Prepariamoci agli attentati sanguinosi in casa nostra, ora solo un vero miracolo potrà evitarli.
Il riscatto di dodici milioni per le due imbecilli che erano partite in Siria ad aiutare i terroristi della Jihad contro il governo legittimo di Assad e che proprio dai loro eroi erano state rapite, è un chiaro invito a replicare, a insistere in piena impunità. Tra Greta e Vanessa da una parte e i due Marò dall'altra, l'Italia ha dimostrato che la si può colpire come e quando lo si voglia.
Certo non c'è motivo di attaccare un Paese che ormai è prono a tutti, che non dà fastidio più a nessuno: né all'Inghilterra a cui si è svenduta, né alla Francia a cui ha consegnato le sue zone d'influenza, né a Israele verso cui è zelante, né agli Usa di cui si dichiara serva, né alla Germania con cui fa l'accomodante. Eppure solo un miracolo può impedire che ci colpiscano e questo per due motivi: perché a far male a noi non si paga pegno, quindi siamo un obiettivo facile facile e poi per ragioni complesse che potremmo definire simboliche.
Se ce lo dicono la Cia e il Mossad...
Iniziamo dall'Undici settembre europeo. La Francia ultra stupida di Je suis Charlie ha reagito esattamente come volevano i terroristi, invitandoli a colpire ancora: una folla di pecore che offrono la gola belando indignazione si avvia per forza al mattatoio: non finirà solo tosata ma a costolette. Quello spettacolo incredibile che ha offerto ha fatto impazzire di gioia tutti i protagonisti: sia i terroristi, sia il potere traballante, sia i players più sporchi. Non si sa sa abbia gongolato più Hollande, Nethanyau o al-Baghdadi.
La manifestazione suicida degli Champs-Elysées difficilmente non provocherà un'offensiva seriale, probabilmente in più Paesi al tempo stesso. Ancora la Francia, la Germania e chissà chi altri. L'Italia di sicuro è nel mirino.
Ce lo hanno detto la Cia e il Mossad dei quali possiamo dire, usando un eufemismo, che sono bene informati di quello che ha intenzione di fare la loro creatura jihadista ufficialmente sfuggita loro di mano, ma stranamente ancora in linea con gli scenari disegnati dal Pentagono più o meno quindici anni fa.
Quell'odio alimentato
Se colpire la Francia, la Germania, la Russia, magari l'Ungheria, ha però un senso anche razionale da parte di tutti (della Jihad, della Cia, del Mossad e delle oligarchie traballanti laddove traballano) non ci sono ragioni logiche per colpire qui.
No, cause razionali non ce ne sono, ma stiamo dimenticando alcuni elementi fondanti: l'odio, il fanatismo.
Non va assolutamente bene sostenere che l'Islam non possa che odiarci, ma anche l'opposto è discutibile. Tutte le religioni monoteistiche hanno un'idea di dominio mondiale assoluto. Le cose atroci che dicono le scritture musulmane lo sono anche meno, ad esempio, di alcune affermazioni del Talmud e tutto il Vecchio Testamento fa rabbrividire. I Vangeli lo hanno rettificato ampiamente ma sappiamo per una lunga esperienza storica che ciò non ha impedito infiniti e ripetuti massacri in nome di Dio da parte cattolica. Si può insomma essere monoteisti civilizzati come monoteisti intolleranti e gli jihadisti sono dei fanatici che non ragionano. Non sono i soli, ci sono israeliti che si comportano così e anche cristiani, sia pure abbastanza isolati: si pensi a Breivik, il fondamentalista protestante massacratore in Norvegia, o ai Teocon.
Bisogna tenere bene a mente tutto questo perché lo scontro di religione è una gran fregnaccia, visto che finora a combattere gli jihadisti sono sempre e comunque dei musulmani (Assad come Saddam, Gheddafi, Arafat e Massoud).
Ma se lo scontro di religione è una fregnaccia il fondamentalismo religioso non lo è.
Il fanatismo degli jihadisti è fuori discussione così come il loro rancore verso l'Occidente. Che essi intendano conquistare Roma, come vuole il Corano (cosa non originale visto che accomuna i monoteismi) è pacifico. Che siano in guerra con i cristiani lo è altrettanto.
Ma vanno considerati anche i fanatismi di coloro che gli jihadisti li hanno costruiti in laboratorio, armati, foraggiati, sostenuti e che oggi fingono di combatterli. Fingono, si badi: da quando gli Usa hanno “dichiarato guerra” all'Isis non hanno fatto assolutamente nulla, tranne dei bombardamenti di sostegno ai soldati curdi che questi ultimi osservavano con sgomento andare sempre fuori bersaglio per distruggere edifici vuoti. Probabilmente alla fiction scenica ci hanno aggiunto il business della ricostruzione.
Anche i loro padrini ci odiano
Non dobbiamo mai dimenticarci che i padrini degli jihadisti odiano anch'essi Roma e la Civiltà e, malgrado i suoi comportamenti accomodanti, cooperanti e d'intesa, diversi di loro hanno anche in odio il papato. Colpire un simbolo cristiano contribuirebbe inoltre a fare impazzare le guerre nel Terzo Mondo. Dato che gli amministratori del pianeta debbono far fronte a un'esplosione demografica inquietante e, al tempo stesso, continuare a garantire tutte le risorse e le ricchezze in poche mani, far dilagare gli stermini nelle regioni non sviluppate non può che fare loro piacere e aiutarli nel loro lavoro.
Se poi ci si aggiungono l'odio per Roma e per la Forma nonché le pratiche magico-religiose di sacrifici umani che si tramandano nei secoli in alcune culture non nate in Europa, elementi di cui mai si tiene il dovuto conto abituati come siamo ormai a interpretare la vita con un libro contabile, allora avremo una vaga idea di quanto ci sia da temere.
Insomma siamo scoperti su tutti i fianchi dato che non si può combattere la Jihad senza opporsi al potere angloamericano e israeliano e viceversa, visto che sono, quantomeno, complementari, alleati oggettivi e mossi dal medesimo sentimento nei nostri confronti.
Solo se ci disprezzano troppo non ci colpiranno
L'Italia se sarà colpita non lo sarà per ragioni strettamente razionali. Se lo sarà vi avranno contribuito in maniera decisiva i comportamenti tenuti dalle autorità con i Marò e con le volontarie sciocche in Siria. Se verremo colpiti dobbiamo sapere che lo saremo soprattutto simbolicamente: oltre alle folle saranno nel mirino tracce di civiltà superiore, come Templi romani oppure, viste le facilitazioni logistiche, qualcosa del genere della Cappella degli Scrovegni. Se ci sarà offensiva, l'Italia non sarà un obiettivo in sé ma fungerà da detonatore per l'allargamento a macchia d'olio nel Terzo Mondo e per un'offensiva militare, quella sì strategica, nel cuore dell'Europa.
Non ci difenderà proprio nessuno perché per costume la nostra intelligence viene poi stoppata dal potere politico e dalle autorità atlantiche.
Possiamo sperare in una sola cosa: che il disprezzo che ci siamo ultimamente meritati in tutto il mondo sia tale che gli stessi jihadisti non ci considerino neppure e puntino solo a obiettivi più succosi.
Non saprei davvero dire quale dei due scenari sia il peggiore, di sicuro mala tempora currunt e bisogna dire che ce li siamo meritati tutti.
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