venerdì 7 dicembre 2012

I Future dei Sumeri


Questa notizia deve far riflettere sul livello di scienza raggiunto dai sumeri migliaia di anni fa. Anche scienza economica a quanto pare. E il fatto che i derivati siano oggi uno degli strumenti utilizzati dalle banche per tenere in scacco il sistema economico del mondo occidentale aggiunge ulteriori elementi di analisi degni di essere approfonditi.

Nell'avventurosa storia dell'economia la partita doppia, pietra angolare della moderna contabilità, e cioè la geniale idea di scrivere da una parte le entrate e da un'altra le uscite, viene alla fine del Quattrocento a fra' Luca Pacioli. 

L'iniziativa di trasferire capitali con semplici lettere di credito invece che con trasbordo di forzieri la prendono all'epoca delle Crociate i Templari, che pagano la loro inventiva e la loro capacità finanziaria a prezzo della vita. 

Ma i derivati quando nascono? Quand'è che dalla mente umana scaturisce l'idea di inserire l'alea, il caso, la scommessa, in una transazione? 

«Guardi questa tavoletta sumera», dice Pier Luigi Ciocca, una vita nel direttorio di Banca d'Italia, accademico dei Lincei e professore universitario, allungando la foto in bianco e nero di una di quelle lame di terracotta incise tre millenni prima di Cristo di scrittura cuneiforme. Sulla tavoletta c'è scritto che un sumero vende ad un altro sumero un terreno, e stabilisce il prezzo (in argento, il particolare come vedremo non è irrilevante) vincolando poi alla bontà del raccolto un ulteriore guadagno, o in alternativa una perdita. La tavoletta è insomma un contratto, in cui i due sumeri scommettono su una plusvalenza che potrà (o non potrà) accadere in futuro: un prodromo dei future.


Di tavolette sumere di questo tipo ne esistono decine di migliaia, provenienti dai 500 siti scavati sinora, e che sono solo una piccola parte dei diecimila da riportare alla luce. E in esse i future, il nocciolo della finanza «creativa», cosiddetta derivata, che per invenzioni successive e scivolando lungo i millenni arrivano sino ai credit swap e ai subprime di recente e nefasta fama, sono menzionati molteplici volte. 

Le tavolette sumere, da quando nell'Ottocento è stata decifrata la scrittura cuneiforme, sono in gran parte proprio questo: transazioni commerciali, le prime risalgono alla città di Uruk intorno al 3200 avanti Cristo (dunque oltre 5 millenni orsono) in un'economia che gli specialisti chiamano «accentrata» e cioè gestita centralmente, in questo caso dagli apparati del Tempio, da sacerdoti. 

Ogni transazione, compravendita, spedizione di merci (che venivano assicurate), commissione agli artigiani, nonché prestito, garanzia e pegno, credito e debito, con relativi tassi d'interesse (usura compresa), ad opera non solo di singoli ma anche di associazioni e società, veniva scritta su un pezzo d'argilla cotta al sole, e solo in rari casi cotta al forno e archiviata in casse. 

In qualche caso, per mantenere la riservatezza spesso erano inserite in vere e proprie buste di argilla fresca. Si sono conservate bene anche perché «cotte» nel fuoco dei numerosi incendi nelle città sumere, e poi assire, e poi babilonesi. Scompaiono, le tavolette, solo nel primo secolo dopo Cristo, quando cambia la tecnologia della scrittura, e arrivano i papiri degli egizi, le pergamene romane, le tavole di cera. 

Ma se tutto nel mondo nasce con i Sumeri, come diceva lo storico Kramer, perché sono loro i primi a inventare la scrittura, la matematica e tante altre cose, se poi il primo testo di diritto, anche di diritto economico sarà, a Babilonia, il Codice di Hammurabi, proprio non si immaginava che i sumeri ci avessero regalato anche i derivati.

Nessun commento:

Posta un commento

Ti potrebbero interessare anche...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...