sabato 28 febbraio 2015

I Geoglifi del Sinai - Prima Parte

Tratto dal sito seguente presentiamo un trittico di articoli del 2012 il cui autore è noto con il nome di "Alessio"...

https://phoo34.wordpress.com/

Stando alla storia, il medio oriente è la culla della civilizzazione dell’umanità e probabilmente, sotto molti aspetti ciò risponde a verità, soprattutto se si considera che la ricerca storiografica ed archeologica in molti casi è tesa al reperimento di elementi e prove anche se indirette, che convalidino quanto viene riportato nei testi sacri, alcuni esempi di questo li possiamo riscontrare nelle diatribe che si sollevarono circa il ritrovamento dell’Arca di Noè sul monte Ararat o quelle relative all’ubicazione del monte Sinai; controversie che possiamo dire ancora oggi suscitano infervorate discussioni; comunque è evidente che partendo da posizioni ed assunti, non dico preconcetti, ma fortemente polarizzati in una specifica direzione, gli elementi che stonano o comunque non sono il linea con quanto si sta ricercando vengono spesso ignorati se non volutamente nascosti.

Resta il fatto che segni, prove e resti, ci sono e per quanto la loro esistenza venga “omessa”, per quanto inconciliabili siano nei confronti di un contesto precostituito, il loro esser messi da parte, non fa che accrescere l’idea che tutto ciò sia in funzione al mantenimento di una posizione privilegiata di caste sacerdotali/politiche rispetto il volgo; testimoniando l’esistenza di qualcosa di diverso, qualcosa che pur non essendo in contrasto con il vero contenuto e l’essenza di quanto riportato nei testi sacri, potrebbe, però incrinare il potere costituito.

Dunque, la posizione della scienza ufficiale rispetto i petroglifi, geoglifi e graffiti sostiene che si tratti di una forma di comunicazione non verbale ed ante literam del genere umano, con una valenza prettamente religioso-magica propiziatoria; forse per alcuni tipi di graffiti e pitture rupestri, questo risponde a verità storica e scientifica, però facendo il raffronto tra la quantità dei graffiti e delle pitture rupestri con la quantità e la diffusione dei petroglifi e geoglifi, appare evidente che questi ultimi siano un fenomeno ben più esteso e diffuso sull’intero globo e questo già di per se, indica che ci potrebbe essere una incongruenza circa la tempistica della diffusione del genere umano nelle differenti regioni del mondo.

Ma realmente “disegni” realizzati sul terreno e sulle rocce avevano una funzione prettamente religiosa o forse nella loro realizzazione gli intenti erano ben differenti da quelli che gli si attribuiscono?

Prendiamo le famose piste di Nazca, queste è stato accertato, sono visibili esclusivamente a determinate altezze ed è pressoché simile per tutti petroglifi, questo ci dice che chi le ha realizzate doveva avere o possedere se non la capacità del volo, quantomeno l’idea di come queste opere sarebbero apparse da quella determinata posizione e quindi la conoscenza della prospettiva e questo non può eludere una stretta correlazione con la geometria solida e la matematica e sotto l’aspetto tecnologico e strumentale una familiarità con il pantografo o qualcosa di analogo e contrariamente dalla rudimentalità che gli si possa attribuire, dall’accuratezza delle opere sembrerebbe assai più preciso di molti strumenti moderni.

Tornado ai petroglifi, questi costituiscano indubbiamente una forma di comunicazione e ci appaiono indecifrabili o incongruenti al pari qua qualunque altra cosa, se avulsa dal suo contesto, il significato che gli attribuiremo potrebbe essere persino il contrario di quello reale.

Che i petroglifi siano una forma di comunicazione è evidente, ma occorre anche cercare di capire il loro significato e a quale livello è riferito, indubbiamente la forma comunicativa è simbolica e “glifologica” e esprime dei concetti complessi che altrimenti richiederebbero volumi e vlumi piuttosto corposi per essere tramandati nei tempi.

Altra caratteristica dei petroglifi è che si possono ritrovare sparsi per l’intero pianeta, e se pure assai differenti tra loro per conformazione e simbologia o in modo più semplicistico sotto l’aspetto grafico, hanno in comune oltre al fatto che è stata utilizzata della pietra e quindi in pratica con l’intento che i concetti fossero tramandati in tempi assai lontani nel futuro, c’è il fatto che queste opere risalirebbero tutte più o meno allo stesso periodo e quindi con una certa contemporaneità, planetaria, denotando che già nell’era neolitica vi fosse una diffusione del genere umano su tutto il globo; questo significa che occorrerebbe retrodatare molti fatti storici e fare, quantomeno il “tagliando” all’assetto storiografico ed al sistema degli assunti che ne conseguono con tutto ciò che ne deriverebbe (personale considerazione).

Veniamo al tema, sotto il profilo “geoglifico”, la penisola del Sinai, non ha nulla da invidiare ad altre località più o meno note, anzi sotto questo aspetto proprio per l’enorme varietà di forme potrebbe definirsi quale la terra dei petroglifi.
 
Con l’ausilio delle ormai irrinunciabili e purtroppo uniche funzionalità di Google, possiamo riscontrare queste diversità “grafiche”, ma non contestuali dei petroglifi presenti sul territorio della penisola.
 
Il primo tipo, (inteso come presentazione e non che siano la prima forma espressiva petroglifi ca) che presento è in funzione sia per la particolare nitidezza della loro realizzazione che per la particolare similitudine che i simboli hanno, perlomeno a mio modo di vedere, con la simbologia della moderna elettronica.
 
La conformazione di questi geoglifi ricorda vicino la simbologia dell'elettronica moderna, si potrebbero distinguere i simboli delle resistenze e a quelli delle induttanze e visto che questi simboli sonio accoppiati, intendere una sorta di trasformatore o induttore.

Come si nota, quanto raffigurato, non può che riportarci ad una simbologia familiare per chi ha, perlomeno una infarinatura di elettronica e senza dubbio, almeno seguendo questa linea interpretativa, si distinguerebbero i simboli delle resistenza e la diversa dimensione indicarne la capacità, metrete quelli che a prima vista sembrano essere cerchi con le lettere F e K, in realtà se osservati con attenzione assomigliano al simbolo dell’induttanza e essendo contrapposti sottintendere un trasformatore, mentre quella specie di Y squadrata rappresentare il simbolo di una porta logica.
 
Anche in questa seconda immagine si nota qualcosa che indubbiamente ha assonanza con il mondo dell’elettronica, la serie dei semi cerchi disposti in linea retta ed equidistanti tra loro ad eccezione dell’ottavo, più spostato rispetto gli altri, ricorda la disposizione di un connettore, in cui per l’appunto il “polo negativo” viene contraddistinto da una particolarità rispetto gli altri, onde evitare l’inversione della connessione; la strana forma a t si potrebbe assimilare per concetto al simbolo di un particolare resistenza similmente a quelle impiegate nei motori elettrici onde evitare sovratensioni e picchi; a destra del suddetto “connettore” si intravvede un’area in cui sembrerebbero disposti in modo organico una serie di “componenti”, per sintetizzare, la rappresentazione di un circuito stampato?
 
Anche questi geoglifi si riscontra una somiglianza con la simbologia elettronica e ricordare ad una ipotetica scheda di un circuito stampato.

Seguendo l’interpretazione elettronica di quanto si osserva sembrerebbe di si, questo verrebbe ulteriormente confermato dalla serie di linee che si sovrappongono e che collegherebbero i vari elementi e che da questo si estendono in direzione degli altri petroglifi più a Nord ed a Est.

L’immagine sotto sembra ulteriormente avere attinenza con l’elettronica, la disposizione pentagonale dei petroglifi, potrebbe assomigliare alla disposizione di un motore multifase, quella di un alternatore oppure il “connettore”, lo zoccolo, di una valvola termoionica.
 
Questo petroglifo potrebbe essere il simbolo di un alternatore o di un generatore, mentre i petroglifi più in basso rappresentare le "spurie" che potrebbero generarsi dall'ipotetico componente.

Quello che si trova al di sotto e che sembra emanare una certa “radiazione” potrebbe simboleggiare quella che in elettronica è l’induttanza “spuria” del componente o del circuito, che se non opportunamente gestita, può creare problemi di funzionamento del circuito, se non addirittura il mal funzionamento, il fatto che questa raffigurazione sia ad una determinata distanza dal precedente petroglifo, potrebbe indicare, per l’appunto che tale circuito o componente debba essere posizionato in modo tale che non possa interferire con gli altri, questo “schema” si ripete anche in altri “punti” dell’area petroglifi ca, in cui la distanza tra le raffigurazioni è pressoché identica e proporzionale al “irradiamento”.

Dato che l’area interessata da questi specifici petroglifi è di circa otto chilometri quadrati, osservando anche in modo parziale si potrebbe dire che l’insieme di questi petroglifi sia la rappresentazione di un complicato schema elettronico.
 
Potrebbe essere questa la raffigurazione di una parte di un complesso schema circuitale?

La domanda è, se effettivamente si tratta di un ipotetico circuito, aldilà delle funzioni a cui sarebbe servito, chi lo ha realizzato come poteva essere a conoscenza di una tale tecnologia quantomeno a livello teorico?

Da quello che la storia ufficiale ci insegna, presupponendo che i petroglifi siano una forma espressiva dell’era neolitica, a quell’epoca l’essere umano costruiva i primi utensili in pietra, e facendo pure uno sforzo di fantasia, nell’ipotizzare che siano il frutto di “visioni” scaturite da riti sciamanici con l’impiego di erbe allucinogene, applicando il rasoio di Occam, risulterebbe più logico che tutt’al più, tali conoscenze fossero le riminiscenze di conoscenze tecniche antiche, tramandate da generazione a generazione e che in seguito furono ricoperte da un alone magico.

Per spiegare meglio il concetto, immaginiamo che domani, per un qualsiasi evento, la nostra società abbia un tracollo e che quello che per noi è un dato di fatto, una consuetudine, una normalità come la televisione, la radio, il cellulare, il computer, ecc. ecc., e che cento o duecento anni dopo le generazioni a venire possano solo immaginare le mirabolanti capacità di tali meraviglie e a seguito dell’imbarbarimento e della conseguente perdita, delle conoscenze tecniche e scientifiche, di cui ne hanno traccia solo dai racconti tramandati, quindi non conoscendo tutto il know how dietro quella tecnologia, inevitabilmente per loro assume una dimensione magica e mistica e di conseguenza assunta quale principio di fede, poi trasposta in geoglifi magari scopiazzati da qualche brandello dello schema elettrico di un manuale di un televisore o di una lavatrice.

Questa speculazione però inevitabilmente ci porta ad ipotizzare che vi fosse in precedenza una società tecnologica avanzata e con una conoscenza, se non superiore a quella attuale, quantomeno paragonabile, e sempre in questa ottica, ciò stride con gli assunti delle fedi religiose e scientifiche.

Per completezza di informazione l’area in cui si trovano questi geoglifi è: 30°13’33.01″N di latitudine e 33° 7’19.44″E di longitudine sulla penisola del Sinai, in considerazione delle vicende storiche di quel paese ed ancor più rispetto le vicende dell’ultimo anno, dubito, anche se non è da escludere a priori, che questi petroglifi come molti altri presenti nel Sinai, possano essere il frutto del lavoro di qualche burlone, anche in relazione alle conseguenze penali in cui sarebbero potuti incappare se sorpresi nei loro intenti, altra considerazione che mi fa ritenere genuini i petroglifi è che a differenza di chi falsifica i crop circles che necessita al massimo di una buona scorta di corda e tavole di legno, in questo caso, trattandosi comunque di roccia, gli eventuali burloni, dovrebbero aver avuto a loro disposizione dei bulldozer, degli escavatori e sopratutto camion per il movimento della roccia superflua e questo avrebbe comportato costi ben più sostanziosi rispetto una corposa fornitura di cordame e legno; comunque stando alle indicazioni di Google, le immagini risalirebbero al 2005 e per avere una buona visuale impostate una elevazione ad una altitudine di più o meno di 1,500 metri.
 
Seguendo l'interpretazione elettronica dei petroglifi, questo risulta il più similare alla simbologia moderna per indicare un transistore.

Mi sia concesso di fare una congettura, congettura che si riallaccia a quanto detto nell’intervento “La piramide segreta” circa la natura dell’elettricità e il relativo all’elemento complementare della fenomenologia elettrica; se effettivamente questi petroglifi fossero stati realizzati proprio in funzione di questa particolare forma energetica, sconosciuta qualità elettrica alla nostra scienza e quelli fossero dei prototipi, dei banchi di prova per quello che complessivamente si sarebbe concretizzato nel famoso Zed della piramide di Cheope?

Non dimentichiamoci anche il fatto che la struttura dello Zed ricorda o assomiglia fortemente a quello che in elettronica è uno stabilizzatore d’alta tensione o un convertitore d’alta tensione.

Spostandosi a Sud-est di una decina di chilometri delle coordinate segnalate in precedenza, si osserva un ulteriore petroglifo che per conformazione inevitabilmente ricalca il simbolo di un transistore, il triangolo è circondato da quelle che sembrano essere delle bobine o degli elettromagneti i quali sono connessi ai vertici del triangolo e tutta la struttura si collega ad una linea retta di un migliaio di metri su cui sono disposte alcune strutture secondarie, alternate per circa la metà della sua lunghezza.
 
Data la dimensione e la disposizione di questo petroglifo, si potrebbe penare che esso sia la rappresentazione di una antenna filare o dipolo, i segni che si riscontrano lungo le rette, potrebbero indicare che potrebbe essere un dipolo caricato.
Più a destra, a circa un chilometro e mezzo un cerchio aperto o forse un abbozzo di spirale, che se paragonato per analogia ai simboli elettronici assomiglierebbe a quello di un microfono, osservando l’area circostante si intravvedono altri particolari e segni indecifrabili che comunque paiono essere in relazione con i due petroglifi più grandi.

Spostandoci ancora verso Est per circa 12/13 chilometri, con una inclinazione verso Sud di poco più poco meno di 5 gradi, ci imbattiamo in quella che, sempre in un’ottica elettronica si potrebbe definire con un dipolo, ossia una antenna filare, lunga complessivamente un paio di chilometri, sul cui lato sud, sono presenti delle forme più o meno regolari che potrebbero indicare una qualche misurazione o forse una scala simile alla sala frequenzimetra delle vecchie radio; spostandoci un centinaio di metri verso sud dalla seconda “piega”dell’ideale w, si osservano una serie di cerchi equidistanti e anch’essi a formare una w, se pure in verticale racchiusi in una sorta di grafico X Y.

Sempre utilizzando una lettura elettronica di quanto emergerebbe dai petroglifi e mettendoli in relazione tra loro, anche se in modo sommario e grossolano, non si può che trasalire di fronte all’ipotesi che si posa trattare dello schema di una trasmittente, una trasmittente? A chi poteva servire, a chi trasmettere e cosa?

Ipotizzando pure che un simile congegno potesse realmente funzionare in un qualche modo e sfruttando il campo geomagnetico terreste quale onda portante e tramite le strutture disseminate nell’area, riuscire a creare una modulazione dell’onda e trasmettere un messaggio, si ripropone l’interrogativo a chi era rivolto tale messaggio, ma sorge anche la domanda del perché qualcuno che dispone delle conoscenze tecnologiche per costruire un trasmettitore abbia preferito costruire un “armamentario” simile e presumibilmente impiegando più tempo che non realizzarne uno ex novo se pure rudimentale e per cosi dire rabberciato con i materiali comunemente conosciuti?
 
Questo particolare geoglifo sembra essere la parte descrittiva o leggenda di una carta stellare

Portandomi in la con le speculazioni; che si trattasse di superstiti di un antichissimo UFO crash verificatosi agli albori dell’umanità e che non avendo a disposizione che la roccia si siano arrangiati applicando conoscenze ignote e trasformando per cosi dire il campo geomagnetico in una sorta di “radiofaro”, analogamente a come un naufrago cerchi di segnalare la sua presenza col fumo di un fuoco?

Ci potrebbe anche stare e questa ipotesi sarebbe in sintonia con le teorie che sostengono che vi sia stata una influenza aliena sull’evoluzione dell’umanità; inoltre potrebbe essere una spiegazione delle tracce di quella tecnologia cosi avanzata, anche rispetto l’attuale tecnologia terrestre.

Questa ipotesi, pur restando una ipotesi potrebbe essere confermata da quanto si osserva dalle due seguenti immagini in cui si potrebbe ravvedere una certa somiglianza con mappe stellari, oltretutto, la mappa sembra riportare anche veri e propri quadranti e forse le differenze cromatiche del suolo potrebbero essere state intenzionali ed essere relative a specifiche aree dello spazio; per completezza e per chi volesse verificare con Google Hearth, va detto che questa ipotetica mappa stellare si trova a circa 77° 97” ad est del petroglifo “triangolare” e per una più incisiva indicazione “stradale” a circa tre chilometri a sud dell’incrocio delle strade Al Boairat Al Mora e Asdr Al Haytan.
 
Anche nell’area circostante l’aeroporto di Bir Hasanah (circa cinque chilometri di raggio) si possono osservare petroglifi che ricordano, anche se in modo meno appariscente una disposizione stellare, però tra queste si osservano in modo più o meno marcato i segni di insediamenti che potrebbero essere relativi ad un periodo piuttosto recente se non contemporaneo e probabilmente per alcune di queste si tratta di vecchie strutture militari, considerando appunto gli spinosi rapporti che intercorrono tra i due paesi confinanti. (Egitto ed Israele)

Ciò non di meno è possibile che tra le sabbie desertiche dell’area si possano celare insediamenti risalenti a epoche passate e praticamente scomparsi dalla memoria storica.
 

venerdì 27 febbraio 2015

La Copertina dell'Economist - Inquietanti Profezie

L’importante rivista The Economist ha pubblicato una edizione speciale chiamata “The World in 2015″. Sulla copertina ci sono delle immagini strane: un fungo atomico, la Federal Reserve in un gioco chiamato “Panic” e molto altro.
 
leadeconomist

Normalmente non dedico un intero articolo all’analisi di una copertina, ma, in questo caso, non si tratta di una pubblicazione qualsiasi. E’ contenuta nel The Economist ed è direttamente correlata all’elite mondiale. E’, in parte, di proprietà della famiglia di banchieri Rothschild inglesi e del suo redattore capo, John Micklethwait, il quale ha partecipato più volte alla Conferenza Bilderberg – la riunione segreta in cui le figure più potenti del mondo, dal mondo della politica, della finanza aziendale e dei media discutono di politiche globali. Il risultato di questi incontri è totalmente segreto.

E’ quindi giusto dire che chi lavora al The Economist sa cose che la maggior parte di noi ignora. Per questo motivo, la “previsione per il 2015″ contenuta nella copertina è piuttosto sconcertante.

La tetra e cupa copertina mostra personalità politiche, personaggi di fantasia e icone della cultura pop che sicuramente faranno notizia nel 2015. Tuttavia, la cosa più importante, è la presenza di una serie di immaginari estremamente simbolici i quali alludono a concetti importanti e ad eventi mondiali.

Ecco la copertina:

economist_magazine_jan2015 

A prima vista, notiamo personaggi politici come Obama e Putin, riferimenti alla Rugby Cup e il nuovo film di Spider-Man. Ma uno sguardo più attento rivela una pletora di concetti importanti.

Eccone alcuni.

IL GLOBO A DUE FACCE

world 

Un lato del globo guarda stoicamente verso l’Occidente, mentre l’altro lato appare iracondo. Rappresenta forse un confronto tra l’Oriente e l’Occidente? La copertina presenta un paio di altri simboli che si riferiscono alla “rivolta dell’Oriente”. Ciò che inquieta di più tuttavia, è che immediatamente sotto quel globo arrabbiato vi sono raffigurati un fungo atomico e il lancio di un satellite spia nello spazio.
mushroom

IL COLORE DEI VOLTI

Date un’occhiata più da vicino ai volti dei personaggi presenti sulla copertina. Alcuni sono a colori e altri sono in bianco e nero. Perché?

faces

Tra quelli in bianco e nero vi sono Putin, la Merkel, Obama, Hillary Clinton, David Cameron, Hollande e Renzi. Tra quelli a colori vediamo David Blaine, un giovane con in mano uno striscione recante la scritta “Singapore” (a Singapore si terranno i South Asian Games nel 2015). Un altro ragazzo indossa dispositivi per la realtà virtuale. Una rapida raccolta di questi dati rivela che quelli in bianco e nero sembrano essere parte dell’elite (compreso il ragazzo dell’ISIS che probabilmente lavora per loro) e quelli di colore sono “estranei”. È così che l’elite percepisce il mondo?

IL PIFFERAIO MAGICO

La presenza del Pifferaio Magico su questa copertina “del 2015″ è decisamente inquietante. Il Pifferaio di Hamelin è una leggenda tedesca basata su un uomo che utilizzava il suo flauto magico per portare via i bambini dalla città di Hamelin.
piper2

800px-Pied_Piper2-e1420662741656

Questa figura folkloristica risalente al Medioevo si dice rappresenti la massiccia morte per peste e catastrofi, o a causa di un movimento di massiccia immigrazione. E’ inoltre una perfetta rappresentazione di come gli odierni giovani vengano “attirati” e disorientati dalla “musica” dei mass media. In maniera quasi scontata possiamo vedere un ragazzino proprio sotto il flauto del Pifferaio.

IL RAGAZZO INETTO

boy 

Proprio sotto il pifferaio magico si vede un ragazzo con uno sguardo sbalordito. Sta guardando un gioco chiamato “Panic”. Le parole “Federal Reserve” e “Chi” (che probabilmente sta per China) sono in cima, mentre le parole “luce verde” e “sis!” (Che probabilmente stanno per “Iside” o “crisi”) sono sul fondo. Questo ragazzino guarda imperterrito lo svolgersi del gioco come le masse impotenti vengono a conoscenza degli eventi tramite i mass media. L’obiettivo finale del gioco è quello di causare panico in tutto il mondo attraverso delle crisi generate casualmente da coloro che controllano il gioco. Ricordo che si tratta di una copertina di una rivista Rothschild.

CROP-O-DUST

Untitled-1 

Di fronte a Putin vi è un piccolo elicottero su cui è scritto Crop-O-Dust. Sembra far riferimento a  “quel processo di irrorazione delle colture con insetticidi in polvere o fungicidi da un aereo.” Proprio sotto l’elicottero c’è un ragazzino che sta mangiando. Inquietante.

kid
Seduto proprio sotto l’elicottero, questo bambino sta mangiando un pacchetto di noodles pesantemente lavorato. Sta ingurgitando il veleno diffuso dal velivolo?

CINA
china-e1420664430567
Un panda indossa una bandiera della Cina – mentre flette i muscoli, è un modo piuttosto chiaro per mostrare come la Cina stia guadagnando potere. Accanto ad essa c’è un lottatore di sumo in possesso di un grande batteria in cui le polarità (+ e -) sono chiaramente indicate. Sta alludendo a uno switch nella polarità delle potenze mondiali da Ovest ad Est?

IL FANTASMA

Da dietro la gamba di Obama vediamo emergere un fantasma che legge una rivista dal titolo “Holiday”. Perché questo fantasma, che rappresenta una persona morta, sta pianificando una vacanza?

Significa forse che le masse saranno così impoverite da poter pensare alle vacanze solo una volta morte? Potrebbe rapportarsi alle innumerevoli persone che sono morte in viaggio negli ultimi mesi? Sconcertante.
ghost

 
LA TARTARUGA

turtle 

In piedi di fronte a tutto il resto, guardandoci fissi vi è una tartaruga con delle linee che ne circondano il guscio. Cosa rappresenta? Ci sarà un grande aumento delle tartarughe nel 2015? Probabilmente no.

Una tartaruga arrabbiata è il simbolo della Fabian Society, un’organizzazione estremamente potente che ha lavorato per oltre un secolo verso la formazione di un unico governo mondiale.
 
when-i-strike-i-strike-hard
Il motto della Fabian Society è “Quando colpisco, colpisco duro”.

La filosofia dietro il socialismo Fabiano è fondamentalmente il modello di quello che oggi chiamiamo il Nuovo Ordine Mondiale.

La Fabian Society è un gruppo molto antico il quale ebbe origine in Inghilterra nel 1884, con lo scopo di formare uno stato unico socialista, globale. Il loro nome deriva dal nome dal generale romano Fabio, che pianificò attentamente le strategie per portare lentamente i suoi nemici alla sconfitta. Il “Socialismo Fabiano” utilizza il cambiamento incrementale per un lungo periodo di tempo in modo da trasformare lentamente uno stato anziché utilizzare una rivoluzione violenta. Si tratta essenzialmente di socialismo occulto. Il loro stemma originale era uno scudo con un lupo travestito da agnello in possesso di una bandiera con le lettere FS. Oggi il simbolo internazionale della Fabian Society è una tartaruga, con il seguente motto: “Quando colpisco, colpisco duro.”

La Fabian Society sosteneva apertamente una società scientificamente programmata e l’eugenetica attraverso la sterilizzazione.

Il suo logo originale era un lupo travestito da agnello … non credo tuttavia fosse il modo migliore per nascondere il lupo alle masse.
 
Fabian_Society_Logo
(Il logo originale della Fabian Society)

11.3 E 11.5

dirt 
La parte in basso a destra della copertina presenta alcuni simboli più criptici. C’è un mucchio di immondizia a terra e due frecce in cui leggiamo 11,5 e 11,3. Si tratta di date da ricordare? Perché sono vicino ad un mucchio di immondizia? Se si guarda a queste figure come a coordinate, puntano da qualche parte in Nigeria. In altre parole, la presenza di 11,5 e 11,3 è un po’ inquietante, soprattutto considerando il fatto che chi ha fatto la copertina non ha voluto far capire alla gente di cosa stesse realmente parlando.

In piedi di fronte alla spazzatura vi è Alice nel paese delle meraviglie, la quale sta guardando in alto verso lo stregatto.

cat 

Questo iconico gatto è noto per scomparire del tutto, lasciando visibile solo il suo inquietante sorriso. Abbiamo quindi un’altra allusione ad un mondo di fantasia, illusione e inganno, percepito da Alice – le masse. Insieme all’inclusione piuttosto inutile di David Blaine – il mago – la copertina mescola eventi del mondo reale con simboli che alludono all’inganno.

Altri simboli di rilievo su questa copertina sono un salvadanaio volante che esce dalle tasche di James Cameron; Un modello che porta una creazione di Alexander McQueen (stilista preferito della elite che morì in circostanze strane) e un ufficiale asiatica che porta una maschera per proteggerla da una malattia mortale.

Il 2015 sembra proprio fantastico!

CONCLUSIONE

L’Economist non è un giornaletto che pubblica eccentriche previsioni sul 2015 per vendere una manciata di copie in più. E’ collegato direttamente a coloro che danno forma alle politiche globali e che ne garantiscono l’attuazione. Il giornale è in parte proprietà della famiglia di banchieri Rothschild di Inghilterra e il suo editore partecipa regolarmente alle riunioni del Bilderberg. In altre parole, The Economist è collegato a coloro che hanno i mezzi e il potere per fare “predizioni” della realtà.

La copertina della rivista riflette essenzialmente l’Agenda globale delle élite ed è disseminata di simboli criptici che sembrano essere inclusi per “coloro che sanno”. E le masse, come Alice guarderanno lo stregatto scomparire, rimanendo confuse dalle illusioni, mentre il lupo travestito da agnello colpirà … e colpirà duro.

http://ningizhzidda.blogspot.it/2015/02/analisi-inquietante.html

giovedì 26 febbraio 2015

Il Gatto. L'animale domestico degli Dei

Il micio è da diecimila anni compagno e amico dell'Uomo, ma i poteri che contraddistinguono questo piccolo carnivoro sono ancora tutti da scoprire

Chiunque ami i gatti sa che questi piccoli felini sono esseri viventi straordinari, capaci di sentimenti e condotte incredibili. Comportamenti eccezionalmente comici che rendono i mici animali irresistibili compaiono spesso nei filmati di "Paperissima" e nei video su "YouTube", ma anche vicende eroiche ai limiti dell'irreale e poteri definiti impropriamente "magici" rendono questo animale domestico un vero mistero casalingo.
 
Il gatto infatti è un predatore abilissimo, dotato di capacità fisiche stupefacenti e in parte comunemente note. Benché si tratti di uno dei più piccoli carnivori della Terra, il gatto è capace di saltare da fermo fino a tre metri d'altezza; può correre raggiungendo punte di cinquanta km orari ed effettuare salti di cinque-sei metri in orizzontale, può cadere da quindici metri senza grossi danni, è in grado di vedere nel buio attraverso occhi sensibilissimi, è dotato di "baffi-radar" (le vibrisse) in grado di farlo muovere nei cunicoli senza luce nel più assoluto silenzio, grazie ai cuscinetti carnosi posti sotto le zampe.
 
Le unghie sono sempre affilate grazie alla caratteristica di essere retrattili e hanno la potenza di coltelli. Udito incredibile (in grado di percepire il respiro di un topo a decine di metri sottoterra), olfatto paragonabile a quello di un cane benché soltanto a distanza ravvicinata completano il quadro di una macchina da guerra progettata per cacciare. L'unico difetto del gatto è in pratica la sua grandezza: le dimensioni ridotte lo rendono molto poco resistente alla fatica e il prezzo di queste prestazioni è un tempo medio di sonno giornaliero di 16 ore. Per un animale così piccolo quindi questa caratteristica ha reso indispensabile la creazione di una forte socialità, per garantire una protezione durante il sonno.
 
Se in natura il gatto selvatico è un animale solitario perché può trovare facilmente anfratti e rocce in cui ripararsi, il gatto addomesticato, nelle più pericolose città, invece ha sviluppato una vita sociale basata su colonie feline che possono comprendere decine e decine di individui, che si proteggono e si accudiscono a vicenda. La vita casalinga in una famiglia umana altro non è che la riproposizione della società base del gatto, quella della mamma gatto che alleva i suoi cuccioli.
 
Nella colonia felina il componente più importante sarà la femmina più anziana; nelle famiglie umane il capofamiglia sarà la persona che si occupa di preparare i pranzi (solitamente, la donna di casa).
 
Questo atteggiamento matriarcale ha fatto sì che il gatto storicamente fosse apprezzato maggiormente in quelle società più aperte e tolleranti nei confronti della donna, venendo ferocemente avversato in quelle più patriarcali.
 
Storicamente la sua incredibile giocosità e le sue prestazioni fisiche hanno incantato gli esseri umani fin dalla Preistoria e almeno da diecimila anni scheletri di gatti accompagnano quelli di esseri umani, anche se vi è il dubbio che un primo addomesticamento fosse già praticato dai Neanderthal circa 150mila anni fa.
 
Il fatto che popolazioni preistoriche umane dedite ai culti sacri alla Dea Madre avessero avuto in tempi remoti un rapporto forte con il gatto è importante perché costituì una base culturale in cui le prime società organizzate svilupparono un forte legame religioso con questo bellissimo mammifero.
 
In Egitto, in Mesopotamia, in India ma anche nel Mediterraneo, tutte le società matriarcali primigenie iniziarono ad adorare il gatto come animale divino. L'esempio per eccellenza sicuramente è quello dell'Egitto, in cui il gatto era personificazione della Dea Bastet.
 
Bastet era alter-ego di Iside-Hathor, quindi a tutti gli effetti la Dea Madre nel suo aspetto più dolce e materno, contrapposto alla forza spaventosa della Dea-leonessa Sekhmet. Mentre questa rappresenta la ferinità più incontrollabile, la mamma gatta Bastet viene raffigurata come una figura umana con la testa di gatto, con ai piedi una cesta piena di adorabili gattini.

Chiunque abbia avuto la fortuna di avere una gatta con i piccoli, sa che il sentimento di protettività assoluto della mamma gatta è qualcosa che non può che commuovere l'essere umano, una specie che analogamente ai felini presta moltissime cure alla prole.
 
La mamma sviluppa verso i micini un rapporto simbiotico, quasi che la loro esistenza possa essere più importante della sua. In un ambiente naturale in cui solitamente l'istinto di conservazione è più forte di quello materno, salvo rare eccezioni, il gatto in questo senso diventa davvero un esempio di amore assoluto, come quello che prova la Dea Madre verso i suoi figli.
 
Anche in Estremo Oriente, specialmente nel Sud-Est asiatico, il gatto divenne un campione di sacralità diventando, anche grazie alle sue doti occulte paranormali, un tramite con la divinità. Ancor oggi i siamesi sono sacri in Thailandia, per non parlare della razza del Sacro di Birmania, allevato da millenni nei monasteri buddhisti. Un altro popolo che ebbe grande amore verso i gatti fu quello dei Fenici (e prima ancora i loro mentori, i Micenei), che adottarono i gatti a bordo delle loro navi. Iniziò qui il legame tra il gatto e il mare, elemento odiato da tutti i felini eppure uno dei fattori chiave che contribuì alla sua diffusione mondiale.
 
Il gatto selvatico africano infatti, addomesticato in Egitto, fu diffuso in tutta l'area mediterranea dalle navi che trasportavano merci già in tempi remoti. In Europa si fuse con il gatto selvatico europeo e qui, in epoche più recenti, fu ampiamente apprezzato anche dai Romani, fortemente patriarcali ma anche assai pratici nella mentalità, che lo impiegarono per la custodia dei granai, analogamente a quanto accadeva in Egitto e in Mesopotamia. Il gatto "romano" visse un momento di gloria durante l'Impero, quando da animale da cortile divenne un elemento di decoro dello sfarzo imperiale.
 
I Romani anche in questo caso copiarono le usanze orientali, in quanto da secoli in Persia e in India il gatto era partecipe della vita di sovrani e nobili, per via della sua intinseca bellezza ed armonia. Selezioni e accoppiamenti mirati crearono razze nuove e indubbiamente da animale utile ed evocativo della Dea Madre, il micio divenne anche uno status-symbol di lusso e prestigio.

In Oriente questo atteggiamento rimase fino a tempi moderni; in Europa invece il gatto divenne, a seguito degli assurdi strali dell'Inquisizione, un simbolo del Male, del Satanismo, delle Streghe.
 
Abbiamo detto qui che le Streghe siano ideologicamente state create dal Cristianesimo come figure negative, mentre al contrario erano sacerdotesse pagane, erboriste e guaritrici naturali che furono colpite nella loro condizione per realizzare il duplice scopo di estirpare il paganesimo e fornire al popolo sottomesso un capro espiatorio in cui incanalare le loro ansie e le loro paure.
 
Parimenti il Satanismo fu creato a tavolino come una religione del male da quella stessa Inquisizione che ipocritamente si faceva portabandiera degli ideali cristiani di amore e tolleranza: un atteggiamento criminoso che ancor oggi ha le sue vittime sacrificali in quei gatti neri che nelle notti attorno alla festa di Ognissanti, il 1° Novembre, vengono massacrati a migliaia dagli adoratori del presunto diavolo, figura ancora una volta inventata di sana pianta da un Cristianesimo degenerato come quello medievale. Sembra assurdo, ma le associazioni animaliste arrivano al punto di non dare in adozione i gatti neri randagi nelle settimane precedenti questa ricorrenza.
 
La persecuzione cristiana contro i gatti raggiunse livelli assurdi a partire dalla metà del '200, quando vi fu un'estremizzazione della Chiesa contro le pratiche esoteriche, dovuta alla Crociata contro gli Albigesi in cui la Chiesa Romana vide il suo predominio in Occidente messo in pericolo dall'Eresia Catara. Questa radicalizzazione acuì i contrasti con tutto quanto veniva percepito come una minaccia alla diffusione del Cristianesimo e i gatti finirono nel mirino come esponenti terreni di Satana.
 
Per quanto assurda sia questa considerazione, vennero scritti trattati sulla pericolosità dei gatti, specialmente quelli neri. E così, milioni di felini in tutta Europa vennero rastrellati, uccisi bruciati in massa in enormi roghi nella festa di San Giovanni, il 26 giugno. Una data che come Halloween era una festività pagana legata alla vita e alla fecondità…

Un insulto all'Antica Religione e alla sacralità del simbolo, ma più ancora uno sterminio indiscriminato che ha portato il gatto domestico medievale all'estinzione totale. Il risultato? L'assenza di predatori specifici consentì la proliferazione del ratto nero, un roditore vorace e prolifico che proveniva direttamente dall'Asia portando con sé il terribile morbo della Peste Nera. Questa malattia, che ebbe tassi di mortalità altissimi, si diffuse inizialmente dall'assedio di Costantinopoli da parte di soldati saraceni, che portarono in quell'area i ratti contagiati; una nave genovese, con a bordo i roditori infetti, diffuse il morbo in vari porti.
 
Grazie alla sporcizia, le condizioni di malnutrizione e l'assoluta assenza di norme igieniche, la Peste Nera spopolò il continente europeo in meno di tre anni, uccidendo venti milioni di persone. L'antidoto fu anch'esso portato dall'Oriente: navi veneziane reintrodussero il gatto andandolo a recuperare direttamente a Bagdad, cuore deli regni musulmani che avevano imparato ad amare i gatti dall'Egitto.
 
E' infatti risaputo che Maometto avesse una gatta chiamata Muezza a cui voleva un bene infinito e seguendo il loro Profeta i fedeli islamici presero l'abitudine di ospitare i gatti nelle proprie case. I gatti soriani derivano il nome dal quartiere siriano della città, Sorian: le caratteristiche erano quelle che siamo abituati vedere nei gatti comuni, con un mantello grigio o marrone tigrato.
 
Non a caso il termine inglese con cui si descrive questa tigratura, "tabby", deriva dal nome stesso della regione di Bagdad, Attabiyah, che designava nel Medioevo l'attuale Irak. Introdotto in Europa, il gatto tabby si accoppiò con quei pochi esemplari selvatici non ancora sterminati e in poco tempo riacquistò la sua diffusione originaria. Ma non è un caso che ai picchi di intolleranza e brutalità dell'Inquisizione e delle cacce alle streghe protestanti del Nord Europa faceva riscontro una maggior proliferazione delle epidemie di peste…

Ma perché questa paura, questo terrore dei vertici ecclesiastici per i gatti? Si tratta dell'ennesima ipocrisia, perché al sicuro nei loro conventi i monaci cristiani allevavano gatti eccezionali come i Certosini che facevano della caccia al topo la loro particolare abilità.
 
Ma al di fuori dei monasteri, la Chiesa temeva nel gatto il suo aspetto magico, la sua capacità di vedere l'invisibile e quindi di essere un valido ausilio nelle pratiche occulte. Come sostenevano gli Egizi, il gatto pare vedere gli spiriti dei morti: chiunque abbia un gatto può riferire come il micio di casa, sonnacchioso e pigro, qualche volta alzi lo sguardo, addirittura a volte ringhi o soffi furiosamente, verso qualcosa che il padrone non scorge. Fantasie del felino, sogni ad occhi aperti? Non proprio.
 
La capacità che i mici riescano a vedere con i propri occhi quel particolare fenomeno che è costituito dagli Orbs, le sfere che appaiono nelle fotografie realizzate con le macchine digitali o con le pellicole più sensibili, è facilmente dimostrabile. Esistono varie foto che mostrano il gatto osservare con curiosità e interesse in direzione delle sfere Orbs, peraltro invisibili all'Uomo.
 
Com'è possibile? Se si trattasse di un difetto ottico dovuto al pulviscolo, come sostengono gli scienziati, come potrebbe il gatto dimostrare interesse o paura per un semplice granello di polvere? Se viceversa si trattasse di entità diverse, non necessariamente spiritiche ma anche solo energetiche, allora la speciale abilità del gatto di percepire vibrazioni e frequenze ignote all'uomo potrebbe spiegarsi in termini scientifici.
 
La particolare sensibilità sensoriale consentirebbe al micio di vedere oggetti e fenomeni che i sensi umani, non particolarmente sviluppati, non riescono a percepire. Non è detto che ciò che non si vede non debba esistere: solo perché gli scienziati non hanno gli strumenti per osservare un fenomeno, non vuol dire che non esista, come invece stupidamente molti di questi soloni affermano. questo potrebbe spiegare una serie di abilità specifiche del gatto, come la sua empatia. Sempre chi possiede un micio ha sicuramente sperimentato che quando non si sta bene, il nostro amico in qualche modo lo "senta" e cerchi di trasmettere energia alla parte malata.
 
Esempio classico è un mal di stomaco, un disturbo intestinale: ecco che il nostro felino si accoccola sulla pancia, donandoci un calore e una sensazione di benessere incredibile. Non a caso oggi si utilizza questa empatia per la celebre Pet Therapy, che cura con successo svariati malanni anche psichici. Non è il solo potere che dispone la nostra meraviglia a quattro zampe: caso unico tra gli animali, il gatto cerca di dormire sopra i cosiddetti nodi di Hartmann, ossia quelle particolari intersezioni delle linee del campo magnetico terrestre che avviluppano tutto il pianeta a intervalli regolari.

Se un uomo sostasse a lungo sopra uno di questi nodi, proverebbe una sensazione di spossatezza: non così il micio, che sembra al contrario rilassarsi in questi nodi evitati da tutti gli altri animali. Perché? Questa percezione del magnetismo è nota in tanti animali, come ad esempio tutti i migratori.
 
Ma il gatto fa di più, è come se fosse in connessione con l'Energia Oscura che permea tutto l'Universo. E' questo il segreto dei gatti? E' questo il calore curativo che ci trasmette quando stiamo male?
 
Se pensiamo che questa energia, teorizzata e dimostrata attraverso calcoli matematici ma non ancora avvistata per il già citato deficit sensoriale degli esseri umani, è in relazione con i riti magici ancestrali legati al concetto della Dea Madre, si comprende come gli Egizi avessero potuto divinizzare il gatto come esponente terreno della stessa divinità femminile universale.

Ma in tutto questo, quali sono le conseguenze pratiche? Da un lato, occorre considerare il micio come un essere evoluto, intelligente e sensibile, forse anche più dell'Uomo a livello emotivo. Per tale motivo occorre trattarlo in maniera sempre rispettosa e riverente, comportamento peraltro che si dovrebbe tenere con tutti gli esseri viventi. E dall'altro osservare le sue sfumature e imparare a percepire i mondi sottili, le dimensioni invisibili che ci circondano.

http://renovatio-zak.blogspot.it/2015/02/il-gatto-e-lesoterismo.html#more

mercoledì 25 febbraio 2015

Il Conflitto delle due dinastie Anunnaki. Enliliti vs Enkiliti

Intorno al 3500 a.C. Marduk tornò dal suo esilio per riprendere possesso dell'Egitto. La Terra che suo padre Enki gli aveva donato ma che era andata a suo fratello Ningishzidda in seguito al tentativo di conquistare Sumer.
 
Ningishzidda/Thot allora rimise mandato e poteri nelle mani del fratello e si esiliò in cerca di una terra da amministrare. Si trasferì con un gruppoo di seguaci oltreoceano andando ad approdare nell'odierno Mexico, dove iniziò la collaborazione di cui abbiamo a tutt'oggi tanti reperti.
 
Ningishzidda assunse in Mexico il nome di Quetzalcoatl il "serpente piumato", Il serpente e le piume e/o gli attributi di "uccello" erano entrambi segni distintivi di Ningishzidda sia a Sumer che in Egitto come Thot.
 


Questi furono i suoi simboli anche in America come Quetzalcoatl
 
 

La prima opera di Ningishzidda nel nuovo continente fu stabilire un nuovo calendario che iniziasse dal momento del suo arrivo in quelle terre: 3114 a.C
 
Successivamente replicò in Mexico la sua opera più grande costruendo Teotihacan che le leggende locali narrano essere stata costruirta in una notte da un gruppo di giganti. Teutihuacan era lo specchio del sito di Giza in Egitto progettato e costruito da Ningishzidda a cavallo del 10500 a.C.
 
 

Teutihuacan e Giza erano parti di un progetto a livello mondiale che porta la firma di Ningishzidda che comprendeva anche alcune Ziggurat a Sumer progettate per gli dèi locali di Ur e Lagash


Il culto di Quetzalcoatl era l'esatta copia di quello di Ningishzidda, i cui epiteti a Sumer erano: principe della casa come una montagna (la grande piramide) Falco predatore degli dèi (riferimento agli uccelli) Serpente dalla grande lingua Detentore delle Tavole Puro e grande mago Dragone.


I suoi seguaci conquistarono tutto il centro-America e si spinsero verso sud fondando le prime grandi città e dando inizio alla civiltà Olmeca che era quindi di chiaro ceppo africano. A circa 1000 anni dall'arrivo di Ningishzidda in mesoamerica un altro Anunnaki arrivò nel nuovo continente per fondare delle colonie per l'estrazione di metalli portando con se i suoi seguaci indoeuropei Ittiti: era il sumero ISHKUR (Yahweh), adorato da ittiti ed hurriti come Teshub e come Adad, il "dio delle tempeste" e i suoi simboli erano il fulmine/tridente e la scure/falce.

 

Ishkur/Teshub approdò nell'odierno Brasile e attraversò il continente stabilendosi in Perù dove fondò i primi centri e costrì Tampu-Toco come centro mettallurgico, le cui rovine sono arrivate a noi con il nome di Machu Picchu i cui cunicoli di dilavazione sono simili a quelli di Bad-Tibira il più antico centro di lavorazione di metalli a Sumer.
 
 

Ishkur prese il nome di Viracocha e dal lago Titicaca iniziò una nuova civilizzazione basata sulla figura dei re sacerdoti il cui capostipite fu Manco Capac al quale Viracocha diede la sua "scure dorata" e ordinò di fondare la prima città: Cuzco. Manco Capac viene raffigurato infatti con la scure di Ishkur/Viracocha.

 

Viracocha fu ricordato come il dio guerriero piangente con lacrime sotto gli occhi e scure/fulmini in mano. Questo perché prendendo possesso delle terre del Perù si scontrò con la civiltà precedentemente fondata da Ningishzidda. Ishkur/Viracocha voleva impadronirsi del continente come immenso impianto minerario e per dichiararlo proprio marcò il terreno con il suo simbolo.
 
Questo tridente scavato nella roccia è visibile nei pressi di Paracas e Nazca. Quetzalcoatl e i suoi seguaci olmechi sconfissero i seguaci di Viracocha in una sanguinosissima guerra che durò per secoli fino a che i due dèi Anunnaki scapparono dalle terre americane.
 
 
Secondo la leggenda, Viracocha tornò in cielo e divenne il sole mentre Quetzalcatl tornò nella sua terra di origine, promettendo di fare ritorno. Da allora le teste scolpite dei suoi seguaci olmechi, sparse nel continente rivolte verso Est sembrano guardare verso Sumer per dare il benvenuto al loro dio nel giorno del suo ritorno.
 

martedì 24 febbraio 2015

Stregoneria e Potere: un Connubio Indissolubile

La pratica del potere terreno è indissolubilmente legata all’occultismo ed alla stregoneria. La conoscenza e l’uso di tecniche di persuasione e seduzione del prossimo si avvale di sistemi e procedure noti al grande pubblico (seppure non senza difficoltà) e di tecniche organizzate occulte, destinate a pochi.
 
Esiste poi un apparato simbolico complesso che è organizzato in un vero e proprio linguaggio, che utilizza fonemi, numeri, simboli grafici e colori in modo interattivo e complementare. Tale somma di conoscenze esoteriche è come un ‘pacchetto’ di informazioni saldamente in mano alla gestione del potere terreno, la cui divulgazione è evidentemente scoraggiata con tutti i mezzi.
 

 
Se andiamo un attimo con il pensiero alla genesi del potere terreno possiamo notare come sia stata concessa dagli ‘dei’ agli uomini evidentemente con questo corollario di linguaggi al seguito.
 
La necessità di disporre di un’energia eterica supplementare è probabilmente la motivazione alla base delle pratiche stregonesche che il potere terreno porta con se dall’alba dei tempi. Il riferimento è soprattutto all’uso della magia sessuale ed alla consuetudine alla pedofilia ben presente nelle cerchie elevate del potere.
 
Tali oscene necessità sono state rese parzialmente di dominio pubblico grazie all’azione divulgativa di alcuni ‘stregoni’ del secolo scorso che, a seguito di una tradizione di studi di matrice anglosassone, hanno reso possibile conoscere alcune delle istanze occulte di cui il potere è ammantato. Alcuni ricercatori poi (guarda caso soprattutto italiani) sono riusciti ultimamente a mettere parzialmente in luce le dinamiche di questa organizzazione segreta a scopo predatorio.
 
La consuetudine con una ritualistica diabolica, consente ai ‘potenti’ di rifornirsi di energie eteriche di cui evidentemente non dispongono per natura. E’ facile notare al proposito l’estrema vulnerabilità dei cosiddetti ‘potenti’ che potenti invece non sono affatto! Essi non sarebbero infatti capaci di lavorare e vivere in modo normale, dovendo superare le notevoli prove e difficoltà di una vita comune retta ed empatica con il prossimo.
 
La genia del potere preferisce acquisire energie dal prossimo, vivendo una vita di riflesso desiderosa e bisognosa di nutrirsi di emozioni altrui che va suscitando con mezzi leciti ed illeciti.

Si tratterebbe quindi di una casta parassitaria che dall’alba (d’orata) dei tempi amministra illecitamente il potere temporale usufruendo in modo occulto dell’energia eterica delle popolazioni sottoposte. Di tali procedure ci narra ormai una letteratura cospicua e trasversale. Di tali procedure inoltre ci segnala la presenza una gamma ormai imbarazzante di episodi di cronaca nera addebitabili senz’altro alle ritualità oscene proprie di questa tensione indecente al potere, alla necessità di nutrirsi e propagare indebitamente se stessi.
 
L’adagio introduttivo di un video di Stefano (felceemirtillo) ci ricorda come ‘massoni, nazisti e stregoni governano il mondo’. Tale assunto mi sembrava anni orsono un po’ esagerato. Mi rendo conto invece oggi di come sia assolutamente veritiero ed appropriato.
 
Per concludere questa breve riflessione condivisa, vorrei ricordare come non si debbano temere questi personaggi perché si tratta di persone deboli e vigliacche che celano la propria incapacità dietro vestimenti terrifici e subdoli alla ricerca di un potere ‘animico’ che non possiedono e che debbono quindi depredare, un po’ come stantii e patetici vampiri/pop organizzati. Tali personaggi sono poi posseduti da una doppiezza imbarazzante: volti d’agnello in spiriti di lupo.

Dato infine che il nauseante mondo dei media è strettamente nelle loro mani, l’eco della stregoneria applicata affiora in ogni dove, dai cartoni animati alla ‘musica’ pop. Strumenti ipnotici per anime poco accorte ma soprattutto dimentiche del nostro passato, con la complicità di un’istruzione obbligatoria lacunosa e tendenziosa, anch’essa saldamente nelle loro mani da sempre.
 

lunedì 23 febbraio 2015

Il Marcatore Genetico R1a1... Il Marker del Graal e della Stirpe di Atlantide

Una nota sulla presenza di R1a1 nei popoli indoeuropei: secondo l'articolo dell'American Journal of Human Genetics dell'ottobre 2003, n.73, che tratta l'origine dei Leviti Ashkenaziti risulta che tali stirpi ebraiche dallo speciale status religioso, diffusesi nell'Europa orientale, hanno ben il 51% di R1a1 (forse a causa della commistione con i Khazari convertiti all'ebraismo, appartenenti a un'area con alta frequenza di questo gruppo genetico). 


D'altro lato, i presunti 'ariani' tedeschi nel loro complesso hanno solo il 12,5% di R1a1, e i norvegesi il 21,69%. Se dunque l'R1a1 è il marcatore degli 'Ariani' o Indoeuropei, i Levi Ashkenazi sono più ariani dei norvegesi e dei tedeschi! Meraviglie della moderna genetica, che si rivela un sorprendente antidoto al razzismo...

In effetti, il concetto di 'ariano' viene dall'India e dall'Iran, dove il termine ārya/airya significa essenzialmente 'nobile', ed era usato per identificare i membri delle caste alte e in senso lato il loro popolo. I razzisti europei si erano appropriati di questa idea di nobiltà e l'avevano applicata alla loro convinzione della superiorità della razza bianca nordica, creando così un ibrido assurdo, ma dalle conseguenze molto concrete. 


Il fatto che il gruppo genetico che unisce gli 'indoeuropei' non abbia a che fare primariamente con genti nordiche ci mostra tutta l'inconsistenza di questa teoria, purtroppo ancora presente in movimenti di estrema destra (persino in Iran), e la sua alta frequenza in stirpi ebraiche ci fa riflettere sul carattere primariamente culturale delle identificazioni in ambiti 'indoeuropei' o 'semitici', anche se gli Ebrei danno una notevole importanza alla discendenza di sangue come dimostra al contrario la forte natura 'vicino-orientale' dell'affiliazione genetica dei Cohanim ashkenaziti, come si vede nella tavola seguente. 


Un altro paradosso: l'appartenenza al gruppo R1a1 significa anche che molti Levi, in origine servitori del Tempio e dopo la diaspora spesso impegnati come rabbini sono geneticamente affini a molti brahmani, come a confermare l'affinità tra le due 'caste' di religiosi, che ha dato luogo anche a comparazioni fenomenologico-religiose... 

domenica 22 febbraio 2015

Il Kybalion - I Sette principi dell'Ermetismo

La Filosofia Ermetica, proveniente dall'antico Egitto e ripresa dai Greci, rappresenta una delle principali fonti di conoscenza esoterica in Occidente. Il Kybalion è uno dei testi fondamentali dell'Ermetismo ed enuncia sette principi che costituiscono le leggi su cui si fonda la vita dell'Universo e delle sue creature. 

I 7 principi fondamentali sono i seguenti: mentalismo, corrispondenza, vibrazione, polarità, ritmo, causa-effetto, genere.

I - Il Principio del Mentalismo. "Tutto è mente. L'universo è mentale."

Secondo questo principio, il Tutto, ovvero quella realtà esistenziale che sta alla base di ogni manifestazione esterna generalmente definita con il nome di 'fenomeno vitale', 'materia', 'energia', insomma tutto ciò che percepiamo attraverso i sensi materiali, non è altro che Spirito Inconoscibile che - sebbene non definibile - può essere considerato come una Mente Universale Vivente ed Infinita. 

Tutto l'Universo, quindi, non è che una creazione mentale del Tutto, soggetto alle sue leggi. E sia globalmente che in ogni singola parte, esiste nella mente del Tutto.

Grazie a questo principio si possono spiegare tutti quei fenomeni psichici che tanto scalpore suscitano nell'uomo, pur restando sempre al di fuori del campo della scienza. Comprenderlo significa poter usare a proprio vantaggio le leggi dell'Universo mentale, difendendosi dal pericolo di usarle in maniera casuale.

Grazie a questa chiave del sapere, lo studioso può entrare nel tempio della conoscenza mentale con passo sicuro. Essa infatti spiega la natura profonda della 'forza', della 'energia', della 'materia', e la loro relazione con la 'mente.' Scrisse infatti uno dei Grandi Maestri: "Chi afferra l'essenza della natura mentale dell'universo è assai progredito sul sentiero della sapienza." Possiamo ritenere questa massima ancora valida, perché senza questo primo principio, invano si tentano le Porte del Tempio.

II - Il Principio di Corrispondenza. "Com'è al di sopra, così è al di sotto; com'è sotto, così è sopra."

Tra leggi e fenomeni dei diversi piani di vita c'è sempre una corrispondenza. Comprendere questa regola significa risolvere molti dei paradossi e dei segreti della natura. Anche se al di sopra della nostra portata vi sono molti piani d'essere, con l'applicazione del principio della corrispondenza ne possiamo scoprire molti lati che altrimenti rimarrebbero oscuri. Inoltre, essendo questa una legge universale, vale su tutti i piani: materiale, mentale, spirituale. La sua importanza presso gli ermetisti era tale da essere considerata uno dei mezzi mentali più efficaci per la eliminazione degli ostacoli che impedivano al nostro sguardo di infrangere i muri del mistero.

Grazie alla sua applicazione si riuscì ad intravedere il volto della egizia Iside, e si imparò a passare con intelligenza dal noto all'ignoto; un pò come accade con i principi geometrici, in base ai quali si possono misurare da lontano le dimensioni di stanze e i movimenti di soli e pianeti. 

Con lo studio della monade, l'ermetista comprende l'arcangelo.

III - Il Principio della Vibrazione. "Tutto si muove, tutto vibra, niente è in quiete."

Gli enunciati di tale principio, che vengono sempre più confermati dalla scienza moderna, erano già noti migliaia di anni fa dai maestri dell'antico Egitto. Con esso sono spiegabili le divergenze tra le varie manifestazioni della materia, della mente, ed anche dello spirito, tutte riconducibili ai diversi 'quanta' di vibrazione. Dunque, tutto vibra: dalle forme di materia più rozze al Tutto, lo spirito assoluto; più alta la vibrazione, tanto più elevata la posizione nella scala della spiritualità.

Lo Spirito vibra così intensamente che sembra in pieno riposo, proprio come la ruota gira a volte tanto velocemente da sembrare ferma. Allo stesso modo, all'altra estremità della scala stanno forme di materia così rozze che le loro vibrazioni sono talmente esigue da sembrare in riposo.

Dai neutroni agli elettroni, dagli atomi alle molecole, per giungere fino ai mondi e gli universi, tutto vibra. Lo stesso discorso può farsi per l'energia e la forza, che assumono la loro denominazione proprio dai diversi gradi di vibrazione, come anche per i piani mentali, dalla cui vibrazione dipendono i loro stati. Ed infine sui piani spirituali.

Tenere a mente questo principio e le leggi che lo regolano, fa si che gli ermetisti possano controllare le proprie e le altrui vibrazioni mentali. Lo stesso principio vale poi per esercitare un certo potere sui fenomeni naturali. "Chi comprende questa grande regola, ha in mano lo scettro della potenza." Così dice uno scrittore antico.

IV - Il Principio della Polarità. "Tutto è duale; tutto è polare. Per ogni cosa c'è la sua coppia di opposti. Come simile e dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura, e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano. Tutte le verità non sono che mezze verità, e ogni paradosso può essere conciliato."

Grazie a questo antico assioma ermetico si può avere una spiegazione a quei paradossi che per tanto tempo hanno tenuto in dubbio l'uomo e che possono essere così esplicati: "tesi e antitesi hanno uguale natura, ma sono diverse per grado." O anche: "gli opposti sono identici, differendo solo di grado. Cosicché possono essere conciliati, e gli estremi finiscono per toccarsi. Nello stesso tempo, ogni cosa è e non è; ogni verità non è che mezza verità; tutte le verità sono per metà false; ogni cosa ha due facce", e così via.

Sono esempi della polarità di tutto ciò che è in natura; del fatto che gli opposti non sono altro che i due estremi della stessa cosa, ma con diverse gradazioni, proprio allo stesso modo in cui caldo e freddo, consistendo la loro diversità solo in differenza di grado, sono in realtà identici, sebbene opposti.

Discorso analogo può essere fatto per il piano mentale. Ad esempio, esaminiamo l'amore e l'odio; essi sono stati mentali a prima vista del tutto in antitesi. Malgrado ciò, tra i vari gradi di odio ed amore vi è un punto intermedio che è neutro. Basta riflettere un attimo per capire che siano diverse gradazioni su una stessa scala.

Inoltre - regola fondamentale per gli ermetisti - bisogna comprendere che le vibrazioni di amore possono essere mutate in vibrazioni di odio, e viceversa. E non solo nel proprio spirito. E' probabile che molti fra coloro che leggono queste righe abbiano avuto esperienza diretta della rapidità con cui si può passare dall'amore all'odio e da questo all'amore. Essi si saranno certamente resi conti che tutto ciò è possibile grazie all'uso della volontà, ovvero con l'ausilio degli insegnamenti ermetici.

Bene e male, abbiamo detto, non sono che i poli opposti della stessa cosa, e nessuno quanto uno studioso ermetico è a conoscenza dell'arte di trasmutare il male in bene, in base alla applicazione del principio polare.

Per concludere, l'arte della polarizzazione finisce col divenire una fase dell'alchimia mentale, praticata da maestri antichi ed attuali. Rendersi padroni di questo principio significherà per ognuno potere invertire la propria polarità, e anche quella altrui, naturalmente dopo un lungo studio adeguato.

V - Il Principio del Ritmo. "Ogni cosa fluisce e rifluisce; ogni cosa ha fasi diverse; tutto s'alza e ricade; in ogni cosa è manifesto il principio del pendolo. L'oscillazione di destra è pari a quella di sinistra: tutto si compensa nel ritmo."

E' questo il principio con cui si comprende che in ogni cosa c'è un movimento, un moto che rifluisce, una simmetria eterna tra due poli. Così esisterà sempre per ogni azione una reazione, per ogni innalzamento un abbassamento. Tutto ciò vale per ogni cosa: i pianeti, i soli, l'energia e la materia; gli uomini, gli animali e la mente.

La potenza di questo principio regolatore può rinvenirsi nella creazione e nella distruzione dei mondi; nello sviluppo e nella corruzione dei popoli; negli stati mentali umani, conoscendo i quali l'ermetista riesce a neutralizzarne gli effetti. Ciò avviene per mezzo della legge mentale della neutralizzazione; se non si può annullare il principio, o perlomeno arrestarlo, si può sfuggire, in parte ai suoi effetti.

Questa è l'arte degli ermetisti: compreso il principio, imparare ad usarlo, invece che subirlo. Quindi, se l'ermetista si polarizza su un certo punto, neutralizza la forza ritmica del pendolo che - oscillando - lo condurrebbe all'altro polo. Quasi tutte le persone che hanno raggiunto una certa capacità di autocontrollo riescono in parte ad esercitare questa funzione; il maestro lo fa volontariamente, raggiungendo quel grado di equilibrio e forza mentale che risulta incredibile per la massa, sempre oscillante, proprio come un pendolo.

I metodi di contro-azione e neutralizzazione dei principi di polarità e del ritmo formano una delle parti più importanti della alchimia mentale ermetica.

VI - Il Principio di Causa ed Effetto. "Ogni effetto ha la sua causa; ogni causa ha il suo effetto; tutto avviene in conformità di una legge; 'caso' è il nome dato ad una legge che non si conosce; pur se esistono diversi piani di causalità, niente sfugge alla legge."

Cioè, tutto avviene secondo una legge; non esiste il caso. Se ci sono diversi piani di causalità per i quali i più alti dominano gli infimi, nulla può sfuggire alla legge. L'ermetista può innalzarsi al di sopra del normale piano di causa ed effetto (entro certi limiti). Ben sappiamo che le masse sono condizionate dallo ambiente, tanto da potere essere mosse secondo gli altrui desideri come pedine degli scacchi, vinte da mille cause esterne. Ma coloro che giungono al piano superiore riescono a dominare il proprio carattere, i propri stati d'animo, le proprie emozioni, e di conseguenza l'influenza di ciò che li circonda, diventando cause e non più pedine. Essi possono dire di giocare la partita della Vita, e di non essere giocati! Essi usano il principio; non ne sono gli attrezzi; se pure obbediscono ai piani di causalità superiori, dominano sul loro piano. In queste parole è condensata la grande ricchezza della disciplina ermetica; chi può, ne approfitti.

VII - Il Principio del Genere "Il genere si manifesta in ogni cosa e su tutti i piani; ogni cosa ha il suo principio maschile e femminile."

Ogni cosa appartiene a un genere; ovunque troviamo il maschile o il femminile. Tutto ciò vale, oltre che per il piano fisico, anche per quello mentale e spirituale. Quanto al fisico, il principio ha la sua evidenza nel sesso, e nei piani superiori resta invariato, pur assumendo forme più alte.

Non c'è possibilità di creazione fisica, mentale e spirituale, senza la applicazione di questo principio. Comprenderlo significa illuminare argomenti finora oscuri alla maggior parte della umanità. Esso opera sempre in funzione della creazione e rigenerazione. Tutto è fondato su questo principio. Ogni elemento femminile ne contiene uno maschile, e viceversa. In questo principio è racchiusa la chiave di gran parte dei misteri della vita.

Bisogna, a questo punto, soffermarsi sulla enorme differenza esistente tra questa legge e le basse, infamanti teorie o pratiche assurdamente denominate, che altro non sono che la profanazione del nostro grande principio. Questi dubbi rifacimenti delle antiche forme del 'fallicismo' vertono alla degenerazione dello spirito, dell'anima e del corpo, e la filosofia ermetica ha sempre cercato di informare circa la fallacia di tali insegnamenti, votati alla dissolutezza, alla perversione, alla inversione dei principi di natura. Qualora foste portati per questa via, lasciate da parte la dottrina ermetica; essa non può aiutarvi. Come per i puri, qualsiasi cosa è pura, per i perversi ogni cosa è tale.

sabato 21 febbraio 2015

La Profezia di Ermete Trismegisto

Il celebre scrittore latino Apuleio esercitò un notevole influsso sulla letteratura latina, sopratutto grazie al suo capolavoro Metamorfosi, racconto noto anche come L'Asino d'Oro, in seguito adottato nella cultura massonica sotto forma di parabola iniziatica.

Tra le opere apocrife attribuite ad Apuleio vi è l'Asclepius, resoconto di un dialogo profetico fra Ermete Trismegisto, leggendario maestro della dottrina ermetica, ed Asclepio, uno dei personaggi che popolano il mito ermetico con Horus, Iside e Ammone.

Nel Terzo libro dell'Asclepius è riportata la Profezia Ermetica, un'esposizione sulla natura di Dio, la cosmologia, il tempo, i cicli della vita, la natura del mondo e dell'uomo, ecc.

Attraverso il destino dell'Egitto viene espresso un ampio spettro di percezioni filosofiche.

Quanto segue è un estratto del brano dell'Asclepio contenente la profezia:

Trismegisto: "Non sai, Asclepio, che l'Egitto è un'immagine del cielo, o più esattamente è dove tutte le operazioni dei poteri che governano e operano nel cielo sono stati trasferiti sulla terra?

Anzi, sarebbe più corretto dire che l'intero Cosmo abita in questa nostra terra, come nel suo santuario. 

E tuttavia, poiché è giusto che gli uomini saggi conoscano gli eventi prima che accadano, è necessario non restare nell'ignoranza di quanto sto per dire: giungerà un giorno in cui ogni onore reso agli dei dagli egiziani con costanza e pietà sincera, sarà vano; e tutto il nostro culto santo sarà debole e inefficace. Così gli dei torneranno dalla terra al cielo.

L'Egitto sarà abbandonato e la terra che un tempo fu sede della Religione resterà desolata, priva della presenza delle sue divinità.

Questa terra sarà riempita da stranieri; Non solo gli uomini trascureranno il servizio degli dei, ma l'Egitto sarà occupato da Sciti o indiani o altri popoli barbari attorno ad esso. Quel giorno la nostra terra più santa, questa terra di santuari e templi, sarà piena di funerali e cadaveri. A te, santissimo Nilo, io grido che ti gonfierai di torrenti di sangue, salirai al livello dei tuoi argini e le tue onde sacre non saranno solo sporche, ma assolutamente scarlatte di sangue.

Piangi per tutto ciò, Asclepio? Ma il peggio dovrà ancora venire; L'Egitto soffrirà ancora; cadrà in una situazione di gran lunga più pietosa, e verrà infettato da piaghe ancora più gravi; e questa terra, che una volta era santa, una terra che amava gli dei, e sulla quale, in ricompensa per la sua devozione, gli dei si degnarono di soggiornare, terra che fu maestra del genere umano in santità e pietà, questa terra andrà oltre tutti gli atti crudeli. I morti saranno molto più numerosi dei vivi; ed i sopravvissuti saranno egiziani solo per il fatto di parlare questa lingua, ma nelle loro azioni saranno uomini di un'altra razza.

O Egitto, Egitto, della tua religione non rimarrà che un racconto vuoto al quale i tuoi figli nel tempo a venire non crederanno; nulla resterà e solo le pietre testimonieranno la tua pietà. E in quel giorno gli uomini saranno stanchi della vita, e cesseranno di pensare all'universo con stupore e riverenza. E così la religione, la più grande di tutte le benedizioni - perché non c'è nulla, mai vi è stato, né mai vi sarà nulla di più utile - saranno minacciate di distruzione; gli uomini la considereranno un peso, e la disprezzeranno. Non sapranno più amare il mondo che ci circonda, opera incomparabile di Dio, una struttura gloriosa che ha costruito, questa summa di cose di molte forme diverse, questo strumento con cui Dio opera affinché sia fatta la sua volontà; e favorendo generosamente il benessere dell'uomo; gli occhi saranno rivolti all'accumulazione di tutte le cose che possono suscitare la venerazione, la lode e l'amore di chi guarda.

L'oscurità sarà preferita alla luce, e la morte sarà ritenuta più redditizia della vita; nessuno potrà più alzare gli occhi al cielo; il pio sarà considerato pazzo, e il saggio empio; il pazzo sarà giudicato coraggioso, e il malvagio sarà stimato come buono. Per quanto riguarda l'anima e la convinzione che sia per sua natura immortale, o possa sperare di raggiungere l'immortalità, come vi ho insegnato, essa sarà beffeggiata, e gli uomini convinceranno se stessi che ciò sia falso. Nessuna parola di riverenza o di pietà, nessuna espressione degna del cielo e degli dei del cielo, si udirà o crederà.

E così gli dei lasceranno il genere umano, una cosa grave!

E solo gli angeli malvagi resteranno e si mescoleranno agli uomini, e con la forza indurranno i poveri disgraziati a commettere ogni sorta di crimine sconsiderato, di guerra, e di rapina, e di frode e tutte le altre cose ostili alla natura dell'anima. Poi la Terra sotto i piedi non sarà più stabile, e il mare non vorrà più navi; il cielo non supporterà le stelle nelle loro orbite, né le stelle seguiranno più il loro corso costante nel cielo; tutte le voci degli dei taceranno; i frutti della terra si decomporranno; il suolo diventerà sterile e l'aria sarà stagnante e insalubre. E sul mondo calerà la vecchiaia. La religione non esisterà più; ogni cosa sarà disordinata e contorta; il bene svanirà.

Ma dopo che tutto ciò sarà accaduto, Asclepio, il Maestro e Padre, Dio, creatore di quel Dio che per primo è entrato in essere, giungerà sull'evento e sarà contrariato dal vedere come sia stata disattesa la sua volontà, che è il bene. Egli richiamerà sulla retta via coloro che si sono smarriti; purificherà il mondo dal male, lo laverà via con le inondazioni, lo purificherà con il fuoco feroce e l'esplosione di guerre e pestilenze. E così egli riporterà indietro il mondo al suo aspetto primigenio, in modo che il Cosmo sarà ancora una volta considerato un luogo in cui adorare Dio, e in quel giorno il creatore e restauratore del tessuto possente sarà adorato dagli uomini con inni incessanti di lode e benedizione.

Tale è la nuova nascita del Cosmo; rinnovamento delle cose buone, santa restaurazione di tutta la natura che si ripete nel corso del tempo per l'eterna volontà di Dio. Per Dio non sarà un inizio, in quanto per Lui non esistono inizio né fine. E' per questo che l'intento originario di Dio sia perseguire il bene."

venerdì 20 febbraio 2015

Astronave Luna chiama Terra - La teoria di Vasin e Shcherbakov

La teoria dell’Astronave Luna, conosciuta anche come la Teoria Vasin-Shcherbakov è stata proposta nel 1970 da Michael Vasin e Alexander Shcherbakov, due membri dell’Accademia Sovietica delle Scienze, in un articolo intitolato “La Luna è la creazione di un’intelligenza aliena?”. Nell’articolo i due scienziati sostengono che il nostro satellite sarebbe un planetoide cavo realizzato da esseri sconosciuti in possesso di una tecnologia di gran lunga superiore a qualsiasi altra disponibile sulla Terra.

Enormi macchinari sarebbero stati utilizzati per fondere le rocce e creare grandi cavità all’interno della Luna, con il risultato di abbondanti fuoriuscite di lava sulla superficie lunare. La Luna sarebbe quindi costituita da uno guscio esterno, realizzato con le scorie metalliche della lavorazione delle rocce, e da uno scafo interno, una sorta di guscio più profondo.
 
Le anomalie della Luna

Nonostante le numerose visite eseguite grazie alle missioni Apollo, la Luna resta un enigma per gli scienziati sotto molti punti di vista. Tuttavia, come affermano Vasin-Shcherbakov nel loro articolo, molti aspetti considerati finora enigmi lunari sarebbero spiegabili alla luce della loro ipotesi. L’origine della Luna è uno dei problemi più complessi della cosmogonia. Finora, le ipotesi in discussione sono state tre:

1) La Luna era una volta parte della Terra e un qualche tipo di forza la espulsa in orbita. Questa teoria, secondo i due ricercatori, è stata smentita dalle ricerche più recenti.

2) La Luna si è formata in maniera indipendente dalla stessa nube di polveri e gas della Terra, diventandone un satellite naturale. Ma allora perché c’è una grande differenza tra il peso specifico della Luna (3,33g per centimetro cubo) e quello della Terra (5,5g)? Inoltre, le analisi sui sassi portati a Terra dalle missioni Apollo rivelano che la composizione delle rocce lunari è differente da quelle terrestri.

3) La Luna si è formata separatamente e lontano dalla Terra (forse fuori dal Sistema Solare). Ciò significa che il nostro satellite avrebbe navigato nel cosmo per lungo tempo e una volta giunta in prossimità della Terra, grazie ad una complessa interazione tra le forze gravitazionali, sarebbe stata catturata in un orbita geocentrica perfettamente circolare. Si tratterebbe di un complesso di fattori davvero eccezionale!

Di fatto, secondo Vasin e Shcherbakov, gli scienziati che studiano l’origine dell’Universo ad oggi non hanno alcuna teoria accettabile per spiegare come sia nato il sistema Terra-Luna. La loro ipotesi è semplice: la Luna è un satellite artificiale messo in orbita attorno alla Terra da parte di intelligenze non terrestri a noi sconosciute.

L’ipotesi dei due scienziati russi implica che la Luna deve essere vuota al suo interno, con un guscio sottile di metallo che spiegherebbe come mai i grandi crateri lunari, generalmente formati da impatti meteoritici, sono così poco profondi, presentando il fondo piatto o addirittura convesso, a differenza dei crateri più piccoli che hanno una profondità proporzionale al loro diametro.

Gli autori sottolineano che il materiale di superficie della Luna è composto prevalentemente da cromo, titanio e zirconio, tutti metalli refrattari, meccanicamente resistenti e con proprietà anti-corrosivo. Se qualcuno avesse dovuto mettere a punto un materiale per proteggere un gigantesco satellite artificiale dagli effetti sfavorevoli degli sbalzi di temperatura, dalle radiazioni cosmiche e dal bombardamento meteoritico, probabilmente avrebbero scelto proprio questa miscela di elementi.

Questa considerazione spiega il motivo per il quale le rocce lunari sono un così straordinario cattivo conduttore di calore, un fattore che stupì molto gli astronauti delle missioni Apollo e i ricercatori della Nasa. Non era proprio quello l’effetto desiderato da chi ha progettato la Luna? Così scrivono i due ricercatori russi nell’articolo:

“Dal punto di vista ingegneristico, l’astronave che noi chiamiamo Luna è superbamente costruita. E’ questo spiega molto bene la sua longevità. E’ possibile che sia anche più antica del nostro stesso pianeta: alcune rocce lunari si sono dimostrate essere più antiche della Terra. Se questo è vero, questo però potrebbe valere per l’età dei minerali utilizzati e non per quando è sono stati utilizzati per costruire il satellite”.
 
Quando è stata messa lì? E da chi?

Secondo i due ricercatori, è difficile stabilire il tempo quando la Luna ha cominciato a brillare nel cielo. Ciò implica che potrebbe esserci stato un tempo in cui la Terra era senza Luna?

Alcuni studiosi di storia e di miti antichi hanno trovato nella letteratura antica alcuni brani tratti da autori importanti del passato nei quali si legge chiaramente che un tempo il cielo terrestre era senza la Luna, forse il ricordo più remoto dell’umanità. Ippolito di Roma, un autore cristiano del II secolo, nel suo Refutatio Omnium Haeresium spiega che Anassagora e Democrito, due filosofi della Grecia antica, insegnavano che era esistito un tempo in cui non c’era la Luna.

Aristotele, nel frammento 591, scrisse che il territorio dell’Arcadia, prima di essere abitato dai greci era occupato dalla popolazione dei Pelasgi, una cultura proto-ellenica che secondo il grande filosofo esisteva prima che ci fosse una luna nel cielo; per questo motivo sono stati chiamati Proseleni. Plutarco ne Le Questioni Romane parla degli arcadi come delle persone pre-lunari. Infine, il grammatico romano Censorino allude ad un tempo passato, quando non c’era la luna nel cielo.

Se, dunque, un tempo non c’era la Luna, chi l’ha messa lì e perchè? I due ricercatori russi ipotizzato che la Luna possa essere una nave spaziale molti antica, una sorta di antica arca di Noè utilizzata da un’antica civiltà per viaggiare nello spazio per migliaia di milioni di chilometri e giungere sul nostro pianeta per colonizzarlo: noi saremmo i loro discendenti.

Gli autori immaginano l’interno della Luna sia pieno di carburante per i motori, materiali e apparecchi per lavori di riparazione, strumenti per il sostentamento vitale e apparecchiature di osservazione. Vasin e Shcherbakov, non credono che la Luna sia ancora abitata, e probabilmente molti dei suoi dispositivi automatici hanno smesso di funzionare.

Ma in alcune ipotesi più malevole, alcuni teorici del complotto alieno credono che non solo la Luna sia ancora abitata, ma che svolga ancora un ruolo importantissimo nei piani degli ‘occupanti’ alieni. Un po’ come descritto nel film “The Truman Show”, nel quale il regista del programma può osservare tutto ciò che accade dal suo ufficio posizionato nella finta luna, così i nostri ‘invasori’ utilizzano il nostro satellite come avamposto di osservazione per “l’esperimento uomo”.
 

D’altra parte, il fatto che la Luna mostra sempre lo stesso lato alla Terra (caratteristica molto rara in tutto l’Universo conosciuto) faciliterebbe il compito degli osservatori, che avrebbero la possibilità di osservare costantemente la Terra, senza dover aspettare ogni volta il completamento della rotazione della Luna sul proprio asse.

Ad ogni modo, secondo Vasin e Shcherbakov ci sarebbero moltissimi altri indizi, purtroppo solo circostanziali, a favore della loro ipotesi, che a prima vista potrebbe sembrare folle. Un’idea pazza simile fu avanzata già nel 1959 dal professor Iosif Sklovskij, un eminente scienziato, in relazione ai satelliti di Marte, Fobos e Deimos. Dopo aver attentamente analizzato i dati, il ricercatore concluse che entrambi devono essere vuoti e perciò satelliti artificiali.

Quando scrissero l’articolo, i due ricercatori russi speravano che aver sollevato abbastanza questioni per fornire argomenti per una seria riflessione sulla materia, il cui risultato potrebbe risolvere i numerosi enigmi lunari e gettare luce sulla vera origine della specie umana. Ora, si tratta solo di aspettare le prove dirette che sostengano o confutino la loro idea. Probabilmente, non ci sarà molto da aspettare.
 
LA TEORIA MOON MATRIX  David Icke

Il Risveglio del Leone, umanità mai più in ginocchio è il libro di David Icke più sconvolgente con il quale l'autore inglese celebra e corona venti lunghi anni di ricerca con rivelazioni di verità nascoste e informazioni segrete.

La sua rivelazione più incredibile e controversa è che le mente umana collettiva e la Terra siano manipolate dalla Luna che non è un satellite naturale bensì una struttura artificiale, una enorme astronave spaziale dal cui interno agisce il gruppo di extraterrestri che controllano da migliaia di anni l'umanità.

Icke descrive ciò che ha definito "Moon Matrix", ovvero la falsa realtà trasmessa dalla Luna che viene decodificata dalla nostra mente, in maniera simile a quanto avveniva nella trilogia cinematografica Matrix.

Viviamo tempi straordinari. Da un lato vediamo come si vada instaurando uno stato globale orwelliano, un regime fascista di controllo globale con a capo coloro che servono la "Moon Matrix"; dall'altro invece vediamo come sia in atto una fantastica trasformazione energetica, "Le vibrazioni della Verità", un fenomeno che Icke ha predetto nel 1990. Le vibrazioni della verità stanno risvegliando un gran numero di persone nel ricordo di cosa sono realmente: infinita, eterna coscienza.
 

Ti potrebbero interessare anche...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...