All’inizio del suo voluminoso libro contro le eresie san Epifanio (morto nel 403) trascrive una lista impressionante - e, tuttavia, incompleta, come chiarisce egli stesso - di sette temibili che minacciano l'unità della Chiesa:
i Simoniani, i Menandriani, i Saturniniani, i Basilidiani, i Nicolaiti, gli Stratiotici, i Fibioniti, gli Zacchei, i Borboriani, i Barbelioti, i Carpocraziani, i Cerintiani, i Nazorei o Nazareni, i Valentiniani, i Ptolomeani, i Marcosiani, gli Ofiti, i Cainiti, i Sethiani, gli Arcontici, i Cerdoniani, i Marcioniti, gli Appelliani, gli Encratiti, gli Adamiani, i Melchisedechiani.... (e non riproduciamo in modo completo questa numerazione interminabile).
In tutti i Padri della Chiesa che combatterono gli gnostici (gnostikói), falsi cristiani che pretendevano di possedere una conoscenza (gnosi) meravigliosa, troviamo lo stesso quadro: quello di movimenti eretici che si diversificano, ramificandosi all'infinito come funghi velenosi, in innumerevoli sette e sotto-sette.
San Ireneo (vescovo di Lyon a partire dal 177) osserva, riferendosi ai valentiniani, che persino è "impossibile trovarne due o tre che dicano la stessa cosa riguardo lo stesso tema; si contraddicono in modo assoluto, tanto in ciò che si riferisce alle parole come ciò che si riferisce alle cose".
Molti storiografi considerano lo gnosticismo anche come un monumento di fantasie stravaganti, di incoerenze, di strani miti, di fantasmagorie sprovviste di ogni interesse filosofico, e che in definitiva non costituiscono altro che un ramo particolarmente degenerato dell'inquietante sincretismo religioso del primo e secondo secolo della nostra era.
Malgrado il punto di vista dei Padri della Chiesa sia ancora molto esteso, lo gnosticismo acquisisce un carattere completamente distinto negli "occultisti" e "teosofi" contemporanei:
invece di eretici perversi e deliranti, troviamo uomini possessori di iniziazioni prestigiose, iniziati nei misteri orientali, padroni di conoscenze nascoste ignorate dal comune dei mortali e trasmesse segretamente ad un numero limitato di "maestri"; la gnosi è la conoscenza totale, incommensurabilmente superiore alla fede e alla ragione. Lo gnosticismo sarà unito allora alla saggezza primordiale originale, fonte delle diverse religioni particolari.
Lo storiografo delle religioni si mantiene accuratamente lontano dei presupposti dogmatici o razionali: la sua ambizione non è confutare - o provare - lo gnosticismo, bensì studiare l'origine e lo sviluppo delle diverse forme storiche della gnosi.
L'estrema diversità delle speculazioni gnostiche è innegabile: "Sarebbe più esatto parlare di gnosticismi che di gnosticismo".
La stessa diversità esiste nel dominio del culto e dei riti, dove le tendenze più ascetiche si oppongono alle pratiche più innominabili: nei "misteri" nelle iniziazioni degli gnostici si trovano di nuovo i due poli estremi del misticismo.
È facile scoprire, tuttavia, un'innegabile "aria di famiglia" tra i diversi gnosticismi, nonostante le molte divergenze ed opposizioni che essi manifestano.
Qualsiasi fosse il grado di atomizzazione di sette e di scuole (meno smisurato, d'altra parte, di quello che affermano gli eresiologi, che sembrano aver separato artificialmente rami da uno stesso gruppo, e persino gradi di iniziazione successivi), ed anche considerando che nella maggioranza dei casi l'epiteto gnostikói non è usato dagli stessi eretici, non è in nessun modo arbitrario definire gnostiche le idee o i sistemi che presentano le stesse tendenze caratteristiche.
Gli storiografi moderni - andando in questo più lontano degli eresiologi - non hanno dubitato di generalizzare il concetto di gnosi al di fuori dall'ambito del cristianesimo.
Lo studio scientifico dello gnosticismo cristiano ebbe i suoi pionieri: Chifflet, nel XVII secolo; de Beausobre e Mosheim nel XVIII secolo. Ma fu agli inizi del secolo scorso che si sviluppò (lavori di Horn, Neander, Lewald, Baur, ecc.).
L'importante Histoire critique du gnosticisme di Jacques Matter (Parígi, 1828; ripubblicata a Strasburgo nel 1843) costituì per molto tempo un'opera classica.
L'autore definisce la gnosi come "l'introduzione nel seno del cristianesimo di tutte le speculazioni cosmologiche e teosofiche che avevano formato la parte più considerevole delle antiche religioni dell'Oriente e che i neo platonici avevano adottato anche in Occidente".
Innumerevoli storiografi delle religioni si sforzarono poi di vincolare le origini dello gnosticismo cristiano -questo insieme di dottrine e di riti che si nutrono di un fondo comune di speculazioni, immagini e miti- con una fonte precedente al cristianesino.
È così che la gnosi è stata vincolata con l'Egitto, con Babilonia, con l'Iran, con le religioni dei misteri del mondo contemporaneo, con la filosofia greca, con l'esoterismo giudaico e persino con l'India.
Lontano da essere il risultato di una riflessione spuria di certi spiriti su aspetti del cristianesimo, lo gnosticismo apparirà finalmente, agli occhi dell'orientalista, come un fenomeno di "sincretismo", più o meno casuale, tra il cristianesimo ed altre credenze profondamente estranee a quest’ultimo.
I lavori degli specialisti tedeschi ( Kessler, W. Brandt, Anz, Reitzenstein, Bousset ) si sono liberati così dalla prospettiva eresiologica nello studio delle gnosi cristiane: "Parlando con rigore, non sono eresie immanenti al cristianesimo, bensì i risultati di un incontro e di un'unione tra la nuova religione ed una corrente di idee e di sentimenti che esisteva prima di lei, o che le era primitivamente estranea e che la seguirà essendo nella sua essenza".
Da circa tre decadi c’è la tendenza a dare il nome di "gnostiche" ad altre distinte correnti posteriori (manicheismo, catarismo): gnosticismi esterni al cristianesimo (come il mandeismo e l'ermetismo stricto sensu); l'alchimia; la Cabala giudaica; l'ismaelismo e le eresie musulmane derivate: alcune dottrine "esoteriche" moderne.
Reagendo contro il "comparativismo", senza smettere di approfittare delle sue scoperte, diversi specialisti nella scienza delle religioni (Hans Jonas, Karl Kerényi, Simone Pétrement, Henri-Charles Puech, G. Quispel...) hanno abbordato lo studio dello gnosticismo avvalendosi del metodo fenomenologico: invece di insistere nel dettaglio delle dottrine, dei miti e dei riti, si tenta di mettere in rilievo l'atteggiamento specifico, le orientazioni spirituali caratteristiche che li condizionano, e sottolineano i grandi temi (espressi o impliciti) che in ultima analisi si trovano dietro le idee, le immagini ed i simboli gnostici.
Sebbene gli gnosticismi sono molto diversi, lo gnosticismo è un atteggiamento esistenziale completamente caratteristico, un tipo speciale di religiosità. Non è arbitrario formulare un concetto generale di gnosi, "conoscenza" salvatrice che si traduce in reazioni umane determinate e sempre le stesse.
Se lo gnosticismo non fosse altro che una serie di aberrazioni dottrinali proprie di certi eretici cristiani dei tre primi secoli, sil suo interesse sarebbe puramente archeologico, ma è molto più di questo: l'atteggiamento gnostico riapparirà spontaneamente, oltre qualunque trasmissione diretta. Questo tipo speciale di religiosità presenta, persino, turbatrici affinità con alcune aspirazioni completamente "moderne".
Lo "gnosticismo" degli eresiologici costituisce l'esempio caratteristico di un'ideologia religiosa che tende a riapparire incessantemente in Europa e nel mondo mediterraneo in epoche di grandi crisi politiche e sociali".
L'unità della gnosi postulata dai "fenomenologi" contemporanei non è in nessun modo l'unità che postulano gli adepti della teosofia e dell'esoterismo: in questa prospettiva speciale, la gnosi sarebbe la fonte di tutte le religioni ed il suo ultimo fondamento.
Per il grande "tradizionalista" francese André René Guénon (1886-1951) ed i suoi discepoli, in tutte le religioni si trova l'idea di una liberazione metafisica dell'uomo per mezzo della gnosi, cioè per mezzo della conoscenza integrale; esiste una sorprendente universalità di certi simboli e di certi miti: da lì la postulazione logica di un'origine comune dei differenti esoterismi religiosi che si esprimono necessariamente attraverso le grandi religioni "esoteriche", di cui costituiscono il nucleo. Dal punto di vista dello storiografo delle religioni, la teoria di Guénon non può, evidentemente, essere provata, (né, d'altra parte, invalidata).
È certo che le dottrine esoteriche si somigliano; ma per spiegare queste convergenze non c'è necessità alcuna di postulare una tradizione primordiale atemporale conservata da uno o diversi "centri" di iniziazione. Basta ricordare questa legge riscoperta dai "fenomenologi": come lo spirito umano reagisce allo stesso modo in condizioni simili, non è strano trovare in diverse parti le stesse aspirazioni. Neanche bisogna passare per alto le filiazioni storiche, a volte inaspettate.
"...Se la gnosi possiede conoscenza beatificante - ci dice Paul Masson-Oursel - quando si distingue l’assoluto, nelle sue profondità, da quello che lo rende relativo. Questa definizione che coincide con quella dei "tradizionalisti", è troppo generale: la salvezza attraverso la conoscenza è un'aspirazione che caratterizza numerosi movimenti religiosi - per esempio il Buddismo - che non si includono solitamente nello gnosticismo. Quest'ultimo è un tipo molto speciale di religiosità, che effettua qualcosa come la sintesi di aspirazioni "orientali" e "occidentali".
È comune che si stabilisca un'opposizione, che dista molto da corrispondere sempre alla verità, tra l'Oriente "metafisico" che aspira alla liberazione e l'Occidente "religioso" che aspira alla salvezza; lo gnosticismo stabilisce precisamente una specie di vincolo, di ponte tra le religioni di forma "sentimentale" e personale, e le religioni impersonali chiamate "metafisiche".
Lo gnostico parte - e questo è quello che mettono in evidenza le importanti investigazioni di Henri-Charles Puech, membro dell'Istituto, professore del Collège de France - da un'esperienza completamente soggettiva, per elevarsi attraverso di essa all'incontro di un'illuminazione salvatrice.
La prima parte di questo libro determinerà, precisamente, le caratteristiche generali di tale atteggiamento (o piuttosto di tutta una serie di atteggiamenti): attraverso molte citazioni (prese soprattutto dello gnosticismo cristiano, ma completate mediante altre "testimonianze"), metteremo in rilievo tendenze, aspirazioni e dottrine completamente caratteristiche. Nella seconda parte studieremo la storia delle aspirazioni gnostiche, dalle sue remote origini pre-cristiane fino alle sue sorprendenti "riapparizioni" contemporanee.
La modesta estensione di quest'opera c'impedisce di trattare certi problemi particolari; ma crediamo di aver mostrato tutto l'interesse storico e filosofico delle investigazioni relative ad un campo che alcuni autori considerano ancora come pittoresco e stravagante, benché molti gnostici parlino un linguaggio sconcertante per l'uomo contemporaneo,e sembrano costituire, almeno a prima vista, un insieme eterogeneo di gruppi innumerevoli, il loro atteggiamento è in fondo molto moderno:
ci si presentano come uomini angosciati dalla loro condizione di esseri gettati nel mondo, e che nella fuga dal mondo credono di aver trovato il modo di vincere quest’angoscia insopportabile.
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