Immagine di Marte in falsi colori - se ci fosse acqua l'area blu sarebbe un immenso oceano
Nuove mappe del sottosuolo di Marte mostrano per la prima volta la presenza di vasti canali presenti sotto la superficie del pianeta. Si ritiene che Marte sia nelle condizioni fredde e secche in cui lo vediamo oggi da almeno 2.5 miliardi di anni, ma questi canali suggeriscono che ci sono state delle grandi inondazioni anche.
Riuscire a comprendere l'origine e la grandezza di questi giovani canali presenti nell'Elysium Planitia, che è una distesa di pianure lungo l'equatore e la più giovane regione vulcanica del pianeta, è essenziale per riuscire a comprendere davvero la storia della recente attività idrologica sul pianeta e determinare così se questo tipo di inondazioni hanno indotto anche un cambiamento climatico. Le scoperte sono state fatte da un team del Goddard Space Flight Center, del JPL e del Direttorato per le Scienze Planetarie del Southwest Research Institute insieme allo Smithsonian Insitute, con a capo Gareth A. Morgan. I dati sono stati pubblicati il 7 Marzo sulla rivista Science.
Come conseguenza di un vulcanesimo esteso durato centinaia di milioni di anni, uno spesso strato di lava giovane copre buona parte della superficie dell'Elysium Planitia, nascondendo così le prove della sua recente storia geologica, inclusa la fonte e buona parte della lunghezza del sistema di canali lungo oltre 1000 km "Marte Vallis".
Marte Vallis ha una simile morfologia ad altri più antichi sistemi di canali sul pianeta rosso che si sono probabilmente formati in seguito a rilasci catastrofici di enormi quantità di acqua; tuttavia, poco si sà riguardo al sistema Marte Vallis perché si trova sepolto sotto la lava. Il team ha così usato il radar a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter per sondare il sottosuolo dell'Elysium Planitia. Così sono stati in grado di stabilire se le inondazioni hanno avuto origine dall'ormai sepolta porzione del sistema di fratture chiamato Cerberus Fossae.
"Le nostre scoperte mostrano che la portata e la scala dell'erosione era stata precedentemente sottostimata e la profondità dei canali è almeno il doppio rispetto alle precedenti approssimazioni." ha spiegato Morgan, geologo presso il Centro per gli Studi Terrestri e Planetari del Museo "National Air and Space" e autore principale della nuova ricerca. "E' possibile che le acque dell'inondazione abbiano avuto origine da un serbatoio presente nelle profondità e potrebbero essere state rilasciate da attività tettonica o vulcanica locale. Questo nuovo lavoro dimostra l'importanza dei radar orbitali per la comprensione di come l'acqua ha formato la superficie di Marte."
Formazione ed evoluzione del sistema di canali Marte Vallis nella Elisyum Planitia
Immagine radar del sottosuolo marziano. Credit: Caltech/NASA/JPL/Sapienza
SHARAD è uno strumento fornito dall'Agenzia Spaziale Italiana. Le sue operazioni sono portate avanti dall'Università La Sapienza, di Roma, ed i suoi dati sono poi analizzati da un team congiunto di americani ed italiani. Il Jet Propulsion Laboratory della NASA si occupa invece delle operazioni intere dell'orbiter e degli altri strumenti a bordo.
Nessun commento:
Posta un commento