Dal blog di Paolo Franceschetti http://paolofranceschetti.blogspot.it
Tanto per capire che tipo di confusione e di disinformazione c’è al riguardo dei Rosacroce basti dire che per Massimo Introvigne (che è uno dei massimi studiosi dei fenomeni religiosi nel mondo e considerato il maggior esperto di satanismo in Italia) la Rosa Rossa è poco più di un gruppetto di poche decine di simpatici mattacchioni in tutto il mondo (nel periodo di massimo splendore questa organizzazione ebbe non più di 500 membri, secondo l’insigne studioso); invece per Michael Greer esso è “la più influente tra le società segrete magiche dei tempi moderni”. Inoltre la Golden Dawn viene presentata come una cosa diversa dai Rosacroce, mentre ciò è non solo falso, ma volutamente depistante.
La Rosa Rossa nasce a Londra nel 1887 e sul finire degli anni novanta essa aveva templi a Parigi e in molte città americane. L’organizzazione viene fondata da tre massoni inglesi: Willyam Wyn Westcott (che era membro della Società Rosacrociana in Anglia), Samuel Liddel Mathers e William Robert Woodman.
Essi fondano la Golden Dawn (o Alba d’oro, o Ordine ermetico dell’Alba dorata). Essa comprende tre ordini.
1) L’ordine esterno, chiamato semplicemente Golden Dawn;
2) l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro, che costituisce il secondo livello organizzativo, quello in cui si pratica la magia e si viene iniziati ai misteri più complessi;
3) l’ordine interno, comprendente i tre gradi superiori riservati ai cosiddetti capi invisibili, o maestri sconosciuti, cioè i membri di cui nessuno mai conoscerà l’identità e che stanno al di sopra di tutti gli altri.
Da questo ordine ne nascono altri. Nel 1903 Arthur Edward Waite fonda l’Ordine della rosa Rossa e della Croce d’Oro indipendente e rettificato, che secondo Gabriella Carlizzi è quello a cui aderiscono i politici e i personaggi più potenti di oggi.
Nello stesso anno venne anche fondata la Stella del Mattino, o Stella mattutina, ad opera di Florence Farr e poi abbiamo l’Astro Argentinum di Crowley che, benché indipendente, aveva comunque molti punti di contatto con la Golden Dawn.
Per capire il profondo legame tra Rosacroce e Golden Dawn, a parte il fatto che il secondo ordine interno si chiama esplicitamente – come abbiamo detto – Rosa Rossa e Croce d’Oro, è sufficiente rendersi conto che i dieci gradi previsti nell’ordine sono gli stessi che troviamo in altre organizzazioni Rosacroce. La Golden Dawn, o la Rosa Rossa, sono quindi un organizzazione rosacrociana. E chiunque sia un Rosacroce non può non conoscere la Rosa Rossa. Questo dato è importante per evitare che quando si parli di qualche politico o personaggio pubblico chiaramente Rosacrociano, arrivino poi i sapienti del momento a precisare e fare sottili distinguo tra le centinaia di associazioni Rosacrociane.
Un po’ come io, da Buddista, non posso non riconoscere un buddista anche se appartiene alla corrente tibetana o hinayana, un Rosacroce non può non riconoscere un appartenente alla Rosa Rossa e i due ordini, purtroppo, non possono essere distinti se non nel senso di dire che l’attuale Rosa Rossa è una deviazione degli originali Rosacroce.
Occorre ora domandarsi come e perché un’organizzazione magica ed esoterica possa in appena un decennio espandersi a dismisura fino a fondare templi in tutta Europa ed America.
La spiegazione data da Greer, secondo cui il successo di questa organizzazione deriva dal fatto che essa ammetteva sia donne che uomini, che le cerimonie erano dignitose e veniva offerto un corso di pratica e teoria occultistica, più che ingenua è semplicemente ridicola.
Il punto è che nella Golden Dawn e nella Rosa Rossa convergono la sapienza esoterica cabalistica e templare. Cioè in altre parole chi entra nella Rosa Rossa entra veramente in un percorso di sapienza e conoscenza superiori a quelli di un essere umano ordinario. Inoltre a tale organizzazione si iscrivono ovviamente in modo riservato i massoni più potenti e più interessati all’esoterismo. In altre parole questa struttura non è un organizzazione creata dal nulla, ad opera di un eccentrico mezzo matto. Al contrario, viene fondata da massoni e rosacrociani, su mandato esplicito dei cosiddetti Superiori Sconosciuti, e fa convergere in essa tutta quella parte della massoneria ufficiale interessata al’esoterismo e alla magia. In altre parole Westcott, Mathers e Waite, furono solo i fondatori ufficiali di un’organizzazione di tipo massonico ma voluta da altri massoni potenti ed interessati all’esoterismo ma destinati a rimanere sconosciuti.
Detto in termini più chiari, la Golden Dawn o Rosa Rossa, altro non è che una delle tante organizzazioni massoniche, al giorno d’oggi la più potente e segreta, e la più crudele.
Quindi è questo il motivo per cui l’organizzazione diventa così potente ed estesa in pochi anni. Perché essa in realtà raccoglie i suoi adepti nelle fila della massoneria ufficiale, di cui costituisce una vera e propria branca.
Ai vertici della Rosa Rossa possono accedere solo le persone selezionate con un grado di intelligenza e cultura assolutamente superiore, probabilmente perché, come diceva Sesto empirico, “un buon intelletto è l’eco della divinità” e il fine ultimo della GD è connettersi al divino fino a percepirlo dentro di sè.
Le basi della Golden Dawn sono costituite da manovalanza che non conosce i vertici e spesso non ne sospetta neanche l’esistenza.
Talvolta vengono manipolati dalla Rosa Rossa anche gruppi come le Bestie di Satana, ovviamente all’insaputa dei componenti del gruppo.
I riti della Rosa Rossa sono pubblicati in Italia dalle edizioni mediterranee con il titolo “La magia della Golden Dawn” di cui esistono tre edizioni diverse. I testi pubblicati ovviamente glissano su tutto ciò che riguarda i sacrifici umani, gli omicidi, e i rituali effettuati con le parti di cadavere delle vittime e con il sangue.
A partire dalla fondazione dell’organizzazione inizia un bagno di sangue in tutto il mondo; delitti apparentemente diversi, ma accomunati dalla simbologia rosacrociana.
Da notare le coincidenze. Il primo marzo 1888 venne fondato il primo tempio della Golden Dawn a Londra, il tempio chiamato Iside-Urania. Dopo poco tempo nello stesso anno iniziano i delitti di Jack lo Squartatore.
Inizia cioè una mattanza in tutta Europa e negli Stati uniti, ma pochi si accorgono delle somiglianze tra i vari delitti.
Pochi hanno notato ad esempio che anche Jack Lo squartatore asportava gli organi delle vittime, come il Mostro di Firenze. Pochi notano che una delle vittime di Jack aveva una rosa rossa in mano e che rose rosse vengono deposte anche in tempi recenti sulla tomba delle vittime sia di Jack che del mostro di Firenze. L’ultima vittima è Jane Kelly; alla donna – che muore al numero civico 13 di di Miller's Court- viene prelevato il cuore e la sua bara e tuttora ornata da rose rosse (vedi la foto all'inizio dell'articolo).
Pochi hanno notato poi che i delitti di Jack lo Squartatore avvengono tutti nel quartiere di WhiteChapel, a Londra; e Whitechapel significa cappella bianca. E uno dei templi della Rosa Rossa in Italia, quello dove Pacciani e i compagni di merende portavano i loro trofei, e che i giornali definirono “la Villa dei misteri” è appunto, completamente bianco, come bianca è la costruzione che vi mostriamo in foto, che però si trova all’estero.
Prima di proseguire è necessario che chiarisca una cosa al lettore. I rosacrociani oggi al potere sono una filiazione dei Rosacroce originali, da cui traggono tuttora molti degli insegnamenti e delle conoscenze.
Queste conoscenze sono veramente particolari, e i Rosacrociani di grado più elevato sono realmente persone fuori dal comune e con una conoscenza superiore. Per quanto possano essere considerati pazzi, o deviati, sta di fatto che chi appartiene alla Rosa Rossa gode realmente di conoscenze particolari superiori a quelle detenute dalla (volutamente ottusa) scienza ufficiale.
Gli antichi rosacroce avevano probabilmente realmente l’intenzione di riformare il mondo. Il loro scopo può essere riassunto ancora una volta con le parole tratte dal romanzo Zanoni: “La mia – dice quello che nel romanzo è l’ultimo dei rosacroce - è la speranza di formare una razza di esseri nobili e saggi, ricchi di forza e di potenza bastante per indicare all’umanità intera le loro magnifiche conquiste e per diventare i veri guidatori di questo pianeta… una razza che possa progredire di gradino in gradino nel suo destino immortale. Verso la gloria celeste e mettersi a pari, alla fine, con ministri che lavorano più vicini al Trono dei Troni? Che importa un migliaio di vittime come tu le chiami, per un solo convertito alla nostra causa?”
Questo fine mondialista, già si trova nelle opere del Rosacrociano Comenio ed è stato trasfuso pari pari nel progetto massonico che ha portato alla creazione dell’ONU e dell’Unione Europea (vedi su questo punto il nostro articolo sul trattato di Lisbona).
Il problema è che i Rosacroce attuali sono una deviazione degli antichi Rosacroce, nel senso che ne hanno utilizzato le conoscenze per piegarle a fini per niente benefici.
E pur di perseguire il loro fine mondialista i Rosacroce non hanno esitato a scatenare due guerre mondiali, tutte le guerre recenti, e quelle future. Quindi i morti non sono un migliaio, come dice il personaggio del romanzo, ma qualche milione.
Non a caso l’organizzazione massonica WWF ha detto di recente che la popolazione del pianeta è in sovrannumero e si dovrebbe ridurre di un terzo. E questo terzo verrà preso dai paesi del terzo mondo o dai paesi arabi, ovviamente.
Inoltre, chi accede al sapere Rosacrociano per arrivare al potere politico e finanziario, tiene per sé questo sapere, tenendo le masse nell’ignoranza; probabilmente molti dei potenti, in un delirio di onnipotenza, pensano realmente che il sacrificio di qualche milione di persone in una guerra, come il sacrificio di poche decine di persone in riti sacrificali umani, siano nulla rispetto al loro progetto.
A chi reputa assurda infatti la pratica dei riti sacrificali umani da parte di personaggi politici, del mondo dello spettacolo, ecc…, è agevole rispondere che è ancora peggio – dal punto di vista numerico – scatenare una guerra e sacrificare milioni di persone – come nella recente guerra in Iraq, solo per realizzare i progetti di potere dei vertici della politica e della finanza internazionali. L’unica differenza è che alle guerre siamo abituati. Ai riti umani no.
L’altra differenza è che le guerre vengono scatenate alla luce del sole. I riti umani vengono taciuti dai media, perché se l’elettore sapesse che il suo politico preferito accetta che i delitti del mostro di Firenze rimangano impuniti, se sapesse che i testimoni di processi apparentemente di banale criminalità seriale, come quelli del mostro di Firenze sono stati ammazzati in nome della causa Rosacrociana, se capisse che i delitti di Cogne, Erba, Garlasco, Serena Mollicone, Meredith sono esclusivamente sacrifici umani, e che i giornali e le Tv ci prendono quotidianamente in giro, la coscienza si sveglierebbe. Quindi da un parte l’informazione ufficiale non passa le notizie; d’altra parte l’elettore medio fa di tutto per evitare di domandarsi il significato di quella “rosa nel pugno”. Meglio non vedere e non sapere.
In altre parole. Saranno pazzi o criminali, dal punto di vista della logica comune, ma senz’altro godono di conoscenze superiori, che nascondono al resto dell’umanità. D’altronde ci sarebbe da interrogarsi se sono più pazzi loro, se lo siamo noi che diciamo queste cose, o quelli che insistono nel non notare le “coincidenze” tra la Rosa Rossa, la politica, e i delitti che continuamente insanguinano il nostro paese.
Inoltre, quando i miei colleghi di studio mi dicono che dovrei smetterla di occuparmi di queste cose, per dedicarmi solo alle cose importanti (intendendo per cose importanti gli sfratti, decreti ingiuntivi, incidenti stradali), nutro qualche dubbio sul fatto che i pazzi siano gli adepti della Rosa Rossa, e mi rendo conto che le gente "comune ed onesta" è spesso la vera causa di questo sistema assurdo.
In questo hanno perfettamente ragione i massoni con uno dei detti da loro preferiti che se non ricordo male risale ad Ermete Trismegisto: "come in alto, così in basso". E questo sistema non è voluto dalla Rosa Rossa, ma dal basso, da tutti noi, dai miei colleghi, parenti, amici...
La maggior parte dei libri sui rosacroce si interrogano su aspetti assolutamente inutili e marginali. Il vero problema dei Rosacroce, mai da nessuno indagato, è da quale momento tale organizzazione si trasforma da movimento Cristiano, intendendo tale termine come “portatori del messaggio di Cristo”, sia pure trasformato e commisto ad aspetti cabalistici ed orientali, a un movimento quasi satanico, criminale, che perpetra delitti terribili per conservare e potenziare il suo potere.
E’ impossibile dare una risposta, ma è probabile che le infiltrazioni sataniche, ed esoteriche anticristiane, si siano effettuate nei secoli, piano piano, e all’insaputa pure di molti adepti del movimento.
Quel che è certo è che attualmente, la maggior parte dei rosacrociani al potere non segue affatto il messaggio di Cristo né persegue il fine di elevare l’umanità.
Di più. Il movimento Rosacrociano è un movimento sostanzialmente anticristiano e anticattolico, ma che ha dalla sua parte un arma formidabile: utilizza lo stesso linguaggio dei Cristiani, ma con un senso completamente contrario.
Il metodo è assolutamente geniale. In pratica i rosacroce di oggi parlano un linguaggio e una simbologia satanista, ma utilizzando termini apparentemente Cristiani. Ogni termine Cristiano usato dalla Rosa Rossa infatti, ha in realtà un significato esattamente contrario.
L’iniziato alla Rosa Rossa, infatti, quando nomina Cristo e dice di “percepire l’essenza cristica e divina dentro di sé” sta dicendo che egli stesso si sostituisce a Cristo e si fa lui stesso Cristo; in altre parole si sostituisce a Dio. Parlando di Dio, si riferiscono ovviamente al loro Dio, non a quello Cristiano.
Nel linguaggio della Rosa Rossa, Santa Rita rappresenta la Rosa Rossa. Ecco quindi che “consacrare qualcuno a Santa Rita” significa in realtà consacrarlo alla Rosa Rossa. La festa di Santa Rita diventa la festa della Rosa Rossa. Un po’ come la festa di San Giovanni è una festa massonica, ma la maggior parte dei cattolici pensa di festeggiare una festa cattolica.
Molti iniziati alla Rosa Rossa vanno a messa e prendono regolarmente la comunione, perché dal loro punto di vista assumere l’ostia consacrata è uno degli sfregi migliori da fare a danno dei Cristiani.
E’ così che, a meno di non avere un'approfondita conoscenza dei Rosacroce è impossibile spesso riconoscere un Rosacroce da un Cristiano, ed è così che è stato possibile avere dei Papi Rosacrociani, come Paolo VI e Giovanni XXIII.
Lo stesso simbolo dei Rosacroce, la Rosa e la Croce, fa pensare a simboli Cristiani. Ma dal punto di vista della Rosa Rossa, la Croce è invece un simbolo fallico, mentre la Rosa rappresenta l’organo sessuale femminile durante le mestruazioni.
E’ un sistema geniale non c’è che dire. Il colpo di genio è soprattutto quello di aver creato un sistema difficile da smascherare, i cui più strenui difensori sono i cristiani stessi; perché se provate a dire a un cristiano che Paolo VI era un rosacroce, vedrete che il 90 per cento dei Cristiani non sa neanche chi siano questi Rosacroce. E quando glielo spiegate la sua reazione sarà immediatamente di rifiuto, cosicché i migliori difensori di questo sistema sono le vittime stesse.
In realtà tanto tempo fa – sconvolto da queste scoperte - parlai con un prete molto colto, che è il mio consigliere spirituale in questo viaggio nella follia massonica, che mi disse una cosa illuminante: “figliolo, ma perché ti stupisci? Se il demonio deve colpire qualcuno o qualcosa, da dove dovrebbe cominciare secondo te, se non dal Vaticano? E’ il posto migliore dove può nascondersi il Diavolo, e proprio perché è così ben nascosto è difficile trovarlo. E ricorda che l’astuzia migliore del demonio è di dire che non esiste”.
Questa è l’astuzia più grande dei Rosacroce e della Rosa Rossa in particolare. Che essa non esiste, ufficialmente. Ne avete mai sentito parlare in un Tg o su un quotidiano nazionale? No perché queste notizie possono trovarsi al massimo su qualche giornale locale sfuggito al controllo, o su Internet, o su qualche libro poco conosciuto.
E se anche essi parlano apertamente, parleranno il linguaggio Cristiano, quindi nessuno li scoprirà.
Una volta capito che il simbolo principale dei Rosacroce è la Croce e la Rosa, che altri simboli sono il pellicano, il giglio, e che nel linguaggio della Rosa Rossa, Santa Rita è sinonimo di Rosa Rossa, e che i loro numeri d’elezione sono il 7, l’8, l’11, e il 13, non è difficile riconoscere tale associazione un po’ ovunque.
Tutti gli omicidi commessi dalla Rosa Rossa sono assolutamente riconoscibili da una serie di simboli numerici ed esoterici. Ne abbiamo parlato già in altri articoli. Qui sottolineiamo solo alcuni punti che negli articoli precedenti non avevamo esplicitato.
Come abbiamo detto i loro delitti avvengono sempre in giorni che, numericamente, danno come somma 7, 8, 11, 13, o multipli di 11. Inoltre la scena del delitto, i nomi delle vittime, e i nomi dei carnefici, hanno quasi sempre significati religiosi o cabalistici. Ad esempio nel delitto di Erba, oltre alla data, notiamo che Rosa Bazzi, il cui nome da sposata è Rosa Romano (RR) uccide Valeria Cherubini. La Rosa Rossa ha simbolicamente ucciso un Cherubino.
Nel delitto di Cogne viene ucciso Samuele, nome biblico, che richiama un giudice; e la cornice del delitto è il Gran “Paradiso”. E non a caso Annamaria Franzoni verrà tradotta in carcere nel giorno di Santa Rita, il 22 maggio; cioè nel giorno della Rosa Rossa, tanto per mettere un ulteriore firma alla vicenda.
Nell’omicidio di Maria Geusa a Città di Castello, salta immediatamente agli occhi il nome della vittima, Maria figlia di Gesù.
Nei delitti del Mostro di Firenze i colpi vennero esplosi da una Beretta Calibro 22 serie H. Se 22 è il numero della perfezione per i cabalisti, H richiama la 5 lettera dell’alfabeto ebraico, il cui simbolo è, appunto, una Rosa e una Croce. Ma richiama anche il numero 8, quello della giustizia, simboleggiato cabalisticamente dalla Bilancia.
Sfugge agli inquirenti il collegamento cabalistico tra tutti questi delitti e le comunanze tra essi. La pallottola con cui uccideva il mostro di Firenze era di rame, e nessuno fa caso al fatto che anche l’oggetto che ha ucciso Samuele a Cogne era dello stesso materiale. L’arma del delitto non verrà ritrovata né ad Erba, né a Cogne né nei delitti del mostro, per motivi che abbiamo già spiegato altrove.
L’arma del delitto non verrà ritrovata neanche nel delitto Meredith, i cui funerali verranno celebrati non a caso nella Chiesa di San Giovanni, il patrono della massoneria e sulla sua bara verrà deposta una rosa rossa dal padre.
Possono accedere alla Rosa Rossa solo i più alti gradi della massoneria, persone particolarmente potenti e anche particolarmente intelligenti.
L’organizzazione comunica tra loro per mezzo di giornali, Tv, canzoni, ecc… Tra loro i membri non possono esplicitare la loro appartenenza alla Rosa Rossa, anche perché, con i mezzi di intercettazione esistenti oggi, questo significherebbe la fine dell’organizzazione nel giro di qualche mese, magari ad opera di organizzazioni rivali.
Quando il messaggio è diretto ad una cerchia ristretta si ricorre a libri stampati in edizioni limitate (ad esempio le strenne di Natale che le banche e le ditte sono solite fare ai loro clienti migliori); quando il messaggio è diretto ad una cerchia più vasta si utilizzano i giornali e i Tg.
Ad esempio non è un caso che il cronista del TG 5 che si occupa del delitto Meredith si chiami Remo Croci.
Oppure che dopo la strage da 7 morti sull’autostrada, avvenuto questa estate l’8.8.2008, i Tg abbiano poi intervistato un camionista che si chiamava Carlo Massone.
Ma credo che uno dei casi più eclatanti, cui neanche il romanziere più fantasioso potrebbe arrivare con tutta la buona volontà, sono i messaggi veicolati tramite testi di legge, o atti ufficiali, come l’esame di maturità di quest’anno. C’erano diversi errori nella prova di maturità che la commissione ministeriale aveva preparato quest’anno; uno di essi era relativo ad una poesia di Montale erroneamente attribuita dai funzionari del Ministero come se fosse riferita ad una donna. In realtà la poesia era scritta per un uomo, un ballerino che in arte veniva chiamato K. E nella seconda riga della poesia ricorreva la ripetizione della lettera R. RR, come la Rosa Rossa, e K come il settore operativo di Gladio. Mentre nella versione di inglese uno degli errori riguardava la parola Lodge. Combinando insieme questi dati secondo un sistema di decriptazione predefinito si giunge alla codifica dei messaggi.
Impossibile quindi portare le prove processuali dell’esistenza di questa organizzazione perché è impossibile provare che l’errore agli esami di maturità fu voluto, come è impossibile provare che il film Il mostro veicolasse in realtà un messaggio diverso.
Come dice Eco nel suo libro Il nome della Rosa: “fin qui vi abbiamo dimostrato che i libri parlano tra loro. E una buona indagine poliziesca dovrebbe dimostrare che i colpevoli siamo noi”.
Il testo sembra in realtà una sfida… l’autore sottintende che nessuno riuscirà mai a dimostrare che un libro possa contenere l’ordine di commettere un delitto, di depistare un indagine, di spostare dei capitali, ecc…
In realtà l’autore sbaglia; sarebbe possibile dimostrarlo, se solo si studiasse negli anni la cultura massonica. Così come è possibile dimostrare che un serial Killer si ispira alla Bibbia per commettere i delitti, solo se si ha conoscenza della Bibbia, così è possibile dimostrare la matrice cabalistica e Rosacrociana di tanti delitti, se solo si conoscesse la Cabala, La Golden Dawn, e la massoneria.
Ciò sarà possibile, probabilmente nei prossimi secoli, quando una certa conoscenza sarà non solo accessibile a tutti ma anche conosciuta da tutti.
Per ora, portare in un tribunale articoli di giornale, riferimenti esoterici, libri sui rosacroce, ecc…, equivale a farsi dare del matto, come successe all’avvocato Fioravanti all’epoca del primo processo Pacciani e come succede a me e ad altri che ci occupiamo di queste cose...
E per questo motivo gli investigatori, quando non sono corrotti, brancolano nel buio – come è avvenuto per anni per i delitti del mostro di Firenze, fino all’arrivo del commissario Giuttari - o sono nell’impossibilità di portare le prove di alcuni delitti, come accade per il PM Mignini a Perugia; oppure; nella maggior parte dei casi, si liquida il tutto come frutto di fantasie e suggestioni, ma continuano a rimanere senza risposta le innumerevoli anomalie e contraddizioni in vicende come quella di Cogne, del Mostro di Firenze, ecc…
Alphonse Louis Constant (1811-1878), 1862. Meglio noto come Eliphas Levi, esponente della Paris Fin de Siecle e discepolo di Charles Nodier. Nel 1854 si recò a Londra per incontrare Edward Bulwer Lytton ed evocare con lui lo spirito dell'asceta Apollonio di Tiana, vissuto nel I secolo d.C..
Edward Bulwer Lytton (1803-1873). Nobile inglese che praticava con successo sia la politica che l'occultismo. A soli 28 anni Bulwer Lytton era entrato in parlamento tra i deputati liberali; più tardi sarebbe diventato ministro coloniale britannico e in tale veste sarebbe stato coinvolto nella campagna di imposizione dell'Oppio ai Cinesi (dal 1842 in poi). Nel 1842 redasse il Trattato (di pace) di Nanchino che chiudeva la prima guerra dell'Oppio e affidava il controllo di Hong Kong alla Gran Bretagna, imponendo inoltre alla Cina di risarcire gli Inglesi con 21 milioni di dollari in argento.
Lytton fu Gran Patrono della Societas Rosicruciana in Anglia (- SRIA - la stessa che aveva accolto Francis Bacon e John Dee), nonché Gran Maestro della Massoneria di Rito Scozzese. Fu un caro amico dello scrittore Charles Dickens e del primo ministro britannico Benjamin Disraeli che lo mise a capo dei Servizi Segreti. Sembra che tra i suoi agenti annoverasse Helena Petrovna Blavatsky, la nobildonna di origine ucraina che nel 1873 fondò a Krotona (California) l'arcinota Società Teosofica.
Nel 1834 Lytton pubblicò il famoso romanzo Gli ultimi giorni di Pompei; nel 1835 scrisse Rienzi, personaggio che affascinerà Hitler attraverso l'omonima opera di Wagner; nel 1841 si dimise dal Parlamento per tornarvi nel 1852 come deputato conservatore; nel 1866 divenne Lord Lytton di Knebworth e quindi Pari d'Inghilterra. Nel frattempo erano uscite le sue opere ispirate all'occultismo: Zanoni (1849), Una strana storia (1862), Maghi e magia (1865) e, a seguire (1871), La razza ventura. Qui ipotizzò l'esistenza di un'energia omni-permanente chiamata Vrill, similare in qualche modo all'energia del vuoto quantico, ma con caratteri di tipo vitale, perché ogni essere avrebbe potuto entrarvi in contatto e sviluppare super-poteri.
Lytton e Levi furono i veri ispiratori della Golden Dawn di Londra e delle sue consociate in Germania, la Società Thule e la Società Vril (Vril Gesellschaft, detta Loggia Luminosa). La Golden Dawn fu fondata nel 1888 da tre massoni e confratelli della SRIA: William Robert Woodman, William Wynn Westcott e Samuel Liddell MacGregor Mathers. Mathers aveva conosciuto Madame Blavatsky, così come aveva fatto il Gran Maestro del tempio londinese dell'Ordine, il poeta William Butler Yeats, che si sarebbe poi aggiudicato il premio Nobel. Tra i segnali segreti della Golden Dawn c'era il saluto a braccio levato che i nazisti avrebbero accompagnato al grido di "Heil Hitler". La gerarchia dell'Ordine prevedeva 3 gradi:
1. Superiori Incogniti (ne avrebbe parlato spesso Hitler, affermando più volte di operare secondo i loro dettami);
2. Ordine della Rosa Rossa e della Croce D'Oro;
3. Apprendisti della Golden Dawn.
La società venne presto trascinata alla deriva da Aleister Crowley, allievo rinnegato di Mathers che sosteneva di trovarsi in contatto con un'entità metapsichica chiamata Aiwass. Il carisma di Crowley fu tale da consentirgli di aggirare le procedure di iniziazione e di autoproclamarsi Magus, ovvero adepto del livello più alto. Tra i membri illustri del periodo figura lo scrittore di fantascienza Herbert George Wells. Tramite Wells, Alyster Crowley conobbe Aldous Huxley (autore nel 1932 de Il Nuovo Mondo) e Julian Huxley (direttore generale dell'UNESCO), nipoti del fondatore della Tavola Rotonda (Coordinatrice di ONU, Bilderberg, RIIA, CFR, Trilaterale, Club di Roma) Cecil Rhodes. Sotto Crowley la Golden Dawn non sembrò far caso alle sottili differenze tra scuola esoterica e setta satanica, dando sfogo alle perversioni violente già evidenti nella Paris Fin de Siecle. Diffcile stabilire quanto queste perversioni fossero presenti nel pensiero originario di Nodier, Eliphas Levi e Bulwer Lytton, forse del tutto o forse per niente.
Sappiamo che nel 1854 Lytton e Levi evocarono lo spirito di Apollonio di Tiana nel corso di un'operazione magica sulla sommità del Panteon di Londra. Apollonio era stato un asceta del I sec. d.C. e vari indizi (seppur nulla di certo) ci spingono a identificarlo con San Paolo di Tarso, allo stesso modo in cui il suo discepolo Damis mostra tratti di comunanza con San Tommaso. Del resto l'Inghilterra meridionale resterà a lungo un polo di attrazione per gli appassionati di occultismo, fino ai giorni nostri e soprattutto nella zona di Avebury, con la sua topografia 'sissimile al suolo marziano di Cydonia, i suoi geoglifi e le frequenti apparizioni di Crop Circles.
Eliphas Levi e Bulwer-Lytton erano entrambi venuti in contatto con gli esponenti della tradizione magica napoletana. In particolare Domenico Bocchini aveva iniziato Bulwer-Lytton nelle catacombe di San Gennaro a Capodimonte.
Da "Il Mattino dei Maghi" di Louis Pauwels e Jacques Bergier
Il nome di Arthur Machen [...] è famigliare a [poche] persone [...]. Machen nacque nel 1863, nel Galles, a Caerlson-on-Usk, piccolo villaggio che [secondo la leggenda] fu la sede della corte del re Artù e dal quale i Cavalieri della Tavola Rotonda avrebbero organizzato una spedizione alla ricerca della coppa sacra [...]. Machen si stabilì giovane a Londra dove condusse una vita assai grama [...]. Alcuni mesi commesso in una libreria, poi insegnante, si accorse di essere incapace di guadagnarsi la vita nella società. Si mise a scrivere, in una condizione di indigenza estrema e di stanchezza totale.
Per un lungo periodo visse di traduzioni: Le Memorie di Casanova, in dodici volumi a trenta scellini la settimana, per due anni. Ereditò qualcosa alla morte del padre, clergyman, e avendo di che vivere, per un po' di tempo proseguì la sua opera con l'impressione "che un abisso spirituale lo separasse dagli altri uomini" e che egli dovesse accettare sempre più profondamente quella vita da Robinson Crusoé dell'anima. I suoi primi racconti fantastici furono pubblicati nel 1895. Sono The Great God Pan e The Immost Light. Egli afferma che il Gran Pan non è morto e che le forze del male, nel senso magico del termine, non cessano di attendere alcuni di noi per farli passare dall'altro lato del mondo. Nello stesso tono pubblicò l'anno seguente La Polvere Bianca, che è la sua opera più possente con The Secret Glory, il suo capolavoro scritto a sessant'anni. A trentasei anni perdette la moglie che aveva amato per dodici anni: "In dodici anni non siamo stati lontani dodici ore, potete quindi immaginare che cosa ho sofferto e soffro ancora ogni giorno. Se ho qualche desiderio di vedere stampati i miei manoscritti è per poterglieli dedicare, ciascuno con queste parole: Auctoris Anima ad Dominam".
Egli è ignorato, vive nella miseria e il suo cuore è affranto. Dopo tre anni, a trentanove anni, rinuncia alla letteratura e diventa attore girovago. [...] Nella confusione di Fleet Street, tra i suoi compagni di lavoro affaccendati, la sua strana figura di uomo meditabondo, i suoi modi lenti e affabili di uomo colto, fanno sorridere. Poco prima della guerra del 1914, avendo dovuto abbandonare il teatro, fa un po' di giornalismo per vivere.
Per Machen, [...] "l'uomo è fatto di mistero per i misteri e le visioni". La realtà è il soprannaturale. Il mondo esterno insegna poco, a meno di che non sia visto come una riserva di simboli e di significati nascosti. Solo le opere di fantasia prodotte da una mente che cerca le verità eterne hanno qualche probabilità di essere opere reali e realmente utili. [...]
[Durante] la guerra [c]'era bisogno di letteratura eroica. Non era affatto il suo genere. "The Evening News" gli chiese un racconto. Lo scrisse in punta di penna, ma tuttavia alla sua maniera. fu il racconto The Bowmen (Gli Arcieri). Il giornale pubblicò il racconto il 29 settembre 1914, l'indomani della ritirata di Mons. Machen aveva immaginato un episodio di quella battaglia: San Giorgio, nella sua armatura fiammeggiante, alla testa di angeli che sono gli antichi arcieri di Azincourt[1], va a portare soccorso all'esercito britannico.
Decine di soldati scrissero al giornale: [...] Essi avevano visto coi loro occhi, davanti a Mons, gli angeli di San Giorgio infilarsi nei loro ranghi. Essi potevano testimoniarlo sul loro onore. [...] Più di dodici volte Machen tenne a ripetere sui giornali che il suo racconto era puramente immaginario[, inutilmente]. [...] Nonostante questa celebrità, il libro che scrisse nel 1915 non ebbe alcun successo.
E' Il Grande Ritorno, meditazione sul Graal. Venne poi, nel 1922, The Secret Glory, che è una critica del mondo moderno alla luce dell'esperienza religiosa. A sessant'anni cominciò un'autobiografia in tre volumi. Aveva alcuni ammiratori in Inghilterra e in America ma moriva di fame. Nel 1943 (aveva ottant'anni), Bernard Shaw, Max Beerbohn, T.S. Eliot, fornirono un comitato per tentare di raccogliere fondi che gli permettessero di non finire in un asilo per indigenti. Poté finire i suoi giorni in pace, in una casetta di buckinghamshire, e morì nel 1946. Una battuta di Murger lo aveva sempre affascinato. Ne La Vie di Bohème, Marcell, il pittore, non possiede neanche un letto: "Su che cosa riposate dunque?" gli domanda il padrone di casa. "Signore", risponde Marcello, "io riposo sulla Provvidenza".
[L]'opera di Machen, che comprende più di 30 volumi, è di un interesse spirituale [enorme][...] [Attraverso di lui] abbiamo scoperto una società iniziatica inglese, composta di uomini di prim'ordine. Questa società, a cui Machen deve una determinata esperienza intima e il meglio della sua ispirazione, è sconosciuta persino agli specialisti. Infine, certi testi di Machen, e specialmente quello che vi faremo leggere, chiariscono in modo definitivo un concetto poco comune del Male, assolutamente indispensabile per capire gli aspetti della storia contemporanea che studiamo in quest[o] [...] libro. [...]
Verso il 1880 in Francia, in Inghilterra e in Germania, alcune società iniziatiche e ordini ermetici si fondono e riuniscono potenti personalità. La storia di quella crisi mistica post-romantica non è stata ancora scritta, e meriterebbe di esserlo. Vi si troverebbe l'origine di molte importanti correnti di pensiero, che hanno anche determinato correnti politiche.
Nelle lettere di Arthur Machen a Paul-Jean Toulet si trovano questi due singolari passi:
Nel 1899:
"Quando scrissi Pan e la Polvere Bianca non credevo che così strani fatti fossero mai capitati nella vita reale, o anche che fossero mai stati possibili. Ma, inseguito, e molto di recente, ho avuto nella mia stessa esistenza della esperienze che hanno completamente cambiato il mio punto di vista su questo argomento... Sono ormai convinto che non c'è niente di impossibile sulla terra. Ho appena bisogno di aggiungere, suppongo, che nessuna delle esperienze che ho fatto ha rapporti con imposture quali lo spiritualismo o la teosofia. Ma credo che noi viviamo in un mondo di gran mistero, di cose insospettate e del tutto stupefacenti."
Nel 1900:
"Una cosa che vi può divertire: Ho mandato The Great God Pan ad un adepto, un occultista d'avanguardia che ho incontrato sub rosa! e mi scrive: 'Il libro dimostra ampiamente che, con il pensiero e la meditazione, piuttosto che con la lettura, voi avete raggiunto un certo grado di iniziazione indipendente dagli ordini e dalle organizzazioni'.
[...] In un'altra lettera, dopo il soggiorno di Toulet a Londra, Machen scrive: "Il signor Waite, a cui siete molto piaciuto, desidera che vi mandi i suoi saluti". [Evidentemente Waite e Toulet si erano appena incontrati durante suddetto soggiorno]. [...] Waite fu uno dei migliori storici dell'alchimia e uno specialista dell'ordine della Rosa+Croce. [...] [I]n Inghilterra, alla fine del secolo XIX e all'inizio del XX, [esisteva] una società segreta iniziatica che s'ispirava alla Rosa+Croce. Quella società si chiamava Golden Dawn. Era composta di alcuni dei più brillanti ingegni d'Inghilterra. Arthur Machen fu uno degli adepti.
La Golden Dawn, fondata nel 1887, era derivata dalla Società Rosacrociana Inglese [SRIA], creata vent'anni prima da Robert Wentworth Little, e che reclutava i soci fra i massoni. Quest'ultima società contava 144 membri, fra cui Bulwer Litton, l'autore de Gli Ultimi Giorni di Pompei e de La Razza Ventura.
La Golden Dawn, ancora più ristretta, s'era proposta per scopo la pratica della magia cerimoniale e il raggiungimento di poteri e conoscenze iniziatiche. I suoi capi erano Woodman, Mathers e Wynn Westcott (l'"iniziato" di cui Machen parlava a Toulet nella sua lettera del 1900). Essa era in relazione con analoghe società tedesche, alcuni membri delle quali [...][entrarono anche] nel famoso movimento antopomorfo di Rudolph Steiner e in altri influenti movimenti del periodo prenazista. In seguito doveva avere come capo Aleister Crowley, [...] una delle più grandi menti del neo-paganesimo [...].
S.L. Mathers, dopo la morte di Woodman e il ritiro di Westcott, fu il gran maestro della Golden Dawn, che egli diresse per un certo tempo da Parigi, dove aveva sposato la sorella di Henri Bergson.
Mathers fu sostituito alla direzione della Golden Dawn dal celebre poeta Yeats, che più tardi doveva ricevere il premio Nobel.
Yeats assunse il nome di Fra Diavolo è Deus Inversus. Presiedeva le sedute in kilt scozzese, con una maschera nera e con un pugnale d'oro alla cintura.
Arthur Machen aveva assunto il nome di Filius Aquarti. Anche una donna era affiliata alla Golden Dawn: Florence Farr, direttrice di teatro e amica intima di Bernard Shaw. Ne facevano parte anche gli scrittori Blackwood, Stoker, l'autore di Dracula, e Sax Rohmer, e così Peck, astronomo reale di Scozia, il celebre ingegnere Allan Bennett e sir Gerald Kelly, presidente della Royal Academy. Sembra che questi uomini di prim'ordine siano stati influenzati in modo incancellabile dalla Golden Dawn.
Secondo le loro stesse ammissioni, la loro visione del mondo fu cambiata e le pratiche a cui si diedero non cessarono di apparire loro efficaci ed esaltanti.
[...] Ecco il testo, è l'introduzione ad una novella intitolata The White People. Questa novella, scritta dopo The Great God Pan, figura in una raccolta pubblicata dopo la morte di Machen: Tales of Horror and the Supernatural (Richard's Press, Londra).
Ambrogio disse: «La stregoneria e la santità, ecco le sole realtà».
E continuò: «La magia si giustifica attraverso i suoi figli: essi mangiano croste di pane e bevono acqua con un piacere più intenso di quello degli epicurei».
«Intendete parlare dei santi?»
«Sì. E anche dei peccatori. Credo che voi cadiate nell'errore frequente di coloro che limitano il mondo spirituale alle regioni del bene supremo. Gli esseri estremamente perversi fanno anch'essi parte del mondo spirituale. L'uomo comune, carnale e sensuale, non sarà mai un gran santo. Né un gran peccatore. Noi siamo, la maggior parte, soltanto esseri contradditori e, tutto sommato, trascurabili. Seguiamo la nostra strada di fango quotidiano, senza capire il significato profondo delle cose, ed è per questo che il bene e il male, in noi, sono identici: occasionali, senza importanza.»
«Pensate dunque che un gran peccatore sia un asceta, proprio come il gran santo?»
«Coloro che sono grandi, nel bene come nel male, sono quelli che abbandonano le copie imperfette e vanno verso gli originali perfetti. Per me, non ho alcun dubbio: i più grandi santi non hanno mai fatto una "buona azione" nel senso corrente del termine. E d'altra parte, esistono uomini che sono discesi al fondo degli abissi del male, e che, in tutta la loro vita, non hanno mai commesso ciò che voi chiamate una "cattiva azione".»
Uscì dalla stanza per un momento; Cotgrave si volse verso l'amico e lo ringraziò di averlo presentato ad Ambrogio.
«E' formidabile» disse. «Non ho mai visto un tipo simile di matto.»
Ambrogio ritornò con una nuova provvista di whisky e servì generosamente i due. Criticò con ferocia gli astemi, ma si versò un bicchiere d'acqua. Stava per riprendere il suo monologo quando Cotgrave lo interruppe:
«I vostri paradossi sono mostruosi. Un uomo può essere un gran peccatore e tuttavia non fare niente di colpevole? Via!»
«Vi sbagliate completamente» disse Ambrogio «non dico mai paradossi; vorrei molto poterne dire. Ho soltanto detto che uno può essere ottimo conoscitore dei vini di Borgogna e tuttavia non averne mai assaggiato un bicchiere in un bistrot. Ecco tutto, ed è una verità banale piuttosto che un paradosso, non è vero? La vostra reazione dipende dal fatto che non avete la minima idea di ciò che può essere il peccato. Oh, certamente, c'è un rapporto tra il Peccato con la P maiuscola e gli atti considerati colpevoli: omicidio, furto, adulterio, ecc. Esattamente lo stesso rapporto che c'è tra l'alfabeto e la più geniale poesia. Il vostro errore è quasi universale: come tutti, voi avete preso l'abitudine di guardare le cose attraverso gli occhiali sociali. Tutti pensiamo che un uomo il quale ci abbia fatto del male, a noi, o ai nostri vicini, è un uomo malvagio. E lo è, dal punto di vista sociale. Ma non potete capire che il Male, nella sua essenza, è una cosa solitaria, una passione dell'anima? L'assassino medio, in quanto assassino, non è assolutamente un peccatore nel senso vero della parola. E' soltanto una bestia pericolosa di cui dobbiamo sbarazzarci per salvare la nostra pelle. Io lo classificherei piuttosto tra le belve che fra i peccatori.»
«Tutto questo mi sembra molto strano.»
«Non lo è. L'assassino non uccide per ragioni positive, ma negative; gli manca qualche cosa che i non-assassini hanno. Il Male, invece, è interamente positivo. Ma positivo nel senso cattivo. Ed è raro. Il numero dei veri peccatori è certamente minore di quello dei santi. Quanto a quelli che voi chiamate criminali, sono esseri imbarazzanti, certamente, e la società fa bene a guardarsene, ma tra le loro azioni antisociali e il Male, c'è un dannato margine, credetemi!»
Si faceva tardi. L'amico che aveva condotto Cotgrave da Ambrogio aveva già senza dubbio sentite quelle cose. Egli ascoltava con un sorriso stanco e un po' malizioso, ma Cotgrave cominciava a pensare che il suo "alienato" era forse un saggio.
«Sapete che m'interessate immensamente?» disse. «Voi credete dunque che noi non capiamo la vera natura del male?»
«Lo sopravvalutiamo. Oppure lo sottovalutiamo. Da una parte chiamiamo peccato le infrazioni ai regolamenti della società, ai tabù sociali. E' una assurda esagerazione. Dall'altra parte attribuiamo una così enorme importanza al "peccato" che consiste nel mettere le mani sui nostri beni o sulle nostre donne, che abbiamo perso completamente di vista ciò che vi è di orribile nei veri peccati.»
«Ma allora, che cos'è dunque il peccato?» domandò Cotgrave.
«Sono costretto a rispondere alla vostra domanda con altre domande. Che cosa provereste se il vostro gatto o il vostro cane si mettessero a parlarvi con voce umana? Se le rose del vostro giardino si mettessero a cantare? Se i ciottoli della strada cominciassero a ingrossare sotto i vostri occhi? Ebbene, questi esempi possono darvi una vaga idea di ciò che realmente è il peccato.»
«Sentite» disse il terzo uomo che fino a quel momento era rimasto calmissimo «mi sembrate tutti e due ben avviati. Io torno a casa. Ho perso il tram e sarò costretto ad andare a piedi.»
Ambrogio e Cotgrave, quando se ne fu andato, si adagiarono più profondamente nelle poltrone. Nella nebbia dell'alba che gelava i vetri, la luce delle lampade diventava pallida.
«Voi mi sbalordite» disse Cotgrave. «Non avevo mai pensato a tutto questo. Se è veramente così, bisogna capovolgere tutto. Dunque, secondo voi l'essenza del peccato sarebbe...»
«Voler prendere d'assalto il cielo» disse Ambrogio. «Il peccato per me consiste nella volontà di penetrare in modo vietato in una sfera diversa e più alta. Dovete dunque capire perché è così raro. Pochi uomini, in verità, desiderano penetrare in altre sfere, siano alte o basse, in modo consentito o vietato. Ci sono pochi santi. E i peccatori, nel senso in cui li intendo io, sono ancora più rari. E gli uomini di genio (che talvolta partecipano e degli uni e degli altri) sono rari anch'essi... Ma forse è più difficile diventare un gran peccatore che un gran santo.»
«Perché il peccato è profondamente contro natura?»
«Esattamente. La santità esige un grandissimo sforzo, o quasi, ma è uno sforzo che si esercita per vie che in passato erano naturali. Si tratta di ritrovare l'estasi che l'uomo conobbe prima della caduta. Ma il peccato è un tentativo di ottenere un'estasi e un sapere, che non sono, e non sono mai stati dati all'uomo, e chi tenta questo diviene demone. Vi ho detto che il semplice omicida non è necessariamente un peccatore. E' vero, ma il peccatore è talvolta un omicida. Penso a Gilles de Rais, per esempio. Voi capite che, se il bene e il male sono ugualmente fuori dalla portata dell'uomo di oggi, dell'uomo comune, sociale e civile, il male lo è in un senso ancora più profondo. Il santo si sforza di ritrovare un bene che ha perduto; il peccatore tende i suoi sforzi verso qualche cosa che non ha mai posseduto. Insomma, egli ricomincia la caduta.»
«Siete cattolico?» domandò Cotgrave.
«Sì, sono membro della Chiesa anglicana perseguitata.»
«Allora che cosa ne pensate di quei testi in cui si definisce peccato ciò che voi classificate come delitto senza importanza?»
«Osservate, vi prego, che in quei testi della mia religione, si vede ogni volta apparire la parola "stregone" che mi sembra la parola-chiave. I delitti minori, che sono chiamati peccati, non sono chiamati così se non nella misura in cui è lo stregone che vien perseguito dalla mia religione, dietro l'autore di quei piccoli delitti. Perché gli stregoni si servono delle debolezze umane, che sono il risultato della vita materiale e sociale, come di strumenti per raggiungere il loro scopo infinitamente esecrabile. E permettetemi di dirvi questo: i nostri sensi sono così smussati, siamo a tal punto saturi di materialismo che certamente non riconosceremmo il Malese ci capitasse di incontrarlo.»
«Ma non proveremmo tuttavia un certo orrore? Quell'orrore di cui parlavate poco fa invitandomi ad immaginare delle rose che si mettessero a cantare?»
«Se fossimo esseri naturali, sì. I bambini, certe donne e gli animali provano quell'orrore. Ma nella maggior parte di noi, le convinzioni, la civiltà e l'educazione hanno ottuso e oscurato la natura. Talvolta possiamo riconoscere il male dal suo odio per il bene, è tutto, ed è puramente fortuito. In realtà i gerarchi dell'inferno passano inosservati tra di noi.»
«Pensate che essi siano incoscienti del male che incarnano?»
«Lo penso. Il vero male, nell'uomo, è come la santità e il genio. E' un'estasi dell'anima, qualche cosa che supera i limiti naturali dell'intelletto, che sfugge alla coscienza. Un uomo può essere infinitamente, orribilmente malvagio e non sospettarlo mai. Ma, ve lo ripeto, il male nel senso vero del termine, è raro. Credo anzi che divenga sempre più raro.»
«Cerco di seguirvi» disse Cotgrave. «Voi volete dire che il vero Male è di tutt'altra essenza da quello che abitualmente chiamiamo il male?»
«Assolutamente. Un povero diavolo riscaldato dall'alcool entra in casa e ammazza a calci la moglie e i figli. E' un assassino. E Gilles de Rais è anche un assassino. Ma afferrate l'abisso che li separa? La parola è accidentalmente la stessa in entrambi i casi, ma il significato è totalmente diverso. E' certo che la stessa debole somiglianza esiste fra tutti i peccati "sociali" e i veri peccati spirituali, ma si tratta in questo caso dell'ombra e della realtà. Se siete un po' teologo dovete capire.»
«Vi confesso che non ho dedicato affatto del tempo alla teologia» disse Cotgrave. «Mi dispiace, ma per tornare al nostro argomento, pensate che il peccato sia una cosa occulta, segreta?»
«Sì. E' il miracolo infernale, come la santità è il miracolo soprannaturale. Il vero peccato s'innalza a un tal grado non possiamo assolutamente sospettarne l'esistenza. E' come la nota più bassa dell'organo; così profonda che nessuno la sente. Talvolta ci sono fallimenti, ricadute, e portano all'asilo degli alienati o a soluzioni ancora più orribili. Ma in nessun caso dovete confonderlo con i misfatti sociali. Ricordatevi dell'Apostolo: egli parlava dall'"altro lato" e distingueva tra le azioni caritatevoli e la carità. Come si può dare tutto ai poveri e tuttavia mancare di carità, così si possono evitare tutti i peccati ed essere tuttavia una creatura del male.»
«Ecco una singolare psicologia!» disse Cotgrave «ma confesso che mi piace. Suppongo che, secondo voi, il vero peccatore potrebbe benissimo passare per un personaggio inoffensivo.»
«Certo. Il vero Male non ha nulla a che vedere con la società. Neanche il Bene, del resto. Credete che vi sareste trovato "bene" in compagnia di San Paolo? Credete che vi sareste ben capiti con sir Galahad? Succede coi peccatori come coi santi. Se incontraste un vero peccatore e in lui riconosceste il peccato, è certo che sareste colpito da orrore. Ma forse non ci sarebbe nessuna ragione perché vi "dispiacesse". Al contrario, è probabilissimo che, se giungeste a dimenticare il suo peccato, trovereste gradevoli i rapporti con lui. E tuttavia!... No, nessuno può indovinare quanto è terrificante il vero male!... Se le rose e i gigli di questo giardino improvvisamente cantassero in quest'alba, se i mobili di questa casa si mettessero a marciare in precessione, come nel racconto di Maupassant!»
«Sono contento che voi ritorniate a questo paragone» disse Cotgrave «perché volevo domandarvi a che cosa corrispondono, nell'umanità, queste immaginarie prodezze delle cose, di cui parlate. Ancora una volta: e allora, che cosa è dunque il peccato? Vorrei infine un esempio concreto.»
Per la prima volta Ambrogio esitò:
«Ve l'ho detto, il vero male è raro. Il materialismo della nostra epoca che ha fatto molto per sopprimere la santità, ha fatto forse ancora di più per sopprimere il male. Noi troviamo la terra così comoda che non abbiamo desiderio né di salire né di scendere. Tutto si svolge come se lo specialista dell'Inferno fosse ridotto a lavori puramente archeologici.»
«Tuttavia sembra che le vostre ricerche si siano estese all'epoca presente.»
«Vedo che vi interessate realmente. Ebbene, vi confesso che effettivamente ho raccolto alcuni documenti...»
[...] L'uomo non è terminato. Egli è vicino ad una formidabile mutazione la quale gli darà i poteri che gli antichi attribuivano agli déi. Esistono nel mondo alcuni esemplari dell'uomo nuovo, venuti forse da oltre le frontiere del tempo e dello spazio.
Sono possibili alleanze con il Signore del Mondo, con il "Re della Paura" che regna su una città nascosta in qualche luogo dell'Oriente. Coloro che faranno un patto cambieranno per millenni la superficie della Terra e daranno un senso alla vicenda umana.
Tali sono le teorie "scientifiche" e le concezioni "religiose" che hanno alimentato il nazismo originario, e ad esse credevano Hitler e i membri del gruppo di cui faceva parte, e che hanno orientato in notevole misura i fatti sociali e politici della storia recente. Questo può sembrare stravagante. Una spiegazione della storia contemporanea, anche parziale, partendo da tali idee e credenze, può sembrare ripugnante. Ma noi pensiamo che niente sia ripugnante nell'esercizio della verità.
E' noto che il partito nazista si mostrò antintellettuale in modo franco, e anche clamoroso, che bruciò i libri e respinse i fisici teorici fra i nemici "giudeo-marxisti". E' meno noto in base a quali spiegazioni del mondò rifiutò le scienze occidentali ufficiali. E' ancor meno noto su quale concezione dell'uomo si fondava il nazismo, almeno nella mente di alcuni dei suoi capi. Quando si viene a saperlo si colloca meglio l'ultima guerra mondiale nel quadro dei grandi conflitti spirituali; la storia ritrova il respiro de La Légende des Siècles.
"Ci scagliano addosso l'anatema, come a nemici dello spirito" diceva Hitler. "Ebbene, sì, lo siamo. Ma in un senso ben più profondo di quanto non l'abbia mai immaginato, nel suo imbecille orgoglio, la scienza borghese."
E' press'a poco quello che dichiarava Gurdjiev al suo discepolo Uspensky dopo aver fatto il processo alla scienza: "La mia via è quella dello sviluppo delle possibilità nascoste dell'uomo. E' una via contro la natura e contro Dio".
Questa idea delle possibilità nascoste dell'uomo è essenziale. Essa conduce spesso al rifiuto della scienza e al disprezzo dell'umanità comune. Al livello di quest'idea, esistono realmente pochissimi uomini. Essere è essere diverso. L'uomo comune, l'uomo allo stato naturale non è che una larva, e il Dio dei cristiani non è che un pastore di larve.
Il dottor Willy Ley, uno dei più grandi esperti del mondo in materia di missili, fuggì dalla Germania nel 1933. Da lui abbiamo appreso l'esistenza a Berlino, poco prima del nazismo, di una piccola comunità spirituale, per noi realmente interessante. Questa comunità segreta si era fondata, letteralmente, su un romanzo dello scrittore inglese Bulwer Lytton: La Razza che ci Soppianterà (o La Razza Ventura). Il romanzo descrive uomini la cui vita psichica è molto più evoluta della nostra. Essi hanno acquistato potere su sé stessi e sulle cose, che li fanno simili a divinità. Per il momento si tengono ancora nascosti. Abitano caverne al centro della Terra. Ne usciranno presto, per regnare su di noi.
Ecco tutto quello che sembrava saperne il dottor Willy Ley. Aggiungeva sorridendo che i discepoli credevano di conoscere certi segreti per cambiare razza, per diventare uguali agli uomini nascosti nel fondo della Terra. Metodi di concentrazione, tutta una ginnastica interiore per trasformarsi. Cominciavano i loro esercizi contemplando fissamente la struttura di una mela tagliata in due... Noi abbiamo continuato le ricerche. Quella società berlinese si chiamava "La Loggia Luminosa" o "Società del Vril".
Il vril è l'enorme energia di cui non utilizziamo che una infima parte nella vita ordinaria, il nerbo della nostra possibile divinità. Colui che diviene padrone del vril, diviene padrone di sé stesso, degli altri e del mondo. Non c'è altro di desiderabile. Tutti i nostri sforzi devono tendere a questo. Tutto il resto appartiene alla psicologia ufficiale, alle morali, alle religioni, al vento. il mondo cambierà. I Signori usciranno da sotto terra. Se non avremo fatto alleanza con essi, se non saremo anche noi signori, saremo fra gli schiavi, nel letame che servirà a far fiorire le nuove città. La "Loggia Luminosa" aveva amici tra i teosofi e nei gruppi Rosa+Croce. Secondo Jack Belding, autore del curioso libro I Sette di Spandau, Karl Haushoffer avrebbe fatto parte di quella Loggia. [...]
Dietro lo scrittore Arthur Machen abbiamo scoperto una società iniziatica inglese: la Golden Dawn. Quella società neo-pagana, a cui appartenevano uomini notevoli, era nata dalla Società Rosacrociana inglese [SRIA], fondata da Wentworth Little nel 1867. Little era in relazione con alcuni rosacrociani tedeschi. Egli reclutò i suoi adepti, in numero di 144, fra i dignitari massoni. Uno degli adepti era Bulwer Lytton.
Bulwer Lytton, geniale erudito, celebre nel mondo per il suo romanzo Gli ultimi giorni di Pompei, indubbiamente non prevedeva che decine di anni più tardi uno dei suoi romanzi ispirasse in Germania un gruppo mistico prenazista. Tuttavia, in opere come La Razza che ci Soppianterà o Zanoni, intendeva mettere l'accento su realtà del mondo spirituale, e specialmente del mondo infernale. Egli si considerava un iniziato. Attraverso la trasfigurazione romanzesca esprimeva la certezza che esistono esseri dotati di poteri sovrumani. Questi esseri ci soppianteranno e condurranno gli eletti della razza umana ad una formidabile mutazione.
Bisogna fare attenzione a questa idea di una mutazione della razza. La ritroveremo in Hitler[2] e non è ancor oggi scomparsa. bisogna fare attenzione anche all'idea dei "Superiori Sconosciuti". La si trova in tutte le mistiche nere d'Oriente e d'Occidente. Abitanti del sottosuolo o venuti da altri pianeti, giganti simili a quelli che dormirebbero sotto una corazza d'oro in cripte tibetane, oppure presenze informi e terrificanti quali le descriveva Lovecraft, questi "Superiori Sconosciuti" di cui si parla nei riti pagani e luciferiani, esistono? Quando Machen parla del mondo del Male, "pieno di caverne e di abitanti crepuscolari", da discepolo della Golden Dawn si riferisce all'altro mondo, quello in cui l'uomo prende contatto con i "Superiori Sconosciuti". Ci sembra certo che Hitler condivideva quella credenza. Meglio: egli credeva di avere esperienza del contatto con i "Superiori".
Abbiamo citato la Golden Dawn e la "Società del Vril" tedesca. Parleremo subito del gruppo Thule. Non siamo così folli da pretendere di spiegare la storia con le società iniziatiche. Ma vedremo che tutto si collega, curiosamente, e che col nazismo è l'"altro mondo" che ha regnato su noi per alcuni anni. E' stato vinto, ma non è morto né oltre il Reno né altrove. E questo non è terribile; terribile è la nostra ignoranza.
Segnalammo che Samuel Mathers aveva fondato la Golden Dawn. Mathers pretendeva di essere in rapporto con i "Superiori Sconosciuti" e di avere stabilito contatti in compagnia di sua moglie, sorella del filosofo Henri Bergson. Ecco un passo del manifesto ai "Membri del secondo ordine" che egli scrisse nel 1896:
"Sui capi Segreti, a cui mi riferisco e dai quali ho ricevuto la saggezza del Secondo Ordine che vi ho comunicato, non posso dirvi niente. Io ignoro anche i loro nomi terreni e non li ho mai visti che molto raramente nel loro corpo fisico... Essi mi incontrarono fisicamente in tempi e luoghi fissati precedentemente. Per conto mio, credo che siano esseri umani viventi su questa terra, ma che possiedono poteri terribili e sovrumani... I miei rapporti fisici con essi mi hanno dimostrato quanto sia difficile ad un mortale, per quanto progredito, sostenere la loro presenza. Non voglio dire che in quei rari casi di incontro con essi l'effetto prodotto su di me fosse quello della intensa depressione fisica che segue alla perdita del magnetismo. Al contrario, mi sentivo a contatto con una forza così terribile che non posso paragonarla se non all'effetto sentito da chi sia stato vicino ad un fulmine durante un violento temporale, accompagnata da una grande difficoltà di respiro... La prostrazione nervosa di cui ho parlato si accompagnava a sudori freddi e perdite di sangue dal naso, dalla bocca e talvolta dalle orecchie."
Hitler un giorno intratteneva Rauschning, capo del governo di Danzica, sul problema della mutazione della razza umana. Rauschning, che non possedeva le chiavi di una così strana preoccupazione, traduceva i propositi di Hitler in propositi di allevatore che cerca di migliorare il sangue tedesco.
"Ma voi non potete fare altro che aiutare la natura" diceva "che abbreviare il cammino da percorrere! Bisogna che la natura stessa vi dia una varietà nuova. fino ad oggi l'allevatore non è riuscito che molto raramente, nella specie animale, a sviluppare mutazioni, cioè a creare lui stesso caratteri nuovi."
"«L'uomo nuovo vive in mezzo a noi! E' qui!" esclamò Hitler con tono trionfante. "Vi basta? Vi dirò in segreto. Ho visto l'uomo nuovo. E' intrepido e crudele. Ho avuto paura davanti a lui.»
"Pronunciando queste parole" aggiunge Rauschning "Hitler tremava di ardore estatico".
E Rauschning riferisce anche la seguente strana scena, su cui invano si pone domande il dottor Achille Delmas, specialista di psicologia applicata. La psicologia, infatti, non si applica in questo caso:
"Una persona del suo seguito mi ha detto che Hitler si sveglia la notte mandando grida convulse. Invoca aiuto, seduto sulla sponda del letto, ed è come paralizzato. E' preso da un panico che lo fa tremare al punto da scuotere il letto. Grida cose confuse e incomprensibili. Ansima come se fosse sul punto di soffocare. Lo stesso personaggio mi ha descritto una di queste crisi con particolari che mi rifiuterei di credere se la mia fonte non fosse così sicura. Hitler era in piedi nella sua camera, barcollante, guardandosi attorno con aria smarrita. 'E' lui! E' lui! E' venuto qui!' gemeva. Le sue labbra erano livide. Il sudore gli grondava a grosse gocce. Improvvisamente, pronunciò cifre senza alcun senso, parole, frammenti di frasi. Era terribile. Adoperava termini bizzarramente raggruppati, del tutto strani. Poi era divenuto di nuovo silenzioso, ma continuava a muovere le labbra. Gli fu fatta allora una frizione e data una bevanda. Poi, improvvisamente, aveva ruggito: 'Lì! Lì! Nell'angolo! E' lì!'... Batteva il piede sul pavimento e urlava. Lo si era tranquillizzato dicendogli che non accadeva nulla di straordinario, e a poco a poco si era calmato. In seguito aveva dormito molte ore ed era ridiventato quasi normale e sopportabile..."[3]
Noi lasciamo al lettore la cura di confrontare le dichiarazioni di Mathers, capo di una piccola società neo-pagana della fine del secolo XIX, e le dichiarazioni di un uomo che, nel momento in cui Rauschning le raccoglieva, si preparava a lanciare il mondo in un'avventura che ha causato venti milioni di morti. Lo preghiamo di non tralasciare questo confronto e l'insegnamento che ne deriva, col pretesto che la Golden Dawn e il nazismo, agli occhi dello storico razionale, non hanno niente in comune. Lo storico è razionale, ma la storia non lo è. Le stesse credenze animano i due uomini, le loro esperienze fondamentali sono identiche, li guida la stessa forza. Appartengono alla stessa corrente di pensiero, alla stessa religione. Questa religione non è mai stata veramente studiata. Né la Chiesa, né il razionalismo, altra chiesa, lo hanno permesso. Noi entriamo in un'epoca della conoscenza in cui tali studi diventeranno possibili perché la realtà che rivela il suo volto fantastico, idee e tecniche che ci sembrano aberranti, spregevoli o odiose, ci appariranno utili alla comprensione di un reale sempre meno tranquillizzante.
Noi non proponiamo al lettore di studiare una filiazione Rosa+Croce-Bulwer Lytton-Mathers-Crowley-Hitler, o tutta un'altra filiazione dello stesso genere in cui si incontrerebbero anche la signora Blavatsky e Gurdjiev. Il gioco delle filiazioni è come quello degli influssi letterari. Finito il gioco, resta il problema. Quello del genio in letteratura. Quello del potere nella storia. La Golden Dawn non basta a spiegare il gruppo Thule, o la Loggia Luminosa, o l'Ahnenerbe. Naturalmente, ci sono molte interferenze, passaggi clandestini o palesi da un gruppo all'altro. Non mancheremo di segnalarli. E' una cosa appassionante, come tutta la storia minuta. Ma il nostro scopo è la grande storia. Noi pensiamo che queste società, grandi o piccole, ramificate o no, sono le manifestazioni più o meno chiare, più o meno importanti di un mondo diverso da quello in cui viviamo. Diciamo che è il mondo del Male nel senso in cui lo intendeva Machen Ma non abbiamo una maggior conoscenza del mondo del Bene. Viviamo tra due mondi, prendendo questo no man's land per il pianeta stesso, tutt'intero. Il nazismo è stato uno di quei rari momenti, nella storia della nostra civiltà, in cui si è aperta una porta su un'altra cosa, in modo clamoroso e visibile. E' molto singolare che gli uomini fingano di non aver visto e sentito niente, tranne gli spettacoli e i rumori ordinari del disordine bellico e politico.
Tutti questi movimenti: Rosa+Croce moderna, Golden Dawn, Società tedesca del Vril (che noi ricondurremo al gruppo Thule in cui troveremo Haushoffer, Hess, Hitler) erano più o meno collegati con la Società Teosofica, potente e ben organizzata. La teosofia aggiungeva alla magia neo-pagana un apparato orientale e una terminologia indiana. O piuttosto, essa apriva le vie dell'Occidente ad un certo Oriente luciferiano. E' proprio col nome di teosofismo che si è finito con l'indicare il vasto movimento di rinascita del magico che ha sconvolto molte intelligenze all'inizio del secolo.
Nel suo studio Le Thèosophisme, historie d'une pseudo-religion, pubblicato nel 1921, il filosofo René Gueneon si rivela profeta. Dietro la teosofia e i gruppi iniziatici neo-pagani più o meno in rapporto con la setta della signora Blavatsky, egli vede ingrandirsi i pericoli.
Egli scrive:
"I falsi messia che fino ad ora abbiamo visto non hanno fatto che prodigi di una qualità infima, e i loro seguaci non erano probabilmente molto difficili da sedurre. Ma chi sa che cosa ci riserva il futuro? Se si riflette che quei falsi messia non sono mai stati che gli strumenti più o meno inconsapevoli nelle mani di coloro che li hanno suscitati, e se ci si riferisce in particolare alla serie di tentativi fatti successivamente dai teosofi, si è indotti a pensare che quelli sono solo tentativi, esperimenti in un certo senso, che si rinnoveranno sotto forme diverse fino a quando non si sia ottenuto il risultato, e che, in attesa di esso, hanno sempre come risultato di gettare turbamento negli animi. Noi non crediamo, del resto, che i teosofi, come gli occultisti e gli spiritisti, abbiano la forza per riuscire pienamente, da soli, in una tale impresa. Ma, dietro tutti questi movimenti, non ci sarà qualche cosa ben altrimenti temibile, che forse i loro capi non conoscono e ci cui a loro volta non sono che semplici strumenti?"
E' anche l'epoca in cui uno straordinario personaggio, Rudolph Steiner, dà impulso in Svizzera ad una società di ricerche fondata sull'idea che l'intero universo è contenuto nello spirito umano il quale è capace di una attività notevolmente superiore a ciò che ci dice la psicologia ufficiale. In realtà, certe scoperte steineriane, in biologia (i concimi che non distruggono il suolo), in medicina (impiego dei metalli che modificano il metabolismo) e soprattutto in pedagogia (numerose scuole steineriane funzionano oggi in Europa) hanno notevolmente arricchita l'umanità. Rudolph Steiner pensava che c'è una forma nera e una forma bianca della ricerca magica. Pensava che il teosofismo e le diverse società neo-pagane provenivano dal gran mondo sotterraneo del Male e annunziavano un'epoca demoniaca. Egli si affrettava a fondare, in seno al proprio insegnamento, una dottrina morale che impegnava gli "iniziati" a non usare che forze benefiche. Voleva creare una società di uomini che si propongono il bene.
Noi non ci poniamo la domanda se Steiner aveva torto o ragione, se possedeva o no la verità. ciò che ci colpisce è il fatto che i primi gruppi nazisti sembrano aver considerato Steiner come il nemico numero uno. Gli uomini d'azione fin dall'inizio disperdono con violenza le riunioni di steineriani, minacciano di morte i discepoli, li obbligano a fuggire dalla Germania e, nel 1924, a Dornach, in Svizzera, appiccano il fuoco al centro costruito da Steiner. Gli archivi bruciano, Steiner non può più lavorare, e muore di dolore un anno dopo.
[1] La Battaglia di Azincourt segnò la maggiore vittoria degli Inglesi durante la Guerra dei Cent'anni (1337-1453). Lo scontro ebbe luogo venerdì 25 Ottobre 1415 presso l'odierna Azincourt, nella Francia settentrionale. Le truppe inglesi avanzarono per prime alle 11 del mattino, guidate dallo stesso re Enrico V Lancaster al grido di "San Giorgio, San Giorgio". I notabili francesi dovettero riconoscere Enrico quale reggente ed erede al trono di Francia, in appoggio al sovrano in carica, Carlo VI Valois, che soffriva di attacchi psicotici. La battaglia costituisce il fulcro dell'Enrico V di William Shakespeare.
[2] Il fine di Hitler non è né l'istituzione della razza dei dominatori, né la conquista del mondo; questi non sono che mezzi per attuare la grande opera sognata da Hitler; il vero fine è di fare opera di creazione, opera divina, il fine della mutazione biologica; il risultato sarà un'ascesa dell'umanità, non ancora raggiunta, "l'apparizione di un'umanità di eroi, di semidéi, di uomini-dio". Dr. Achille Delmas.
[3] Herman Rauschning, Hitler m'a dit. Ed. Coopération, Parigi 1939. Achille Delmas: Hitler, essai de biographie psychopatologique, Librairie Marcel Rivimère, Parigi 1946.
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