sabato 5 luglio 2014

Il Culto satanico Veneziano

Il Culto Satanico Veneziano fu fondato dall’Antipapa Innocenzo III intorno all’anno 1198 durante il suo regno in qualità di AntiPapa e capo supremo del Culto Romano.

Al contrario dei precedenti membri del Culto Romano, Innocenzo III non era un adoratore della Magna Mater (Cibele) e delle antiche divinità oscure della tradizione Vaticana. Al contrario, Innocenzo III introdusse elementi di una religione per molti versi completamente nuova e fondata sulle antiche ed esoteriche conoscenze degli Alti Sacerdoti Sadducei che avevano retto gli antichi templi di Baalbek e di Gerusalemme già 1800 anni prima.

In luogo dell’adorazione di Cibele, i membri del Culto Satanico Veneziano adoravano ed adorano Moloch ed i demoni del mondo ctonio (sotterraneo o infernale).

In particolare, fu il figlio di Innocenzo III, l’AntiPapa Onorio III ad essere strumentale nell’introdurre una liturgia completamente nuova, principalmente tramite il suo “Grand Grimoire” – il primo vero e proprio libro di Stregoneria della Filosofia Occidentale. In effetti, Onorio rappresenta, a pieno titolo, il padre tanto della Stregoneria, quanto dell’odierna Wicca così come della stessa Inquisizione.

Prima della liturgia messa a punto da Onorio e la creazione dell’Inquisizione, in Europa non si era mai sentito parlare di streghe, stregoneria o di qualsiasi concetto alieno riferito alla dannazione delle anime. L’Inquisizione fu inoltre brillantemente concepita per “educare” le persone alle arti nere, alle forze demoniache, ai pentagrammi ed a numerosi altri simboli contemporaneamente pretendendo di combattere e perseguire le cosiddette “streghe”.

BACKGROUND

A partire dal 360 dopo Cristo, e fino al 532, lo Stato Sarmata di Palestina aveva raggiunto un tale potere ed una tale ricchezza da riuscire a governare e controllare le terre originariamente occupate dagli antichi Regni Ebraici ed i suoi leader proclamavano sè stessi Re di Israele.

A partire dalla morte del carismatico Baba Rabba, nel Quarto Secolo dopo Cristo, le varie famiglie nobili Ebraiche di Stati quali Himyarites (Yemen), Nabatea (Arabia) e Sarmara erano talmente cresciuti in influenza che il più grande di questi Stati, ovvero Sarmara, era divenuto uno degli Stati più ricchi dell’antichità così come la patria di centinaia di migliaia di persone.

L’antica adorazione delle forze oscure – e di Ba’al Moloch in particolare – che caratterizzava la religione Sarmata si era ampiamente diffusa nella regione, ed ora includeva le nuove dottrine fissate grazie a Baba Rabba, ovvero, tra le altre, l’uso della Kippa ed i rituali di devozione quotidiana diretta verso il tempio sul Monte Gerezim.


In ogni caso, tra le più “perverse” innovazioni religiose introdotte da Baba Rabba vi era senza dubbio l’esecuzione pubblica tramite il fuoco – la condanna al rogo, in pratica – di innocenti Ebrei non Sarmati che rifiutavano di convertirsi e di adorare le divinità demoniache degli stessi Ebrei Sarmati. Centinaia di migliaia di persone furono uccise in questa maniera in quell’area. Quando Giustiniano venne proclamato Imperatore nel 527, uno dei suoi primi atti fu quello di proclamare la religione dei Sarmati un crimine capitale punibile con la morte. Fu tale atto, più di qualunque altro, a spingere sempre più le famiglie nobili Sarmate a spostare le proprie residenze ed i propri centri di influenza verso la parte Occidentale del Mediterraneo, in particolare durante il regno dell’Alto Sacerdote-Re Julianus Ben-Sabar.

Lo Stato Sarmata e la sua stessa cultura fu infine devastata dall’Imperatore Giustiniano I nel periodo compreso tra il 531 ed il 532 dopo Cristo, così come fu distrutto, in quello stesso periodo, e per l’ultima volta, il fondamentale tempio sacro del Monte Gerezim. Al termine della brutale campagna di Giustiniano, temendo la nuova legge imperiale, nessun componente della famiglie nobili e sacerdotali Sarmate rimase nella propria madrepatria, un evento che rischiò di determinare la quasi estinzione del Culto Sarmata tanto come “religione” ufficiale quanto addirittura come cultura – nonostante la sopravvivenza di alcune migliaia dei componenti di tali famiglie nobili e sacerdotali.

I Samaritani si spostarono quindi, per sfuggire alla minaccia derivante dal potere detenuto in Oriente dal Sacro Romano Impero, in parte nelle zone più Occidentali del Mediterraneo ed in parte a Nord e nell’area interna delle montagne del Caucaso, dove vennero più tardi conosciuti come i Kazari. In particolare, le più importanti delle famiglie nobili delle linee di sangue degli Alti Sacerdoti si stabilirono nelle aree paludose collocate sugli estuari del Po e dell’Adige nell’Adriatico Settentrionale, mentre un’altra grande colonia si trasferì sulla costa dell’Armorica meridionale nei pressi della Baia di Morbihan in Gallia (una regione che oggi si trova nell’Odierna Spagna)

Sebbene isolati, i rifugiati Sarmati – non più in grado di dichiararsi ufficialmente tali sotto il crimine capitale posto su di loro dal Sacro Romano Impero di Bisanzio – dimostrarono una rimarchevole coesione. Essi rinominarono sè stessi Etenoi (in greco “i beneamati, i prescelti”) – presto divenendo famosi come commercianti e studiosi.

In particolare, la loro colonia nell’Adriatico Settentrionale fu chiamata – successivamente al cambio di denominazione da Sarmati ad Etenoi (in latino: Veneti) – Venezia, divenendo una delle più famose città della storia.

I SACERDOTI-TIRANNI DEL CLAN “PIETRO” A VENEZIA

 La stessa natura geografica legata alla collocazione della città di Venezia si dimostrò ideale per gli esiliati Sarmati, i quali assunsero la carica di Dogi della nuova città, che divenne ben presto un importantissimo centro per gli scambi commerciali. La più potente ed efferata tra le famiglie degli antichi Alti Sacerdoti Sarmati di Venezia era costituita dai componenti del Clan Pietro (più tardi conosciuti come PierLeoni), i quali dominarono la città con il pugno di ferro dall’VIII secolo fino a quando Pietro II Orseolo (1009-1026) fu definitivamente tradito dalle altre importanti famiglie della città e tenuto lontano da Venezia all’inizio dell’Undicesimo secolo, nel periodo in cui il Doge stesso era impegnato in una guerra contro gli Ottomani.

Egli venne in effetti sconfitto dagli Ottomani e costretto alla ritirata, tuttavia con la sua città fortemente fortificata che non gli permetteva l’accesso e gli Ottomani che lo inseguivano non fu in grado di porre sotto assedio la stessa Venezia e riguadagnare il controllo della città.

Al termine di queste peripezie, le navi rimanenti della sua flotta presero infine terra nei pressi di Trieste e Pietro II Orseolo, in seguito alla protratta permanenza in quell’area, dovette scontrarsi con i suoi Soldati-Marinai (marines) con le truppe di Stefano di Ungheria. In tale battaglia, i Soldati-Marinai (marines) “Ebrei” Veneziani sconfissero gli Ungari Cristiani e Pietro Orseolo fu incoronato Re di Ungheria già nel 1028. Egli regnò quindi come uno spietato tiranno fino alla sua morte nel 1041. Ad egli successe suo figlio Re Pietro III Orseolo di Ungheria (1041-1047).

Nel 1047, lo stesso Re Pietro III Orseolo di Ungheria fu esiliato, con la sua famiglia, dall’Ungheria, trovando rifugio a Roma. Durante le lotte che si susseguirono tra i legittimi Papi Cattolici e gli AntiPapi del Culto Romano, il figlio di Pietro III Orseolo, il cui nome era Pietro Leone (di qui la famiglia PierLeoni), si dichiarò infine “Cristiano” in maniera tale da poter entrare a pieno titolo nell’enclave del Culto Romano. In ogni caso, resta certo il fatto che tale Alto Sacerdote Sarmata, tra l’altro uno degli uomini più ricchi del mondo antico, rimase un dedito seguace del Culto di Ba’al Moloch.

Nel 1119, questo Alto Sacerdote Ebreo Sarmata riuscì quindi ad ottenere per sè la carica di AntiPapa con il nome di Callisto II (1119-1124), divenendo il primo Papa Ebreo Sadduceo della Storia. Per nascondere tale evento, più tardi, gli storici Vaticani hanno mescolato dettagli della sua vita reale con quella di un altro legittimo Papa della Chiesa Cattolica sostenendo che egli fosse in realtà nato nella Regione della Burgundia.

A Callisto II, successe suo figlio Onorio II (1124-1130) e quindi suo nipote Innocenzo III (1130-1143). Anche in questo caso, come in altri, la storia dei Papi Ebrei Sadducei (Samaritani) è stata cancellata dalla storia, nonostante il loro lascito – persone bruciate sul rogo, adorazione del pentagramma e la stessa eucaristia: tutti elementi da loro stessi per la prima volta introdotti come false dottrine della Chiesa Cattolica.

L’INQUISIZIONE E LA LEGALITA’ DEL SACRIFICIO UMANO

Mentre si ritiene che sia stato Papa Lucio III il primo a fissare l’esistenza dell’Inquisizione tramite la Bolla Papale “Ad Abolendam”, in particolare nella sua forma di struttura legale e morale mirata ad autorizzare il sacrificio umano e la barbara tortura di innocenti, è stato, in realtà, il discendente dei Papi Ebrei Sadducei, in particolare l’AntiPapa Innocenzo III (1198-1216), a rendere l’Inquisizione stessa pienamente efficace ed operante, grazie alla fissazione degli  elementi chiave di quest’ultima: le Leggi della Chiesa, l’Inquisitore, l’Accusato, l’Atto (o Offesa), il Tribunale ed il Testimone.


L’Inquisitore, in termini pratici, era un giudice speciale ma permanente che agiva a nome e per conto del Papa ed a cui era concesso dal Papa stesso il diritto-dovere di agire sulle basi delle leggi della Chiesa nei confronti delle presunte Offese rese alla Fede come definite dalle stesse leggi canoniche. Quindi, sulla base del diritto-dovere di agire a tutela della Chiesa, l’Inquisitore aveva – ed ha ancora ai nostri giorni – il potere legale di vita o di morte sull’accusato stesso.

Inoltre, l’accusato era obbligato a presentarsi di fronte all’Inquisitore, ma non doveva necessariamente essere accusato di alcun crimine di eresia a questo punto; tuttavia una volta che il suo nome fosse stato scritto su un documento cartaceo e l’individuo avesse riconosciuto sè stesso con il nome del soggetto riportato nel documento, egli automaticamente cessava di essere una persona e diveniva contemporaneamente una personalità giuridica ed una proprietà legale. Di conseguenza, il fatto stesso di riconoscersi come quell’individuo di fronte all’Inquisitore era sufficiente all’Inquisitore stesso per avere, in base alla legge canonica, il totale controllo sul destino di quella persona.

Le accuse, a quel punto, sarebbero state formalizzate successivamente, se necessario. Ma, il più delle volte, la persona sarebbe stata torturata fino a che qualche tipo di confessione di un crimine previsto dalla legge canonica fosse stata estorta – soprattutto nei successivi secoli, sarebbero state principalmente storie fittizie di streghe e magia ad essere promosse dalla Chiesa per poi utilizzarle per mettere in catene, torturare ed uccidere innocenti, spesso con problemi mentali.

IL PERIODO DI MAGGIOR POTERE DEL CULTO SATANICO VENEZIANO 

Il Culto Satanico Veneziano ha raggiunto il picco del suo potere poco meno di 80 anni fa, durante la Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui fu reso effettivo, in particolare ad opera dell’ AntiPapa Pio XII, il più grande sacrificio di innocenti a Moloch della Storia, quando più di 18 milioni di persone furono arse vive in forni crematori tra l’Unione Sovietica e la Polonia.

Gli stessi campi per il sacrificio umano più importanti furono deliberatamente collocati in maniera tale da formare in termini geografici il più grande Pentagramma del Male realizzato nella storia.


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