domenica 31 maggio 2015

Il Reiki "occidentalizzato"... Arma occulta dei Gesuiti

E così, il tempo dei samurai era giunto alla fine. Le nazioni, come gli uomini, si dice talvolta, hanno un loro destino. Quanto al capitano americano, non se ne ebbe più notizia. Per alcuni è morto per le ferite, per altri invece è tornato al suo paese. Ma a me piace pensare che abbia trovato, finalmente, quel poco di pace che tutti cerchiamo, e che solo alcuni raggiungono.

Io ho sognato, un Giappone unificato, in una nazione forte, indipendente e moderna e ora noi abbiamo ferrovie, cannoni e abiti occidentali, ma... non possiamo dimenticare chi siamo, ne da dove veniamo.

Le frasi sopraccitate, tratte dal film "L'Ultimo Samurai" con Tom Cruise mi permettono di introdurre il seguente testo riportato dal sito amico e fortemente consigliato

http://ningizhzidda.blogspot.it

Questo è un capitolo tradotto da “minigob” e corretto da “alonindark” che si trova nel libro in francese non ancora tradotto in spagnolo e disponibile in rete con il titolo “Jésuites” a cura del “Centro di Studi dell’Ordine Mondiale - Le Centre de Recherches sur l'Ordre Mondial”.


Il suo contenuto è discutibile, ma nell’ottica di una società sempre più incline a tutto ciò che arriva da “Oriente”, senza metterlo in discussione soprattutto, quando si veste opportunamente di “amore, luce e guarigione”, vale la pena di prenderlo in considerazione e di valutare i rischi che ci assumiamo, quando ci immettiamo nell’apprendimento o quando i nostri corpi cedono all’applicazione di tecniche la cui vera origine ci è sconosciuta e diamo tutto per buono senza alcuna resistenza.

Come fu conquistato il Giappone

Il Reiki forma parte di una delle tecniche di cura della “Nuova Era” che sembra uscita dal nulla e di cui nessuno comprende il funzionamento. La maggior parte dei sistemi terapici cadono rapidamente in disuso o si concentrano nelle mani di un piccolo gruppo di curatori che, avendo messo fede e denaro, non vogliono “cedere” ad altri.

Questo però non è il caso del Reiki: 30 anni dopo la sua introduzione in occidente, 5 milioni di persone lo hanno praticato e solo in Francia si parla di 100.000 aderenti. Non discutiamo in questa sede il fatto che possa fare “miracoli”, vogliamo solo dimostrare che si tratta in realtà di una tecnica vicina alla magia nera praticata dagli iniziati gesuiti con una finalità ben precisa.

Per dimostrare quanto asserito dobbiamo andare alla storia del Giappone e seguire “la pista gesuita” ed alla conoscenza profonda delle loro tecniche di manipolazione. Allora con tutta probabilità trasparirà dal nucleo dei miti e leggende sul Reiki, il vero volto del suo fondatore, Mikao Usui.

La storia inizia il 15 agosto del 1549, quando il padre francescano Francisco Javier sbarca in Giappone. Egli sarebbe potuto arrivare prima, però volle attendere quel determinato giorno che segna non solo l’ascensione della Vergine Maria ma anche e soprattutto perché era l’anniversario della fondazione della Compagnia di Gesù da parte di Ignazio da Lodola e dei suoi sei compagni (vedremo anche che questa data “sacra” è importante per la storia del Giappone).

Senza indugi il buon padre inizia il suo lavoro da missionario che è anche un lavoro d’infiltrazione progressiva che quella nuova cultura offriva al suo sguardo attento. Con la sicurezza acquisita dopo l’esperienza in India, prende rapidamente potere fino ad ottenere la protezione del signore della provincia di Nagasaki dove stabilisce il suo feudo cristiano.

Le cose vanno abbastanza bene all’inizio fino al momento in cui, stanco degli inganni dei gesuiti, credendo poco nella loro facciata umanista – cristiana dietro la quale si nascondono, l'Imperatore del Giappone ordina la loro espulsione dall’isola e finalmente proibisce il culto cristiano. La storia ci dice che molti padri morirono da martiri.

Il Giappone si chiude definitivamente alle influenze straniere. Siamo nel 1628.

Durante il XIX secolo il cristianesimo continua ad essere proibito. Sono accettati solo i cristiani olandesi, ma che agiscono solo per motivi umanitari e non per fare proselitismo. Sotto questa copertura nel 1859 sbarca in Giappone un certo Guido Verbeck. Sbarca giusto a Nagasaki, luogo da cui Gesuiti dovettero ritirarsi.
 
Guido Verbeck non è ufficialmente un gesuita, ma ne possiede tutte le caratteristiche. Come ogni gesuita aveva seguito un lungo studio di ingegneria prima di entrare finalmente al seminario di Aubum nello Stato di New York, dove divenne pastore protestante. Se fosse stato gesuita i Giapponesi (che conoscono molto bene la storia del proprio paese) lo avrebbero cacciato e non gli avrebbero concesso di arrivare alle posizioni importanti cui ambiva.

Simboli invertiti del Reiki usati da diversi “maestri”.

Nel 1863, Verbeck inizia a dare lezioni nella Scuola di Studi Occidentali, sempre a Nagasaki. Non predica la Bibbia (in quanto proibita), studiava con i suoi alunni (alcuni di loro avranno incarichi importanti nel governo) i Diritti dell’Uomo e la Costituzione americana. Pubblicherà anche il primo dizionario anglo – giapponese che è una delle priorità dei gesuiti, quando si infiltrano in una cultura.

Il 15 agosto (!) dello stesso anno gli Inglesi attaccano il Giappone per via di un’offesa legata ai samurai. Bombardano Kagoshima, proprio il posto dove era sbarcato Francisco Javier tre secoli prima. Dopo questa guerra lampo, il Giappone è obbligato a pagare un grave indennizzo.

Nonostante questo incidente Giappone ed Inghilterra si riavvicinano e l’Inghilterra sosterrà l’imperatore poiché quest’ultimo entrerà in guerra con i samurai, la nobiltà feudale del suo paese. (E’ la guerra Boshin, riportata dal film “L’ultimo imperatore”). 

Una marionetta dei Gesuiti

Siamo nel 1868; sale al trono l’imperatore Meiji che ha solo 15 anni.

Egli sarà il responsabile di tutte le riforme che apriranno il Giappone all’Occidente. Parallelamente a questa liberalizzazione, imporrà alla corte un sistema retrogrado di culto alla sua persona che si chiama “Shintoismo di Stato”. Possiamo vedere che questa contraddizione tra il moderno e l’arcaico ha un senso nel momento in cui si conosce la strategia dei Gesuiti. E' quanto osserviamo nel film con Tom Cruise "L'Ultimo Samurai"

Nel nuovo governo Guido Verbeck avrà un ruolo importante. Insegna nell’Università imperiale di Tokyo dove sarà trasferito l’imperatore per impedire i contatti con i suoi antichi consiglieri. Il futuro primo ministro del Giappone passerà tra le mani di Verbeck, continua così l’antica tradizione gesuita di “formazione della élite politica”.

Un anno più tardi, il 15 di agosto (!) si instaurano sei nuovi ministeri, tra cui il Ministero dell’Educazione dove Verbeck avrà un ruolo importante (ancora oggi è considera il padre del sistema educativo giapponese) e l’Ufficio per le Religioni che organizzerà il famoso “Shintoismo di Stato”.

E’ importante capire cosa sia lo Shintoismo di Stato.

Lo shintoismo originale è simile a ciò che l’induismo è per l’India. E’ un sistema di credenze molto aperto, ma orientato essenzialmente verso il culto degli antenati e dei luoghi santi. Alcuni hanno parlato di sciamanesimo, ma si tratta di uno sciamanesimo naturale totalmente integrato nella coscienza mistica dei Giapponesi.

Lo “Shintoismo di Stato” imposto in questo periodo è un sistema molto più rigido, amministrativo, chiuso. Farà in modo di aprire un’inquisizione contro tutte le pratiche culturali del Giappone con il pretesto di verificare quelle che incorporano bene il culto dell’imperatore.

Questo sarà uno strumento ideale che permetterà ai “cripto gesuiti” di identificare e di prendere il controllo di diversi movimenti religiosi come avevano fatto in Francia con la scusa della caccia agli eretici.

C’è un’altra cosa che già avevano sperimentato in Francia: instaurare un culto alla figura del “Re Sole” (al fine di allontanarlo e renderlo sensibile il più possibile ai suggerimenti dei suoi “consiglieri”).

Anche l’imperatore Meiji sarà isolato e in pochi anni l’antica nobiltà dei samurai sarà schiacciata fino a scomparire del tutto. Invece nel 1873 si instaura la proibizione al cristianesimo. Dopo 14 anni di lavoro di “geniere”, Verbeck otterrà infine la libertà di evangelizzare.

Però il suo ruolo finisce qui, poiché la sua origine occidentale non gli permettono di avere un ruolo più importante nella società giapponese ancora molto attaccata alle sue tradizioni.

La pista gesuita continua

Il ruolo sarà ripreso da un giapponese che poco dopo l’arrivo di Verbeck il Giappone, farà la sua formazione in Occidente, includendo gli Stati Uniti dove frequenta le migliori università. Convertito al cristianesimo prende il nome del ricco armatore che lo ha introdotto in occidente: Joseph Hardy Neesima.

Un anno dopo dell’apertura del Giappone al cristianesimo, le cose si mettono bene e Ne’esima, divenuto sacerdote, riesce a convincere un comitato americano a fondare una scuola cristiana in Giappone. Questa scuola si trasformerà nella famosa università Doshisha che ancora oggi gode di moto prestigio.

Qual è la relazione tra tutti questi intrighi e Mikao Usui, il fondatore del Reiki?

E’ molto semplice: le prime storie del mitico fondatore del Reiki narrano che fu professore (direttore?) dell’università cristiana Doshisha; ed egli fu anche membro dell’ordine dei Gesuiti (secondo le ricerche di Pascal Treffainguy).

Non è incredibile trovare un vero gesuita dopo tutti questi anni tra coloro che sembravano agire come una mano invisibile? Usui ha tutto del gesuita. Per tutto quello che è inerente alla scienza è eccezionalmente dotato.

Appassionato di meccanica fino al punto di scoppiare in lacrime quando vide per la prima volta un motore. Studioso di astrologia, si trasforma anche nella punta di diamante per l’introduzione della medicina occidentale (allopatia) in Giappone, un fatto che dovrebbe far riflettere gli adepti del Reiki che vedono nel dottore un fervente difensore delle medicine naturali.

La sua natura mistica lo spingerà a convertirsi al cristianesimo a soli 16 anni.

Si può immaginare che fino da quel momento sia preso per mano dai padri che lo educano. La favola vuole che un giorno giù di spirito per non aver potuto spiegare ai suoi alunni come Gesù curava con le mani partirà in giro per il mondo alla ricerca della risposta (tra tutti i luoghi anche il Tibet da cui ritornerà con uno scritto conosciuto come il “Tantra del Raggio”).

Usui fu un vero cosmopolita e molto versatile. Lo troviamo come consigliere del governo di Taiwan, giornalista, uomo d’affari, non proprio l’immagine di un monaco di clausura, ma sì quella del padre gesuita formato per infiltrarsi con qualsiasi mezzo.

Sarà finalmente tra il 1914 ed il 1920 che, secondo le diverse versioni che si raccontano nei seminari Reiki, riceve l’illuminazione dopo aver meditato 21 giorni sulla cima di una montagna sacra del Giappone.

Egli vede discendere su di lui una grande forma bianca, i simboli del Reiki appaiono davanti ai suoi occhi, e da quel momento avrà il dono di curare miracolosamente le persone e il dono di trasmettere questo potere.

Le energie dei fantasmi

Fermiamoci un attimo su questa favola.

Ci rendiamo conto che a partire da questo momento i cammini si biforcano: ci sono coloro che vogliono credere nella possibilità di un miracolo e coloro che pensano che tutto questo altro non è che una superstizione e ciarlataneria. Tra le due posizioni un immenso abisso.

E’ come se non ci avessero educati a reagire di fronte ai fenomeni occulti, senza una formazione atta a rifiutarli o a volerci credere disperatamente. Il mondo invisibile però obbedisce a leggi tanto reali quanto quella della gravità, e se i Gesuiti hanno potuto ottenere un tale potere sul mondo non fu solo per i loro stratagemmi, ma per la maestria sulle forze invisibili.

Una prima regola relativa a questi mondi (come nel mondo manifesto) è quella del “niente è gratuito”; in altre parole: ogni energia viene da un luogo. Allora è bene domandarsi da dove è venuta la nuvola bianca che si suppone Usui vide prima di ricevere i suoi doni.

Una prima risposta la troviamo nella etimologia stessa della parola “Reiki”.

E’ evidente che la parola “ki” significa “energia” (“Chi” in cinese), gli occidentali traducono di solito “rei” con “spirito”, allora “Reiki” significherebbe “energia spirituale”. In realtà la parola “rei” (“spirito”) non si riferisce ai nostri doni spirituali, ma a quelli che usualmente si chiamano fantasmi (“spiriti”).

Quindi è l’energia dei defunti che è utilizzata per ottenere miracoli col Reiki.

Questo fatto scioccherà alcuni di voi e lascerà di stucco altri, pensando che il fatto che “i morti possono aiutare i vivi” è qualcosa di nobile; ma come è possibile che le anime disincarnate, ancora errabonde sulla Terra, possano essere d’aiuto ai vivi?

Gli affezionati di spiritismo e della canalizzazione che sperano sempre di trovare risposte per i loro dubbi esistenziali comunicando con l’aldilà dovrebbero chiedersi come, visto che l’aldilà, il mondo dei morti, vive solo nel passato e noi non ci può orientare verso il futuro. Sottomettersi a lui è rischiare una grande confusione e una paralisi che altro non è che un sistema di vampirizzazione.

In realtà, il momento in cui iniziamo a toccare l’aldilà entriamo nel regno della negromanzia e della magia nera. Molti adepti del Reiki hanno avuto lutti poco prima dopo aver iniziato le proprie sessioni. A Hawayo Tarata, che portò il Reiki in occidente, morì la sorella pochi mesi prima di essere “ispirato” ad andare a vedere Mikao Usui.

Si può quindi dire che se il Reiki “funziona” per alcuni è dovuto al fatto che ci sono dei fantasmi vicino a lui che lo “aiutano”, però…a quale prezzo?

E quando si sa che qualcuno vicino a noi è morto dopo una sessione di Reiki, non ci possiamo chiedere se non sia stato il Reiki stesso che ha scatenato la morte con il fine di recuperare un’anima in più per il suo sistema occulto?

Quando eravamo piccoli tutti abbiamo letto delle storie in cui il diavolo, un genio malvagio, sente le voci di coloro che hanno stretto un patto con lui. Ma quando diventiamo adulti e un amico di “Nuova Era” ci propone una tecnica di cura miracolosa, siamo predisposti a credergli. Uno pensa che credere in questo ci trasforma in un qualcosa con una “spiritualità” superiore alla media.

La deviazione dallo Scintoismo

La visione chiara di quello che c’è nell’aldilà ci aiuta a comprendere meglio quello che c’è dietro le cure miracolose, ma non ci serve per capire il successo mondiale del Reiki. Sempre sono esistiti “i magnetizzatori” che a partire dalla loro sensibilità hanno stabilito contatti con l’aldilà.

Cosa offre in più il Reiki?

Il sistema del Reiki è controllato dai Gesuiti e questi campioni dell’occulto non sono del tipo di persone che fantasticano con poteri immaginari e nemmeno di quelli che si lanciano in grandi campagne per un prodotto che non funziona.

Non sono qui a disperdere le loro energie, ma per guadagnare sempre di più.

Per far questo delimitano i depositi di energia (gli egregor,…etc.) e li mettono sotto controllo.

NOTA: Si definisce egregor un conglomerato specifico di energie (del piano astrale) condivise da un nucleo collettivo. Ogni Egregor è una Entità “vigilante” (watcher). Un egregor sorge sempre da una collettività. La portata di un egregor è direttamente proporzionale al gruppo di persone che li sostiene con le proprie emozioni e la propria attenzione. Per maggiori informazioni vedi qui.

Quando Francisco Javier sbarcò in Giappone, si rese conto subito che i secoli ed i millenni di devozione e di culto per gli antenati avevano sviluppato un’atmosfera naturalmente mistica all’interno del paese.

Il Giappone non era solo un’isola di pescatori, era una straordinaria cattedrale all’interno dell’aldilà, costruita con un’energia estremamente raffinata. Questa cattedrale di energia era allo stesso tempo una protezione che ricacciava quelli che arrivavano con cattive intenzioni (come era il caso dei Gesuiti).

Due secoli più tardi, quando essi ritornarono in Giappone, lo fecero con molta più prudenza.

Non si trattava di imporre un dogma straniero; al contrario divennero campioni del culto scintoista, fecero di tutto per circondare l’imperatore, allettandolo ed organizzando tutto un culto attorno alla sua persona. Così si assicurarono che una gran parte dell’energia devozionale fosse diretta verso il loro protetto. Non ebbero bisogno di un grande sforzo da parte del popolo nipponico visto che da sempre avevano reso culto ai loro antenati ed ai loro imperatori.

Questa volta però, invece di direzionare la devozione verso l’imperatore, lo fecero verso gli dei ed i mondi superiori (come si fa naturalmente in una società tradizionale) questa energia fu sottoposta al controllo dei Gesuiti.

Quale prova abbiamo al riguardo?

Quando muore, nel 1912, l’imperatore Meiji, non lo fece davanti ai suoi, bensì secondo la leggenda lo fece tra le braccia di Usui – sì Mikao Usui, il fondatore del Reiki!

Solo alcuni anni dopo Usui avrà la sua illuminazione sulla montagna, che il grande fantasma bianco scenderà su di lui e gli concederà poteri straordinari. E come non vedere l’anima dell’imperatore morto in questo fantasma, così carica che non può dare altro che un grande potere alla persona che lo riceve (in questo caso un agente gesuita che ritrovava “per caso” accanto a lui al momento della sua morte.

Quando si conosce l’avidità dei Gesuiti ed il loro intenso desiderio di prendere il controllo sui mondi invisibili (tanto o più forte di quello di altri gruppi di prendere il controllo sul mondo materiale), non dobbiamo sorprenderci che siano stati capaci di prendere il controllo dello shintoismo, attaccando direttamente la testa del sistema: l’Imperatore.

Possiamo invece sorprenderci del fatto che non si siano accontentati di mettere una mano occulta sul Giappone, ma che utilizzino questa vittoria per conquistare il mondo intero con il Reiki!
 
Il Reiki, il nuovo battesimo

Quando ci interessiamo alla storia del Reiki non è possibile non sorprenderci della rapidità con cui abbandona il Giappone. Quando Tarata, la terza persona della linea di Mikai Usui, va nella Hawai nel 1937, si suppone che portasse con sé almeno 2000 adepti, ma dopo la guerra non ne rimane nessuno.

Negli anni ’80, quando il Reiki esplode in America, molti cercano di ritornare alle sue fonti giapponesi, ma lì non trovano niente solo alcune porte chiuse. Alla fine il Reiki dovrà essere reimpostato in Giappone, con la sua versione occidentalizzata; questo è il colmo!
Questo significa che agli occhi dei Gesuiti, il Reiki non era destinato ai Giapponesi. Fin dal principio è il mondo intero che deve essere conquistato. La forza dei morti del Giappone fu adoperata solo come potere di conquista.

Quello che è anche utilizzata è tutta l’aura misteriosa del Giappone, con un passato così complicato, tanto che agli occidentali si può raccontare qualsiasi cosa. Allora le leggende si moltiplicano come le trasmissioni “canalizzate” di Usui. Si finirà col dire che Usui non era completamente cristiano, ma buddista perché questo è molto più alla moda nella “Nuova Era”.

Rimane comunque una base sicura per tutti gli adepti: il memoriale ad Usui, costruito dai suoi alunni dopo la sua morte nel 1927… si sa però che gli operai giapponesi hanno testimoniato che lo avevano costruito nel 1975!

Nonostante tutto i Gesuiti non sono soliti essere disturbati dai dettagli. Sanno che alla gente piace sognare, allora invece di rompersi la testa con una storia coerente, preferiscono creare più aneddoti possibili approfittando anche (per divertirsi) di scivolare su alcune verità della loro impresa.

E’ interessante constatare che, per esempio, nella leggenda ufficiale del Reiki, “il risveglio” di Mikao Usui inizia con una citazione del Vangelo di Marco:
“Andate per il mondo, proclamate la buona novella. Colui che crede e sarà battezzato si salverà; colui che non crede si condannerà.”

Il Reiki quindi diventa il nuovo battesimo della “Nuova Era”.

Un certificato come Maestro di Reiki apre le porte a mille altre iniziazioni, ma anche e soprattutto, a quelle dei “Maestri di Saggezza” che appaiono dai livelli superiori. Una volta che si crede nel Reiki, uno è disposto a credere in qualsiasi cosa.

Il cristianesimo era già troppo stabilito e dogmatico per poter essere veramente universale, cosa di cui si resero conto i Gesuiti in Giappone. Allora hanno rivolto la forza del Giappone contro di lui stesso e l’hanno utilizzata per conquistare il mondo.

L’onda Reiki forma parte dell’onda 666, l’onda che unirà l’umanità dal basso. E’ come un’onda che inghiotte sempre più persone credule, imprimendo loro dei segni che le mettono sotto il loro controllo, un po’ come il battesimo della Chiesa cattolica che, in altri tempi, serviva essenzialmente per tornare ad essere docili, spegnendo il fuoco delle domande interne.

Chi si azzarderà domani a mettere in discussione i miracolosi benefici del Reiki?

Epilogo

Ai Gesuiti piace divertirsi con le leggende mitologiche (e nemmeno loro ci credono) però quando si oppongono ai loro piani non ridono affatto.

Quando così gli Illuminati (un ordine fondato dal gesuita Adam Weishaupt) sono perseguitati in Baviera, giurano la totale distruzione della Germania, che otterranno nel 1945, dopo due secoli di sforzi. Dieci milioni di tedeschi moriranno per questo affronto.

E quando i Gesuiti furono espulsi dal Giappone, non bastò loro tornare due secoli più tardi e mettere l’Imperatore sotto controllo. Avranno bisogno di una vendetta totale. Per questo motivo la seconda bomba atomica (una bomba con un’utilità strategica nulla a livello militare) cade su Nagasaki, il feudo gesuita da dove furono espulsi.

«Chi ha lasciato aperta la porta della bomba atomica?»

150.000 Giapponesi dovettero pagare con la loro vita. E’ anche un caso che il Giappone si arrenderà il 15 agosto 1945 e che quel giorno è celebrato in occidente sempre come il giorno della vittoria sul Giappone?


LISTA DEGLI AVVENIMENTI ACCADUTI IN GIAPPONE UN 15 AGOSTO

15 agosto 1549 - San Francesco Javier sbarca sulla costa di Kagoshima, in Giappone.
15 agosto 1863 - Bombardamento di Kagoshima. Gli Inglesi attaccano il Giappone in seguito ad un oltraggio dei samurai.
15 agosto 1869 - L’Imperatore Meiji costituisce sei nuovi ministeri e tra loro decide di dedicarne uno allo “Shintoismo di Stato”.
15 agosto 1945 - Il Giappone si arrende dopo le due bombe atomiche, una il 9 agosto su Nagasaki (la prima fu lanciata il 6 agosto 1945: 6 + 9 = 15),

…e una data meno conosciuta, ma senza dubbio fondamentale nella storia del Giappone: il 15 di agosto 1865, giorno in cui nasce Mikao Usui.

Caso o coincidenza? O il segno che, forse, il mitico Usui non è esistito mai e non è altro che una costruzione gesuita?

ALTRI AVVENIMENTI DALLE FORTI CONNOTAZIONI GESUITE

15 agosto 1537 - E’ fondata la città di Asunción in Paraguay. I Gesuiti sperimentarono il loro sistema di riduzionismo.
15 agosto 1947 - L’India ottiene l’indipendenza. (L’India è il primo paese in cui entrarono i Gesuiti).
15 agosto 1954 - Alfredo Stroessner inizia la sua dittatura in Paraguay.
15 agosto 1960 - Indipendenza del Congo (Il Congo è il primo paese africano in cui entrarono i Gesuiti).
15 agosto 1963 - Il presidente del Congo, Fulbert Youlou, è defenestrato dopo 3 giorni di manifestazioni nella capitale.
15 agosto 1965 - I Beatles suonano davanti a 60.000 fans nello Shea Stadium di New York, un avvenimento considerato come l’inizio del “rock da stadio”.
15 agosto 1969 - Inizia il festival di Woodstock.
15 agosto 1971 - Richard Nixon annulla la conversione del dollaro in oro, aprendo una nuova era per l’economia mondiale.
15 agosto 1977 - Un radio-telescopio, negli Stati Uniti, che è parte del programma di ricerca SETI riceve un segnale radio proveniente dal profondo spazio.”

Un'ultima annotazione 15 Agosto = 15/08 ... 15+8 = 23, altro numero molto caro a certe elite...

sabato 30 maggio 2015

Non è una Crisi Economica... è un Piano di Dominio

Questa non è una crisi economica, ma è uno strumento, un processo voluto e pianificato per arrivare a sostituire la zootecnia alla politica, ossia per poter governare la popolazione terrestre con la padronanza e prevedibilità con cui si governa il bestiame nella stalla o i polli in batteria. E per arrivarci con la collaborazione della gente, facendole credere che le riforme siano tutte scelte scientifiche razionali e magari anche democratiche (l’aspetto didattico-ideologico, la dottrina dei mercati sani e disciplinanti).
 
Questo processo è stato avviato dalla metà degli anni ’70, mediante una serie di precise scelte: un preciso modello economico, una serie di riforme legislative, di lungo respiro (soprattutto la deregolamentazione del settore bancario, l’indipendenza delle banche centrali, la privatizzazione del rifinanziamento del debito pubblico), che si sapeva benissimo che cosa avrebbero prodotto, ossia una società e un’economia reale permanentemente in balia dei mercati e ricattabili dagli speculatori finanziari. Una crescente concentrazione di quote di reddito, quote di ricchezza, quote di potere, nelle mani dei pochi che decidono.
 
Renzi e Mattarella

Tutti gli altri soggetti (cioè Stati, imprese, famiglie, pensionati, disoccupati…) permanentemente con l’acqua alla gola, impoveriti, costretti ad obbedire, ad accettare, come condizione per una boccata d’aria o di quantitative easing, dosi ulteriori di quelle medesime riforme.
 
Dosi ulteriori di concentrazione di ricchezza e potenza, di oligarchia tecnocratica irresponsabile e senza partecipazione dal basso, senza controllo democratico. Senza garanzie costituzionali. Era tutto intenzionale. Infatti, nessuno dei meccanismi finanziari che hanno prodotto e mantengono l’apparente crisi è stato rimosso, dopo, visti i danni che faceva, nemmeno la possibilità per le banche di giocare in Borsa coi soldi dei risparmiatori. Anche l’euro si sapeva benissimo che cosa avrebbe prodotto, in base a ripetute esperienze precedenti con il blocco dei cambi tra paesi economicamente dissimili.

Tutto questo non è un incidente, una crisi, un cigno nero, bensì un’operazione di potenziamento e razionalizzazione tecnologica del controllo sociale; non mira banalmente al profitto economico, il quale ormai è un concetto superato da quando la ricchezza si produce con metodi contabili ed elettronici nel gioco di sponda tra banche e governi, che possono creare tanto denaro quanto vogliono. Mira all’ottimizzazione tecnologica e giuridica del dominio sociale. Non è una crisi, e soprattutto non è una crisi economica, signori economisti; sicché affannarsi a proporre ingegnose soluzioni sul piano economico e monetario è incongruo, improduttivo.
 
Non è qualcosa di accidentale, non si sta cercando di uscirne, è un processo guidato verso un obiettivo preciso e già ampiamente conseguito, un processo a cui nessuna forza politica o morale può opporsi efficacemente, dati i rapporti di forza, e l’unica speranza sta nella possibilità che esso sfugga di mano ai suoi strateghi e ingegneri, per la sua stessa complessità e dinamicità.

La fascistoide riforma costituzionale ed elettorale di Renzi – diciamo di Renzi, ma sappiamo che le riforme strutturali in Italia le detta Francoforte, nell’interesse di padroni stranieri, e che da qualche tempo i primi ministri italiani agiscono su suo mandato – è un tassello italiano di questa strategia zootecnica, disegnato per consentire la gestione dell’intero paese attraverso un’unica persona, un unico organo istituzionale, il primo ministro, che assommerà in sé i poteri politici senza contrappesi e controlli indipendenti.
 
I tempi forzati in cui detta riforma deve venire attuata sono verosimilmente in relazione al tempo per cui la situazione italiana può reggere, prima che vengano meno le condizioni esterne molto favorevoli oggi presenti, prima che arrivino pesanti scadenze finanziarie, prima che si dissolva l’impressione popolare di incipiente ripresa e che si renda necessario imporre nuovi e impopolari sacrifici.
 
Renzi e Draghi

Quando ciò avverrà, si scateneranno forti tensioni sociali e si calcola di poterle reprimere e contenere grazie a una riforma costituzionale di tipo autoritario. Renzi non è un dittatore, è solo un esecutore teleguidato, costruito col marketing.
 
Ma sta preparando il posto di comando per il dittatore che verrà dopo di lui. Ecco il perché della fiducia posta dal governo sull’Italicum, una riforma elettorale che andrà in vigore nel 2016, sicché non ci dovrebbe essere fretta ad approvarla; ma in realtà c’è molta fretta, perché proprio nel 2016 finirà il quantitative easing assieme agli effetti benefici della svalutazione dell’euro, e allora il quadro potrebbe saltare, bisogna avere tutto pronto.

Per rispettare questi tempi, e a conferma del fatto che il suo governo come i precedenti rappresenta l’alleanza (asimmetrica) tra gli interessi della casta italiana e quelli del padrone straniero, il governo Renzi deve mantenere l’appoggio degli interessi parassitari legati alla politica e necessari per avere i voti in parlamento, il che spiega perché non ha toccato i centri di spreco e ruberie come le famose società partecipate e non ha proceduto alla spending review, quantunque queste siano vere urgenze.
 
Se l’avesse fatto, la sua maggioranza si sarebbe squagliata subito. Invece il 29 e 30 aprile ben due terzi dai suoi apparenti oppositori interni gli hanno votato la fiducia sulla legge elettorale. Funziona sempre, questa irresistibile attrazione delle poltrone che resteranno a galla quando il paese affonderà
 

venerdì 29 maggio 2015

Primavera colorata in Macedonia

Come annunciato comincia la protesta finanziata dagli Stati Uniti d’America per rovesciare il governo macedone, reo di permettere il passaggio del gasdotto che dalla Grecia porterà alla Serbia il gas russo, sostituendo il south stream che vedeva un ruolo primario dell’Italia e che è stato abbandonato dai servi USA della nostrana governance politica.  Comincia ad emergere con grande fatica ciò che avviene in quella sperduta regione.
 
mace-MMAP-md
 
In pochi –annota Alessia Lai-,  hanno riportato i recenti incidenti nei quali si sono registrati 22 morti, 8 poliziotti e 14 terroristi, in seguito a una lunga operazione delle forze dell’ordine macedoni a Kumanovo, area di etnia albanese (il 25 percento della popolazione della Macedonia) nel nord del Paese.

Il tema caldo da considerare sullo sfondo è la questione energetica. Inutile negare che la partita giocata in Ucraina aveva alle spalle il gravoso problema del gas che dalla Russia ogni giorno arriva in Europa.
 
Ebbene, solo qualche mese fa Putin ha dovuto rinunciare al South Stream, un gasdotto che doveva attraversare il Mar Nero, la Bulgaria, altri paesi balcanici per arrivare fino all’Ue. Dopo lo stop alla pipeline da parte della Bulgaria, il presidente russo ha cambiato strategia, stringendo un accordo con la Turchia per un gasdotto che attraversi i territori di Ankara.
 
Il progetto del Balkan Stream (Turkish Stream) prevede che il gas dopo aver lasciato la Turchia passi per la Grecia, la Macedonia e arrivi infine in Austria. Aggirando così la Bulgaria.

I ripetuti contatti tra Putin e Tsipras hanno aperto le porte di Atene al Balkan Stream, spaventando l’Europa e, soprattutto, gli Stati Uniti. Anche la Macedonia ha detto sì al progetto, e già la società russa “Stroytransgaz” sta costruendo un gasdotto in territorio macedone che potrebbe esser poi collegato al Turkish Stream.
 
Tutti i ministri e capi di Stato dei paesi balcani sono preoccupati della crisi macedone. “Per la prima volta sono un pò preoccupato”, ha detto il ministro degli Esteri serbo, Aleksandar Vucic. I timori sono giustificati, viste le recenti guerre combattute in quei territori, insanguinate da rivalità etniche e religiose.

Eppure, dietro la rivolta di Skopje, non è possibile escludere che ci sia anche una partita più grande.
 
Che lega con i tubi del gas la Russia, l’Europa e gli Stati Uniti.
 
Quale il crimine del governo macedone?
 
Aver accettato il progetto russo del gasdotto Turkish stream che, bypassando l’Ucraina porterebbe preziosa fonte energetica, attraverso la Macedonia e la Serbia in Ungheria il che costituirebbe un grande guadagno per l’Europa ma non per la UE che è antagonista ormai (non ci dovrebbero esserci dei dubbi in merito) ai popoli dell’Europa.

Non solo.  Il governo macedone, con il benestare della Serbia, ha approvato che la “Via della Seta” cinese potesse collegarsi tramite ferrovia a Budapest, attraverso Macedonia e Serbia a partire dal porto di Atene .
 
Gli ultimi scontri di frontiera tra miliziani Kosovari e polizia macedone rientrano nella strategia Usa/Nato/UE di destabilizzare la Macedonia facendo leva sugli albanesi ivi presenti sul territorio e sul “presunto” deficit di democrazia che come si sa risulta insopportabile per Nato e soci.
 
Con un copione che sembra molto simile agli interventi tipici degli States di esportazione della democrazia, si vuole rovesciare il governo legittimo della Macedonia per iniziare il progetto di annessione dei Balcani che potrebbe comprendere, oltre la Serbia , anche la stessa riottosa Grecia qualora non si ravvedesse delle sue ultime bizzarre proposte di politica monetaria.

Ogni volta che nel quadro geopolitico europeo, si muove qualcosa o qualcuno contrario alle mire economiche degli USA e dell’UE, magicamente i media portano alla ribalta questioni che creano reazioni negative nell’opinione pubblica. Lo spettro della corruzione, della mancanza di libertà, legittimano le potenze occidentali con a capo l’America a intervenire.
 
Conosciamo fin troppo bene quali sono gli interessi dell’Occidente. Contrastare con tutti i mezzi, l’avanzata della Russia, usando i temi legati alla democrazia. Gli interventi dei media, addirittura paragonano la questione della Macedonia, all’Ucraina, facendo dei parallelismi pericolosissimi:  “è l’altra Ucraina –commenta il giornale-.
 
Per tanti motivi fa meno notizia, tra cui il fatto che conta soli due milioni di abitanti. Ma in Macedonia in questi giorni stanno avvenendo rivolte che ricordano molto quelle di piazza Maidan a Kiev, anche se i protagonisti sembrano essere invertiti”.
 
Creare paragoni dolorosi, intrisi di sangue, per giustificare l’intervento armato e la ribellione, è servilismo puro per conto di quanti, invece di cercare il bene del popolo, proteggono soltanto i propri interessi. Addirittura, viene “giustificata la manifestazione di Skopie “cui hanno partecipato circa 20.000 persone e che chiedeva le dimissioni del premier Nikola Gruevski.
 
Il capo dell’esecutivo macedone è accusato di corruzione ed è considerato il responsabile di uno scandalo intercettazioni a carico di 20.000 persone, ascoltate illegalmente dai servizi segreti locali”.
 
E’ arrivato il momento di porre fine a tanta ipocrisia. Non si può giocare con la vita della gente. Ogni stato, in democrazia ha diritto di stabilire la sua politica.
 
Altrimenti cadiamo nella dittatura, che con il passare del tempo produrrà sempre di più morte e distruzione.
 

giovedì 28 maggio 2015

I Cerchi nel Grano di Arecibo e Stonehenge

I cerchi nel grano portano sempre con loro un grande mistero e perciò l’interesse di numerosi studiosi. Il caso del messaggio di Arecibo e quello di Stonehenge sono quelli di cui maggiormente si parla: quale mistero si nasconde dietro tali realizzazioni?

I CERCHI NEL GRANO

L’esistenza degli alieni è uno dei più grandi interrogativi che la specie umana ha sempre cercato di risolvere. Le maggiori manifestazioni della loro esistenza, nelle quali si incentrano particolarmente le indagini degli studiosi in materia, sono i disegni che talvolta appaiono nei campi in una zona o nell’altra del mondo, i cosiddetti cerchi nel grano.

Questi disegni, avvistati un numero enorme di volte nel corso della storia, vengono realizzati con una precisione impeccabile e con un metodo ancora sconosciuto. Il grano non viene spezzato, ma piegato con micro onde che consentono alla pianta di crescere nonostante la posizione non consona. Inoltre è dimostrato che le piante subiscono una variazione genetica, spiegabile solo con una forte esposizione ad una grande fonte energetica.

In questo articolo vi parleremo dei 2 casi più misteriosi riguardanti le apparizioni di questi disegni, le quali hanno creato un enorme scalpore in tutto il mondo e delle quali ancora oggi si parla!

IL MISTERO DEL MESSAGGIO DI ARECIBO

Nel 1974 dal telescopio di Arecibo, situato nell’isola di Porto Rico, venne inviato nello spazio un segnale a impulsi in codice binario nel quale erano contenute alcune informazioni riguardanti il nostro pianeta, e più precisamente: il disegno stilizzato del corpo umano, le informazioni base della nostra anatomia, il luogo in cui è situato il nostro pianeta, la base del nostro DNA, gli elementi chimici che compongono maggiormente la Terra e il numero della nostra popolazione.

L’obiettivo era quello di trovare una specie evoluta in grado di recepire il messaggio e inviarci una risposta. Nell’agosto del 2001, clamorosamente, la risposta arrivò! Il messaggio venne inviato sotto forma di disegno nel grano nell’Hampshire, Regno Unito, il quale rappresentava una griglia simile a quella inviata dalla Terra ma con alcune differenze importanti: la testa del corpo umano stilizzato era più grande, lo schema del Dna risultava simile al nostro ma non uguale, il numero della popolazione era 21 miliardi e non 7 come la nostra, ed inoltre in fondo al disegno è riportato in codice binario l’esatto diametro del radiotelescopio di Arecibo. Se è stato un umano a realizzarlo, ci sapeva davvero fare!

Un cerchio simile non è mai stato rinvenuto nella storia, molti lo classificano come il più stupefacente mai ritrovato. Potrebbe essere che le differenze rappresentino le caratteristiche della specie sconosciuta che ha risposto?

STONEHENGE

Il luogo prediletto dagli alieni, o dagli abilissimi disegnatori umani (come volete voi), per realizzare i cerchi nel grano è senza dubbio la Gran Bretagna, e specialmente la zona circostante il sito neolitico Stonehenge, nello Wiltshire. Attorno ad esso sono apparsi circa il 90% di tutti i cerchi ritrovati in Inghilterra.

Ma perchè proprio Stonehenge? Già l’origine del monumento porta con se un mistero: alcuni sostengono che sia stato il leggendario mago Merlino a costruirlo, altri invece attribuiscono proprio agli alieni la presenza dei monoliti. Dopodiché, Il fatto potrebbe spiegarsi per un motivo: il monumento è situato in un’area in cui ci sono allineamenti speciali e forti energie naturali, inoltre nelle pietre di Stonehenge è presente una grande quantità di quarzo, forte canalizzatore di energia. Si sostiene che queste energie siano il motivo per cui i realizzatori di tali disegni siano attratti da tale zona.

I cerchi nel grano pongono un grande interrogativo riguardo l’esistenza o meno degli alieni. Non vi è la certezza di una realizzazione extraterrestre, ma talvolta la loro perfetta geometria e i significati che potrebbero nascondere innalzano un grandissimo mistero. Molti sono i casi in cui i disegni si rivelano essere delle bufale, ma altrettanti sono i casi in cui il nostro giudizio (se negativo riguardo la loro presenza) viene messo in dubbio!

mercoledì 27 maggio 2015

Scie bianche nei nostri cieli. Solo vapore acqueo?

Le prime testimonianze della presenza di strane scie bianche nel cielo risalgono al 1996 in seguito alla segnalazione di alcuni cittadini americani. Questo non significa che il fenomeno sia iniziato precisamente in quell’anno: molto probabilmente la sperimentazione ha avuto inizio diversi anni prima ma in maniera non troppo evidente. Successivamente, con l’intensificarsi della quantità delle scie anomale, alcune persone hanno iniziato ad accorgersi dello strano fenomeno e a documentarlo. 


Le prime foto che testimoniano la presenza di strane scie nel cielo sono state scattate a Las Vegas il 10 gennaio 1996, seguite da diverse segnalazioni provenienti da altre città statunitensi. Successivamente, anche altri Paesi hanno iniziato a segnalare la presenza di queste scie nei loro cieli: Canada, Nuova Zelanda, Australia, Messico, Haiti, Porto Rico, Cambogia, Bahamas, Sud Africa, Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Scozia e Italia. Singolare è il caso della Croazia che ha visto queste scie per la prima volta il giorno successivo alla domanda formale di adesione alla Nato.

Le scie segnalate, molto diverse dalle scie di condensazione, si incrociavano tra loro a forma di “X” o “#” creando nel cielo veri e propri reticolati e rimanevano sospese nell’aria per ore e ore espandendosi a dismisura e senza dissolversi completamente. Secondo queste prime testimonianze, le scie anomale erano il risultato del passaggio di aerei bianchi e senza insegna, avvistati anche in spazi aerei non adibiti al traffico civile.

La prima protesta ufficiale contro questo fenomeno è arrivata dal Canada nel 1998 quando, in seguito ad una notevole presenza di scie anomale sopra la cittadina di Espanola, gli abitanti incominciarono ad accusare problemi di salute come: letargia, forti dolori alle giunture, perdita di memoria a breve termine, disturbi alle vie respiratorie, sintomi da depressione e sintomi simili a quelli influenzali. 

Le lamentele furono ignorate dal Governo dell’Ontario e così alcuni cittadini, prelevarono campioni di acqua e neve dalla propria terra e commissionarono analisi di laboratorio a proprio carico. Dall’esame dei campioni prelevati risultò che essi contenevano una quantità di particolato di alluminio venti volte superiore al limite indicato per l’acqua potabile. 

Con le analisi di laboratorio alla mano, si ricorse quindi ad una petizione presentata al Parlamento del Governo Canadese ad Ottawa, nella quale i cittadini chiedevano chiarimenti sulla natura del fenomeno e soprattutto esigevano che cessassero le irrorazioni chimiche sopra di loro. Dopo 45 giorni il Governo canadese rispose di non essere coinvolto in tali operazioni e che l’aviazione militare non aveva concesso permessi ad altri paesi di sorvolare il territorio Canadese a tale fine.

Sempre in Canada, ad Edmonton (in Alberta), dopo la comparsa di numerose scie bianche cominciarono a morire le piante di una vasta area che in breve tempo divenne arida. Ad un’analisi chimica del terreno, risultò che la sua conduttività era sette volte superiore alla norma e questo a causa della percentuale altissima di bario e alluminio. In altre zone saturate dalle scie, fra le sostanze rinvenute si riscontrano oltre ad alluminio e bario anche titanio, bromuro e batteri.

Di fronte alle insistenti pressioni di numerosi cittadini americani allarmati da queste anomalie nel cielo e dai risultati delle analisi di laboratorio effettuate, le autorità americane interpellate (EPA, NASA, FAA, NOAA) affermano tutt’oggi, senza portare prove concrete, che non vi è alcunché di anomalo in queste singolari scie e che si tratta di semplici scie di condensazione formate da vapore acqueo.

Nel 2001, però, lo stesso governo americano parla di “chemtrails” in un documento ufficiale. Viene presentata una proposta di legge [HR 2779] per chiedere il bando delle armi nello spazio, firmata dal democratico Dennis J. Kucinich, e sottoposta all’esame di tre commissioni (scientifica, esercito, relazioni internazionali) della House of the Representatives degli USA (l’equivalente della nostra Camera dei Deputati): lo Space Preservation Act .

In questo testo, e per la prima volta in un documento ufficiale, appare il termine chemtrails. Esse vengono definite come una tipologia di arma e vengono menzionate nella sezione “armi esotiche” insieme ad altri voci quali: armi al plasma, elettromagnetiche, soniche, ultrasoniche, psicotroniche, sistemi ULF (ultra low frequency) ad alta quota, sistemi di armi laser, armi biologiche e ambientali.

Lo Space Preservation Act 2001 non viene approvato. L’anno successivo viene approvato lo Space Preservaction Act 2002: il capitolo riguardante le “armi esotiche”, e quindi la voce sulle chemtrails, non compare.

In Italia si inizia a parlare del fenomeno chemtrails grazie alla rivista Nexus. Le prime testimonianze arrivano nel 1999 dalla provincia di Rovigo e dal padovano ma col passare del tempo si è iniziato ad osservare scie chimiche da ogni parte della penisola. La loro presenza nei nostri cieli è stata particolarmente intensa nel 2003, anno in cui si è registrata una grande siccità e un’estate particolarmente calda.

Verso la fine del 2006 si è assistito ad una massiccia irrorazione mai vista prima: per settimane, senza nemmeno un giorno di sosta, scie chimiche e passaggi di aerei a centinaia e centinaia, con un impressionante intensità in alcuni giorni.

I primi cinque mesi del 2007 si sono stati caratterizzati dalla presenza quasi giornaliera delle scie chimiche nel cielo. In alcuni giorni la loro presenza è stata particolarmente “discreta”: alte, non particolarmente lunghe, poco persistenti, in spazi aerei “abituali”. In altri giorni, invece, il loro utilizzo è stato spudoratamente evidente: basse, lunghe da orizzonte a orizzonte, persistenti nell’aria per molte ore, in spazi aerei del tutto inusuali. 

Un esempio eclatante è stato ciò che è avvenuto il 22 gennaio 2007. Da tutta Italia sono state pervenute segnalazioni di un abnorme numero di scie chimiche visibili anche in spazi aerei dove di solito non passano aerei di alcun tipo. Sono stati fotografati veri e propri reticolati di scie chimiche e si sono contati un numero incredibile di aerei: 5-6 al minuto. Difficilmente un tale via vai può essere riconducibile al normale traffico aereo civile, soprattutto se questo avviene in alcuni giorni si e in altri no. Anche l’ipotesi di un’operazione militare in corso è poco credibile, in quanto è inverosimile che gli aerei militari effettuino delle esercitazione sopra i centri abitati.

Una situazione simile si è verificata il 7 e l’8 maggio 2007, giorni in cui si è assistito a livello internazionale ad una massiccia irrorazione. Sono pervenute segnalazioni da tutto il centro-nord d’Italia, da molto altri stati europei, dal Canada e dagli Stati Uniti. Come si spiegano tutte queste scie concentrate in questi due giorni? Condizioni favorevoli alla formazione di scie di condensazione in mezzo mondo per circa 48 ore continue? E se anche fosse… come si spiega questo intenso traffico aereo concentrato in questi due giorni?

Durante i mesi estivi sono state avvistate corte e di breve durata negli stessi spazi aerei dove i primi mesi dell’anno erano lunghe e persistenti.

All’interno degli stessi spazi aerei dove i primi mesi dell’anno erano tante, basse, lunghe e persistenti, durante i mesi estivi ne sono state avvistate poche, alte, corte e di breve durata. Se è vero l’alto numero di scie che vediamo è dovuto all’incremento del traffico aereo non si spiega come mai proprio nel periodo estivo, periodo nel quale le compagnie aeree mettono a disposizione più voli, si sono viste così poche scie (e aerei).

Il problema delle scie chimiche quindi riguarda l’Italia e non è recente. Nel corso degli anni ci sono state diverse interrogazioni parlamentari, esposti e denunce per chiedere alle autorità dei chiarimenti. Risposte serie ottenute? Nessuna.

Come mai questa ritrosia nel parlare di un fenomeno che riguarda tutti?


Composizione ed effetti

Perché tutta questa preoccupazione per le scie chimiche? Il fatto che possano contenere sostanze chimiche nocive è senza dubbio un buon motivo.

Ricercatori, scienziati e singoli cittadini hanno effettuato delle analisi chimiche del terreno, polveri e acqua nelle zone sottostanti spazi aerei irrorati con le scie chimiche. Le analisi più accreditate a livello mondiale accertano la presenza e l’alta concentrazione di sostanze chimiche quali sali di bario, ossido di alluminio, calcio, potassio, magnesio, torio, quarzo.

Le prime analisi sono state effettuate nel 1998 in Canada. Gli abitanti di Espanola cominciarono ad accusare problemi di salute come: letargia, forti dolori alle giunture, perdita di memoria a breve termine, disturbi alle vie respiratorie, sintomi da depressione o simili a quelli influenzali. Dalle analisi chimiche di campioni di acqua e neve risultò una quantità di particolato di alluminio 20 volte superiore al limite indicato per l’acqua potabile. In seguito ad analisi effettuate ad Edmonton, risultò che la conduttività del campione di terra analizzato era 7 volte superiore alla norma e questo a causa della percentuale altissima di bario e alluminio.

Fra le sostanze rinvenute in diverse zone saturate dalle scie, si riscontrano oltre ad alluminio e bario anche titanio, bromuro e batteri che normalmente vivono negli alti strati dell’atmosfera e che inglobati da questi aerosol chimici sono trasportati a terra, con inimmaginabili conseguenze sulla salute dell’uomo.

I primi a risentirne gli effetti sono gli anziani, i giovani e le persone indebolite da malattia o in cattive condizioni fisiche. I sintomi più ricorrenti riportati dagli abitanti in zone largamente irrorate: tosse secca persistente, malessere respiratorio e intestinale, polmonite, affaticamento, letargia, capogiro, disorientamento, forte emicrania, dolori muscolari e alle giunture, epistassi, diarrea, feci sanguinolente, depressione, ansietà, incontinenza e tic nervosi.

Le conseguenze sulla salute umana possono raggiungere livelli drammatici: aumento vertiginoso di tumori e leucemie di vario tipo, incremento del numero e della gravità di affezioni all’apparato respiratorio specialmente sui bambini, infiammazioni ai muscoli e alle giunzioni muscolari, contaminazione da funghi e batteri sconosciuti, inquinamento ambientale balzato alle stelle. Tutte concause che negli ultimi anni hanno provocato la morte di milioni di persone in tutto il mondo. Altri elementi quali torio radioattivo, carbone, fibre sintetiche, sangue essiccato, virus e batteri sintetizzati in laboratorio, tutti sotto forma di nanoparticelle, possono venire ingeriti e assimilati dal nostro organismo, non predisposto a filtrare materiali di così piccole proporzioni.


Limitazione della sovranità nazionale

Alla prima denuncia ufficiale contro le chemtrails, il governo canadese rispose ai suoi cittadini di non essere coinvolto in operazioni atte a disseminare nel cielo canadese sostanze chimiche e di non aver autorizzato altri Paesi a farlo.

Probabilmente anche l’Italia non ha concesso ad altri Paesi il permesso di sorvolare i nostri spazi aerei per scopi non ben specificati e di cospargere sostanze chimiche nell’aria che respiriamo, ma ciò potrebbe avvenire anche senza autorizzazione ufficiale poiché:

- aerei militari non italiani (USA\Nato) hanno la libertà di sorvolare i nostri cieli senza dare spiegazione alcuna allo Stato italiano;

- non esiste una legge adeguata relativa allo spargimento di sostanze chimiche nello spazio aereo italiano.

Nel gennaio 2006, l’Onorevole Di Pietro partecipa ad una trasmissione televisiva. Uno spettatore, amico di sciechimiche.org, telefona in studio per chiedere come mai ogni giorno assistiamo al continuo passaggio di aerei militari che rilasciano scie chimiche con metalli pesanti e bario. L’On. Di Pietro non si esprime sulle scie chimiche ma fa un’affermazione importante riguardo la limitazione di sovranità nazionale:

“In riferimento agli aerei è un problema complesso. I nostri spazi aerei, i nostri siti marini e terrestri, ancora oggi sono occupati da realtà militari non italiani.”

“Non è possibile che altri decidano per noi, è una limitazione di sovranità. Dopodichè noi dovremo assumerci le nostre responsabilità.”

Secondo l’On. Di Pietro, è accettabile il fatto che una determinata nazione abbia sul territorio mondiale luoghi di ammassamento, occultamento e detenzione, ma non è altrettanto ammissibile che certe operazioni avvengano senza il coinvolgimento delle nazioni “ospitanti”, senza nemmeno metterle al corrente.

Questa realtà è confermata da alcuni episodi nei quali aerei militari americani sono stati al centro di polemiche e di incidenti più o meno gravi. Nella sezione “Documentazione” sono state raccolti i verbali di alcune sedute parlamentari su questo tema.

Secondo molte testimonianze (anche di piloti), gli aerei militari coinvolti sarebbero tankers (aerei cisterna) privi di segni identificativi che volano sotto codice Alfa (codice secretato). Altri testimoni affermano che nelle irrorazioni siano coinvolte anche alcune compagnie aeree ad uso civile e si suppone che in questi casi la composizione chimica delle scie sia differente come è differente il loro aspetto. Mesi fa, l‘Indipendent ha pubblicato la notizia che piloti di aerei civili sono colti da malori a causa di alcune sostanze fuoriuscite dai motori e penetrate all’interno della cabina di pilotaggio. Manifestando perdite cognitive e di memoria sono stati incapaci di ricordare le istruzioni vitale delle torri di controllo e quindi di pilotare in completa sicurezza.

Gli aerei di linea devono seguire delle procedure di sicurezza soprattutto per quanto riguarda distanza e quota e non possono sorvolare spazi aerei militari. La maggior parte degli aerei che rilasciano scie chimiche osservati, invece, volano a distanze ravvicinate, spesso si incrociano, percorrono spazi aerei non consentiti al traffico di linea, effettuano delle “inversioni a U” oppure formano dei cerchi nel cielo, volano a quote basse, in alcuni giorni sono più numerosi del solito e spesso volano da orizzonte a orizzonte.

Immaginiamo di osservare un aereo che decolla a Milano per atterrare a Londra. Se lo vediamo volare basso e man mano alzarsi in cielo, ci aspetteremo di vederlo andare sempre più in alto fino a scomparire tra le nuvole. Molti arerei con scia lunga a seguito, invece, una volta che si alzano in cielo ridiscendono percorrendo un tragitto “curvo” che va da orizzonte a orizzonte.

I motori degli aerei a getto raggiungono la massima efficienza a quote superiori agli 8000 metri. Com’è possibile che aerei civili volino così frequentemente a quote economicamente poco vantaggiose? Può succedere, inoltre, che un aereo civile voli all’infuori delle aerovie o faccia un’inversione di direzione. Questo però si può verificare in casi eccezionali e per motivi di urgenza e non così spesso come capita di vedere. Tutte queste considerazioni lasciano supporre che nella maggior parte dei casi non si tratta affatto di aerei ad uso civile o commerciale ma di aerei militari.

In conclusione, sappiamo che aerei militari non italiani volano nei nostri cieli ma non possiamo sapere che cosa fanno. E’ possibile che spruzzino qualche sostanza sopra le nostre teste? Questo non ci è dato saperlo.


Tipi di scie chimiche

Dal punto di vista della Fisica, abbiamo visto che queste scie non sono scie di condensazione e che molte di esse non sono generate da aerei civili. Le scie chimiche vengono irrorare ormai quasi ogni giorno e non sempre rispettando le stesse modalità.

In molti giorni le possiamo scorgere alte nel cielo, non particolarmente lunghe e non particolarmente persistenti. Se ci fermassimo un’ora intera ad osservare il cielo potremmo contare decine e decine di scie chimiche di questo tipo. Sono talmente alte che è quasi impossibile vedere l’aereo che le genera più grande di un puntino. Se poi andassimo a controllare le carte aeronautiche noteremmo che i tragitti di quegli aerei non corrispondono ai tragitti degli aerei di linea.

sciechimiche17

Altre volte, invece, possiamo vedere delle scie chimiche più basse e più persistenti. A occhio nudo non possiamo calcolare perfettamente la loro quota, ma dal momento che riusciamo a vedere chiaramente l’aereo che le genera possiamo facilmente presumere che si trovino a quote più basse rispetto le altre scie. Come si può valutare a quale altezza si trova un aereo osservandolo ad occhio nudo?

sciechimiche18

Immaginiamo di avere di fronte a noi una persona alta 150 cm e un’altra alta 190 cm. Probabilmente non riusciamo a quantificare ad occhio nudo la loro altezza esatta ma senza alcun dubbio siamo in grado di sapere quale delle due persone è più alta e quale è più bassa. Allo stesso modo, se due persone della stessa altezza (o che differiscono di pochi cm) si trovano una a 10 metri da noi e l’altra a 20 metri, probabilmente non sappiamo valutare con precisione a quale distanza esse si trovano, ma con assoluta certezza siamo in grado di affermare quale delle due è la più vicina e quale la più lontana. Gli aerei di linea e i tanker che irrorano scie chimiche hanno all’incirca le stesse dimensioni. 

Tra i vari modelli può esserci una differenza nelle dimensioni di pochi metri. Osservando dal suolo un aereo che vola a quota di crociera (8000 m), questo ci appare come un puntino nel cielo. Osservando un secondo aereo, che vola alla stessa quota ma che è più grande o più piccolo di pochi metri rispetto il primo, ci appare sempre come un puntino nel cielo.

Quando osserviamo un aereo e ad occhio nudo riusciamo a distinguere alcuni particolari come la forma delle ali e il numero di motori, a meno che la nostra vista non sia equiparabile alla vista di Superman, i casi sono due: o quell’aereo è molto più grande rispetto all’aereo che vediamo come un puntino, oppure è molto più vicino. La prima opzione appare abbastanza inverosimile dal momento che si sta parlando di velivoli che differiscono di poco nelle dimensioni, la seconda opzione invece scaturisce alcuni dubbi:

- com’è possibile che un aereo di linea voli così basso? In termini economici, mantenere una quota così bassa non è affatto conveniente;

- dal momento che ad una quota così bassa, la scia dell’aereo in questione non può essere una scia di condensazione… che cos’è? Cosa contiene?

sciechimiche19

Le scie di questo tipo oltre ad essere basse sono molto persistenti (permangono nell’aria per ore intere) e spesso lunghe da orizzonte a orizzonte. Nel tempo tendono ad allargarsi fino a formare un sottile strato biancastro che limita la luminosità del sole.

Nei casi peggiori, possiamo assistere ad un esorbitante numero di questa tipologia di scie chimiche rigare il cielo, formare degli incroci a forma di X o di *, formare dei veri e propri reticolati (#). Sembra che in determinati giorni il traffico aereo aumenti a dismisura. Nel cielo si vedono aerei che seguono tragitti che solitamente non percorrono.

sciechimiche20

Chi conosce il fenomeno delle scie chimiche da anni ha osservato nel tempo diversi fenomeni (tutti raccolti nella sezione “Fotogallery”) come ad esempio:

- Scie a forma di “fusillo”.

sciechimiche21

Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che del vapore acqueo si dissolve in maniera così disomogenea?

- Scie vicine tra loro ma diverse nella forma e\o nella lunghezza.

sciechimiche22

Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che due scie che si trovano alla stessa quota e quindi nelle condizioni atmosferiche siano una lunga e persistente e l’altra corta e di veloce dissolvenza? Com’è possibile, inoltre, che un aereo che non rilascia scia si trova in prossimità di una scia di condensazione, ovvero in condizioni favorevoli alla formazione di scie di condensazione?

sciechimiche29

- Aerei bimotore che producono due scie differenti tra loro, differenze visibile anche ad occhio nudo.

sciechimiche23

Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che un aereo rilasci due scie differenti? Alcuni scettici sostengono che la differenza tra, secondo loro, le scie di condensazione sia dovuta alla differenza delle caratteristiche fisiche dell’aria. Ma com’è possibile che due masse d’aria aventi caratteristiche diverse abbiano un confine così preciso preciso? E com’è possibile che degli aerei riescano a sorvolare così frequentemente proprio questo improbabile netto confine tra due masse d’aria con caratteristiche diverse?

Inoltre, quando la scia di uno dei due motori inizia ad espandersi, ingloba la scia di consistenza diversa. In questo modo si vede chiaramente che la scia più fibrosa ha al suo interno una scia di consistenza nettamente diversa.

sciechimiche24

Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che all’interno di una scia di condensazione si possa vedere visibilmente un’altra scia sempre di condensazione se esse sono entrambe costituite da vapore acqueo?

- Scie a “trattini” o interrotte.

sciechimiche25

Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che delle scie di condensazione si formino in determinati tratti e in altri no? I valori di umidità relativa e di temperatura non cambiano da un metro all’altro e quindi è impossibile che un aereo attraversi un’area nella quale sono presenti una o più bolle d’aria con caratteristiche fisiche diverse. D’altra parte, se le lunghe scie visibili dal satellite sono spiegate come “scie di condensazione persistenti dovute alla presenza di elevata umidità relativa”. Ciò significherebbe che i valori dei parametri atmosferici possono essere costanti per centinaia di chilometri ma allo stesso tempo differenti a distanza di pochi metri?

- Scie lunghe a quote inferiori di scie corte; due aerei alla stessa quota: uno con scia e l’altro no; aerei con scie a quote inferiori o alla stessa quota di aerei senza scia. 

sciechimiche26

Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che si formino due scie di diversa lunghezza da due aerei che viaggiano alla stessa quota? E se i due aerei volano a quote differenti, com’è possibile che tali condizioni siano presenti alla quota minore? Una quota più bassa rispetto un’altra significa che si è in presenza di una temperatura più alta e di conseguenza in una situazione meno favorevole alla formazione di scie di condensazione.

E ancora…

- Scie circolari

sciechimiche27

- Scie a “medusa” (alcune visibili anche ad occhio nudo)

sciechimiche28

Aerei implicati

Numerosi testimoni hanno riportato di aver visto scie chimiche irrorate da aerei bianchi senza livree identificative.

Aerei simili a questo:

rai01
- Immagine riportata da Rainews24 -

Oppure lo stesso modello di aerei utilizzati dall’Aeronautica Militare Italiana:

kc135
- KC135 -

Ma con qualche differenza:

aereibianchi02
- Kc135 fotografato in Italia -

Nel 2003 il S.U.L.T.A. (Sindacato Unitario Lavoratori Trasporto Aereo) fece una denuncia presso la Procura di Civitavecchia nella quale si sottolineava un anomalo traffico di aerei senza insegna. Altri aerei completamente bianchi sono stati visti nell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino.

aereibianchi01
- In Italia come all’estero. Aerei bianchi e senza insegna nell’aeroporto di Colonia/Bonn -

Non sono pervenute risposte ufficiali riguardo la presenza di questi aerei sul nostro territorio e nei nostri cieli.

Gli aerei osservati sono stati identificati come tanker militari. Si tratta di aerei che strutturalmente e nelle dimensioni sono identici ad un classico aereo di linea, ma al loro interno non hanno sedili ma delle cisterne o serbatoi che servono a contenere carburante per rifornire in volo altri tipi di aerei tipo caccia militari o bombardieri che non avendo una lunga autonomia di volo devono per missioni di guerra lontane dalla base di decollo oppure per voli di lunga durata devono rifornirsi senza atterrare in un aeroporto allora fanno il pieno in volo.

Questo tipo di aerei possono nascere già per questo scopo ed escono dalle stesse linee di produzione dei “fratelli” di linea, oppure possono diventarlo dopo un’apposita trasformazione, si modificano ex aerei di linea che magari sono vecchi per il trasporto di persone ma ancora validi per volare. Una delle ditte specializzate in queste trasformazioni è italiana.


Gli aerei implicati nelle operazioni di areosoldi Tom Bosco – Nexus Italia

Le prime segnalazioni del fenomeno indicavano invariabilmente la presenza di grossi velivoli bianchi senza contrassegni, identificati per lo più come tanker militari del tipo KC-135 e KC-10, ma anche aerei di altro tipo (MD-80, Boeing 757, etc.).

kc10

kc135_image3

Le iniziali spiegazioni delle autorità furono che probabilmente il fenomeno osservato concerneva la manovra di scarico del carburante da parte di questi velivoli, ma per svariate ragioni le cose non potevano assolutamente stare in questi termini.

Erogatore aereo

Sia quel che sia, i testimoni da terra hanno potuto osservare e fotografare gli aerei impiegati in queste operazioni, mentre rilasciavano scie spesse e persistenti visibilmente emesse lungo l’intero bordo di uscita delle semiali, elemento indicante la presenza di ugelli o di altri meccanismi di emissione.
Si presume che vengano adoperate diverse varietà di aerosol e modalità di diffusione a seconda degli scopi della “missione”. Quanto sopra è suggerito dal fatto che, malgrado questo genere di operazioni vengano condotte principalmente da velivoli militari, di recente sono stati osservati e fotografati anche aerei apparentemente di linea.

aereo_spruzzatore_areosol

La foto centrale di questa pagina mostra la sonda del carburante di un tanker militare adibito al rifornimento in volo di caccia e bombardieri, modificata rimuovendoil classico “canestro” e sostituendolo con un dispositivo che sembra proprio uno spruzzatore di qualche tipo.

Unita alle evidenze sopra citate, costituisce una prova schiacciante del fatto che i nostri cieli sono percorsi da numerosi velivoli appositamente adibiti al rilascio nell’ambiente di composti chimici la cui natura è ufficialmente sconosciuta.

Le implicazioni economiche e politiche di queste attività, poi, sono sconcertanti: chi può permettersi di finanziare una consistente flotta di velivoli e mantenerla in attività con relativi piloti, tecnici, installazioni logistiche per il rifornimento, la pianificazione e la manutenzione?

E di quale livello di conoscenza dispongono governi e autorità di quei numerosi paesi il cui spazio aereo viene costantemente attraversato da questi voli? Esistono accordi militari o di altro tipo?

Per quale motivo la cittadinanza viene tenuta all’oscuro o, peggio, depistata e disinformata su questioni di tale rilevanza? A qualche livello, con tutta probabilità militare, le autorità sono senz’altro a conoscenza di quanto sta accadendo, ma per qualche motivo i cittadini non nevengono informati. Tuttavia, i tempi sono maturi per un aperto dibattito pubblico su questo delicato argomento e sulle sue implicazioni, le cui conseguenze riguardano tutti noi.


Ufficialmente non esistono

Ufficialmente, le scie chimiche non esistono, in quanto nessuna istituzione o governo ha mai ammesso la loro esistenza. Come è stato detto nelle sezioni precedenti, però, esistono dei documenti ufficiali nei quali vengono menzionate.

Non ci sono quindi, documenti ufficiali sui quali poter leggere:

“Le scie chimiche sono quelle scie bianche lunghe e persistenti che vediamo nel cielo, rilasciate da appositi erogatori a bordo degli aeroplani militari e non. Le scie chimiche sono chiamate così perché contengono sostanze chimiche. Esse sono nocive per l’ambiente e per al nostra salute.”

Non esiste un documento ufficiale che spieghi cosa siano.

Non esiste un documento ufficiale che spieghi cosa contengano.

Ma noi disponiamo di una nostra testa e con essa possiamo ragionare anche senza l’ausilio di un documento ufficiale.

Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale per capire che quelle scie che vediamo nel cielo sono evidentemente diverse dalle semplici scie di condensazione: è sufficiente la nostra percezione visiva.

Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che spieghi la differenza tra contrails e chemtrails: è sufficiente assimilare qualche nozione basilare di Fisica.

Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che ci dica che la maggior parte di quegli aerei non sempre vola a normali quote di crociera e che molte di quelle scie si formano in zone riservate agli aerei militari: è sufficiente apprendere due nozioni base di aeronautica.

Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che ci spieghi che quelle scie che vediamo nelle immagini satellitari non sono normali scie di condensazione.

Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che ci dica che le sostanze chimiche irrorate sono nocive per la nostra salute. Tutte le analisi effettuate sono degli importanti indizi che dovrebbero essere sufficienti a far in modo che i governi e le istituzioni si interessino e cerchino di verificare se effettivamente dobbiamo preoccuparci oppure no. Ma questo, come sappiamo, non avviene.

Allo stesso modo, non esiste un documento ufficiale che spieghi il motivo dell’utilizzo delle scie chimiche. Ciò di cui disponiamo sono ipotesi basate su considerazioni di natura tecnico-scientifica, politica ed economica.

Nella sezione “Ipotesi” troverete un approfondimento relativo alle varie ipotesi sull’utilizzo delle scie chimiche, frutto del lavoro di scienziati e ricercatori che studiano il fenomeno da diversi anni.

Chi studia il fenomeno da anni ha ipotizzato quali saranno le future giustificazioni per motivare le scie chimiche. Di tanto in tanto ci giungono notizie sulla strana correlazione delle “scie degli aerei” con il cambiamento climatico in corso….

martedì 26 maggio 2015

La "Buona" Scuola

Da molti anni a questa parte, la scuola è diventata un diplomificio svuotato di ogni sostanza, dove si producono "pappagalli parlanti" che non ragionano e non si chiedono mai il perché delle cose.

È il sistema, bellezza, verrebbe da pensare: e in effetti è davvero così, dato che tutte le riforme della scuola, almeno negli ultimi 25 anni, hanno solo tentato di avvicinare la formazione a un sistema economico del tutto malato come quello attuale, svilendo sempre di più le personalità degli alunni, degli insegnanti e non producendo neanche il collegamento cui si auspicava.

Il risultato oggi è una scuola scollegata da tutto, sia dall'uomo che dall'"economia", che non contempla il reale sviluppo della personalità dell'individuo, che è il compito precipuo di qualunque organizzazione che si faccia chiamare in questo modo.

Non mi stancherò mai di dirlo, ma la scuola dovrebbe formare dei cittadini, e non dei lavoratori inseriti in un sistema schiavistico... dove bisogna lavorare sempre di più per del denaro creato dal nulla!

L'obiettivo però è esattamente questo, ovvero annullare le persone, trasformandole in stupidi automi senza cervello: questo non avviene solo con la scuola, anche se - come si può ben capire - essa resta uno degli obiettivi fondamentali, vista la pregnanza.

Una vera scuola, per esempio, dovrebbe insegnare all'individuo a gestire le proprie emozioni, non solo nozioni che dopo qualche giorno verranno dimenticate in quanto scollegate da tutto: materie come educazione civica, sessuale, spiritualità (che non c'entra nulla con le religioni!) così come materie pratiche di vita oltre che di lavoro, dovrebbero essere inserite in tutte le scuole, finanche nelle università, perché l'uomo è corpo, mente ma anche anima.

Oggi abbiamo una scuola che non forma, deforma. La prova è che la maggior parte degli studenti, una volta finito il percorso scolastico, non legge più e non s'informa se non attraverso la tv, dato che non ha mai sviluppato l'ingrediente essenziale di qualsivoglia crescita ed evoluzione umana: la curiosità.

La demonizzazione e la frustrazione degli insegnanti, a mio avviso, non è affatto una coincidenza, anzi li si sfinisce e deconcentra perché potenzialmente pericolosi: oggi, per esempio, abbiamo una scuola di insegnanti malpagati e giudicati fannulloni (la storia che lavorano 18 ore a settimana non regge, perché quelle sono solo le ore di lezione frontale, dietro le quali c’è tutto il lavoro di preparazione delle lezioni, così come le correzioni dei compiti, gli scrutini, i consigli scolastici e via dicendo); ma non solo, gli insegnanti precari (circa 400 mila) vengono licenziati a giugno per essere assunti a settembre, con un contratto senza diritti e tutele che alla fine, semplicemente, sfianca.

E ricordiamoci sempre, comunque, che un insegnante a tempo indeterminato si è laureato, ha fatto un tirocinio di formazione (TFA) e ha anche alle spalle un concorso, insomma si è fatto il mazzo, e un precario è tale solo perché non ha avuto la possibilità di concorrere a tale posizione.

Pochi sanno ma lo svilimento della posizione degli insegnanti avviene anche nelle scuole private: qui non solo ci sono i presidi sceriffi (figura che si vorrebbe creare anche nel pubblico con il ddl "buona scuola" di Matteo Renzi, istituendo una figura che possa perfino assumere e "dividere" il corpo insegnante) ma anche i genitori che "pagano" vogliono avere sempre più voce in capitolo, cosa che produce paura e repressione tra gli stessi insegnanti.

C’è da dire che oggi i genitori finanziano anche la scuola pubblica: qui il semplice contributo della carta igienica (vista la mancanza cronica di soldi propria di un sistema economico che - ripeto - crea il denaro dal nulla e ce lo addebita, facendoci sprofondare in crisi perenni e che ora pretende pure ciò che ci ha "prestato"!) si è trasformata in una vera e propria tassa occulta, con genitori che nelle scuole alberghiere finanziano perfino le ricette e gli ingredienti degli esperimenti culinari degli allievi.

Il problema principale quindi, come al solito, è a monte: se le scuole cadono a pezzi, se non ci sono laboratori e i PC eppure si pretendono gli stage, se piove nelle aule e cadono i calcinacci, e se gli insegnanti precari sono ricattati (o accetti ulteriore svilimento del tuo ruolo o non ti dò il contratto a tempo indeterminato e le varie tutele previste dalla stessa Costituzione!) è solo perché chi ci governa è un maggiordomo dei veri poteri, i quali desiderano ardentemente un manipolo di ignoranti.

Pochi sanno ma nel 1995, a Los Angeles, un braintrust di 500 persone - tra cui Bush senior, Margareth Thatcher e importantissime figure della finanza e aristocrazia internazionale - si riunì sotto l'egida della fondazione Gorbaciov per lavorare a un nuovo modello sociale dove solo l'attuale 20% della popolazione mondiale sarebbe stato importante, mentre il restante 80% sarebbe stato semplicemente "massa eccedente", che doveva essere distratto attraverso quello che all'epoca lo stratega politico Brzezinski definì "tittytainment" (dove tits sta per "tette" mentre la seconda parola - ovviamente - è la contrazione di entertainment, ovvero intrattenimento).

Questa massa, in sostanza, doveva essere intrattenuta col sesso, lo sport e l'infotainment, al fine di non scoraggiare troppo la sua autostima.

So che parliamo di "massimi sistemi", ma niente di quello che si decide nel nostro paese ormai ha natura endogena: l'importante, infatti, è che chi ti presta i soldi abbia tutto il suo tornaconto, economico, sociale e di controllo.

http://www.nexusedizioni.it/it/CT/la-scuola-che-il-sistema-vuole-per-noi-4758

Ti potrebbero interessare anche...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...