Un punto a favore di chi sostiene il disegno universale (cioè che l’Universo è un’entità senziente, con un obiettivo preciso e che tutto accade per una ragione) arriva da una fonte improbabile: lo studio Network Cosmology co-pubblicato su Nature journal (Scientific Reports) dal fisico Dmitri Krioukov della University of California San Diego.
Naturalmente Krioukov non arriva certo a sostenere l’esistenza di un vero e proprio disegno universale nè, tantomeno, quella di un dio onnipotente che lo controlla, ma si limita a rilevare attraverso complesse formule matematiche che tutti i grandi network, come la rete dati globale, i social network, il nostro cervello e l’Universo stesso crescono e si sviluppano in maniera simile e quindi potrebbero essere regolati da una stessa legge universale che ancora non abbiamo scoperto.
Lo studio di Krioukov si basa su ricerche precedenti che avevano evidenziato similitudini funzionali tra il cervello e Internet, a cui aggiunge l’elemento universale. L’esistenza del cosmo, infatti, parte da un singolo evento – il Big Bang – e da allora ha continuato ad espandersi per circa 14 miliardi di anni.
Il team ha quindi creato una simulazione in cui l’universo primordiale è stato suddiviso nelle unità più basilari - i quanta di spazio-tempo - e ha collegato ogni quantum in relazione causale con un altro. A causa del limite imposto dalla velocità della luce, quindi, gli elementi troppo lontani tra loro non sono stati collegati causalmente. Mano a mano che la simulazione progrediva, sono aumentate anche le connessioni tra la materia presente nello spazio.
Comparando questo sviluppo a quello conosciuto dei social network e dei circuiti cerebrali, gli scienziati hanno osservato che tutti si espandono nello stesso modo. Per esempio le cellule encefaliche si collegano a quelle più vicine ma anche ad altre cellule - delle specie di “cellule Google” - che le collegano ad altre più lontane. Questa similitudine sembrerebbe indicare che esiste un collegamento profondo tra tutti i network complessi, da quelli microscopici a quelli galattici e, secondo Krioukov, è giunta l’ora di individuarlo.
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