gli sciacalli sono uomini, mercenari, agenti dell’intelligence che rovesciano il governo di turno, fomentano rivolte, colpi di stato e golpe militari. Spesso mascherano i loro sporchi intervento con strani incidenti (aereo, auto), malori o malattie, uccidendo i capi di stato che non si piegano ai dettami dell’establishment economico-finanziaria. Se anche lo sciacallo dovesse fallire, allora entrano in gioco i generali con l’esercito, e il risultato è la guerra. Esattamente quello che negli ultimi anni è accaduto in Afghanistan, Iraq sotto Saddam Hussein e Libia con Gheddafi. In Iran e Venezuela hanno tentato il rovesciamento, ma per fortuna senza risultati. L’inizio… Come può un uomo normalissimo come John Perkins, con una semplice laurea in economia, diventare un sicario dell’economia? Certamente nulla avviene per caso… 

E infatti tutto ebbe inizio quando sposò Ann, una giovane donna, il cui padre era un brillante ingegnere che lavorava per il Ministero della Marina, e suo zio un alto dirigente della National Security Agency (N.S.A.), l’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense. Dopo il matrimonio, Perkins fu chiamato per un colloquio alla N.S.A. il cui scopo, scoprì più tardi, era individuare, attraverso test, i suoi punti deboli. Alcune settimane dopo gli fu offerto un lavoro con il quale cominciò a far pratica nell’arte dello spionaggio. Il passaggio successivo fu l’assunzione alla Main Inc. di Boston, una società di consulenza internazionale, con circa duemila dipendenti sparsi nel mondo. A questo punto della storia Perkins incontra, quello che sarà il suo mentore e che avrà un ruolo centrale in tutta la storia. 

Viene avvicinato da Claudine, una donna che approfittò dei punti deboli della sua personalità usando un misto tra seduzione fisica, manipolazione verbale e mentale: metodi studiati appositamente per lui. Fu proprio lei a spiegargli in cosa sarebbe consistito il suo vero lavoro: per primo doveva giustificare gli enormi prestiti internazionali che avrebbero poi riportato i soldi alla Main Inc. o ad altre potentissime lobbies statunitensi come Bechtel, Halliburton, Stone & Webster, Brown & Root, attraverso grossi progetti di ingegneria e di edilizia; secondo, avrebbe dovuto mandare in rovina i paesi che ricevevano i prestiti affinché restassero per sempre in obbligo, schiavi dei creditori. In pratica il “sicario dell’economia” In qualità di economista avrebbe dovuto fare previsioni sugli effetti di investimenti multimiliardari in un determinato paese; in particolare doveva elaborare proiezioni sulla crescita economica nei successivi venti o venticinque anni e le valutazioni dell’impatto di tutta una serie di progetti messi poi in atto dalle aziende statunitensi. 

Doveva creare altissimi profitti per gli appaltatori e fare felici un pugno di ricche e influenti famiglie dei paesi destinatari, assicurando al tempo stesso la dipendenza finanziaria e quindi la lealtà politica dei governi in tutto il mondo. In pratica, veniva pagato profumatamente per rubare miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo. La storia insegna che fin dai tempi più antichi, gli imperi sono stati costruiti e mantenuti attraverso la forza militare e la minaccia, ma con la fine dell’Unione Sovietica e lo spettro di un olocausto nucleare, la soluzione militare divenne troppo rischiosa, per cui vennero optate altre strategie, come quella economica. Queste strategie, semplici, di grande funzionamento, non necessitavano di eserciti. Un esempio per tutti, avvenne nel 1951 quando l’Iran si ribellò alla compagnia petrolifera britannica (oggi B.P., British Petroleum) che sfruttava le risorse naturali e il popolo. Il primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq, eletto democraticamente dal popolo, nazionalizzò l’intero patrimonio petrolifero iraniano, scatenando le ire furiose dell’Inghilterra, la quale chiese aiuto agli U.S.A. 

Washington invece delle bombe sganciò uno “sciacallo”, l’agente della C.I.A., Kermit Roosevelt (nipote del presidente Theodore), il quale riuscì, a suon di soldi, tangenti e minacce a persuadere un gran numero di persone e organizzare rivolte e dimostrazioni violente in piazza (la medesima e recente strategia applicata in Libia e Siria). 

Il clima, creato ad arte, dava l’impressione che Mossadeq fosse incapace e soprattutto impopolare. Il primo ministro cadde nella trappola e passò il resto della sua vita agli arresti domiciliari. A quel punto prese il potere lo scià Mohammad Reza, alleato degli Stati Uniti e divenne il dittatore incontrastato per molto tempo, fino alla Rivoluzione. Questo è uno degli innumerevoli colpi di stato finanziati e orchestrati dagli Stati Uniti ai danni di paesi sovrani; ricordiamo Ecuador, Indonesia, Cile, Panama, Colombia, El Salvador, Bolivia, e praticamente tutto il continente africano. Come mai simili accadimenti storici non sono conosciuti dalla maggior parte delle persone? Negli Stati Uniti, ma il discorso in Europa non cambia, la N.B.C. è della General Electric, la A.B.C. della Walt Disney, la C.B.S. di Viacom, la C.N.N. dell’A.O.L. Time Warner, ecc. La maggior parte dei quotidiani, periodici e case editrici sono posseduti e manipolati da gigantesche corporation transnazionali. Tutti i media fanno parte del medesimo sistema corporativo che ha portato avanti la distruzione sistematica delle economie dei paesi in via di sviluppo, e quindi veicolano solo le notizie politicamente corrette. 

Per concludere John Perkins, probabilmente per ripulirsi la coscienza e per un briciolo di onestà intellettuale si è confessato pubblicamente scrivendo il libro intitolato: “Confessioni di un sicario dell’economia”. E’ bene ricordare che è la confessione di un uomo che ha permesso a sé stesso di diventare una pedina, un sicario, riuscendo grazie alla propria avidità a sfruttare e saccheggiare miliardi di dollari da paesi in difficoltà, creando centinaia di milioni di poveri. Il libro comunque è molto interessante, soprattutto perché permette una maggiore comprensione e visione d’insieme, dei fatti storici e dell’andamento della società moderna, tutta focalizzata nella crescita economica.  

Sono riusciti, grazie a decenni di propaganda, marketing e pubblicità più o meno occulta, a convincerci che acquistare costantemente è un dovere civico e aiuta l’economia; saccheggiare la terra è nel nostro stesso interesse. 

La storia purtroppo, quando non viene compresa, è destinata a ripetersi e a concludersi in tragedia. Gli imperi, infatti non durano, sono tutti falliti miseramente. L’attuale Impero, gestito e controllato dai banchieri internazionali, centrato nei mercati e derivati finanziari, oramai si sta sgretolando sotto i nostri occhi, lasciando posto ad un sistema dove al centro ci sarà l’uomo e non il dio-denaro! 

“Riconoscere un problema è il primo passo per trovarne la soluzione e confessare un peccato è l’inizio della redenzione…”. - Parola di John Perkins


sabato 27 luglio 2013

Rock e Medianità

L'articolo seguente non rispecchia in toto le idee del Progetto Atlanticus, anzi... d'altronde proviene da un sito di informazione di ispirazione fortemente cattolica (e quindi viziata dalle logiche sottese al gioco del Player A)

Altrettanto presenta diversi spunti di riflessione riguardo al tema di questo thread. Vi invito a leggerlo con spirito critico ricordando quelle che sono invece le teorie del Progetto Atlanticus che vedono nella musica (e nell'arte in generale) invece proprio uno strumento del Player B.

rock_satanico

Nei primi decenni del XX secolo, gli spiriti (in realtà demoni) si sono rivelati a due medium rivelando il loro grande interesse per l’evoluzione della musica dell’Occidente e dicendo di avere in serbo «grandi e imponenti piani per il futuro della musica». Quali piani? Ispirare una nuova generazione di musicisti comunicando loro un nuovo genere musicale che li avrebbe evocati e che allo stesso tempo avrebbe condotto gli uditori ad una totale comunione spirituale con essi. Questa «profezia» si è avverata? Giudicate voi…

Il testo Unfinished Symphonies: Voices from the Beyond («Sinfonie infinite: voci dall’aldilà»), della medium Rosemary Brown (1916-2001), è un libro che descrive come l’Autrice abbia ricevuto dei messaggi dal mondo degli spiriti. Essa comunicava regolarmente con i defunti, e in questo caso – almeno apparentemente – con i grandi compositori del passato: Chopin, Mozart, Bach, Liszt, Debussy, Rachmaninoff, Brahms, Schumann, ecc… 

Questi spiriti parlavano con la Brown, la visitavano regolarmente, e la possedevano, guidando le sue mani a suonare e a comporre, in forma manoscritta, musica che andava ben oltre le sue capacità. Rosemary Brown è stata studiata da numerosi esperti musicali, è stata intervistata dal grande musicista Leonard Bernstein (1918-1990), ed è stata oggetto di molteplici rapporti investigativi che non scoprirono in lei alcuna frode. Essa diceva che questi spiriti l’avevano posseduta per poterle comunicare la loro musica e il loro messaggio dall’aldilà. Attraverso di essa, gli spiriti hanno composto in stili piuttosto simili, se non identici, ai compositori scomparsi da tempo. La Brown ha pubblicato diversi album con la sua musica, incluso un nuovo quartetto per archi attribuito a Brahms. 

Tuttavia, noi siamo convinti che queste entità non siano nient’altro che demoni. Perché mai gli spiriti malvagi personificherebbero gli spiriti dei musicisti defunti e comunicherebbero nuove composizioni musicali servendosi di una medium? Sembra che la loro unica ragione sia di usare la medianità come un veicolo con cui dispensare la loro filosofia occulta. Rosemary Brown era una medium esperta gia prima di incontrare gli spiriti che le dissero di essere i grandi compositori del passato. Essa affermava: «La prima volta che vidi Franz Liszt avevo circa sette anni, ed ero già abituata a vedere gli spiriti dei cosìddetti “defunti”» 2.

rosemary brown   rosemary brown  unfinished symphonies: voices from the beyond

Da sinistra: due fotografie di Rosemary Brown mentre compone in trance. La copertina del suo libro Unfinished Symphonies: Voices from the Beyond.

Ciò nonostante, questi spiriti apparentemente raffinati di compositori del passato, promuovono attivamente lo stesso paganesimo e la filosofia spiritistica tipica degli occultisti di tutte le risme. Essi insegnano che non c’è ragione di temere la morte perché ognuno sperimenta la reincarnazione 3. Essi predicano il panteismo (tutto è Dio e Dio è in tutte le cose), e incoraggiano lo sviluppo delle abilità medianiche 4. Inoltre, essi negano e rifiutano l‘insegnamento cristiano. Consideriamo una delle asserzioni attribuite a Liszt in risposta alla Brown: «Come ho fatto notare, a causa delle consuete credenze cristiane, ci sono persone che credono che ci si deve salvare qui, sulla terra. Ciò non è vero – mi disse. 

Quando le persone muoiono [...], hanno ancora l’opportunità di proseguire e di recuperare (dopo la morte)» 5. In altre parole, questi spiriti bugiardi si sono serviti di una medium musicale allo scopo di ingannare uomini e donne a riguardo dell’insegnamento cristiano 6. Inoltre, il fenomeno Rosemary Brown e i suoi spiriti-guida incoraggiano la pratica della negromanzia (la comunicazione con i «defunti»), severamente condannata dalla Chiesa. Passiamo ad un altro personaggio. 

Durante la sua vita, Cyril Scott (1879-1970) fu un eminente compositore. Egli fu anche uno studioso della religione occulta nota come Teosofia, e si interessò anche al potenziale occulto della musica. Due dei suoi libri – The Influence of Music on History and Morals: A Vindication of Plato («L’influenza della musica sulla Storia e sulla morale: una rivalsa di Platone») e Music: Its Secret Influence Throughout the Ages («La musica: la sua influenza segreta in tutte le epoche») – gli furono dettati attraverso ispirazione medianica da uno degli spiriti-guida che avevano ispirato la fondatrice della Società Teosofica, Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891).

cyril scott helena petrovna blavatsky logo della società teosofica

Da sinistra: Cyril Scott, Madame Blavatsky e il simbolo della Teosofia.

Nel secondo libro, Music: Its Secret Influence Throughout the Ages, Scott ci dice che lo spirito con cui parlava «nutriva un interesse speciale per l’evoluzione della musica occidentale [...]. Infatti, egli considerava opportuno che gli studenti dell’occultismo di tutte le scuole dovessero apprezzare sempre più pienamente la grande importanza della musica come forza nell‘evoluzione spirituale (occulta), e a questo scopo aveva rivelato molte cose che finora non erano state rivelate, e che scateneranno un grande interesse in tutti gli amanti della musica» 7. Scott stesso era convinto che «i grandi Iniziati (nel mondo spirituale) hanno grandi e imponenti piani per il futuro della musica» 8. 

Di quali progetti parlava lo spirito-guida? Di utilizzare la musica come uno strumento occulto attraverso cui sviluppare stati alterati di coscienza, abilità medianiche e capacità di entrare in contatto con il mondo degli spiriti. Spiega Scott: «Nel futuro, la musica verrà usata per portare le persone a stretto contatto con i Devas (gli spiriti); esse saranno in grado attingere alla benefica influenza di questi esseri partecipando a concerti durante i quali sono stati evocati mediante il tipo adatto di suono [...]. Tuttavia, la musica in questione, scientificamente calcolata, realizzerà il duplice mansione di invocare i Devas e allo stesso tempo di incentivare negli ascoltatori quelle facoltà (medianiche) attraverso le quali essi diverranno consapevoli di sè stessi e reattivi all’influenza (degli spiriti)» 9. 

Scott conclude il suo libro citando le parole del suo spirito-guida: «Oggi, poiché stiamo entrando in una Nuova Era, noi (spiriti) cerchiamo, soprattutto attraverso il medium della musica ispirata, di diffondere lo spirito dell’unificazione (occultistica) e della fratellanza, in modo da affrettare la vibrazione (spirituale) di questo pianeta» 10. Diversi musicisti rock contemporanei sembrano corrispondere a questa descrizione. Ad esempio, alcune musiche Neg Age vengono spiritualmente ispirate per aiutare le persone ad entrare in uno stato alterato di coscienza. Inoltre, «molte rockstar di primo piano sono state pesantemente coinvolte non solo nell’occulto, ma anche nel satanismo più schietto [...]. Tentando di descrivere il suo processo d’”ispirazione”, John Lennon ha affermato: “È come essere posseduti: come un sensitivo o come un medium“ [...]. Parlando dei Beatles, Yoko Ono ha dichiarato: «Erano come dei medium. Non erano coscienti di tutto ciò che stavano dicendo, ma la musica fluiva attraverso di loro” [...]. 

Marc Storace, cantante dell’heavy meatl band Krokus, durante un’intervista concessa alla rivista Circus, ha detto a proposito del processo d’ispirazione: “Esso non può essere descritto, tranne dire che è come un’energia misteriosa che proviene dal piano metafisico e approda nel mio corpo. è quasi come essere un medium [...]. Little Richard ha avuto esperienze di questo genere e ha  identificato Satana come la fonte della sua ispirazione: “Ero diretto e guidato da un altro potere, il potere delle tenebre [...] nella cui esistenza molte persone non credono. Il potere del diavolo. Satana”. Jim Morrison (dei Doors) chiamava gli spiriti che a volte lo possevano “The Lords” (“i signori”), e scrisse un libro di poesie dedicato ad essi. 

La creatività della cantante folk-rock Joni Mitchell proviene dal suo spirito-guida che essa ha chiamato “Arte”. Essa è così dipendente da “Arte” che nulla la può trattenere quando essa la “chiama”. La prevalenza di tali “spiriti” fra le stelle del rock sembra andare oltre il regno della coincidenza. Secondo Alan Douglas, la superstar Jimi Hendrix, definito “il più grande chitarrista rock” [...], “credeva di essere posseduto da qualche spirito“. L’ex girlfriend di Hendrix, Fayne Pridgon, ha affermato: “Sapete, Jimi parlava sempre di un diavolo o di qualcosa che era in lui, sul quale non aveva alcun controllo. Non sapeva cosa avrebbe fatto fare o cosa gli avrebbe fatto dire, e le canzoni [...] semplicemente uscivano da lui”» 11. Nel corso di un’intervista rilasciata alla rivista Rolling Stone, Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones, ha affermato che i brani rock scaturiscono spontaneamente, come se fossero ispirati «durante una seduta spiritica». Egli ha descritto le canzoni come se arrivassero «in massa», come se gli Stones fossero solamente un medium volenteroso e disponibile 12.

marc storace  jim morrison  keith richards

Da sinistra: Marc Storace, Jim Morrison e Keith Richards.

Molte altre rockstars sono state coinvolte in pratiche occulte che descrivono la loro ispirazione musicale in termini che fanno pensare alla suggestione demoniaca 13. Un numero crescente di musicisti sta mostrando un interesse per l’occulto, per la stregoneria e per il satanismo. 

Fra i gruppi black metal, i nomi sembrano indicare almeno l’interesse per l’occulto. Tra i tanti citiamo i Coven, i Dark Angel, i Demon, gli Infernal Majesty, i  Possessed, i Satan, i Cloven Hoof… Ozzy Osbourne ha affermato: «Sembra che non sappia mai quello che farò precisamente il giorno seguente. Mi piace compiere solo quello che gli spiriti mi dicono di fare. 

Così, ho sempre qualcuno o qualcosa da incolpare» 14. Osbourne, ex cantante dei Black Sabbath,  ha predicato un vero e proprio sermone in favore di Satana mentre suonava in Canada. Egli confessa: «Qualche volta mi sento come un medium al servizio di una forza esterna». Anche i Black Sabbath hanno lodato Lucifero durante alcuni loro concerti 15. Nel corso di un’intervista concessa a Rolling Stone (pubblicata sul numero del 12 gennaio 1978), Peter Criss, il primo batterista dei Kiss, ha affermato: «Io credo nel diavolo tanto quanto in Dio. Si può scegliere tra uno dei due a seconda di quello che si deve fare». I membri del gruppo Iron Maiden hanno apertamente ammesso di interessarsi all’occultismo, inclusa la stregoneria 16. Questa band ha aperto un concerto a Portland, nell’Oregon, con le seguenti parole: «Benvenuti nel santuario di Satana». Glenn Tipton, chitarrista dei Judas Priest, ha confessato che quando sale sul palcoscenico diventa pazzo: «È come se qualcuno prendesse possesso del mio corpo» 17. 

Nel descrivere un concerto dei Van Halen, David Lee Roth ha dichiarato: «Abbandonare il mio spirito alle emozioni; ecco quello che cerco di fare. Raggiungi quello stato e cadi supplicando gli dèi demoni» 18. Il chitarrista Mick Mars, dei Mötley Crüe, ha così descritto il suo gruppo: «Demoniaco, che è ciò che siamo» 19. Nikki Sixx, bassista della stessa band, parlando del loro impianto scenico per il tour di Shout at the Devil («Grida al diavolo»; Elektra Records 1983), ha detto: «Sul palcoscenico ci sono teschi, pentacoli e ogni genere di simboli satanici [...]. Abbiamo sempre amoreggiato con il diavolo» 20.

david lee roth   mick mars  peter criss

Da sinistra: David Lee Roth (mentre fa il gesto dell'occhio di Horus), Mick Mars e Peter Criss.

Stevie Nicks, dei Fleetwood Mac, ha dedicato molte volte i proprî concerti alle streghe di tutto il mondo. Sul retro della cover dell’album Welcome to hell del gruppo Venom è scritto: «Siamo posseduti da tutto ciò che è male/ La tua morte, o Dio, noi domandiamo/ Sputiamo sulla Vergine che voi adorate/ E sediamo sulla mano sinistra del Signore Satana». Alla luce di questi fatti, nessuno può negare che il rock è divenuto un veicolo per promuovere le pratiche dell’occulto.

venerdì 26 luglio 2013

Accadde in Argentina

Disprezzato o negletto, il contattismo è, invece, una miniera di informazioni di notevole interesse. Nick Redfern ha dedicato al tema la prima monografia in inglese, “Contactees”, ma l’”archetipo” è “Apocalissi aliene”. Dimostrando intelligenza, i ricercatori, Liliana Flotta ed Eduardo Grosso, hanno operato una rilettura di un celebre caso, adottando la metodologia che più si addice ad un fenomeno tanto controverso: individuare analogie con altri episodi e soprattutto provare a confermare la veridicità delle dichiarazioni provenienti dai contattisti, attraverso l’enucleazione di elementi predittivi.

Il resoconto di Ferraudi mostra palesi similitudini con altri incontri indagati. Una notte d’agosto del 1956, l’argentino Orlando Jorge Ferraudi, (all’epoca aveva diciotto anni), mentre era intento a pescare sulla costa del Northern Resort, dove sorge Universe City, vicino alla capitale Buenos Aires, scorse un essere dalla pelle bianchissima e dagli occhi chiari, col viso incorniciato da capelli corti e lisci.


Il visitatore invitò mentalmente Ferraudi a seguirlo; lo guidò quindi in un velivolo. L’uomo ebbe non solo l’opportunità di compiere un’escursione nello spazio, ma poté anche esplorare gli abissi oceanici dove notò “un’immensa cupola sottomarina, simile ad un gigantesco igloo eschimese”.

Sull’astronave, descritta come “una grossa scodella rovesciata”, il contattato incontrò una bambina, Elena, di undici anni che era stata prelevata poco prima dagli “stranieri”, nonché una creatura femminile, alta e bionda. La donna, inguainata in una tuta aderente, esortò Ferraudi a togliersi i vestiti affinché non contaminassero l’ambiente e ad indossare una tunica. Il giovane fu condotto sul ponte della nave in cui si apriva un’ampia finestra. In seguito l’U.F.O. si sollevò: durante il viaggio nello spazio, l’uomo ammirò la Terra che aveva l’aspetto di un globo blu, e la Luna, una sfera di colore grigio opaco.

Quando l’oggetto volante si diresse verso il Sole, con sbalordimento il giovane constatò che “il Sole era nero”. Infine il vascello spaziale fece rotta verso la Terra a velocità mozzafiato per immergersi nel Mar delle Antille: sul fondale oceanico Orlando ed Elena videro una calotta trasparente che copriva un’area di cinque - sei ettari. Essi entrarono in una galleria che sboccava in una camera dove erano collocati dei lettini ed installati degli strani macchinari: qui agli ospiti fu dato da bere un liquore denso e piccante e da ingoiare alcune compresse. Fu spiegato loro che si sarebbero assopiti. Furono destati e condotti in stanze separate dove Orlando ed Elena poterono indossare di nuovo i loro abiti. Ad Orlando fu spiegato che era stato compiuto un lavoro sulla sua ghiandola pineale.

L’experiencer ricorda il chiarimento che gli fu fornito dall’ufonauta: “La ghiandola pineale è l’ultima nostra eredità che rimanga qui… Le razze terrestri hanno subito mutazioni genetiche per loro stessa colpa e tutto ciò che rimane di quanto eravate è l’epifisi. Per questo motivo l’abbiamo risvegliata e, quando comunicheremo con te, sentirai una sorta di ronzio”.

Osservano gli autori succitati che il ronzio è un sintomo comune a molti contattisti: definito “segnale di aggiustamento”, è un suono percepito quasi sempre nell’orecchio destro e che preannuncia un messaggio telepatico.

Il caso Cerminara palesa delle similitudini con il racconto di Ferraudi: Luis Cerminara era il dirigente di una compagnia assicurativa a Pergamino (provincia meridionale di Buenos Aires). Le sue straordinarie esperienze risalgono all’infanzia, quando nella città natale, Arroyo Dulce, un “minuscolo essere grigio” lo portò su un “piccolo aereo bianco” con cui compì un viaggio all’interno del pianeta. Una volta adulto, Luis cominciò a ricevere messaggi mentali. Nel 1981 gli fu chiesto di recarsi a Caleta Olivia (Argentina meridionale): colà lo attendevano due ufonauti abbigliati con tute di colore chiaro. Gli extraterrestri portarono l’uomo su un’astronave: all’interno la luce promanava dall’intera superficie dell’ambiente. Luis raggiunse poi il ponte: attraverso le aperture nello scafo contemplò la sfera azzurra della Terra, la Luna ed il Sole che gli apparve... nero. Ritornata su Gaia, la nave stellare penetrò in una struttura sotterranea formata da diverse cupole.

Luis Cerminara, dopo la sue avventure, sviluppò poteri terapeutici e facoltà speciali, come il figlio. Particolare interessante: l’uomo mostrava un marchio rosso dietro l’orecchio dove, a suo dire, gli era stato introdotto un impianto. Sia Orlando sia Luis, come altri rapiti, rammentano di aver veduto un’icona, un cerchio in cui è inscritto un triangolo: è un simbolo che contraddistingue una precisa civiltà aliena?

giovedì 25 luglio 2013

La Scrittura e la Civiltà

Da un articolo di Yuri Leveratto la seguente ispirazione! 

Agricoltura e scrittura sono due innovazioni che la storia ci insegna essere le basi per la nascita della civiltà. 

Se l'agricoltura è stata dono degli dei, necessariamente anche la scrittura doveva esistere già in epoca pre-diluviana e il suo retaggio esistere in tutte quelle terre coinvolte nella "Rinascita" post-diluviana... quelle terre che furono le nazioni e le colonie di Atlantide.

C'era davvero una lingua universale così come citato nell'episodio biblico della Torre di Babele.. retaggio di quello che fu la civiltà atlantidea pre-diluviana? Una scrittura fatta di simboli? Simboli che poi sono stati "riciclati" dai 'primitivi' e dalle prime civiltà urbane storicamente riconosciute? Simboli di cui forse abbiamo perso e/o dimenticato il loro reale significato e potere?

Tante domande al quale il Progetto Atlanticus cercherà di dare le relative risposte... 

L’origine dell’antica scrittura europea e le sue similitudini con gli arcaici segni ritrovati in Sud America

Una delle caratteristiche della civiltà, oltre all’utilizzo stabile dell’agricoltura, è l’invenzione della scrittura. 

L’origine dell’antica scrittura europea e le sue similitudini con gli arcaici segni ritrovati in Sud America

La differenza tra i pittogrammi, i petroglifi e la scrittura, è che mentre i primi due rappresentano esseri umani, animali o cose, con la scrittura l’uomo è riuscito a rappresentare in forma duratura delle idee, dei concetti. 

La storia accademica associa l’avvento della prima civiltà ufficiale, quella dei Sumeri, con l’apparizione della scrittura, approssimativamente 30 secoli prima di Cristo. 


Sono vari però i ritrovamenti d’arcaici sistemi di numerazione e antiche tavolette d’argilla, dove vi sono rappresentati segni, che potrebbero essere ancora più remote di quelle sumere. 

Innanzitutto bisogna ricordare gli antichi sistemi di numerazione e annotazione, come l’osso di Ishango, ritrovato in Africa, l’osso di Blanchard o i segni incisi nell’osso d’aquila di Le Placard. Alcuni di questi sistemi di numerazione risalgono ad addirittura 30 millenni or sono, ma non possono essere considerati come forme di scrittura.

I glifi ritrovati nelle tavolette di Vinca e Tartaria invece sono riconosciuti come la prima forma di scrittura, antecedenti quindi a quelli dei Sumeri.


Nel 1908 l’archeologo Miloje Vasic portò alla luce varie tavolette d’argilla con iscrizioni sconosciute nella località di Vinca, nelle vicinanze di Belgrado (Serbia). Con la prova del radiocarbonio le tavolette di Vinca sono state datate dal 2500 al 2000 a.C. 

In seguito, nel 1961, l’archeologo Nicolae Vlassa scoprì tre tavolette d’argilla con iscrizioni antiche simili alla scrittura dei Sumeri, ma più arcaiche, nelle vicinanze del paesello di Tartaria, in Romania. La prova del radiocarbonio ha dato un risultato sorprendente: 3500 anni prima di Cristo, ovvero un millennio più antiche delle tavolette ritrovate nell’attuale Irak, classificabili all’interno della civiltà dei Sumeri. 

I simboli delle tavolette d’argilla sono in generale astratti, con croci, svastiche o linee, ma a volte sono zoomorfi o antropomorfi. 

Alcuni segni richiamano a simboli neolitici che sono presenti anche negli ideogrammi cinesi, nel cuineiforme sumero e nei geroglifici egizi, e questo sembra essere spiegato con il fatto che quei simboli si originarono in epoche ancora più arcaiche, ed hanno forse a che fare con il sorgere del nostratico, l’antica proto-lingua (forse solo parlata), che si originò con l’avvento dell’Homo Sapiens.

La teoria dominante per spiegare i segni di Vinca e Tartaria, siccome non sono stati decifrati, è che fossero usati per motivi rituali e legati ai cicli agricoli. Secondo un’altra teoria i simboli Vinca e Tartaria erano usati per numerare, ossia per tenere il conto di particolari eventi, come i giorni delle fasi lunari o la consistenza del bestiame. 

Secondo Maria Gimbutas (1921-1994), i creatori della scrittura Vinca e Tartaria erano i discendenti degli indo-europei, e dominarono i Balcani a partire dal 4000 a.C. con una società fondata sul culto della Dea-Madre.

Dopo aver analizzato le tavolette di Tartaria e Vinca risulta evidente che la scrittura sorse in Europa almeno un millennio prima rispetto al mondo medio-orientale e, cosa ancora più incredibile, senza apparente influenza asiatica.

Vi sono poi i segni di Glozel (Francia), che hanno suscitato moltissime polemiche nell’ambito archeologico. Il sito archeologico, che fu portato alla luce nel 1924 da Emile Fradin, è stato individuato come risalente al Neolitico. 

Il centinaio di tavolette d’argilla ritrovate a Glozel, che riportano segni simili a quelli delle tavolette di Tartaria, sono state però datate come appartenenti ad un’epoca differente, situata tra il 300 B.C. e il 300 A.D. (periodo Celtico). 

Secondo Pierre Carnac, nel suo libro “La storia comincia a Bimini”, le antiche tavolette d’argilla che riportano segni che richiamano ad un arcaico alfabeto, non decifrato a tutt’oggi, sarebbero state ritrovate anche a Alvao (Portogallo), Bunesti (Romania), Petra Frisgiada (Corsica), Puygravel (Francia), e nella catena montuosa dell’Atlante (Marocco). 

Pierre Carnac fa poi delle comparazioni con alcuni segni (pittogrammi e petroglifi), ritrovati in alcuni siti archeologici del Sud America, che ho avuto la possibilità di studiare in questi anni. 

In particolare Carnac si riferisce alla somiglianza dei glifi di Glozel con i petroglifi di San Agustin (Colombia) e con i pittogrammi della Pedra Pintada (Roraima, Brasile).


Sempre secondo Carnac nella Pedra Pintada vi sarebbero 43 segni dei 111 di Glozel. Carnac assimila anche i segni del Manoscritto 512 ai glifi di Glozel che a loro volta deriverebbero da quelli di Tartaria. Secondo lui almeno 20 segni del Manoscritto 512 sarebbero identici a quelli di Glozel. 

Secondo Carnac, vi sono delle similitudini tra l’antica scrittura europea (Tartaria e Vinca), le tavolette di Glozel, e alcuni glifi che sono stati rappresentati in forma pittografica o di petroglifi in Sud America. 

In particolare per Carnac i glifi che i bandeirantes portoghesi della spedizione del 1753, riportarono nel Manoscritto 512, dopo averli visti presso un’enigmatica città in rovine nell’interno del Brasile, avrebbero origine da viaggi transoceanici che fecero alcuni popoli indoeuropei intorno al 3000 a.C. 

Per lui questi popoli potrebbero essere stati dei megalitici stanziati inizialmente nei Balcani i cui discendenti potrebbero essere stati i Cari (che vivevano nell’attuale Turchia meridionale) o i Pelasgi.

Gli strani segni del "Manoscritto 512"

mercoledì 24 luglio 2013

Le Sfere di Ottosdal


Negli anni passati i minatori del Sudafrica (l'Abzu degli Anunnaki per gli antichi sumeri) hanno ritrovato centinaia di sfere metalliche con 3 incisioni parallele, lungo l'equatore delle sfere. Esse furono trovate nella pirofilite di una miniera vicino alla cittadina di Ottosdal, nel Transvaal occidentale. Le sfere sono di due tipi, al primo appartengono quelle fatte di metallo solido di colore bluastro e cosparso di pagliuzze bianche, al secondo quelle sfere vuote e riempite con un materiale spugnoso di color bianco. Il loro ritrovamento è avvenuto in un deposito di pirofillite, appartenente all'era secondaria e formatosi per sedimentazione circa 2 miliardi e ottocento milioni di anni fa. Le sfere sono state definite come concrezioni di limonite (la limonite è un minerale di ferro) la loro durezza è tale che non si scalfiscono neppure con una punta d'acciaio, ed il mistero consiste nel fatto che la limonite non si presenta in concrezioni singole ed isolate, non è perfettamente sferica e soprattutto non ha cerchi paralleli incisi, 

Roelf Marx, sovrintendente del Museo di Klerksdorp, in Sudafrica, dove sono conservate alcune sfere, ha dichiarato: "Le sfere sono un completo mistero. Esse sembrano lavorate dall'uomo, ma risalgono ad un'epoca in cui, secondo la storia della Terra, non esisteva alcuna forma di vita intelligente. Questi reperti sono qualche cosa che non ho mai visto prima" (Jimison 1982).

       

In una lettera datata 12 settembre 1984, Roelf Marx fornisce ulteriori informazioni sulle misteriose sfere: "Non è stato pubblicato alcuno studio scentifico sulle sfere, ma i fatti sono chiari. Esse furono trovate nella pirofilite, scavata vicino a Ottosdal, nel Transvaal occidentale. Questa pirofilite (Al2Si4O10(OH)2) è un minerale secondario, abbastanza tenero, calcolato a 3 punti della Scala di Mohs, formatosi dalle sedimentazioni circa 2,8 miliardi di anni fa. D'altra parte le sfere, che hanno una struttura fibrosa all'interno ed un guscio esterno, sono molto dure e non è possibile scalfirle nemmeno con una punta d'acciaio. La Scala di durezza di Mohs è così chiamata dal nome di Friedrich Mohs, che scelse 10 minerali come punti di riferimento per le prove comparative di durezza, usando il talco come grado 1 ed il diamante come grado 10.

Nella sua lettera, Marx dichiarò che A. Bisschoff, un professore di geologia all'Università di Potchefstroom, disse che le sfere erano una "concrezione di limonite". La limonite è un tipo di minerale ferroso. Una concrezione è una massa avvolgente e compatta di roccia, formata dalla cementazione localizzata intorno ad un nucleo.

Un primo problema, in apparente contrasto con l'ipotesi della limonite, riguarda proprio la loro durezza. Come abbiamo anticipato, le sfere metalliche non possono essere scalfite da una punta d'acciaio, indicando quindi un'estrema durezza. Ma i riferimenti standard della limonite indicano da 4 a 5,5 gradi della Scala di Mohs, vale a dire un basso grado di durezza (Kourmisky 1977). Inoltre le concrezioni di limonite normalmente si presentano in gruppi, come bolle di sapone attaccate l'una all'altra e, ovviamente, prive delle scanalature orizzontali.

In assenza di spiegazioni soddisfacenti, le prove raccolte lasciano intendere che siamo di fronte a qualcosa di misterioso, lasciando aperta la possibilità che le sfere del Sudafrica, trovate in un deposito precambriano vecchio di 2,8 miliardi di anni, siano state lavorate da un essere intelligente. 

Che siano retaggi delle attività minerarie degli Anunnaki nell'Abzu?

martedì 23 luglio 2013

Majestic12 Rinegoziato - Cinesi sulla Luna

In questo periodo storico, la Cina sembra essere sulla cresta dell’onda per quanto riguarda la corsa allo spazio e la questione della vita extraterrestre.

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Nel 2013, seconda metà dell’anno, è prevista la missione che prevede l’installazione di un satellite orbitale attorno alla Luna, per studiarne in dettaglio la superficie, passaggio obbligato per costruire la mappa della regione in cui scenderà il primo astronauta cinese.

La Cina, che ha inviato il suo primo uomo nello spazio nel 2003 e compiuto la prima passeggiata spaziale nel 2008, vede il proprio programma spaziale come simbolo della sua crescente statura internazionale e una vera e propria affermazione del Partito che guida il Paese e che lo spinge con forza ad andare oltre. Anche i cinesi, infatti, vogliono andare su Marte per il 2030.

A tutto questo, bisogna aggiungere che la ricerca di vita extraterrestre e lo studio del fenomeno UFO sono materie molto apprezzate dalla comunità scientifica cinese, e debitamente riconosciute, tanto da essere oggetto sereno di dibattito pubblico e di nessun giudizio a priori. Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Izvestia, la Cina, negli ultimi anni, ha registrato un altissimo numero di casi UFO, oggetto di studio da parte dei ricercatori.

Tra loro, c’è chi tenta di stabilire una sorta di contatto con gli extraterrestri. Le attività di queste organizzazioni sono protette e patrocinate dalla Società Nazionale degli Studi Extraterrestri, fondata 25 anni fa e finanziata dal governo. Nella società sono ammessi solo scienziati e ingegneri.

Inoltre, un requisito importante per farne parte è l’aver pubblicato, durante il dottorato di ricerca, almeno un articolo sul fenomeno UFO o la vita extraterrestre. Secondo le informazioni riportate dal Canadian Nationale Newspaper, circa un terzo di tutti i membri della società sono anche membri del governo cinese.

A differenza di quanto sembra avvenire in occidente, lo studio degli extraterrestri non è sistematicamente emarginato, troppo spesso vittima dei dogmi che la comunità scientifica impone a se stessa e alla ricerca in generale, anzi, sembra incoraggiata anche attraverso il lavoro di numerosi gruppi di “esopolitica” che si interessato dell’argomento.

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Per quanto possa sembrare bizzarra e strana questa affermazioni alle nostre orecchie occidentali, in Cina, da diversi anni, gli scienziati affermano che gli alieni vivono tra gli umani.

Uno di questi, Sun Shili, un funzionario in pensione del Ministero degli Esteri e ora presidente della Beijing UFO Research Society, ha dichiarato candidamente che gli “waixingren” (“extraterrestri” in lingua cinese) vivono in mezzo a noi. 

Nell’intervista rilasciata al notiziario russo, Sun racconta del suo primo incontro ravvicinato avventuo nel 1971, quando, durante la “rivoluzione culturale” (1966-76) fu mandato in una remota campagna per eseguire il duro lavoro della semina del riso. Un giorno, mentre lavorava nel campo, la sua attenzione fu catturata da un oggetto luminoso nel cielo che saliva e scendeva ripetutamente.

In un primo momento, Sun penso che il fenomeno fosse una sorta di dispositivo di monitoraggio concepito dai militari durante la Guerra Fredda – una deduzione ragionevole visto considerando il periodo in cui è avvenuto il fatto -. Solo molti anni più tardi, dopo aver letto tutto il materiale sugli avvistamenti UFO, capì di aver avuto un incontro ravvicinato.

Ma Sun non è l’unico nel paese a prendere gli avvistamenti sul serio. Secondo Shen Shituan, uno scienziato molto stimato, presidente della Beijing Aerospace University e presidente onorario della UFO Research Association, un’altra associazione sostenuta dal governo, vale la pena indagare su ogni caso di incontro ravvicinato.

“Alcuni di questi avvistamenti sono reali, altri sono falsi, altri ancora non sono molto chiari”, spiega Shituan. “In ogni caso, tutti questi casi vanno sempre studiati”. I cinesi sperano che la ricerca sulla vita aliena possa fornire nuove risorse tecnologiche per lo sviluppo di velivoli ad alta velocità, fonti energetiche illimitate non inquinanti e modi per accelerare la crescita dei prodotti agricoli (tutte tecnologie che risolverebbero il grave sovrappopolamento della Cina).

Anche la Cina, tra i suoi files UFO, conta alcuni casi di rapimento alieno. La storia più famosa è quella di Zhao Meng Guo, un giovane agricoltore di Wuchang, una cittadina nella provincia di Heilongjiang. Nel giugno del 1994, Zhao Guo, e altri lavoratori agricoli, mentre era impegnato con il suo lavoro, vide qualcosa di insolito nei pressi del vicino Monte Phoenix.

Avvicinatosi per vedere meglio il fenomeno, il giovane agricoltore fu avvolto da un fascio di luce che lo trasportò all’interno di quello che sembrava essere un velivolo alieno. Come egli stesso racconta, fu costretto ad accoppiarsi con un essere femminile di corporatura molto robusta.

“Era alta più di tre metri e aveva sei dita, ma per il resto sembrava del tutto simile ad un essere umano”, racconta Zhao Guo”. “Ho raccontato tutto a mia moglie su questa faccenda. Non si è arrabbiata molto!”.

Qualche anno dopo, nel 2003, Zhao Guo fu trasportato a Pechino per essere sottoposto ad una serie di esami psicologici e per essere sottoposto alla macchina della verità. A quanto pare, il racconto di Zhao Guo corrisponderebbe a verità. Inoltre, secondo le analisi dei medici, il giovane presentava alcune cicatrici che non potevano essere state causate da lesioni comuni i da interventi chirugici. Il povero Meng Zhao Guo, essendo un umile contadino con un grado di scolarizzazione fermo alla 5° elementare, confessò anche di non aver mai sentito parlare di UFO, nè di ufologi, prima della sua “strana” esperienza.

Nel dicembre del 1999, Cao Gong, un uomo di mezza età residente a Pechino, dichiarò di essere stato rapito dagli alieni e di essere stato condotto fino a Qinhuangdao a bordo di un disco volante.


“Sembravano esseri umani, ma avevano mani grandi e un viso molto pallido”, raccontò lo stesso Cao. “A bordo dell’astronave c’era anche una ragazza cinese che sembrava avere circa 13 anni”.

Le autorità cinesi cominciarono l’indagine sui racconti di Cao nell’aprile del 2000. Come prima cosa, Cao fu sottoposto ad una seduta di ipnosi regressiva, per aiutarlo a ricordare l’accaduto nei particolari.

Poi fu portato nell’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Pechino e fu sottoposto alla macchina della verità. “In entrambi i casi, Falun Cao non ha mentito”, dichiarò Zhang Jingping, lo psicologo incaricato di condurre la ricerca sul caso.

In ultimo, nel luglio del 2000, Cao fu portato nell’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Tangshan dove, con l’aiuto di poliziotti esperti in identikit, fu realizzata un’immagine digitale del viso della ragazza, sulla base della descrizione di Cao. Nel novembre del 2002, il dott. Zhang, con un gruppo di studenti dell’Università di Pechino, intraprese un viaggio a Qinhuangdao, alla ricerca della misteriosa ragazza.

“Le speranza di trovare la ragazza solo con un’immagine digitale erano veramente minime”, ricorda Zhang. Una volta arrivati nella cittadina, il gruppo cominciò la sua ricerca alla cieca tra i 400 mila abitanti di tutta la contea. “Sorprendetemene, il secondo giorno di ricerca trovammo un indizio utile. Un vecchio riconobbe l’immagine della ragazza”, continua Zhang.

“Poco dopo trovammo la ragazza e la portammo a Pechino per farla incontrare con Gong Cao, il quale la riconobbe come la ragazza che aveva visto nell’UFO”. Zhang Jingping ha speso tre anni per indagare su questo caso, uno dei più affascinanti con cui ha avuto a che fare, come lo stesso psicologo ebbe a dire.

In Cina, gli aderenti alle associazioni ufologiche sono ufficialmente circa 50 mila persone, ma le stime sul numero effettivo di persone interessate al tema è probabilmente nell’ordine di decine di milioni di individui. La rivista bimestrale più famosa sugli UFO vanta 400 mila copie vendute e le segnalazioni UFO vengono normalmente trasmesse dai notiziari nazionali e regionali, a differenza di quanto avviene in occidente.

Dalle nostre parti, i discorsi sugli UFO e la vita extraterrestre sono ancora argomenti tabù, da relegare nelle menti di chi vuole credere a tutto. La scienza dogmatica occidentale, che porta sul suo groppone secoli di razionalismo empirico che mal si adattano alla speculazione e alla novità, non riesce a collocare il fenomeno UFO, ormai acclarato e continuamente segnalato, nell’alveo delle discipline che meritano un’attenzione di tipo scientifico.

Il paradigma cinese, invece, sembra di tutt’altro tono, forse anche per la relativa giovinezza culturale di tipo occidentale che il popolo cinese si trova a vivere in questo periodo storico.

“Al fine di comprendere i fenomeni UFO, abbiamo bisogno di avere una visione ampia di diverse discipline”, spiega Albert So, professore all’Università di Honk Kong, “come la matematica, la fisica, la storia, la filosofia e un’apertura mentale verso i fenomeno paranormali, cioè quei fenomeni che la scienza non è ancora in grado di spiegare”. In effetti, se i fenomeni inspiegabili non diventano oggetto di studio, come si può sperare di poterli mai comprendere?

lunedì 22 luglio 2013

Ritornando sull'RH Negativo...

Molti di noi hanno avuto modo di sapere qualcosa in merito ai gruppi sanguigni dalle lezioni di scienze apprese a scuola. Tuttavia se confrontiamo le nozioni scolastiche con gli studi ed i molti dibattiti pubblicati sulle riviste scientifiche … ebbene, ci si accorge come gli elementi più interessanti di questo tema siano stati ‘accidentalmente’ omessi dai programmi didattici di base.

Non esiste plausibile spiegazione scientifica circa la provenienza del gruppo RH negativo. La scienza ortodossa si è limitata a ipotizzare che si tratti di una non meglio identificabile, casuale mutazione genetica.

Circa l’85% degli esseri umani possiede il gene scimmiesco RH, mentre nel restante 15% non è riscontrabile il fattore RH (RH-) e ciò potrebbe essere spiegato dalla presenza di un gene alieno. Questo articolo esplora la tesi che l’umanità sia stata allevata come una razza di schiavi, dal momento che il 97% del nostro codice genetico risulta disattivo, e possiamo disporre di appena il 3%, utile semplicemente alla sopravvivenza.

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Tra i tipi di sangue umano, il più comune è il gruppo 0. Si tratta di un tipo di sangue universale. I tipi di sangue sono suddivisi ulteriormente in due gruppi: positivi e negativi in relazione al fattore RH. Il fattore RH è così denominato perché collegato al fattore Rhesus, cioè il nesso genetico tra la umanità e le scimmie, individuabile da una specifica proteina ematica.

Quando nel sangue di un individuo è presente il fattore RH, si dice che il suo sangue sia di tipo RH positivo (RH+). Se il test restituisce esito negativo, vuol dire che il fattore Rhesus è assente.

E’ stato provato che uno dei fattori ereditari più stabili e meno suscettibili di mutazioni generazionali sia proprio il sangue. Come si diceva, la maggior parte delle persone – circa l’85% – possiede sangue RH positivo, elemento a sostegno della tesi secondo cui gli esseri umani si sarebbero evoluti dai primati. Tuttavia esiste un restante 15% che risulta del tutto sprovvisto del fattore RH. Se è vero che il gruppo sanguigno rientri tra le caratteristiche genetiche meno mutevoli, da dove proverrebbe il tipo RH negativo?

Si tratta di un interrogativo che per decenni ha lasciato perplessi gli scienziati. Alcune prove suggeriscono che il fattore RH negativo sia apparso sul pianeta circa 35.000 anni fa, all’interno di alcune aree geografiche molto circoscritte, al punto da sembrare collegato con alcuni particolari gruppi sociali e tribù. Le aree in cui  la sua presenza fu maggiormente riscontrata sono la Spagna settentrionale, la Francia meridionale e la etnia basca. Un altra etnia con alta concentrazione del fattore RH- è quella ebraica dell’Est.

 SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

In generale, circa il 40% della popolazione europea possiede il fattore RH-. Solo il 3% degli africani e circa l’1% degli asiatici e dei nativi americani è RH-. Sulla scorta di tali informazioni statistiche, non è difficile intuire dove il fattore RH- potrebbe essere stato introdotto, originariamente, nel codice genetico umano. 

Stiamo parlando della regione caucasica.

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA? 



Dal punto di vista scientifico, se il fattore RH-negativo fosse realmente una tipologia ‘normale’ di sangue, a cosa potrebbero addebitarsi gli inconvenienti che sorgono quando una madre RH- dà alla luce un bambino RH+? Si tratta di una malattia emolitica, o meglio di una reazione allergica che può produrre conseguenze gravi quando i due diversi gruppi sanguigni si mescolino nel corso della gravidanza, dal momento che le sostanze antigeniche presenti nel tipo RH- attaccano le cellule RH+.

Ciò detto, a cosa può addebitarsi una lotta genica tra due tipi di sangue ugualmente umano? Abbiamo a che fare con un gruppo sanguigno alieno? Esiste un unico altro caso in natura in cui ha luogo una simile reazione tra organismi che si accoppiano: quando asini e cavalli vengono incrociati per la produzione di muli. Tutto ciò è comprensibile, in quanto si tratta di un incrocio ‘innaturale’, che allo stato brado non esiste. L’ibridazione che dà vita ai muli ha luogo esclusivamente a causa dello intervento umano. Dunque, è possibile che esistano due tipologie di esseri umani, simili ma geneticamente diverse?

Nella maggioranza delle persone con sangue di tipo RH- si tende a riscontrare una serie di caratteristiche comuni. Ecco un breve elenco tratto dal sito RH Negative Registry (link).

• Senso di non appartenenza
• Tendenza a ricercare la verità
• Senso di dovere compiere una ‘missione’ nella vita
• Empatia e compassione
• Una costola e/o una vertebra supplementare
• Quoziente intellettivo superiore alla media
• Percettività extrasensoriale
• Amore per lo Spazio e la Scienza
• Maggiore sensibilità della vista
• Non è possibile clonarle
• Temperatura corporea inferiore alla media
• Pressione sanguigna più alta della media (oppure più bassa della media)
• Colore degli occhi blu, verde o nocciola
• Capelli rossi o con riflessi rossastri
• Elevata sensibilità al calore e alla luce solare
• Fobie inspiegabili
• Sguardo profondo
• Tendenza ad essere guaritori
• Empatia per le malattie
• Tendenza a provocare malfunzionamenti nei dispositivi elettrici
• Tendenza ad essere vittime di rapimenti alieni
• Tendenza ad assistere a fenomeni inspiegabili
• Tendenza a fare sogni molto vividi
• Barriere immunitarie più forti
• Condizioni di autoimmunità e markers dell’antigene HLA B27
• Pelle chiara, squilibri di melanina e carenze di vitamina D
• Capacità di processare la CO2 in modo più efficiente della media.
• Squilibri di Ferro e Rame
• Sensibilità alle allergie ambientali

Cosa si potrebbe concludere dagli elementi illustrati? E’ stato dimostrato che il sangue è l’organo con minori probabilità di mutazione. Se si esclude quella di cui stiamo dibattendo, la scienza non ha mai registrato altre mutazioni genetiche nel sangue. Elemento che supporta la tesi secondo cui il fattore RH- sia stato introdotto da una fonte esterna, ad esempio esseri simili agli umani, ma non terrestri. E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno?

Molti testi antichi, compresa la Bibbia, sembrano supportare questa teoria. Molte storie nei testi antichi, in particolare quelle contenute nei testi pre-cristiani, narrano di una stirpe giunta dal cielo che avrebbe creato l’uomo a propria immagine. L’uomo primitivo li identificò come divinità dalla straordinaria longevità, e capaci di compiere prodigi, ad esempio volare su strani veicoli e provocare assordanti boati sparando fuoco da tali mezzi. Gli esseri umani assistettero alla edificazione di mastodontici monumenti e splendide città da parte di queste creature apparentemente divine. Perché dal punto di vista di un umanoide primitivo non potevano che apparire come divinità.

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Ma in realtà chi erano, tali divinità? Le storie antiche ci dicono molto su di esse. Mediante ciò che si suppone fosse tecnologia avanzata potevano volare in cielo e nello spazio. Erano maestri di aviazione, di metallurgia, di astronomia, medicina e – ovviamente – di genetica. Conoscevano la energia atomica ed utilizzarono il suo potere distruttivo, a giudicare dalle prove prodotte da studi di paleo-geologia (v. correlati). Conoscevano le tecniche della agricoltura e sapevano come creare cereali più nutrienti ed altri derivati alimentari. Tutte le granaglie con cui gli esseri umani si alimentano da molto tempo, sono apparse contemporaneamente sul pianeta nel corso di un periodo non più lungo di 10.000 anni. 

Tempo molto breve, biologicamente parlando, oltre il quale non fu più sviluppata alcuna nuova forma di grano.I nostri testi antichi narrano che un giorno queste creature iniziarono ad accoppiarsi con gli esseri umani. La Bibbia dice che gli dei guardarono le donne e le trovarono piacevoli per gli occhi, e quindi le presero in mogli, e concepirono figli, molti figli.

Nella prima parte di questo articolo ho descritto cosa accade quando due specie geneticamente simili ma non uguali, vengano incrociate. Esse producono ibridi, ad esempio i muli risultanti dalla ibridazione di cavalli ed asini. Tuttavia la non perfetta compatibilità genica fa si che i muli nascano sterili. 

Di conseguenza quando sarebbero stati creati gli esseri umani, essi potrebbero essere stati il frutto di una ibridazione ottenuta in un laboratorio e ottimizzata mediante tecnologia avanzata, dal punto di vista delle facoltà riproduttive.

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Potrebbero essere stati creati tre prototipi, ognuno più avanzato del precedente. I primi due avrebbero funto solo da iter sperimentale per giungere all’ultimo e definitivo tipo (v. correlati). Si sospetta che l’uomo di Neanderthal sia stato uno dei primi risultati di questi esperimenti, mentre sarebbe molto più elevata la possibilità che il Cro-Magnon sia stato prodotto da tali sperimentazioni. 

L’ultimo tipo sarebbe corrisposto a ciò che oggi definiamo proto-umanità, e da esso sarebbe disceso l’uomo moderno, cioè il risultato finale degli incroci tra gli ‘dei’ e la proto-umanità.

Questo incrocio in larga parte non avrebbe prodotto inconvenienti dal punto di vista della riproduzione, ad eccezione di una linea di sangue che sviluppò il fattore RH-negativo, che cioè non ereditò la proteina ematica connessa agli antenati scimmieschi.

Per secoli i regnanti europei sono stati perseguitati dalla emofilia o ‘malattia del sangue.’ Sembra che la regina Victoria fosse una ‘vettrice’ di emofilia, e che la trasmise a tutti i propri figli i quali a propria volta si sposarono con regnanti di altri paesi europei, infettando praticamente tutte le case reali europee tra il 1800 ed il 1900.

Di conseguenza l’emofilia fu ribattezzata ‘Malattia Reale.’ Per riuscire a porre in connessione gli elementi appena citati, bisogna aggiungere che attualmente solo il 5% degli appartenenti a tutte le case reali del pianeta sono portatori di un tipo di sangue RH-. In altre parole una percentuale che si pone al di sotto della media della popolazione generale. Ciò indica che la maggior parte dei sovrani non è RH-. E’ questo il motivo dei cosiddetti ‘matrimoni combinati’?

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Per la cronaca, il gruppo culturale con i più elevati tassi di sangue RH- è quello dei berberi del Marocco. Dal punto di vista territoriale, uno studio ha indicato che la più alta concentrazione di RH- si trovi nello attuale Iraq. A quanto pare la stirpe dei berberi ebbe origine migliaia di anni fa sul confine tra Siria ed Iraq.

E’ possibile che i regnanti europei rifiutino i matrimoni misti con individui RH- per non mischiarsi con la linea di sangue ‘arabo’? In effetti, sembra che il ceppo RH- presente nei popoli baschi provenga dai viandanti berberi che visitarono quei territori via mare già nello 8000 aC. Molte antiche pitture rupestri rinvenute in quei territori potrebbero essere attribuite a questi ‘stranieri’ dalle grandi capacità artistiche.

L’unica cosa certa è che se le case regnanti europee si rifiutano di mischiare il loro sangue con individui RH-significa che questi ultimi rappresentano una ‘linea di sangue’ avversaria.

Curioso constatare come l’istituto del matrimonio in taluni casi, oltre che come ‘impresa dinastica’ potrebbe essere sfruttato sotto forma di perversa ‘guerra genica.’ Ad esempio attraverso il contagioso passaggio deliberato di una antica malattia. Per sapere quanto antica, bisogna esaminare la figura di El Zarhawi.

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Il padre della chirurgia moderna fu El Zarhawi o Albucasis. Egli descrisse nei suoi studi una malattia che conduceva i maschi di una determinata famiglia a morire come conseguenza delle più banali lesioni. 

Il nome esteso era Abul Qasim Khalaf ibn al-Abbas al-Zahravi. Nacque e crebbe presso Zahra, il borgo reale di Cordova (in arabo: Qurtuba), capitale della Spagna musulmana. Come la storiografia ci insegna, Zahra gareggiava con Baghdad in grandezza e magnificenza. Al-Zahravi occupò il ruolo di medico di corte del re di Al-Hakam-II di Spagna, e morì nel 1013 dC dopo una lunga e brillante carriera in cui ideò e sviluppò molti strumenti chirurgici moderni. Introdusse nuove procedure quali la cauterizzazione delle ferite, la frantumazione dei calcoli all’interno della vescica, la vivisezione e la dissezione, ed ideò numerose nuove tecniche mediche. 

Tra le altre cose, Al-Zahravi fu il primo a fornire una dettagliata descrizione della emofilia.

Sulla base di queste premesse non è difficile domandarsi se il buon medico abbia mai preso in cura qualche componente di famiglie reali arabe di ‘mori’, nella Spagna dell’epoca, ammalato di emofilia. E non è difficile chiedersi in che modo un presunto sangue aristocratico come quello della regina Victoria possa avere contratto questa strana malattia di origine araba. Era presente all’interno dei suoi antenati della famiglia reale spagnola? Sembra infatti che Victoria fosse una diretta discendente del re spagnolo Ferdinando di Castiglia, vissuto nell’XI secolo dC.

In altre parole, è possibile che le discendenti femmine di Victoria, portatrici sane del gene della emofilia, unendosi in matrimonio con numerosi componenti di stirpi reali di mezza Europa, siano state usate per sabotare le future stirpi reali, contaminando i discendenti maschi della linea di sangue concorrente?

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Concludiamo con una curiosità. L’espressione ‘sangue blu’ con cui si usa definire gli individui sprovvisti del fattore RH, deriva dallo spagnolo sangre azul, che indica l’appartenenza ad una stirpe nobile, e si riferisce al fatto che nei nativi spagnoli dalla pelle più chiara le vene si staglino visibilmente sul corpo pallido come linee di colore azzurro, attributo non posseduto da quelli di discendenza araba. L’espressione fu coniata dopo l’occupazione della Spagna da parte dei Mori (VIII – XV sec dC.), quando le due etnie si mescolarono mediante i matrimoni misti. L’aristocrazia spagnola, in particolare alcuni Castiglia, si rifiutarono di mescolarsi con i Mori, e conservarono questa caratteristica. Da allora la locuzione sangue blu fu usata per descrivere le famiglie più antiche ed aristocratiche.


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