sabato 31 agosto 2013

I "Rossi" del Passato

Oggi il rutilismo è diffuso in Europa occidentale, in particolare sulle coste dell'Atlantico. E' ritenuto dai genetisti "un carattere residuale, ereditato da una popolazione in cui era presente nella totalità o quasi degli individui e conservatosi in quelle zone dove l'ibridazione è stata più lenta". Circa 20 mila anni fa, sebbene già esistente come mutazione individuale nei Sapiens Sapiens, il rutilismo è diventato il tratto fenotipico dominante degli abitanti della paleo-Europa. Secondo i genetisti si è trattato di una risposta fisiologica al clima glaciale, freddo e scarsamente illuminato. 


Si è imposto in questo tipo di ambiente perché la pelle chiara favorisce l'assunzione della vitamina D e soprattutto perché i rossi trattengono meglio il calore e quindi risultano meno esposti al congelamento, caratteristica fisica ideale per sopravvivere in un periodo di freddo rigido. La mutazione che determina i capelli rossi compare in tutte le popolazioni della terra, caucasici, negroidi, asiatici, australoidi (esclusi, in genere, i precolombiani), ma solo in determinati luoghi è favorevole e quindi si impone come fenotipo diffuso. Pare che il gene recessivo associato al rutilismo si sia manifestato tra i 100 e i 50 mila anni, prima dell’arrivo in Europa del Sapiens. Dunque il rutilismo è anteriore al cosiddetto massimo glaciale di circa 23-19 mila anni fa, ma solo in quel momento di clima particolarmente freddo la mutazione si è diffusa a macchia d’olio. 

Attualmente i rossi sono concentrati soprattutto nel nord Europa, alla fine dell'era glaciale, invece, il rutilismo doveva risultare assai indicato anche a latitudini mediterranee. Basta considerare che la linea degli alberi ad alto fusto durante il massimo glaciale del Wurm era situata sulla direttrice Mar Nero-Liguria-Spagna (45° parallelo), mentre oggi la troviamo al circolo polare. Anche l'uomo di Neanderthal, che abitava le stesse zone in tempi precedenti, aveva i capelli rossi. La scoperta è stata fatta analizzando due soggetti vissuti tra i 40 e i 50 mila anni fa, uno in Spagna e uno in Italia. Ma si tratta di una convergenza evolutiva. L’attuale rutilismo dei Sapiens Sapiens, infatti, nonostante il provato incrocio tra le due specie, non è un'eredità neanderthaliana, è dovuto a un'espressione diversa dello stesso gene MC1r mutato. Evidenza che naturalmente punta i riflettori sull'adattamento alle condizioni climatiche: le popolazioni presenti in Europa durante l’era glaciale hanno assunto questo connotato fenotipico, che era già presente a livello individuale nei loro antenati, ma che solo per ragioni ambientali è diventato patrimonio genetico della generalità degli individui. 

..... una cosa interessante è la leggenda della tribù ancestrale dei Si-Te-Cah ricordata dalla tradizione orale degli indiani Paiute del Nevada... si parla di uomini bianchi di alta statura con i capelli rossi... siamo intorno al 45° parallelo, quindi alla stessa latitudine dell’area che in Europa ha ospitato la cultura cromagnoide... il che farebbe pensare che anche dall’altra parte dell’oceano ci fossero condizioni climatiche tali da determinare la diffusione del rutilismo...

Se questa mutazione si è imposta in risposta al freddo, viste le temperature rigidissime dei tre Dryas (Oldest, Older e Younger) che hanno intervallato la fase di deglaciazione, il tratto fenotipico deve essersi conservato a lungo, rimanendo decisamente diffuso sino all'arrivo dell’optimum climatico 7-8 mila anni fa, per poi sparire quasi del tutto in quanto "dannoso" in circostannze climatiche temperate. Durante l’età del Rame e del Bronzo, specie alle latitudini mediterrane, sono sopravvissuti solo alcuni nuclei umani con questa caratteristica, quelli che praticavano unioni endogamiche o che vivevano isolati, anche perché nel cosrso del Neolitico sono giunte in Europa nuove popolazioni con un'estetica differente, alcune presumibilmente più brune, come quelle in arrivo dall'area mediorientale, altre, provenienti da nord-est, con i capelli biondi e gli occhi chiari, un connotato estetico dovuto a una mutazione sconosciuta sino a 10 mila anni fa.

Le risultanze scientifiche indicano che il gene del biondismo si è diffuso durante il ritiro dei ghiacci, a partire da una zona attorno al Mar Nero, sino a diventare anche patrimonio genetico delle popolazioni già presenti in Europa occidentale. I Celti e gli attuali nordici con i capelli rossi e al contempo gli occhi chiari hanno entrambe le mutazioni, in quanto il rutilismo non determina depigmentazione oculare. Prima di 10 mila anni fa non c'erano biondi e non c'erano occhi azzurri, grigi o verde mare. La variazione andava dal marrone, all'ambra, al verdastro. Anche in questo caso, considerando la posizione della linea degli alberi durante il massimo glaciale del Wurm, non risulta sorprendente che in una zona a latitudini relativamente "basse" come quelle di Caucaso e Ucraina si sia sviluppato il biondismo, per il quale opera lo stesso principio valido per i capelli rossi di adattamento al freddo e alla scarsa irradiazione solare. In pratica come risposta al clima glaciale nell'Europa occidentale e mediterranea è prevalso il rutilismo, mentre nelle steppe euro-asiatiche il biondismo.

Le tradizioni antiche ricordano la sopravvivenza di popoli di "rossi" almeno sino all'epoca proto-storica, come testimoniano anche le "dame" ritratte nelle pitture rupestri del Tassili in nord Africa. I mitici "Rutili", i "rossi" della penisola italica, erano della stessa razza dei Fenici che si definivano "rossi", dei “Retennu” in Egitto e di tutti gli altri rossi conosciuti fuori e dentro il Mediterraneo, gli ultimi rimasti degli antichi abitanti dell’area durante l’era glaciale. Spesso parlando di Atlantide si fa riferimento alla "razza rossa". Qualcuno ha associato questo tratto ai "pellerossa” americani, ma si tratta di un evidente errore di interpretazione: l'espressione "i rossi" indica la mutazione del rutilismo che in effetti caratterizzava gli abitanti della paleo-Europa. C'è da chiedersi se i famosi "giganti" con i capelli rossi, richiamati da molte leggende popolari, fossero gli antichi abitanti d'Europa arrivati prima del massimo glaciale (tra gli altri c'erano i famosi Cro-Magnon), che come testimoniato dalla ricerca paleoantropologica, in effetti, avevano dimensioni superiori a quelle dell'uomo attuale almeno del 10 per cento. 

Scorrendo i testi che ci parlano del tempo passato troviamo il colore Rosso come caratteristica comune a molti popoli.

In lingua ebraica Adam significa "rosso" e tale era il colore del primo uomo. Da Adam deriva Adama e Adamo; nonché Adamu, cioè "sangue".

Adamatu è la terra rosso scura con la quale Geova formò Adamo. Lo foggiò con l'argilla rosso scura del suolo, soffiò nelle sue narici l'alito della vita mutandolo in un "Nepesh": spirito, anima, "sangue". L'Adamo era decisamente "rosso".


La storia Sumera racconta come la Dea Madre mescolò il sangue di un Dio, il "Nepesh", alla terra, nella casa di Shi.In.Ti, dove veniva alitato il vento della vita, per formare l'Adama. Classificato come un essere di quarantacinque metri, androgino, circonciso, prima provvisto di coda poi senza, inserito, con Eva nella stirpe dei giganti.

Gli antichi babilonesi, quando parlavano dei giganti provenienti dal cielo Anunnaki, dicevano "" rossicci dai capelli e occhi cerulei come il cielo... ".

Adoma è anche la parola che indica un grande continente situato nel Pacifico settentrionale nominato parlando della storia di Adamo; luogo che si vuole popolato da uomini "rossi", che sprofondò in seguito ad una catastrofe.

Adamo diviene così la raffigurazione degli Atlantidi dalla pelle rossa. In Greco, rosso si diceva "Phoinix", appellativo dato ai Fenici, gli uomini rossi. Adamo diventa il gigante fenicio della Britannia, una delle regioni di Atlantide.

Al tempo della XII dinastia in Egitto si conoscevano quattro razze:

i Manu, dalla pelle gialla di origine asiatica e con il naso aquilino;
i Nassu, neri, con i capelli lanosi;
i Tamaku dal carnato bianco roseo con gli occhi celesti, provenienti dalla Libia e dalle isole del Gran Verde;
infine i Rutennu o egizi di razza rossa che insieme ai Fenici si definivano "i rossi".

Sui bassorilievi e sui monumenti, i personaggi di alto lignaggio venivano raffigurati con una pittura rossa.
Pure gli "uomini del mare", invasori dell'Egitto, vengono indicati come "rossi" e addirittura nelle leggende Cinesi troviamo un popolo dai capelli rossi. La parola Rutennu o Rotennu deriva da Rut o Rot che significa rosso. Di tale colore il mare che bagnava l'Egitto, "il mare dei Rossi".


Rut deriva da Rute che con Daytia era una delle due isole superstiti di Atlantide; punto di partenza della razza che soggiogò quella che dimorava sulle sponde del Nilo originando i Rutennu: gli uomini del mare di Rute.

Il popolo degli Yxsos veniva definito una razza più rossa di quella egizia e, per loro stessa ammissione, proveniva da quella terra che si stendeva fra il Pacifico e il Sud atlantico chiamata "Oceano Ethiopicus", nota come Etiopia, notoriamente popolata da "neri". Terra che formava una sorta di ponte fra i popoli dell'Atlantico, del Mediterraneo e del Pacifico.

Significativo che il vocabolo "Kush", trasformazione del nome Cuzco (un collegamento con le Ande?), sia un vocabolo non ebraico tramandatoci dalla Bibbia, che si ritrova nel nome degli Etruschi, Etr-ush e definisca gli Etiopi e la loro terra; quella di Koshu. Inoltre l'antico nome di Ur era Kish.

Quindi l'origine di molti popoli sembra si trovasse nel mezzo dell'Atlantico, in quella Rute che apparteneva ad Atlantide.

Rossi erano tutti i popoli sulle sponde delle terre intorno a quest'ultimo perduto continente: i Maya, gli Incas, gli Aztechi, gli Indios americani, i Pellirosse; razze che affermavano di provenire da una terra chiamata Aztlan o Atlan naufragata nell'Oceano Atlantico in seguito a cataclismi e terremoti.

Vivo è il ricordo fra il popolo rosso americano. I Delaware ricordano l'età dell'oro e quella della distruzione di una grande isola oltre l'oceano; i Mandan conservano un'immagine dell'Arca; i Dakota raccontano che gli avi salparono da un'isola sprofondata a oriente.


Gli Okanocan parlano di giganti bianchi su di un'isola in mezzo all'oceano che venne distrutta; i superstiti divennero rossi in seguito alle scottature del sole per aver navigato per giorni su di una canoa.

I Sioux ricordano quando non c'erano terre asciutte.

Un grosso interrogativo nasce nel costatare che l'unico paese al mondo mancante del mito del Diluvio universale è l'Egitto. Unica catastrofe quella provocata dalla Dea Hathor che, impossessatasi dell'Occhio Divino (forse un veicolo aereo?), lottò contro il genere umano massacrandolo. Ra pose fine al massacro versando sulla terra settemila giare di birra formando un mare ove la Dea si fermò a specchiarsi.

Le conchiglie rinvenute ai piedi della Grande Piramide testimoniano, invece, che la catastrofe interessò anche quella terra, forse prima della civiltà Egizia. Rimane senza soluzione la sua ubicazione nel tempo.

Ad uno dei più antichi ceppi della razza rossa appartengono anche i Guanci delle isole Canarie; individui con occhi azzurri, capigliatura bionda come alcuni Incas e Chimù.

Gli antichi ebrei avevano i capelli biondi e crespi non comuni ai popoli orientali, orgogliosi della loro cultura monoteista da considerarsi gli "eletti".

Seguendo le tracce di questo colore giungiamo fino al Pianeta Rosso: "Marte". Secondo Brinsley Le Poer Trench, il libro di Enoch proverebbe che l'Eden si trovava su quel pianeta. Enoc nel terzo cielo, quello di Marte, appunto, contemplò il giardino del Paradiso e al centro vide l'albero della Vita.

Oggi Marte rappresenta un appassionante mistero spaziale alimentato dal comportamento dell'Ente spaziale americano che nega tutto, dall'istituzione di una "Mars Mission" che intende mettere tutto alla luce del sole. Nel mezzo le foto fornite dal Mariner con formazioni piramidali (che sembra esistano pure sulla Luna), e un enigmatico volto che ricorda la Sfinge Egizia. Con questo non vogliamo asserire o negare niente; ciò non di meno rimaniamo perplessi davanti ad un volto che ci osserva da un altro pianeta.

Un libro aramaico, "la Vita di Adamo ed Eva", affermerebbe che il Signore ordinò all'arcangelo Michele di condurre Adamo nel Paradiso di Giustizia, nel terzo cielo (quello di Marte), cosa che fu fatta servendosi di un "carro di Fuoco".

Il Signore scese su un "carro di Cherubini" per giudicare Adamo ed Eva, la quale, alzando gli occhi al cielo, vide un "carro di luce" con quattro aquile risplendenti posarsi nel punto ove stava Adamo. Nel rotolo 4Q SI40, riportato nel libro di Luigi Moraldi "I manoscritti del Qumram", edizioni Utet 1986, vi si trova la descrizione del "carro trono" del Signore: Il Merkabah.

Circondato di Cherubini che "ritornano ed escono tra le ruote della sua Gloria come immagini di fuoco", creature "splendenti" con indosso meravigliosi abiti multicolori, più splendenti del sale puro. Gli spiriti del Dio vivente scortano la gloria dei "carri". (...) quando si apprestano tace il suono delle acclamazioni e la "brezza" della benedizione in tutti gli accampamenti di Dio.

Non mancano le similitudini con i libri Indù.

Uno di questi dal nome impronunciabile, il "Budhaswamin Brihat Katha Shlokasamgraha", descrive l'atterraggio del re del Vidyaharas, Naravashanadotta, su Uijayani, vicino al Gange, con un carro presidiato dai suoi "celesti" per cercare Ipploha, che aveva rapito la principessa Surasamanjari.

Il rosso ci porta verso i "Vimana" indù, i carri degli Dèi che si alzavano nei cieli dell'India. Inoltre il libro aramaico ci informa che il volto di Adamo splendeva di luce abbagliante. Anche qui le similitudini sono numerose; basti ricordare Lug, l'Apollo, il dio dei Celti; lo Splendente per i Latini; Chu Chulain, El; lo stesso Gesù risorto, Brahma; vengono descritti con il volto luminoso. Mosè quando discese dal Sinai irraggiava una luminosità intorno. Enoch stesso, nella Costellazione Altair, scorse il volto del Signore "simile al ferro fuso che emetteva lampi di luce abbagliante". Va sottolineato che il rosso ardente era il colore dei Maya e degli Aztechi.

Il libro dei Quichè, il Popol Vuh, parla specificatamente della Creazione dell'uomo dal colore rosso.

Quando nacque, Noè, aveva il corpo candido come la neve e rosso come una rosa in fiore, capelli con lunghi riccioli bianchi come la lana. Quando aprì gli occhi illuminò l'intera casa come il sole. Si sollevò fra le mani della levatrice e parlò con il Signore. Tutto ciò è narrato nel libro di Noè e i rotoli del Qumran confermano la storia compreso il sospetto che assalì Lamec. Il figlio era stato concepito da uno dei Guardiani celesti e apparteneva alla stirpe dei giganti. Quindi Noè si rivela un gigante dalla pelle rossa sopravvissuto ad Atlantide diecimila anni fa’. Gli antichi lo veneravano come un Atlantideo e un Titano come le tradizioni bibliche che lo associano ai Figli di Dio. Se uno più uno fa due, è logico concludere che i Figli di Dio erano giganti dalla pelle rossa. Non rimane che chiedersi se l'uomo discende, in via naturale o artificiale, come citano alcuni testi, da una razza di Dèi "rossi": gli Elohim per alcuni, i Refaim o Nephilim per altri.

Pomponio Mela e Plinio raccontano dell'arrivo di una barca piena di uomini dalla "pelle rossa", con labbra tumide crani allungati, nasi aquilini, proveniente dall'Atlantico. L'uomo di Cro-Magnon fu, come la Razza Rossa, un tipo agile, alto, muscoloso, atletico, con ossatura pesante. Inoltre la pittura rupestre nelle caverne raffigura gli uomini della razza Cro-Magnom provenienti da occidente, attraverso l'atlantico, come uomini "rossi".

In tutte le regioni in cui vivevano uomini rossi si veneravano gli Dèi sulla sommità di piramidi a gradini o costruzioni affini, come i menhir; e sugli altari veniva bruciata la carne delle vittime. Tutto questo e evidenziato sul libro di Otto Muck "I Segreti di Atlantide", secondo il quale il vulcano di Atlantide fu il prototipo delle piramidi: "quando il Dio si sveglia e parla con voce tonante ai terrestri la vetta del vulcano appare avvolta in una luce dorata".

Il tempio di Marduk-Baal sulla cima dell'Etemenanki era ricoperto d'oro; la cima delle piramidi era dello stesso metallo, come le pagode e gli stupa con i loro tetti dorati.

Fra i Fenici il monte ardente diviene il "Dio Ardente", il Melek o Molok, al quale si sacrificavano i primogeniti. Sull'altare dell'olocausto si bruciavano grassi e carne in onore di Jahweh.

Gli altari Aztechi videro i sacrifici al Dio Quetzalcoatl, nello Yucatan al dio Cuculcan. Così nell'Ellade, a Roma, a Babele, Ninive e nell'India prebuddista. Stranamente la "Irminsul" germanica si ricollega al serpente piumato Maya e Azteco, ove diviene il simbolo del Dio cosmico, sovrano dei quattro elementi. 

Davanti all'altare cristiano l'incenso sparso riproduce quella nube che segnala sempre la presenza del Dio quando questi parla con l'uomo. La Bibbia difatti descrive così queste manifestazioni divine. Mosè sali sul Sinai alla presenza di Dio mentre la montagna rumoreggiava, fumava e s'illuminava di lampi di luce, visibili e udibili da lontano. La montagna fumante è ricordata dall'albero cosmico, simbolo della cultura megalitica degli uomini Cro-Magnom che occuparono la terra liberata dai ghiacci e crearono quei colossali menhir di pietra orientati verso Ovest; verso il luogo d'origine dei primi uomini rossi.

Il ricordo del monte Atlas, oggi Pico Alto, ove dimorava il Dio del Fuoco. Zeus , Thor, Marduk, Geova, usavano il fuoco sacro, il fulmine, come il dio di Atlantide: il vulcano Atlas?

Il Cro Magnom ha colonizzato l'Europa dopo la scomparsa di Alantide avvenuta dodicimila anni fa nel momento in cui si passava dal quaternario al quinternario. Gli americani primitivi, secondo l'antropologo Herbert Wendt, appartengono alla specie dell'homo sapiens derivante dal Cro Magnom con tratti mongolici e indiani. Furono senza dubbio contemporanei degli uomini di Atlantide.Pelle chiara e capelli rossi. Sono i Neanderthal inaspettatiche emergono dalle profondità del tempo secondo uno studio italo-ispano-tedesco pubblicato sulla rivista Science. È un adattamento alle condizioni che esistevano nelle zone in cui si erano insediati i Neanderthal: alte latitudini durante l'ultima era glaciale. Quindi poco sole, necessità di sintetizzare la vitamina D.
FOSSILI - Non sono stati trovati resti fossili di Neanderthal con i capelli rossi, il risultato è stato ottenuto analizzando il Dna di due reperti e in particolare il gene MC1r che regola la pigmentazione nell'uomo e nei vertebrati. I campioni di materiale genetico sono stati prelevati in due esemplari, uno vissuto nei monti Lessini (Verona) circa 50 mila anni fa, l'altro nelle Asturie (Spagna) di 8 mila anni più giovane. «Il fatto importante da sottolineare», spiega a Corriere.it il prof. David Caramelli, docente di antropologia molecolare del dipartimento di biologia animale e genetica dell'Università di Firenze e coordinatore dello studio per l'Italia, «è che i capelli rossi e la pelle chiara dei Neanderthal non sono dovuti allo stesso tratto fenotipico del gene MC1r che determinano gli stessi caratteri nell'Homo sapiens, cioè alla specie alla quale apparteniamo in noi. È una variante, un'espressione diversa dello stesso gene». Sembra di poco conto, invece è il vero punto nodale della ricerca: le varianti della pelle chiara e dei capelli rossi dei Neanderthal non sono mai state riscontrate in nessun essere umano attuale.

Ciò significa due cose:che per rispondere alla stessa esigenza (necessità di avere la pelle chiara per far fronte alla scarsità di luce solare delle alte latitudini) due specie diverse hanno sviluppato le stesse caratteristiche (convergenza evolutiva), ma partendo da tratti diversi del proprio patrimonio genetico. E quindi questo dimostra che una specie (Homo sapiens) non si è evoluta partendo dall'altra (Homo neanderthalensis) e nemmeno c'è stata contaminazione genetica: cioè non ci sono stati discendenti (figli) di eventuali incroci tra Sapiens e Neanderthal che hanno trasmesso caratteri misti. Tutti i Neanderthal avevano i capelli rossi?«È difficile dirlo», risponde Caramelli. «I reperti bene conservati dai quali ricavare materiale genetico adeguato sono pochissimi. Quel che è certo è che su due campioni, entrambi presentano le stesse caratteristiche. Esemplari che sono vissuti a migliaia di chilometri di distanza e a 8 mila anni l'uno dall'altro».

Rimane sempre la domanda sul come e perché i Neanderthal si siano estinti.Le ultime ricerche tendono a escludere il clima quale causa dell'estinzione. Probabilmente si è trattato di una superiore adattabilità dei Sapiens al cambio repentino di clima (fine della glaciazione) che ha portato a un migliore accesso alle risorse nelle stesse nicchie ecologiche nelle quali le due specie convivevano, ipotizza Caramelli. Lo diranno le prossime ricerche sul Dna dei Neanderthal, sperando nel frattempo di scoprire esemplari meglio conservati.

Il colore rosso marrone è un carattere razziale sicuro presso i popoli antichi appartenenti al gruppo delle piramidi e al raggio d'azione di Atlantide. Piramidi si trovano anche sui banchi delle Bahamas, sul fondo marino presso Cuba, ove è stato individuato un complesso di ruderi che attende di essere esplorato; ad Haiti a Santo Domingo e nella zona di Bimini, enormi cupole, di cui una raggiunge la misura di 55 metri per 43, probabile base di una piramide. Manson Valentine, Jacques Mayol, Harold Climo, Robert Angone hanno trovato templi a gradini nella zona di Bimini nel 1968 e le mangrovie fossilizzate analizzate col "C14" hanno indicato un età di dodicimila anni. 

Da Atlantide proviene il rosso, ancora oggi colore degli emblemi imperiali, dei cardinali, usato nelle cerimonie importanti dalla chiesa (la porpora rossa), indice di potere e gloria, ricordo degli imperatori rossi di Atlantide. Adamah la prima terra, la Rossa.

venerdì 30 agosto 2013

La Cometa Nibiru... Ops, volevo dire Ison...

Siamo sicuri che Ison sia proprio una cometa?!

Certo! Che domande sono!? La cometa ISON sarà la protagonista assoluta dell’evento astronomico dell’anno, forse del secolo.

Secondo quanto abbiamo appreso dagli astronomi professionali e amatoriali, dalle agenzie spaziali di tutto il mondo e dai mass media internazionali, se ISON sopravviverà al suo passaggio ravvicinato al Sole sarà visibile dal novembre 2013 al gennaio 2014, superando la luminosità della Luna, fino a diventare visibile in pieno giorno.

ISON viaggia ad una velocità di 77 mila chilometri all’ora, si trova tra Giove e Marte e il prossimo 28 novembre passerà a soli 1,16 milioni di km dalla superficie incandescente del Sole. Un passaggio così ravvicinato di una cometa che dovrebbe avere un diametro di diversi km potrebbe regalarci un meraviglioso spettacolo nel cielo notturno poco dopo il suo transito al perielio (minima distanza dal Sole).

Tuttavia, notizie diffuse all’inizio del mese di Agosto hanno rivelato un comportamento anomalo della cometa, suggerendo che lo spettacolo potrebbe restare un sogno e che gli appassionati del cielo potrebbero rimanere decisamente delusi.

Come riporta space.com, a sostenerlo è stato l’astronomo Ignacio Ferrín dell’Università di Antioquia a Medellín, Colombia. “La Cometa Ison ha presentato un comportamento peculiare. La curva di luce ha esposto un ‘evento di rallentamento’ caratterizzato da una luminosità costante, senza alcuna indicazione di un aumento di luminosità. Tale rallentamento ha avuto luogo intorno al 13 gennaio 2013. Per 132 giorni dopo tale data e fino all’ultima osservazione disponibile, la luminosità è rimasta costante”, ha detto.

Dunque, secondo Ferrìn, ISON ha rallentato e la sua luminosità è rimasta costante: un comportamento decisamente anomalo per una cometa. E’ da un pò di tempo che la curva di luce non aumenta, mantenendosi stabile ad una magnitudine meno brillante rispetto alle previsioni. Eppure si tratta di una palla di neve di quasi 5 chilometri di diametro (circa le dimensioni di una piccola montagna), e pesa tra i 3,2 miliardi di chili. Cosa sta succedendo?

Come tutte le comete, ISON dovrebbe essere simile ad una grossa palla di neve sporca, composta di polvere e altre molecole congelate come acqua, ammoniaca, metano e biossido di carbonio. La sublimazione delle sostanze volatili quando la cometa è in prossimità del Sole causa la formazione della caratteristica chioma e della coda.

In realtà, il fatto è, contrariamente a quanto si creda, che non ne sappiamo molto di ISON. Tutte le previsioni su forma, dimensioni, composizione e orbita si basano esclusivamente sulle immagini sin qui acquisite. Sin tratta, infatti, di un corpo celeste scoperto solo di recente (il 21 settembre 2012), comparso all’improvviso dalle profondità dello spazio. Gli esperti credono che la cometa abbia iniziato il suo lungo viaggio dalla lontana Nube di Oort circa 10 mila anni fa.

La domanda che sorge spontanea è: perchè ISON non si comporta come le altre comete? E’ già esaurito il suo combustibile, oppure non si tratta di una cometa? Ad alimentare il dubbio è una curiosa immagine disponibile sul sito dell’Hubble Legacy Archive. Andando a questo link, è possibile ammirare un’immagine di ISON scattata da Hubble il 30 aprile 2013.

Come è possibile notare, in alto a sinistra ci sono alcuni comandi: provate a centrare ISON, zoomate un pò e poi scurite l’immagine cliccando su “Darker”. Questo è l’effetto ottenuto:




Che cosa diavolo è quest’oggetto? Il nucleo di una cometa non dovrebbe essere circolare? ISON è una cometa con tre nuclei? Guardando l’immagine si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un vero e proprio UFO, nel senso di “oggetto volante non identificato”. Se si tratta di un’anomalia della fotocamera di Hubble, perchè le altre stelle presenti nell’immagine non subiscono una ‘deformazione’ simile?

Purtroppo, dal mese di Giugno non è possibile osservare direttamente ISON a causa della sua posizione rispetto al Sole, la cui luminosità la rende praticamente invisibile. Ma all’inizio del mese di Ottobre, ISON transiterà vicinissima a Marte e la Nasa, grazie alle sonde presenti in superficie e in orbita, scatterà numerose foto che potrebbero svelare il curioso mistero di questo corpo celeste.

Qualcuno, avventurandosi in ipotesi spericolate e suggestive, ha visto una similitudine tra l’immagine contrastata dell’oggetto ripreso da Hubble e un antico sigillo sumero nel quale è rappresentato il simbolo del ‘pianeta alato’.


Se ISON non è una cometa, potrebbe essere un’astronave in avvicinamento? Gli ‘Antichi Astronauti’ stanno tornando?

giovedì 29 agosto 2013

Fino all'ultimo rigore

Dopo la caduta del comunismo si sono dovuti inventare un altro "dividi et impera" per continuare la storiella... 

E per me furono proprio la CIA e la massoneria a organizzare la caduta della DC e del PSI attraverso tangentopoli. Doveva dare il via libera a quei partiti falsamente di sinistra collegati al mondo delle banche e della burocratzia europea per portare avanti i piani della finanza internazionale (europa, euro, etc.etc.)

Scese in campo il Berluska (P2) così da tenere impegnato il popolo italico con la solita filastrocca della contrapposizione a cui eravamo stati abituati fin dal dopoguerra!

Et voilà... il pranzo fu servito per i successivi 20 anni! Oggi siamo al conto...




mercoledì 28 agosto 2013

Possibili Alfieri del Player B

Un ruolo molto importante nell'ambito della Scacchiera degli Illuminati è certamente riposto negli organi di informazione di massa, uno dei più potenti strumenti a disposizione dei Player.

Penso possa essere interessante provare a collocare anch'essi sui tre assi costituenti la nostra 'Scacchiera'.

A, B, o C?

Partiamo da uno dei quotidiani che più degli altri viene citato come una fonte 'alternativa' rispetto al mainstream tradizionale: "Il Fatto Quotidiano".

In primo luogo ritengo che il Fatto Quotidiano sia quantomeno una delle poche voci fuori dal coro nell'insieme omogeneo e uniformato al pensiero unico dell'informazione nazionale.

Come sta scritto sul wiki 
... il quotidiano si propone come voce indipendente nel panorama giornalistico italiano, puntando a dare notizie e a trattare temi che gli altri media trascurano.
La sua linea politica – hanno dichiarato i fondatori – vuole ispirarsi alla Costituzione, schierandosi a sostegno di chiunque – destra o sinistra – si impegni a difenderla e ad attuarla e contro chi, invece, non la rispetti...
Tra i giornalisti del Fatto Quotidiano figura Beatrice Borromeo.

Sappiamo per certo le origini familiari di Beatrice e i rapporti molto stretti che la famiglia Borromeo ha con alcuni tra gli uomini più potenti del mondo, alcuni dei quali anche facenti parte del Bilderberg Group.

Nonostante questo ciò che scrive (si possono leggere parte dei suoi articoli sul suo blog interno al Fatto Quotidiano) è condivisibile, in un suo post ha manifestato il proprio apprezzamento a Beppe Grillo.

Considerato tutto questo e cercando di tralasciare dal giudizio la bellezza di questa ragazza (che, almeno dal mio punto di vista, non è certamente poca cosa) dove potremmo collocare lei e la sua famiglia?

Qui la vediamo esibirsi in tutta la sua bellezza e nel simbolismo dell'occhio di horus che, nel thread che ho aperto mesi fa, associavo all'attività svolta dal Player B ricollegandomi al simbolismo usato dagli artisti pop (anche se so che su questo argomento molti storcono il naso)

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12596


Però sono confuso, la sorella ha sposato Elkann il che la avvicina agli Agnelli e di conseguenza al Bilderberg... Lei stessa è fidanzata con Pierre Casiraghi, figlio di Carolina di Monaco. 

E' una discendente della nobilissima Famiglia Borromeo, padroni delle Isole Borromeo sul Lago Maggiore e di molto altro. Addirittura considerate che Peschiera Borromeo, un Paese vicino a Milano, prende il nome proprio da questa antica e potente famiglia nobiliare...

Estremamente potenti e fuori dalla cronaca, ma sostanzialmente nascosti agli occhi dell'opinione pubblica: caratteristiche perfette per un Player.

Possibile che, contro ogni aspettativa, e fermo restando la struttura opposta a quella piramidale del NWO che descrissi in un mio vecchio articolo, i Borromeo siano alti ed occulti esponenti del Player B? Un po' come Casaleggio d'altronde...


Quindi concludendo.. 

Il Fatto Quotidiano: Player B o Player C?
Beatrice Borromeo: Player B o Player C?
M5S: Player B o Player C?

Io la mia idea ce l'ho e penso traspaia anche da questo mio messaggio - curioso di sapere la vostra al riguardo.

Un esempio illuminante può essere quello di Kennedy. Anch'egli appartenente a una delle più potenti famiglie della storia degli Stati Uniti, ma certamente più vicino all'area del Player B come traspare dai suoi discorsi di denuncia verso alcuni non meglio imprecisati "poteri forti".

Tanto da venire ucciso.

Il fatto di essere BEN AGGANCIATO a certi personaggi e a certi ambienti è di per sè CONDIZIONE SUFFICIENTE per essere un elemento di spicco del Player C? O è semplicemente CONDIZIONE NECESSARIA?

Non sono, semmai, le mie azioni, le mie frasi, le mie idee o quelle che cerco di portare avanti a collocarmi da un lato o dall'altro della scacchiera?

Quello che voglio dire è che NECESSARIAMENTE il Player B, se vuole cambiare veramente le cose, deve avere rappresentanti almeno allo stesso livello di quell'elite che forse troppo facilmente (e ideologicamente) identifichiamo come Player C.

E' ricco? Player C

E' potente? Player C

E' nobile? Player C

Forse sbagliamo nel considerare tutti Player C... forse qualche Player B si nasconde nei posti più inaspettati.

Ma non siamo capaci di identificarli. E forse è un problema ideologico.

Noi siamo la forza del Player B e al tempo stesso la nostra 'evoluzione' è l'obiettivo del Player B. Facciamo parte del Player B; lo compenetriamo.

Ma senza una organizzazione a monte siamo una massa informe.

Enki e i suoi lo sapevano, per questo nel corso della storia ha pianificato un percorso di scoperta di consapevolezza puntualmente combattuto dai poteri celati dietro gli altri Player.

Gesù Cristo, Giordano Bruno, e molti altri personaggi legati al gioco del Player B che, guarda caso, nella maggior parte dei casi, ha fatto una brutta fine.

Ma oggi?! Davvero siamo soli in questa 'partita'?!

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12793&whichpage=13


lunedì 26 agosto 2013

New American Century Project - Una Profezia dei giorni nostri

A pagina 52 del "New American Century Projects", scritto nel Settembre del 2000, sono citati i seguenti paesi Corea del Nord, Libia, Iran, Iraq e Siria.

Tutto era già stato programmato, tutto era già pianificato da sempre.

Un documento dalla valenza profetica da leggere per intero per capire il recente passato e il prossimo futuro che ci aiuta anche a capire cosa fossero le profezie di un tempo: documenti programmatici di lungo periodo.


Prendiamo Malachia, ringraziando la collaborazione di un amico del Progetto Atlanticus della cui analisi ne riportiamo di seguito la sintesi.

"... Ne riporto la parte finale, che riguarderebbe questo momento storico che abbiamo vissuto recentemente con l'elezione di Francesco I. Dopo il motto Gloria Olivae, l'elenco si conclude con il testo:
In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.

Questa è la traduzione che viene data al testo:

« Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine. »

Il problema è che questa certezza dalle solide basi, è in realtà già intaccata da un'antica concettualizzazione INTERPRETATIVA. E' nata da traduzioni errate, divenute nel tempo la fallace base di partenza.

In questa traduzione, ormai accettata senza contestazione, vi è quel "diversamente interpretabile" che caratterizza tutto questo scritto attribuito a Malachia. Che, duole dirlo, è troppo spesso un voler tradurre diversamente da ciò che è scritto, più che un interpretare diversamente.

Malachia gioca sui doppi significati di una frase, solo se sono coerenti tra loro. La traduzione non lo tiene nemmeno in minima considerazione. L'antica lingua, non è da interpretare, cercando di tradurla in termini moderni. E' da conoscere. E coglierne le sfumature, per come vorrebbero essere trasmesse.

Ordunque...

"In persecutione extrema" viene tradotto come "Durante l'ultima persecuzione".

Significa invece, tutt'altro!

A soffermarsi un attimo, ci si accorge senza sforzo che non è una traduzione fedele. "L'ultima" è la traduzione che viene data alla parola "extrema". La corretta traduzione è un'altra. 

Se analizziamo i singoli termini, cosa che col Latino è spesso indispensabile, riscontriamo che "persecutione" è anche l'ablativo di "persecutio, persecutionis"...che unito all'ablativo di "extremus, extrema, extremum" che è appunto "extrema"...ci da un significato completamente diverso, che modificherebbe il motto in modo drastico.

Nella lingua Latina, ogni ablativo necessita di un riferimento preciso, dal quale viene generato.

Nella mancanza di questo riferimento diretto alla quartina precedente, la frase dovrebbe iniziare con l'evento che ha generato l'ablativo, o almeno una "non ben precisata causa" che faccia da soggetto all'ablazione. In questo caso, il soggetto è "In" , cioè..."durante".

Il traduttore s'è lasciato fregare da questo postulato, interpretato male. Oltre che "durante", la lingua Latina prevede, più profondamente, il termine "In" come il significante atto a definire la causa scatenante di una certa situazione. 

La "persecutione extrema" indicherebbe letteralmente "per cause di forza maggiore", e non una persecuzione cristiana.

La persecuzione estrema in oggetto, indica inoltre un obbiettivo da raggiungere a qualsiasi prezzo, e ha nel suo significato anche l'aspetto di "essere infine fatale alla causa stessa che rappresenta".

"In" introduttivo della frase, essendo la frase stessa ablativa, indica che sarà seguita dall'esito della stessa, cioè il "si siederà Petrus Romanus".

Quindi, trovandosi di fronte all'assoluta necessità (di non poter lasciare vacante il soglio pontificio...), questo Petrus Romanus si trova nella posizione di non essere l'unico Papa (La situazione è nuovamente confacente ad una persecutio extrema)

Il tutto è generato dal fatto INCONTESTABILE che "Durante la persecuzione" indica un "sedersi" di Petrus Romanus, al tempo presente e continuato. Il termine "sedebit" indica invece "Colui che si siederà DOPO il momento di cui si parla" in quanto è... un FUTURO PROSSIMO!

"Colui che sarà seduto (durante)", pena la difformità dei tempi verbali nella quartina, in Latino è traducibile solo col termine "sederit"...e non con il "sedebit" del testo originario.

Quindi l'esatta traduzione recita obbligatoriamente:
Nell'estrema necessità di perseguire (La continuità Papale...) si siederà Petrus Romanus. (Ma anche "perseguendo in maniera estrema", inteso come "fuorilegge")...
Definendo così, al contempo, una figura che siederebbe al Soglio Pontificio avendone titolo date le cause di forza maggiore (Persecutione extrema)derivanti dall'esistenza in vita di un altro Papa (Ratzinger), e non previste dal concetto "Ad Vitam" che lega imprescindibilmente la figura Papale, all'esistenza in vita di un solo Papa alla volta.

E' infatti la prima volta che la Chiesa Cattolica elegge il suo Presidente a vita senza che il predecessore sia morto, o sommerso da una rivoluzione interna alla Chiesa stessa, come buona parte degli eventi clericali che hanno caratterizzato le abdicazioni medioevali.

La profezia di Malachia non sarebbe il frutto di una mente visionaria e preveggente, bensì parte dei dettami d'ignota natura che la Chiesa segretamente segue alla lettera da sempre, in alcune epoche più che in altre.


E qui mi permetto di concludere il lavoro di ricerca del nostro amico Rigel.

Un documento programmatico, esattamente come il New American Centry Project detta gli step da seguire ai Presidenti degli Stati Uniti d'America.


Ufo Sì - Ufo No



domenica 25 agosto 2013

Utsuro Fune - L'Ufo del Giappone

Su alcune stampe del periodo Edo, e precisamente del 1803. Si può trovare un particolare manuale, che racconta di un episodio, molto particolare. Il manuale, denominato Utsuro fune o Utsuro-bune, riporta una storia, assai incredibile.

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Il 23 Febbraio del 1803 una barca di forma sferica, fu rinvenuta sulla spiaggia e trainata in un villaggio.

La donna rinvenuta al suo interno, era particolarmente bella, aveva lineamenti particolari, pelle bianca come la neve, capelli lunghi, alla radice rossi, nella lunghezza bianchi. Essa si esprimeva con una voce forte, usando una lingua sconosciuta. Aveva con sé, una scatola, all’apparenza sembrava realizzata in vetro, lunga sessanta centimetri, con simboli sconosciuti. Anche la barca sferica, riportava simboli misteriosi, dopo poco tempo la donna scomparve insieme alla sua barca.

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Molte volte nel XIX secolo, la vicenda apparve nella letteratura giapponese, e in varie stampe, raffiguranti la misteriosa donna, con la sua barca, e la sua scatola. Un vero e proprio manuale, che descrive le varie parti della barca, e descrive nel dettaglio gli oggetti, appartenenti alla donna.

Il dottor Kazuo Tanaka dell’Università di Gifu, ha analizzato documenti antichi, provenienti da un monastero giapponese è stato intervistato varie volte a riguardo ed ha affermato che la donna e i suoi oggetti, avevano un’origine extraterrestre. La barca sferica sarebbe in realtà per il dottor Kazuo un U.S.O. ovvero un oggetto sottomarino non identificato.

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Svelando anche, nuovi dettagli sulla barca – navicella. Essa aveva forma tondeggiante, nella parte sottostante, emetteva un suono, e possedeva degli oblò vetrati, nella parte interna vi erano simboli sconosciuti, non erano né di ideogrammi cinesi, né di lettere dell’alfabeto giapponese.

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I geroglifici sono stati analizzati dai ricercatori e sono risultati, simili all’antica lingua giapponese e Paragonati agli antichi ideogrammi divinatori religiosi.

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La traduzione è: “Io sono dio e sono venuto con la nave di dio “.

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http://aurora-project.forumfree.it/?t=53344961

sabato 24 agosto 2013

I Wandjina - La Rinascita Post-Diluviana in Australia

Con il termine Aborigeni Australiani, si identifica l’insieme delle popolazioni (tribù) autoctone dell’Australia, ovvero i discendenti di coloro che, circa 60.000 anni fa giunsero in quel continente, anche se questa data è ancora molto discussa tra gli archeologi. Quello che più ci interessa ai fini di questo articolo, nonostante la loro storia sia un argomento non privo di importanti episodi, è il complesso di credenze, miti e raffigurazioni che riguardano un antico passato, un periodo nel quale si affaccia prepotente l’idea di una interazione con esseri provenienti dalle stelle. Quest’ultimo termine, diventato quasi un luogo comune quando ci si interessa di culture che riportano avvenimenti vicini all’ipotesi extraterrestre, è in questo caso perfettamente aderente alle tradizioni di coloro che vengono spesso indicati come i primi abitanti del pianeta terra.

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Per quanto possa sembrare impossibile, vi sono cose in Australia che non trovano una possibile spiegazione, cose che rendono questa terra, o comunque gran parte di essa, un mondo a parte, che è possibile osservare e recepire soltanto se ci si pone in uno stato introspettivo, liberandosi dai preconcetti. Sognando il cielo: il cosmo secondo gli aborigeni australiani

Le tribù aborigene erano estremamente affascinate dal cosmo, dalla misurazione del tempo e dai fenomeni astronomici. Grandi osservatori, grazie alle loro conoscenze rigorosamente tramandate oralmente da generazione in generazione, misero a punto un complesso calendario stagionale.

Diversamente dai primi viaggiatori Europei, gli Aborigeni Australiani non si orientavano con le stelle, anche se certamente le conoscenze astronomiche furono usate per pronosticare correlazioni con gli eventi naturali importanti per la sopravvivenza del gruppo (come la reperibilità di un particolare cibo o il cambiamento delle condizioni del tempo). Come molte culture primitive, gli Aborigeni vedevano nel sorgere eliaco di una stella brillante o di una costellazione, una indicazione di eventi stagionali. L’apparizione di Arturo all’alba suggerisce agli Aborigeni di Arnhem Land di iniziare la raccolta del giunco per la costruzione delle trappole per i pesci e per i cesti. Nella regione di Mallee nel West Victoria, il sorgere eliaco di Arturo era identificato con l’arrivo di Marpeankurrk, un eroe ancestrale che mostrava loro dove trovare le pupe delle termiti, una importante fonte di cibo durante agosto e settembre.

Molto importante per la sopravvivenza delle tribù era il senso di identità. Questo era basato sulla trasmissione delle credenze attraverso le generazioni per mezzo di danze e canti rituali. Queste rappresentazioni tramandavano come lo Spirito Ancestrale creò il mondo naturale in un lontano passato. Le leggende associate sono essenzialmente metafore che integrano le cose sconosciute in relazione con le cose familiari. Le seguenti storie rappresentano un piccolo esempio dei diversi miti aborigeni associati in questa misteriosa arena Cielo-Terra. Essi esemplificano l’intima relazione di questi popoli con la natura.

Il Sole e la Luna

Il Sole è una sfera luminosa di idrogeno ed elio, del diametro di 1,4 milioni di chilometri e con una massa pari a 745 volte quella di tutti i pianeti del Sistema Solare messi assieme. Anche se sembra una cosa enorme, è in fondo una stella modesta a metà della sua vita, che terminerà tra 5 miliardi di anni, andando a formare una struttura denominata nebulosa planetaria. Nel Nucleo dove hanno luogo le reazioni nucleari che producono energia, si calcola che la temperatura sia di circa 15 milioni di gradi; ma ciò che noi vediamo è la Fotosfera, la quale è costituita da gas ribollenti alla temperatura di 5.500 °C.

Tra gli Aborigeni il Sole era visto come una donna che si svegliava ogni giorno nel suo accampamento a est, accendeva un fuoco, e preparava la torcia di corteccia che avrebbe portato attraverso il cielo. Prima di esporsi, lei amava decorarsi con ocra rossa, la quale, essendo una polvere molto fine, veniva dispersa anche sulle nuvole intorno, colorandole di rosso, (l’alba). Una volta raggiunto l’ovest, rinnovava il trucco, colorando ancora di giallo e rosso le nuvole nel cielo (il tramonto). Poi la Donna-Sole cominciava un lungo viaggio sotterraneo per raggiungere nuovamente il suo campo nell’est. Durante questo viaggio sotterraneo il calore della torcia induceva le piante a crescere.

La Luna, al contrario, era considerato un uomo. A causa dell’associazione del ciclo lunare con il ciclo mestruale femminile, la Luna fu collegata con la fertilità e fu considerata come un simbolo altamente magico. Una eclisse di Sole era interpretata come l’unione tra la Luna-Uomo e il Sole-Donna.

Venere

Venere sembrava il gemello del nostro pianeta per le dimensioni, la densità e la poco diversa distanza dal Sole. Invece è un pianeta “caldo”, avvolto da un’atmosfera formata da anidride carbonica, la cui pressione è 90 volte superiore a quella della Terra e la cui temperatura può giungere a 480 °C. La sua superficie è spesso battuta da “acquazzoni” di acido solforico.

Venere, come stella del mattino, conosciuta dagli aborigeni come Barnumbir, era un importante segno per un popolo che si levava all’alba per accingersi alla caccia. Secondo la tradizione della Arnhem Land, Barnumbir aveva paura di annegare, così fu legata con un lungo laccio tenuto da due vecchie donne. La corda le impediva di salire troppo alta nel cielo e di annegare nel fiume della Via Lattea. All’alba le donne più vecchie la portavano in salvo in un cesto intrecciato.

Barnumbir è anche identificata con Bralgu, L’isola della morte dove, quando una persona muore, il suo spirito è condotto. Da qui la cerimonia della stella del mattino è una importante parte dei rituali funerari, dove Barnumbir è rappresentata da un totem, un tronco con un mazzetto di piume bianche e lunghe corde terminanti in più piccoli mazzetti di piume a suggerire i raggi di luce.

La Via Lattea

Il nostro Sole e tutte le stelle visibili nel cielo notturno fanno parte di una vasta aggregazione di stelle chiamata Galassia, o Via Lattea, nome derivato dalla leggenda di Era. È una galassia a spirale, con bracci, il cui diametro è di circa 100.000 anni luce (a.l.); noi ci troviamo in uno dei bracci di spirale, a 30.000 anni luce dal centro della Galassia. Vista dalla Terra appare come una debole banda luminosa che attraversa le notti limpide e buie.

La Via Lattea Rappresenta un fiume nel Mondo del Cielo, con tanto di pesci (le stelle brillanti) e di ninfee (le stelle più deboli). Essa è al centro di molte leggende regionali. Nella regione di Yirrkala, la Via Lattea era associata a due fratelli annegati mentre affrontavano il fiume in canoa. I loro corpi galleggianti appaiono come due macchie scure nella Via Lattea, a livello delle costellazioni del Serpente e del Sagittario; una linea di quattro stelle vicino ad Antares rappresentano la loro canoa.

Nel Queensland, la Via Lattea era associata con Priepriggie, un Orfeo degli antipodi, noto come cantante, ballerino e cacciatore. Un giorno, nel primo mattino, Priepriggie trovò un albero pieno di volpi volanti, scagliò la lancia trafiggendo il capobranco. Infuriate, le altre volpi volanti cacciarono Priepriggie in cielo. Sperando di richiamarlo indietro, il suo popolo cercò di cantare le sue canzoni ma sbagliavano sempre il ritmo. Poi sentirono una canzone provenire dal cielo, era Priepriggie che cantava e man mano che il ritmo diventava più forte e chiaro, le stelle cominciarono a danzare ordinandosi in una larga banda attraverso il cielo. Così la Via Lattea ricorda al popolo che il loro eroe deve essere celebrato con canti e danze tradizionali, in modo che l’ordine continui a prevalere.

Nell’Australia centrale la Via Lattea fu considerata dalle tribù vicine Aranda e Luritja come un genere di arbitrato celeste. Essa, in maniera molto ampia, marca la divisione tra la parte di cielo degli Aranda, a est, e il campo di cielo dei Luritja, a ovest, e, oltre a questo, essa contiene gli spiriti dei defunti di entrambe le tribù. Le stelle e le costellazioni all’interno della Via Lattea sono classificate conformemente a complesse regole di matrimonio e classi di parentela e rinforza l’universale importanza di esse.

La Croce del Sud

È una piccola costellazione del cielo, ma anche una delle più celebri a appariscenti. Essa era visibile anticamente dall’area mediterranea, sicché le sue stelle erano note agli astronomi greci; in seguito, la precessione degli equinozi l’ha resa invisibile da tali latitudini.

La Croce del Sud e i suoi due indicatori, a e b Centauri, sono al centro di diverse leggende regionali.

a e b Centauri e la costellazione della Croce del Sud
Dipinto rupestre (Mountford Collection, State Library of South Australia)a e b Centauri e la costellazione della Croce del Sud

Nella regione intorno a Caledon Bay, la Croce rappresenta una razza inseguita da uno squalo (i puntatori).

In un’altra regione le quattro brillanti stelle della Croce rappresentano due fratelli Wanamoumitja e i loro rispettivi fuochi da campo, mentre cucinano un grande pesce nero (la nebulosa Sacco di Carbone); i puntatori sono due amici Meirindilja venuti a condividere il pesce.

Un’altra leggenda relativa alla Croce del Sud riguarda la santità della vita degli animali e l’avvento della morte nel mondo. Il Grande Spirito, Baiame, creò due uomini e una donna. Egli insegnò loro di quali piante cibarsi ma gli vietò di uccidere gli animali. In seguito ad una siccità tutte le piante morirono e la donna sollecitava gli uomini ad uccidere gli animali per utilizzarli come cibo.

Uno degli uomini uccise un canguro ma l’altro si rifiutò di mangiare la creatura che Baiame aveva vietato loro di uccidere. Solo, nel deserto, quest’uomo cadde esausto ai piedi di un albero della gomma. Ma Yowi, lo spirito della morte, lo attirò all’interno dell’albero, disturbando due cacatua bianchi che stavano covando. In seguito l’intero albero si levò in cielo. Le quattro stelle brillanti sono gli occhi dell’uomo e di Yowi, mentre i due indicatori sono i cacatua che cercano di tornare al loro nido.

Orione e le Pleiadi

Infine, uno dei più diffusi cicli di miti concerne Orione e le Pleiadi.

Orione è senza dubbio la costellazione più brillante del cielo, piena di oggetti interessanti. L’imponenza di questa costellazione deriva in gran parte dal fatto che si trova in un’area di formazione stellare, in un vicino braccio della Galassia, con al centro la famosa Nebulosa di Orione (M 42), che rappresenta la spada pendente dalla sua cintura. Quest’ultima è formata da tre stelle brillanti allineate. Le sue stelle più brillanti sono Betelgeuse, supergigante rossa distante 310 a.l., e Rigel, supergigante bianco-azzurra distante 910 a.l.

Le Pleiadi sono l’ammasso stellare più brillante e famoso di tutto il cielo. Si trovano nel Toro e, ad occhio nudo, si possono vedere circa sette stelle, mentre con un binocolo, diverse decine. Dell’ammasso, che dista 450 a.l., fanno parte circa 250 stelle, immerse in una debole luminosità, residuo della nube da cui si sono formate, visibile solo nelle fotografie a lunga esposizione.

Nella mitologia greca, le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante. Inseguite da Orione, esse furono mutate in colombe per poi volare in cielo, formando l’ammasso che porta il loro nome. La “sorella” meno visibile è Merope la quale, avendo sposato un mortale, si nasconde dalla vergogna.

Le leggende aborigene sono sorprendentemente simili. La maggior parte identifica le Pleiadi con un gruppo di giovani donne che fuggivano dagli indesiderati approcci di un cacciatore, il quale, in alcune versioni, fu evirato come punizione e avvertimento.

Tra i popoli che vivono nel Pitjantjatjara, nel Western Desert, il sorgere delle Pleiadi all’alba in autunno significa che l’annuale stagione degli amori tra i dingo è cominciata. Cerimonie di fertilità sono rappresentate qualche settimana più tardi, per le quali alcuni giovani cuccioli sono selezionati per la festa. In accordo con la leggenda, le Kungkarungkara, le donne ancestrali, allevarono una muta di dingo per proteggersi da un uomo chiamato Njiru (Orione). Egli, malgrado i dingo, riuscì a rapire una delle ragazze (la Pleiade oscura) che morì, pur continuando a seguire le altre. Alla fine le sette donne assunsero la loro forma totemica di uccelli e volarono in cielo, ma, sfidando i loro dingo, Njiru le seguì anche attraverso il cielo.

Senza nessuno strumento tecnologico per controllare il loro ambiente, gli Aborigeni Australiani dipendevano completamente dal mondo naturale per sopravvivere. Non è sorprendente che il loro interesse per le stelle non era assorbito da eventi straordinari come supernovae o comete, ma dall’aspetto normale.

I Wandjina: gli spiriti delle nuvole

Come abbiamo potuto osservare, le leggende aborigene hanno umanizzato i fenomeni cosmologici associandoli con i comportamenti e le motivazioni del gruppo tribale.

Il sistema di credenze degli Aborigeni assolveva a tre importanti funzioni sociali:

- Produceva un livello di confidenza e prevedibilità circa il loro posto nell’universo, non come esseri superiori ma come compagni di tutto;

- Coltivava il rispetto sia per le cose inanimate che per le animate, siccome tutto condivide la stessa struttura spirituale, seguendo la tradizione del Mondo del Sogno;

- Inoltre esso provvede un supporto per i costumi tribali, riti e alla moralità come queste sono riflesse e decretate nel Mondo del Cielo.

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La differenza più radicale tra le credenze che sono alla base di questi miti e le basi materialistiche della scienza occidentale concerne nella relazione tra l’osservatore e gli eventi naturali. All’interno della struttura della scienza Newtoniana l’osservatore è considerato indipendente dagli eventi, i quali sono, si suppone, inalterati dal processo di osservazione. Gli Aborigeni, invece, vedono sé stessi come parte integrale nel processo naturale, sia essi terrestre o celestiale. Essendo una delle pochissime culture che non ha un mito equivalente all’espulsione dall’Eden, questi popoli credono che, attraverso il loro Grande Antenato, essi sono cocreatori del mondo naturale e non ne sono mai stati alienati. Da ciò ci sono necessari parallelismi tra gli eventi del cielo con quelli della Terra, e con ciò che si sviluppa nella cultura umana.

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Chi capitasse dalle parti di Bigge Island, nell’Australia occidentale, potrebbe imbattersi in strane creature come queste. Occhi grandi, naso adunco, un’aura misteriosa attorno alla testa e, soprattutto, niente bocca: è questo l’aspetto delle divinità primitive – i “Wandjina” – che un bel giorno, seguendo il “sogno” di creazione, plasmarono il mondo e tutti gli esseri viventi. Almeno così credevano gli aborigeni australiani che le dipinsero sulle pareti di alcune grotte della zona.

Non è ancora del tutto chiaro a quale periodo risalgano queste pitture, ma molti dei rilievi archeologici effettuati finora fanno pensare a un periodo compreso tra i 50 mila e i 40 mila anni fa.

I Wandjina, che tradotto letteralmente significa “il Tutto”, vissero in un tempo chiamato “dei genitori” durante il quale queste “entità” non avevano una forma ben definita, pur essendo comunque di enormi proporzioni. Il loro principale compito fu quello di insegnare “le leggi, i precetti e le regole di comportamento”, all’uomo, oltre ad introdurre i rituali e le pratiche cerimoniali ancora oggi in uso presso le varie tribù.

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Importante osservare come le tribù indigene riconoscano in queste raffigurazioni le loro divinità Gli Spiriti nelle Nuvole, spesso raffigurati in sequenza di figure umane stilizzate insieme a rappresentazioni nuvolose. Questa dualità di forme antropomorfe è molto diffusa nelle culture primitive, è possibile osservarla, per esempio, nei racconti biblici narrati nel Libro dell’Esodo.

Djamar e Tjurunga

Alcune tribù Aborigene, ad esempio, raccontano di Djamar; un essere venuto dalle nuvole e disceso sulle loro terre sopra Tjurunga, “la tonante” un oggetto luminescente e molto rumoroso.


Ancora oggi, si racconta che la presenza di Djamar sia preceduta da un forte vento, generato secondo queste popolazioni proprio dal suo mezzo di trasporto. A riprova della veridicità del loro racconto, gli Aborigeni mostrano le colline circostanti sulle quali non cresce più alcuna pianta, danni permanenti (secondo loro) provocati dall’atterraggio di Djamar.

Droghe, rapimenti, morte e ressurrezione

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Altra tradizione “sospetta”, è quella che parla degli “uomini intelligenti” o uomini di alto grado e delle loro ascensioni celesti. Si tratta degli sciamani aborigeni, i cui rituali di iniziazione mostrano un sorprendente parallelismo con la descrizione dei moderni casi di Abduction; lo stesso dicasi per il rituale di “morte e resurrezione”, durante i quali, al risveglio dallo stato estatico, il candidato racconta di un meraviglioso mondo celeste, e tutti i soggetti, anche se appartenenti a tribù diverse e non in contatto tra loro, descrivono lo stesso scenario.

Riassumendo abbiamo: stato di estasi (rapimento da parte degli Dei celesti), rimozione rituale di parti del corpo (esperimenti sulle vittime dei moderni rapimenti), salite aeree e viaggi in strani mondi (descrizione delle astronavi da parte dei rapiti), trasformazione personale (esperienze mistiche dei rapiti).

Per quanto queste analogie possano apparire stravaganti e tutte da verificare e bene sapere che, in quelle regioni cresceva e tutt’ora cresce una pianta, sconosciuta ai primi coloni per la reticenza degli stessi aborigeni nel mostrare e far conoscere il loro strumento di contatto con il divino, collegata ai loro riti cerimoniali che ci fa pensare molto: la pianta in questione si chiama Dubiosa hopwoodii, appartenente a un genere di solenacee che solitamente producono alcaloidi tropanici allucinogeni del gruppo dell’atropina e scopolamina.

La Duboisia Hopwoodii è un arbusto autoctono delle regioni aride dell’entroterra australiano. Altri arbusti dalle simili proprietà sono il pituri (meglio conosciuto come Pitchuri Thornapple o Pitcheri). E’ un arbusto a basso fusto e solitamente cresce tra 1 e 3 metri di altezza e possiede lunghe foglie strette. I fiori solitamente bianchi, a seconda delle varianti possono assumere altre sfumature, che possono variare dal rosa al viola. Questi arbusti compaiono tra giugno e novembre, in annate favorevoli possono generare grandi quantità di bacche tondeggianti (commestibili ma se assunte in grandi quantità possono diventare allucinogene) dalla colorazione violacea, dal diametro che varia da 3 a 6 mm.

In questa pianta le sostanze psicoattive maggiormente presenti si trovano nelle radici, mentre le parti aeree e le bacche della pianta producono elevate quantità di nicotina e d-nor-nicotina (quest’ultima dagli effetti quattro volte più potenti della nicotina).

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Gli aborigeni fumavano la parte superiore della pianta e con l’estratto delle radici ottenevano una droga immessa volontariamente nelle pozze d’acqua per narcotizzare gli animali che dopo essersi abbeverati potevano catturarli con facilità. Abbiamo anche trovato notizie di un’altra pianta dalle particolarità psicoattive ed allucinogene, chiamata “Pituri” che veniva utilizzata dagli uomini del clan, veniva masticata durante le cerimonie sacre o per alleviare le fatiche dovute da un lungo viaggio.

Non trovando nessuna risposta definitiva, sembra logico pensare che queste popolazioni oltre ad avre una spiccata predisposizione per gli studi astronomici avessero anche ferrate conoscenze botaniche, in modo particolare riguardo le piante psicoattive.

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E’ accettabile ricollocare “I signori delle nuvole” nella categoria dei viaggi psichedelici generati dagli allucinogeni?

Questi viaggi che tanto hanno influito le culture australiane, hanno senza dubbio rafforzato la loro idea di divino. Quell’ispirazioni che forse sono le madri delle pitture rupestri su cui ancora oggi ci interroghiamo.

Ipotesi extraterrestre? fantasia? anche se a primo impatto le maggiori somiglianze riscontrate sono quelle con gli antichi e moderni racconti riguardanti l’interazione con il nostro pianeta di esseri provenienti dallo spazio; per quanto questa ipotesi possa apparire subdola, ed essere etichettata come il solito argomento sensazionalistico portato avanti da ricercatori fantasiosi in campo ufologico, esistono alcuni fatti che, ad oggi, non trovano alcuna spiegazione plausibile se non quella appena citata.



venerdì 23 agosto 2013

Il Libero Arbitro Negato

Questo articolo si può considerare un racconto di fantasia,ma si sa…alcune volte la realtà può superare di gran lunga la fantasia…


Molte persone al mondo pensano di essere dotate di un totale libero arbitrio,in realtà oggi più che in passato il libero arbitrio è molto limitato,in particolar modo in quelle persone che nascono e vivono nei paesi considerati democratici o pseudo tali,(NdA – nei modelli dittatoriali le persone sono consapevoli che gli è negata ogni libertà decisionale dopo quella di opinione,e non si vuole certo paragonare il sistema “democratico” con quello dittatoriale ), i “poteri forti” consolidati nel tempo in queste nazioni conoscono molto bene i meccanismi per i quali è possibile manipolare il pensiero delle persone, aiutati largamente da una moltitudine di mass media che loro stessi controllano, capaci di plasmare i comportamenti fin dall’adolescenza, essenzialmente per due scopi… 

Il primo è quello del profitto di vendita commerciale,e il secondo è quello d’influenzare le scelte politiche rispetto alle quali la persona nei paesi democratici dovrà esprimersi con il voto durante la fase elettorale,ecco perché assistiamo giorno dopo giorno a una degenerazione nel fare politica...

Perchè oggi per i politici di questi stati non è importante governare nel bene del paese e delle persone che rappresentano,ma creare le condizioni necessarie per essere eletti o rieletti di volta in volta, per mantenere lo status quo ed essere collegati sempre  a quei “poteri forti” che li manovrano per interessi e scopi di livello mondiale. (NdA - anche se la stragrande maggioranza di questi politici non è minimamente consapevole di questo).

Da molti anni si sta parlando del N.W.O. acronimo di “New World Order” al di là di tutte le disquisizioni che si possono fare,il dato di fatto è che ancora il nuovo ordine mondiale non è stato ancora attuato… infatti a partire dalla data della caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989 sono saltati tutti gli schemi geopolitici del passato che nel bene o nel male furono caposaldo degli equilibri mondiali,sono anni ormai che con il processo di globalizzazione dei mercati gli schemi sociali stanno cercando di riequilibrarsi…ma poniamoci una ed una sola domanda… è proprio necessario per i “poteri forti” creare quelle condizioni utili affinchè la stragrande maggioranza dell’umanità possa accettare di buon grado l’instaurazione di un nuovo modello geopolitico che veda coinvolte tutte le nazioni più ricche del pianeta sotto un'unica forma di governo?

Teniamo presente [1] che solo Il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale: è quanto risulta da uno studio condotto dal World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite (UNU-WIDER) che ha sede a Helsinki. Il più vasto studio sulla ricchezza personale mai intrapreso indica anche che nel 2000 l’1% degli adulti più ricchi possedeva da solo il 40% della ricchezza mondiale, e che il 10% ne deteneva  l’85%, mentre La metà più povera della popolazione adulta del mondo doveva spartirsi soltanto l’1%.

Credo proprio che dal punto di vista dei “burattinai” sia necessario plasmare quelle condizioni per andare verso un sistema sempre di più globalizzato,ma come ci riusciranno? Come riusciranno a domare le masse in continua espansione, le quali sono le popolazioni più povere? Come inculcare nelle menti delle popolazioni benestanti un unico pensiero collettivo, che possa mettere radici rapidamente nella psiche di ogni persona?  

Freud nel suo saggio “psicologia delle masse ed analisi dell’io” scriveva: [2] “…Cambierà in quanto la massa è straordinariamente influenzabile e credula,manca di senso critico,niente per essa è inverosimile pensa per immagini che si richiamano le une alle altre per associazione,come negli stati in cui l'individuo da libero corso alla propria immaginazione,senza che un istanza razionale intervenga sul grado della loro conformità alla realtà,per l'individuo che fa parte della massa non esiste la nozione dell'impossibile.”

Prendendo spunto dal pensiero di Sigmund Freud,e traendo spunto dalla mia esperienza di studioso “autodidatta” del comportamento delle masse in determinate situazioni,mi sono chiesto se anche in passato vi sono state della cause determinanti affinché l’opinione della massa sia potuta convergere a maggioranza in quell’unica direzione dopo una legittimazione di tutta la classe politica , che determinati poteri richiedevano per poter agire in un determinato modo, prendendo il massimo consenso possibile,anche se quella decisione avrebbe comportato dei sacrifici non indifferenti, e il sacrificio più grosso che una popolazione deve sopportare e quello di accettare una guerra.

Credo proprio che molti poteri condividano e mettano in pratica la frase “ il fine giustifica i mezzi” (NdR – frase erroneamente attribuita a Nicolò Machiavelli) , e i mezzi possono essere messi in atto con delle cause più che valide,e se le cause non arrivano…si possono anche creare…

Prendiamo in considerazione a questo punto un conflitto che molti conoscono, la guerra del Vietnam,in quanto è stata rivisitata in più di un occasione dal mondo cinematografico,forse è probabile che pochi sanno quale fu il fattore scatenante, il quale fece entrare in guerra gli USA,ebbene la causa fu “l”incidente del golfo del Tonchino”. [3] 

“L'incidente” fu uno scontro navale tra due cacciatorpediniere statunitensi e alcune torpediniere nordvietnamite, che si svolse nell'agosto 1964 proprio nel Golfo del Tonchino. Immediatamente dopo lo scontro armato, il presidente Lyndon Johnson si appellò al Congresso per approvare la Risoluzione del Golfo del Tonchino, che autorizzò il presidente a dare il via alla partecipazione statunitense alla Guerra del Vietnam.

I dettagli esatti dell'incidente non sono tuttora chiari. Si ritiene che il secondo attacco al Maddox sia stato in realtà il risultato di una simulazione o addirittura di un falso allarme dovuto all'avvistamento di numerose unità sottili nord vietnamite o sud vietnamite non ben identificate. I critici sostengono inoltre che l'amministrazione Johnson sensazionalizzò l'incidente come un pretesto per incrementare il suo già attivo coinvolgimento nel conflitto vietnamita. Ultimamente dalla lettura di documenti messi online dal [4] NSA (National security Agency) pare che tali deduzioni trovino fondamento.

Alcune volte si è agito in maniera molto più drastica per cercare di manipolare meglio le scelte se non addirittura il pensiero in tutta la sua complessità… la guerra in Afghanistan sarebbe mai avvenuta se non ci sarebbe stata la tragedia del World Trade Center e la distruzione di un ala del Pentagono? La guerra in Iraq sarebbe mai avvenuta se non si fosse divulgata la notizia al mondo intero che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa? ( [5]  NdR  …l'ipotetica e mai confermata presenza di armi di distruzione di massa in Iraq divenne la giustificazione principale dell'invasione dell'Iraq del 2003, nonostante pareri contrari, come quello del ex-ispettore capo dell'ONU Scott Ritter.)

Il potere insediatosi come un virus nell’animo umano sopprime e porta verso l’annullamento la vera natura dell’Essere Umano,tende a soggiogare sempre di più le masse per poterne avere un controllo totale,questo “cancro” nella storia Umana si è ripetuto più volte, le persone più note possedute dal “potere” si possono facilmente identificare nei nomi di Hitler e Stalin,ma basta fare una veloce ricerca su internet per notare come nel tempo questo cancro si sia diffuso in ogni epoca storica,con metodi a volte simili,a volte differenti.

Uno dei metodi sperimentati più subdoli per il controllo è stato il “progetto MK-Ultra”, [6] e si riferisce ad una serie di attività svolte dalla CIA tra gli anni cinquanta e sessanta che aveva come scopo quello di influenzare e controllare il comportamento di determinate persone (cosiddetto controllo mentale).Tali esperimenti prevedevano la somministrazione dell'ipnosi, sieri della verità, messaggi subliminali, LSD ed altri tipi di violenze psicologiche su cavie umane.Il progetto venne portato all'attenzione del pubblico nel 1975 ad opera del Congresso degli Stati Uniti attraverso la Church Committee e la U.S. President's Commission on CIA activities within the United States (commissione Rockefeller). L'attività investigativa fu resa difficoltosa dal fatto che il direttore della CIA Richard Helms nel 1973 aveva ordinato la distruzione di tutti i documenti riguardanti l'operazione; si dovette quindi ricostruire il tutto attraverso la testimonianza dei diretti interessati e i pochi documenti sopravvissuti.

Siamo nel ventunesimo secolo e pare [7]  che nel 2002 sia stato brevettato il giorno 22 ottobre con il num. 6.470.214 intitolato “Metodi e dispositivi per implementare l’effetto uditivo delle frequenze radio”, il brevetto è stato depositato da “US Air Force” l’aeronautica militare degli Stati Uniti,questa tecnologia basata sulle microonde quando una scarica di microonde viene  assorbita dall’organismo l’energia si trasforma in calore causando l’espansione e la successiva contrazione dei tessuti una volta riequilibrata la temperatura,se il fascio di microonde viene indirizzato alla testa,l’espansioni e le contrazione genererebbero un suono intermittente traducibile in parole,nel brevetto vi è scritto esplicitamente che l’irradiazione di queste onde energetiche capaci di trasformarsi in impulsi nervosi inviati al cervello, permettendogli quindi di recepire un frase di senso compiuto, e questo viene riportato nella testimonianza di alcune persone, a questo punto è logico domandarsi se potrebbe essere possibile usare questa tecnologia su larga scala,coinvolgendo molte più persone nello stesso momento… attualmente esiste una tale potente tecnologia? 

Sembrerebbe di si… tale tecnologia si chiama HAARP abbreviazione High Frequency Active Auroral Research Program , sinteticamente questa è la sua descrizione [8] “un'installazione civile e militare in Alaska (Stati Uniti) per la ricerca scientifica sugli strati alti dell'atmosfera e della ionosfera. Un altro scopo è la ricerca sulle comunicazioni radio per uso militare” (NdA lascio al lettore di approfondire il “tema” HAARP” per farsi un idea complessiva di questa tecnologia).

Sulla base di quanto scritto fino a questo momento i “poteri forti” hanno a disposizione tutta una serie di conoscenze e tecnologie per poter mettere in atto un azione tale per cui le nazioni economicamente più potenti del pianeta si uniscano sotto un'unica bandiera con il consenso massimo della stragrande maggioranza dei loro cittadini,spinti da un onda emozionale di difficile controllo… e cioè l’invasione extraterrestre… o meglio l’invasione terrestre fatta passare agli occhi delle persone tramite varie manipolazioni come la più pericolosa minaccia che tutta l’umanità abbia mai avuto in tutta la sua storia, con questa paura nel cuore le persone in un batter d’occhio saranno disponibili a qualsiasi compromesso pur di vedere questa terribile minaccia allontanarsi dalle loro menti e dai loro cuori.Quanto appena scritto è già stato auspicato molti

anni fa da una persona autorevole degli Stati Uniti,mi sto riferendo a Ronald Reagan il quale durante un [9] Assemblea Generale dell’ONU il 21 settembre 1987 alla presenza di tutti gli stati membri si espresse nel seguente modo: “La nostra ossessione per l’antagonismo del momento, ci fa dimenticare spesso quanto uniti devono essere tutti i membri dell’umanità. Forse abbiamo bisogno di una lezione, proveniente dall’esterno, dall’universo, che ci faccia riconoscere questo bene comune. Occasionalmente penso a come le nostre differenze planetarie potrebbero facilmente dissolversi, se dovessimo affrontare una battaglia con una forza aliena esterna a questo pianeta. E ancora mi chiedo: non esiste già una minaccia aliena sopra di noi?” , si espresse in questi termini anche due anni prima, durante un discorso che tenne ad un liceo nel Maryland il 4 dicembre 1985.

Da non credere,un Presidente degli USA che fa una dichiarazione di questa portata,ma perché si espose così? Cosa ha determinato in lui l’impulso irrefrenabile di esternare questo pensiero a dir poco fantascientifico? Stava forse cercando di preparare le generazioni future a ciò che sarebbe accaduto prima o poi? Molte sono le domande che sorgono spontanee,ma una cosa è certa che se un fatto del genere dovesse accadere quante persone si accorgerebbero che stanno vivendo in diretta una “farsa” architettata molti anni fa… credo molto pochi,al contrario molti accoglieranno a braccia aperte qualsiasi decisione presa per la salvaguardia di tutto il genere umano,anche se i vari rappresentanti degli stati concedano i pieni poteri ad una sola persona,o a pochissimi di loro… 

Ma un fatto simile è già successo in un recente passato,mi sto riferendo al [10] “Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism Act” il suo acronimo è il noto USA PATRIOT Act, la legge è stata introdotta da James Sensenbrenner il 23 ottobre 2001, approvata alla Camera il 24 ottobre 2001, al Senato viene approvata il 25 ottobre 2001,e Il presidente George W. Bush la firma il 26 ottobre 2001,la legge consiste molto sinteticamente nel rinforzare il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi, quali CIA, FBI e NSA, riducendo così la privacy dei cittadini, da notare con quale velocità il tutto si è compiuto, in soli quattro giorni si è introdotta la legge e resa esecutiva, un esempio non c’è che dire di efficienza parlamentare…

Per concludere vorrei azzardare un pensiero molto “fantasioso”, e se nel corso della falsa invasione extraterrestre si palesasse realmente una civiltà aliena?... e se questa manifestazione fosse il fulcro di un progetto che sta mettendo radici già da molti anni in tutto il mondo per la creazione di un'unica religione planetaria tu cosa penseresti? la decisione del singolo individuo è fondamentale se ogni individuo decidesse con il proprio cervello,senza farsi incatenare, perchè le catene ci sono... ma ancora in molti non le "vedono"... non appena le percepirai inizia a spezzarle non aspettare, perchè dopo sarà troppo tardi... spezza le catene ora! 


"Ogni situazione non nasce dal niente o dalla pura casualità,ma è determinata da una serie di cause, che pur essendo apparentemente scollegate tra loro determinano il susseguirsi degli eventi, pensare con la propria testa in futuro sarà vitale come bere l’acqua" (Luigi D.C. 1999)

Note e riferimenti bibliografici: 

World Institute for Development Economics Research of the United Nations University  - http://www.wider.unu.edu

[2] Freud Sigmund - Psicologia delle masse e analisi dell'Io (1921)





[7] History channel http://youtu.be/A_ERSD7UdPI



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