L'uso delle erbe in medicina potrebbe essere parte di quell'antico sapere fornito dagli dei al tempo della Rinascita? Per lo meno inizialmente, poi nei secoli certamente gli stessi egizi avranno raffinato le pratiche mediche e sviluppato nuovi studi, ma l'incipit, così come fu per l'agricoltura, potrebbe essere giunto dagli antichi dei...
Le conoscenze mediche degli antichi egizi
Degli antichi egizi si parla approfonditamente delle piramidi costruite in onore ai faraoni, della sfinge e di altri misteri legati agli allineamenti con le stelle.
Alle volte però, ci si rende conto che si parla molto di più di ciò che non si è ancora scoperto, piuttosto che di quello che realmente si conosce, probabilmente a causa del fascino che questo comporta, dove la nostra mente può viaggiare verso scenari infiniti. Ma tra le cose ben documentate e più antiche, c’è la medicina egizia; dall’invasione persiana del 525 a.C, sino al 33 a.C, la pratica medica egizia è rimasta coerente nei suoi metodi altamente avanzati per il tempo. Erodoto arrivò a chiamare gli egizi il popolo dei sanissimi, grazie all’importante sistema sanitario che possedevano, ed alla esistenza di un medico per ogni infermità.
Omero scrisse nella sua Odissea: “In Egitto, gli uomini sono più abili in medicina di qualunque genere umano e più abili in questo campo di qualsiasi altra arte”, sostenendo che la terra fertile produceva tantissimi farmaci, e dove ogni persona era un medico.
Il Papiro di Erbers
La comunità scientifica è concorde sul fatto che un ruolo fondamentale nella medicina egizia è stata occupata dalle erbe. Le prove vengono dai luoghi di sepoltura, dalle tombe e dai templi sotterranei in cui gli archeologi hanno trovato ampi insiemi di documenti medici e pergamene, tra cui il Papiro di Erbers, di Edwin Smith, di Hearst, e il London Medical Papyrus, che conteneva la prima documentata consapevolezza dei tumori. Il primo è senza dubbio il più famoso, un rotolo di 110 pagine che aperto occupa circa 20 metri di lunghezza.
Contiene circa 700 rimedi tra cui pratica empirica e osservazione, e un trattato sul cuore che lo riconosce come centro per l’apporto di sangue. Gli egizi consumavano aglio crudo e cipolle per la resistenza, e per curare l’asma bronchiale ed altri problemi polmonari. In uno dei capitoli sono stati trattati anche i disturbi mentali, tra cui la depressione e la demenza. Non mancavano malattie intestinali, parassiti, problemi agli occhi e alla pelle, e persino ascessi e tumori. Molte delle loro erbe erano immerse nel vino e usate come medicina orale.
Si trattava di erbe naturali, non contaminate da pesticidi, erbicidi, insetticidi, o acqua fluorurata. Gli egiziani hanno documentato l’uso di mirra, incenso, finocchio, cassia, timo, ginepro, e anche aloe. Spicchi d’aglio freschi sono stati sbucciati e schiacciati in una miscela di aceto e acqua, utilizzata come un risciacquo per il mal di gola e mal di denti.
Conoscevano inoltre le proprietà curative del miele. Non a caso il primo riconoscimento ufficiale dell’importanza del miele risale alla prima dinastia egizia, utilizzato anche come antibiotico naturale. Il terreno principale per l’apicoltura era ubicato nel Basso Egitto, dove c’era l’irrigazione estensiva al fine di nutrire migliaia di piante da fiore.
L’ape è stata scelta come simbolo per il paese e gli dei sono stati associati con essa. Gli stessi templi erano in realtà case per le api, al fine di soddisfare il desiderio degli dei. La stessa Canaan è stata chiamata la “Terra di latte e miele” nella tradizione ebraica.
Papiro di Smith
Le malattie non erano rare in Egitto. Ci sono state molte afflizioni della pelle e parassiti dalle acque del fiume Nilo, così come casi di cefalea, lebbra, obesità, poliomelite, carie, vaiolo. La tubercolosi era comune, a volte trasmessa da bovini. La polmonite colpiva le persone che respiravano troppa sabbia durante le tempeste.
Ma i medici egiziani hanno approfittato appieno delle risorse naturali presenti nell’area per il trattamento di disturbi comuni. Molti dei loro metodi sono ancora oggi molto validi e sono considerati parte del mondo della medicina omeopatica. Oggi i ricercatori sono stati in grado di tradurre i rotoli e apprezzare ciò che gli egizi conoscevano in merito all’anatomia, all’igiene e alle guarigioni. Grazie a loro si è aperta la strada che ha condotto alla medicina moderna.
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