Quindi avete sempre pensato che il mito della Torre di Babele fosse il resoconto della costruzione di un antico grattacielo. Chi abbia letto il capitolo XI della Genesi, avrà imparato che la Torre di Babele fosse un ambizioso tentativo di costruire una sorta di ponte fino al cielo.
Si parla di mattoni e malta, di progettazione, di marketing, e di un'entità residente nei cieli molto arrabbiata, che accoglie il tutto come uno sgradito tentativo di intrusione.
Dal punto di vista degli abusi edilizi oggigiorno le cose non sono nemmeno molto cambiate. Ma è evidente che se ci si affidi all'interpretazione letterale, l'idea di costruire una torre fino al cielo usando mattoni d terracotta e fango non fosse poi una pensata così geniale.
Un'altra nozione convenzionale in merito a questa storia è che ad un certo punto i lavori si arrestarono a causa della criptazione con cui il linguaggio del genere umano sarebbe stato frazionato in numerosi linguaggi diversi. Si trattò, ci viene detto, di una misura precauzionale assunta dal residente (residenti?) dei cieli che evidentemente teneva molto alla privacy. La mescolanza delle lingue avrebbe messo fine all'unità d'intenti che stava producendo quella costruzione così intrusiva.
Ma l'interpretazione superficiale non sempre è la più corretta. E' necessaria una lettura più attenta del mito per poterlo collocare nell'ambito delle depravazioni del secolare Culto di Saturno. Operazione importante perché elemento centrale nella comprensione del modus operandi del Culto. L'approccio migliore per interpretare il mito della Torre di Babele e la sua attinenza con l'elite occulta è quello adottato nelle investigazioni reali, cioè seguire la pista del denaro.
Babylon's Banksters di Joseph P. Farrell è forse la migliore fonte di informazioni sulle antiche origini del sistema finanziario odierno.
Interpretazioni del Mito di Babele.
Naturalmente si trovano diverse teorie popolari su ciò che accadde realmente a Babele. Si va dalla interpretazione cristiana, metafora della presunzione umana di elevarsi fino a Dio, in un momento in cui l'umanità stava iniziando a sperimentare nuove tecnologie rivoluzionarie. Vi è di certo qualcosa di corretto in queste interpretazioni, tuttavia a modesto avviso di chi scrive tendono tutte a mancare il punto della questione.
Chiunque abbia letto qualcosa sul Culto di Saturno saprà che il nome Babilonia in molti ambiti sia inteso come sinonimo di sistema finanziario corrotto che persegue la schiavitù basata sul debito, a beneficio di una ristretta élite. I lettori di questo sito sapranno anche che tale sistema finanziario è stato fatto risalire agli eventi della cosiddetta Torre di Babele, i quali non sono che la narrazione simbolica del primo tentativo di dominio attraverso il debito.
Quanto segue è la spiegazione logica di tali affermazioni.
Babele, Babele, Fatica e Difficoltà.
La maggior parte dei biblisti concordano che il nome Babele sia una versione precedente del nome Babilonia, impero che governò la Mesopotamia nel 6° e 7° secolo a.C. Entrambe i nomi derivano dal termine ebraico: BAW-bel, che significa essenzialmente 'confusione' e si presta all'idea di un dio che si dà a confondere tutte le lingue del genere umano. Sia Babele che Babilonia sono situate nella pianura di Scinear, possibile corruzione linguistica del nome dell'antica terra mesopotamica di Sumer.
La principale fonte documentale del mito della Torre di Babele è il libro biblico della Genesi, tuttavia esiste anche una fonte extra-biblica, cioè il Libro dei Giubilei. Per il bene di questa discussione vado a riportare il testo della Genesi dedicato alla Torre. E' tratto dalla versione inquinata di King James, fonte di tante idee sbagliate riguardo questa strana storia. Il lettore è invitato a prestare particolare attenzione ai versetti 4, 5 e 8:
1- E tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.
2- E avvenne che mentre viaggiavano da est trovarono una pianura nel paese di Sennaar; e vi si stanziarono.
3- Ed essi si dissero l'un l'altro, andiamo, costruiamo mattoni di terra e cuociamoli. I mattoni faranno da pietra, ed il fango farà da malta.
4- E dissero: Andiamo, costruiamo una città e una torre la cui cima tocchi il cielo; e diamoci un nome per non disperderci sulla faccia di tutta la terra.
5- E il SIGNORE scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo.
6- E il SIGNORE disse: Ecco, il popolo è uno, e hanno tutti una lingua sola; e cominciano a fare ciò: e adesso nulla li tratterrà da ciò che hanno immaginato di fare.
7- Andiamo, scendiamo e confondiamo la loro lingua, così che non comprendano più l'uno la lingua dell'altro.
8- Il SIGNORE li disperse sulla faccia di tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.
9- Per questo la chiamò Babele; perché il SIGNORE confuse la lingua di tutta quella terra e da quel giorno il SIGNORE li disperse sulla faccia di tutta la terra.
Genesi, capitolo 11: 1 - 9
King James Version (KJV, Diodati)
Analizzando il racconto ci accorgiamo che il primo errore in cui incorre la maggior parte della gente è pensare che la storia narri solo di una torre. Dai passi appena citati si evince chiaramente che il progetto fosse quello di costruire una città, di cui la torre sarebbe stata un elemento.
Il Signore li disperse di là sulla faccia di tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.
Quindi la celebre Torre di Babele era un singolo elemento del più vasto progetto di una città. Il che è storicamente coerente, dal momento che all'epoca la città-stato era la più alta forma di organizzazione governativa degli affari umani. Nel contesto del mondo antico la torre, ovvero il punto più alto di qualsiasi città-stato, era il tempio, ed i sacerdoti del tempio erano anche gli amministratori della città-stato. In altre parole, la Torre di Babele sarebbe dovuta essere la sede del governo della grande città di Babele.
Ora, la domanda è: perché la gente progettò la costruzione di una città?
La risposta superficiale a tale domanda è che le città siano un posto dove vivere. Di certo nessuno si metterebbe a costruire una città fatta di strutture inutilizzabili. La risposta corretta è che le città sono luoghi finalizzati all'esercizio di un'attività. Le persone si riuniscono nelle città per lavorare e guadagnare mediante il rapporto diretto con altre persone. Ed infatti, il motivo per cui fu progettata Babele era proprio questo: imbastire un'economia.
Le economie funzionano solo quando le persone possono fidarsi del sistema di commercio esistente alla loro base. Ciò richiede un sistema condiviso di pesi e misure per determinare il valore delle merci scambiate. Si richiede anche la capacità degli amministratori della città di far rispettare l'equità del proprio sistema di pesi e misure. Ed è qui che entra in gioco il riferimento alla Torre di Babele. La 'torre' sarebbe stata responsabile della creazione e regolazione del sistema commerciale di Babele. La Torre di Babele simboleggiava, in effetti, la legge di Babele.
I Maestri Massoni di Babele.
Quando le persone decidono di formare un'economia hanno bisogno di luoghi di incontro in cui possa aver luogo il commercio. Il progresso di una civiltà è la diretta conseguenza della crescita degli scambi tra le persone di cui è formata, che a propria volta è indissolubilmente legata alla crescita delle infrastrutture e delle tecniche di costruzione.
Per sostenere un'economia di mercato è fondamentale la costruzione di strutture le quali siano in grado di ospitare eccedenze di merci, e persone. Mentre l'agricoltura fornisce l'eccedenza che si trasforma in beni da commerciare, gli edifici forniscono le sedi 'neutrali' in cui fare il commercio. Il che significa che i servizi offerti da chi possedesse le cognizioni per costruire edifici erano di grande importanza in qualsiasi economia emergente. Nel mondo antico i costruttori erano una componente vitale per il progresso di una civiltà.
Ciò che il racconto biblico ci fa notare in modo succinto nella terza strofa è che la civiltà moderna ebbe inizio proprio a Babele, allorquando la gente scoprì la tecnica di costruzione dei mattoni e della malta in luogo dei blocchi di pietra difficilmente scavati e sagomati.
Appresa tale tecnica di costruzione i cittadini furono in grado di espandere le loro economie. Per cui decisero di costruire una città e una torre la cui cima tocchi il cielo. E' a questo punto che l'elemento cospirativo si incrocia con il mito.
Racconto di Molte Città.
Nella Bibbia si fa riferimento a molte città dai nomi fortemente simbolici. La prima di esse è proprio Gerusalemme, il cui nome è stato tradotto come 'città della pace'. Il fatto che la città di Gerusalemme fosse diventata corrotta e quindi dovesse essere sostituita con una nuova Gerusalemme è un tema centrale nella Bibbia. Gerusalemme, o Sion, è costantemente utilizzata dalla Bibbia per indicare le intenzioni di Dio nei confronti dell'intero mondo.
La stessa logica si applica a Babilonia, successiva incarnazione di Babele e nemesi di Gerusalemme. Babilonia è ritratta come lo strumento dell'ira di Dio contro il disobbediente regno di Giuda, che aveva la sua sede in Gerusalemme. Eppure, nella cattività di Babilonia, la giustizia e la saggezza divina espresse dal popolo di Giuda si contrappongono alla cultura babilonese. Babilonia diventa il simbolo di tutto ciò che non è la cultura di Gerusalemme e di Dio. Addirittura, dopo la sua caduta, il sistema babilonese diventa una parte molto sinistra delle profezie bibliche con il nome della Meretrice di Babilonia.
Dietro l'allegoria dualistica di Gerusalemme e Babilonia e della Nuova Gerusalemme e la Meretrice di Babilonia si celano simboli letterari che esprimono il contrasto tra due distinti sistemi di governo. Il fatto che il nome Babele sia un chiaro precursore linguistico del nome Babilonia implica che Babele sia legata al bagaglio simbolico di Babilonia, ossia un sistema di governo in contrasto con il sistema di Gerusalemme ispirato da Dio.
Il punto chiave della contesa tra i due sistemi si evince nel modo in cui Gerusalemme crolli sotto il 'marchio di Babilonia', segnando la fine del regno di Giuda. Giuda non riuscì a celebrare il giubileo che avrebbe annullato ogni forma di debito e schiavitù, tipica ricorrenza del sistema economico biblico. Schiavitù e debito sono condizioni che la Bibbia ascrive al peccato, e uno dei principali peccati vietati dalla Bibbia è il prestito di denaro a interesse. In una famosa citazione dei principi biblici le conseguenze del prestito a interesse sono riassunte nei termini seguenti: "il debitore resta per sempre schiavo del creditore." Babilonia promuoveva un sistema in cui il denaro fosse prestato a interesse.
Ciò che risalta è che i due sistemi fossero in disaccordo circa la questione della creazione del denaro. Gerusalemme propugnava un sistema privo di debiti che gravassero sulla capacità produttiva della popolazione, mentre Babilonia sosteneva il sistema del denaro in cambio di titoli di debito pubblico. (Per approfondire leggere questa discussione)
Diverse altre città sono citate nella Bibbia come esempi di questo sistema inviso a Dio. Ad esempio Ninive, Gerico, Tiro e l'intera nazione d'Egitto incarnano tutte i sistemi in contrasto con Gerusalemme. Il punto qui è che la città di Babele non fa eccezione e il suo chiaro legame con Babilonia la pone nella schiera dei sistemi illegali secondo la legge biblica.
La Confusione del 'Linguaggio.'
Molto è stato scritto in riferimento alla storia secondo cui il linguaggio degli uomini fu confuso per impedire il loro tentativo di costruire questa torre verso il cielo. In questo caso, tuttavia, la confusione delle lingue non va confusa con la diversificazione degli usi. La chiave per comprendere il fallimento del progetto di Babele sta tutta nella comprensione della parola ebraica che viene utilizzata per 'linguaggio' come si trova nel 7° verso.
7- Andiamo, scendiamo e confondiamo la loro lingua, così che non comprendano più l'uno la lingua dell'altro.
In quasi tutti i casi in cui nella Bibbia ci si riferisca ad una lingua parlata o una lingua nativa, viene utilizzata la parola ebraica 'lashon.' Tuttavia non è questa la parola usata nel racconto su Babele nella Genesi. Qui la parola è 'caphah', che ha una connotazione molto diversa da 'lashon.'
Ci sono solo altri tre altri passi della Bibbia in cui 'caphah' viene tradotta come 'linguaggio' e offrono una più precisa panoramica sul concetto che viene espresso con la parola 'caphah.'
Da Sofonia 3: 9
9- Per allora rivolgerò alla gente un 'linguaggio' puro, così che tutti potranno invocare il nome del Signore, per servirlo con un unico consenso.
Da Isaiah 19: 18:
18- In quel giorno, cinque città del paese d'Egitto parlavano il 'linguaggio' di Canaan, e adoravano il Signore degli eserciti; una di esse si chiamava La città della Distruzione.
Dai Salmi 81: 5:
5- Questo ordinò a Giuseppe per una testimonianza, quando viaggiò nel paese d'Egitto, dove ho udito un 'linguaggio' che non comprendo.
In tutti i casi in cui il termine 'caphah' viene tradotto come 'linguaggio', il contesto è sempre quello in cui qualcuno faccia le cose in modo diverso. Ciò spiega l'uso del termine 'caphah' nei versetti dedicati a Babele.
Le persone che avevano aderito al progetto di Babele avevano un modo di fare le cose, un sistema che minacciava gli occupanti del cielo (coloro che avevano l'autorità). Il concetto di lingua parlata viene espresso nello stesso 7° verso con la parola ebraica 'debar' e si riferisce ai mezzi verbali con cui quel 'caphah', o 'modo di fare le cose', era coordinato. Altrimenti perché nello stesso verso lo scrittore avrebbe usato sia il termine 'caphah' che il termine 'debar' se in entrambe i casi intendeva riferirsi alla lingua parlata?
Babele, dunque, simboleggiava degli 'usi' diversi da quelli tradizionale dell'autorità. Poiché Babele è linguisticamente assimilabile a Babilonia, e dato che il nome Babilonia indica un sistema finanziario inviso alle leggi del Dio biblico, possiamo tranquillamente assumere che Babele fosse soprattutto un sistema finanziario creato per restare sotto il controllo di chi risiedeva nella 'Torre.' La torre, come abbiamo visto, era il tempio centrale ed equivaleva a ciò che al giorno d'oggi sono le banche centrali.
Una migliore lettura del mito della Torre di Babele.
La seguente è una parafrasi dei versi della Genesi 11: 1-9, che include le osservazioni di cui sopra:
(1) C'era un unico sistema economico e un solo modo per commerciare all'interno di tale sistema.
(2) Durante un viaggio da est trovarono una pianura nel paese di Sennaar e si stabilirono lì.
(3) E si dissero: fabbrichiamo solidi mattoni ben cotti invece di tagliare blocchi di pietra, e usiamo fango come malta per tenere uniti i mattoni e costruire i nostri edifici.
(4) Poi decisero di fondare la loro economia e creare una nuova autorità centrale per il controllo del sistema finanziario e dell'economia. Fu deciso che tale nuova autorità centrale sostituisse l'autorità esistente, comprese le leggi con cui essa aveva governato. La nuova autorità avrebbe imposto il nuovo modo di fare le cose, ovunque fossero andati a fare affari.
(5) Ma l'autorità originale non vide di buon occhio questo nuovo sistema economico e il crescente potere che la sua autorità centrale stava sottraendo ai discendenti di Adamo.
(6) Perciò disse: "Queste persone hanno aderito al nuovo sistema economico e pensano di poter fare ciò che vogliono secondo le loro nuove idee e regole.
(7) "Sarà meglio stroncare questa assurdità usando il nostro potere per incasinare il nuovo sistema finanziario."
(8) L'autorità disperse la gente così che non avesse potuto continuare a coltivare il nuovo sistema economico.
(9) Quel sistema fu chiamato Babele perché è lì che l'autorità si assicurò che il sistema finanziario rivale crollasse, dopo essere stato gettato in confusione.
Speriamo che quanto sopra possa rendere il mito della torre di Babele un pò più logico.
Giochi di parole al Caffè Bonazzi (2014) A Seamus Heany
RispondiElimina1) Me.dju.s'hat=Con dei cobra sulla testa (Medusa);
2) Hyksos=Heka Khesut=Stranieri principi (scacciati da Ah-mosi, dove Ah=il dio luna, in Alto Egitto);
3) Un.as=Colui che era scorpione (faraone);
4) Men.es=Il re scorpione (faraone);
5) Men.ka-u.Ra=Il re dai molti Ka spirituali di Ra (Micerino, faraone);
6) Khaf.Ra=girato è Ra’ Khaf=Ra è anima vivente (Chefren, faraone);
7) Min.osh= Il re scorpione (Minosse, Creta);
8) Aga.men.Nun=Il grande re dell'Oceano (Agamennone, Ellade);
9) Per.usiam=Per oscam partem, Attraverso la terra degli Oschi (Perugia);
10) Dasht-e-Lut=Dashart el-Lot=il Deserto di Lot (e di Abramo?) [luogo in Iran];
11) Og.ija=strano luogo nel mare (Ogigia) [nota: Og, da Gog o Magog?];
12) Ki.er.senn.esh=Chersoneso, Kerch, isola dell'Ucraina=Luogo di antica signoria (Circe);
13) K.ar.un.tii.ef=Che trasporta chi un tempo camminava (Caronte);
14) Pi-Alas.ija=L'isola a forma di scorpione: dei Pelasgi (Cipro/Cyprus; cupressum=rame e cipresso);
15) Vol.turn=Fiume dell'avvoltoio (Volturno) [nota: in effetti il Volturno e il Liri formano la figura di quell’uccello];
16) My.khenai=Miu.ghenus=Di leoni la stirpe (Micene);
RispondiElimina17) Him.alaya=Del cielo la montagna;
18) Valdo=dove sta la foresta, germanismo (simile a Gualdo);
19) Adamo: Ish (il maschio) Had-am-akh= La testa venuta fuori da immagine/dimora, ma più propriamente dalla vagina;
20) Cam.e.lot=Cam.u.lod(unum)=castrum Rom. sul fiume Cam di Cambridge (Colchester);
21) Parsifal=Perceval=Par cheval(ier)=Lo scudiero;
22) Langhe.lot=il Lunga lancia (Lancillotto);
23) Sam.nis=Uomo valente (sannita, Italia preromana) [nota: anche l’ebraico Sem significa Uomo, come del resto il Sami lappone];
24) Roma=Hro.mar= Ciò che sta davanti all’aratro;
25) Rasenna=Hra.s’inna=Di fronte al proprio mare (Etruschi);
26) An.hattu.lija=Che era la terra sul mare di Hatti (Ittiti, Anatolia);
27) Eneti, grecismo=En.hetti=Che c’erano prima degli Ittiti (Veneti);
28) Mer.en.Ptah=Amato dal dio Ptah (faraone);
29) Nefert.iiti=La bella che viene (regina, Egitto);
30) Khamiut=Le due rive nere (a causa del limo del Nilo: Egitto) [nota: l’egizio non è uomo di colore, come già rispose Hatshepsut a caro “fratello” di Mitanni. Eh, già: anche a quei lontani tempi, per salvare capre e cavoli i matrimoni erano combinati e Thut-mosi III era figlio di principessa di Mitanni. Ma a quelli, poi, fece vedere le traveggole a Megiddo, in Palestina, in una sorta di Armageddon];
31) Ekh.en.Ptah=Il Paese del dio artigiano (propriamente Egypt, Egitto);
RispondiElimina32) Ap.hroden.iiti=Colei che viene con volto di giovenca (Afrodite, non la Anadiomede);
33) Telem.akh.w=Eredità (in assiro) dell'immagine (di Odisseo)=Telemaco;
34) Senn.akh.er.ib=Colui che aumentò il numero di fratelli (Sennacherib, assiro);
35) Kal.y.pish.us=Nin.gal.y.pish.tim=La dea sole mi è la vita (Calipso);
36) Eresh.ki.gal=Regina degli inferi (Ki=terra, gal=nascosta) [nota: anche la Kalì indù è sotterranea];
37) Sin'e'ar=La terra di Sin (nella Bibbia)=Sumer (Iraq) [nota: il mesopotamico Monte Nizin, cioè del dio luna Sin, ha un omonimo: il Monte Sinai del decalogo];
38) Ish.tar=Colei che si dona (dea dell'amore e della guerra) [nota: tar probabilmente è una parola altaica e significa dono, e Mounji Tar, in lingua siberiana, stranamente rassomiglia molto a Mohenjo-Daro, come Dono della Madre Terra (Mou/Mu). Del resto henge=portare, perciò nji e henjo, anche come complemento di specificazione. E’, però, degli antichi veneti che parole di città come Treviso (Tar-visum, Dono dei fiumi: il Sile e il Cagnan) e Trieste (Ter-geste, Mercato) contengono il prefisso tar o ter che indica naturalmente il luogo di un dono dato. Se poi pensiamo ai tirreni etruschi, intesi come tyr=tiur e hena=ghena, questi capitani di mare erano Progenie degli scambi. Al mondo tante stranezze, non mi stupirebbe che dal malese Orang=uomo possa derivare Rangu o Uranji, cioè il nome della scrittura fatta di “omini” dell'Isola di Pasqua: questa, poi, rassomiglia molto a quella della civiltà della valle dell’Indo. Altra stranezza è la città sull’Indo Kot Diji, che tradotto dall’egizio può significare I contenitori (vasi?) del serpente cobra (djet), come Harappa se letto al contrario in Pa.hap.har=il bove regale, la cui groppa potrebbe raffigurarsi nel fiume Gange o ricordarci per grandi linee la schiena di un estinto zebù in certi antichi sigilli. Chahun-Daro, poi, in cinese ricorda Cha=fiume, come se essa sia la Città "dono" dell'Indo. Per quel che ne so, gli scheletri radioattivi trovati a Mohenjo-Daro erano di tipo mongoloide, proto-alpino e alpino, quindi provenienti da aree geografiche ben differenti, come di genti richiamate dalla civiltà in mattoni a onorare il potente Signore degli animali (Shiva), ma bisognerebbe ricercare in situ un cratere d’impatto meteoritico risalente a quel periodo storico per giustificare le contaminazioni. Non credo ai vimana volanti, ma forse a qualche occasionale extraterrestre che non si sbandiera tanto oggigiorno, dopo delle bombe atomiche];
39) Ut-nah.pish.tim=Colui che vide la vita (il Noè assiro-babilonese) [nota: nel piccolo grande universo di Sargon di Akkad gli altri tre Noè del diluvio sono: Atrahesis per l’Elam, Noah per Amorrei, Ziusudra per Sumeri. Ho detto “piccolo grande universo” perché il diluvio non pare proprio così universale, seppur ci siano state nel tempo altre aree interessate dal fenomeno. Misteri? Ah! Se trascriviamo al contrario il nome caldeo dell'Eufrate, e lo traduciamo, vien fuori “Hathor la Giovenca”, mentre il Tigri, sempre in caldeo e come Til.g.(e)l.hat, si può tradurre come Fiume di ciò che gli sta sulla testa. Un corno bufalino? Come se la testa della dea adorata anche in miniere del Sinai avesse occhi e orecchi bovini in città antiche dove era sito l’Eden biblico. Chissà come un dio lo vedeva dall’alto! Di certo il Nilo egizio ne era una zampa posteriore nel Nomo presso la Grande Piramide];
RispondiElimina40) Y.H.W.H.= Yah-ho-(was-ah)-netor-en-netoren= Io che vengo portando (lo scettro sono) il dio degli dèi=Yehowah, Geova [nota: vedi strani geroglifici di papiro con riferimento a tempio giudaico, epoca persiana, Alto Egitto: a Elefantina, vicino a tempio di Iside, invece tolemaico. Da notare che in antico egizio Pa Netor ah, “il dio che io sono”, suona molto simile a Torah, il Pentateuco di Mosè, e che Mosè, come nome simile a Mosi, Mosis e Messes, può tradursi in E’ nato. Ma c’è da chiedersi come mai vi è quella dicitura “Dio degli dèi”: c’è un politeismo nascosto in Elohim? Elohim, in ebraico, significa “Gli dèi”, nella Bibbia è tradotto semplicemente Dio, a differenza di Geova che è il nome del Signore stesso. Lampada non va messa sotto un secchio per far luce... Be’, anche questa sta in alto. Anzi, in Alto Egitto!].
Esserci e il nulla (2014)