Nella tarda serata di venerdì 6 febbraio una notizia viene data in un TG flash e viene poi approfondita soltanto all’indomani in alcuni TG e speciali giornalistici a tema.
La notizia non è soltanto allarmante, ma chiaro segnale che la crisi di Ucraina, potrebbe essere la causa di una Guerra Fredda, che sempre più potrebbe sfociare in un conflitto armato.
Tale preoccupante situazione potrebbe in qualsiasi momento innescare un terzo conflitto mondiale, ed essere all’origine della peggiore guerra conosciuta dall’uomo a sua memoria. Stiamo parlando di una situazione che potrebbe degenerare, in seguito alle dichiarazioni fatte ad un incontro politico internazionale del Segretario di Stato USA, John Kerry, che ha detto apertamente, che gli Stati Uniti forniranno armi al Governo ucraino per contrastare i ribelli, inoltre dalla dichiarazione si evince l’intento USA, di consegnare all’Ucraina armi difensive.
Il fatto di dotare la l’Ucraina di armi, può essere considerato un deterrente e sicuramente la linea di condotta annunciata dagli USA indurrà molti “non addetti ai lavori” a ritenere che si tratti di una strategia meramente difensiva. In realtà per armi difensive si intendono diversi tipi di sistema d’arma, tra cui alcuni offensive ma definiti preventive. In ogni caso escludendo le armi preventive, tra le armi di difesa possiamo trovare diversi tipi di sistemi contraerei e antimissile, anticarro, antisommergibile, antinave, ecc.; tra l’altro secondo funzionari di Nuova Russia, confermati da pareri di specialisti di armi della Federazione, sono già stati individuati diversi di questi sistemi (soprattutto anticarro) di fabbricazione americana, diversi giorni prima del succitato annuncio, ed usati in combattimento contro i difensori del Donbass. Ovvia la conseguenza innescata in Russia (stato che non si piegherebbe mai a qualsiasi costo e contro cui non si può sperare di vincere con una politica intimidatoria che rischia di scatenare al contrario un conflitto militare), ieri infatti, sembra che il Governo russo abbia richiamato i riservisti in servizio (cosa che accade solo per grandi esercitazioni e per lo stato di Guerra imminente o in pieno svolgimento, per fortuna quest’ultimo non è il nostro caso). Stiamo parlando di 250.000 riservisti, per lo più soldati specializzati, a cui dovrebbe far fronte una forza NATO di difesa di soli 5.000 uomini ancora in formazione, schierata ai confini dell’Europa orientale.
Tralasciamo i numeri, sappiamo delle sanzioni alla Russia, conosciamo le disastrose conseguenze che stanno avendo anche in Europa, siamo perfettamente al corrente di quanto si stiano logorando le relazioni tra Occidente ed Oriente; ma ciò che emerge in questi giorni è una crisi che sta facendo venire a galla non solo tanti malcontenti sopiti, ma miriadi di crisi che rischiano di fare esplodere la situazione. Per esempio, quella greca.
Il Premier greco Alexīs Tsipras
Al momento la Grecia deve all’Unione europea oltre 400 miliardi di dollari con tassi di prestito da strozzini. Soldi di cui la nazione ellenica necessitava in seguito al tracollo economico, presumibilmente voluto proprio dall’UE (anche se in questo caso si tratta di tesi complottistiche, che non sono state ancora provate). A questo debito dobbiamo aggiungere le perdite dell’economia greca, dovute all’embargo fatto alla Russia contro la propria volontà e per gli interessi europei-americani, affari persi che ammontano a 460 miliardi di euro in un solo anno. E’ notizia di questi giorni che la Germania vuole indietro i soldi che alla Grecia spetta consegnare, ma ci sono alcuni fattori venutisi a creare, ed altri di influenza esterna, che mettono in gioco tutto, rimescolando le carte. In primo luogo abbiamo il neo premier filorusso Alexīs Tsipras, che ha richiesto il rimborso dei danni di guerra da parte della Germania, subiti dallo stato greco durante l’occupazione nazista, che secondo i calcoli greci, dovrebbero essere l’equivalente di 220 miliardi di euro, poco più della metà del debito greco all’UE.
La questione fu ufficialmente chiusa e liquidata dopo la II Guerra Mondiale, quando la Grecia fu costretta da USA e Regno Unito a ritirare la richiesta e firmare un accordo a tal riguardo (interessanti approfondimenti sull’argomento sul sole 24 ore online).
Oggi questi soldi non sono dovuti dalla Germania, come ha anche detto il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schaeuble, che giustifica la cosa proprio citando l’accordo del 1945: ma in vista del debito dovuto proprio in gran parte alla Germania, la richiesta greca sembra poter prendere forma in qualsiasi momento.
La Grecia, viste le proprie esigenze, i propri interessi, le proprie tradizioni, potrebbe decidere di uscire dall’UE; questo potrebbe in effetti succedere in qualsiasi momento se si continua in questa direzione che favorisce solo la crisi del Paese. La Grecia potrebbe decidere di uscire dalla NATO e decidere invece di aderire ad un’alleanza con la Russia, e soprattutto entrare in comunità più allettanti e meno strozzine, come la comunità euroasiatica.
Molti non ricordano che la Grecia è la nazione al Mondo con più cose comuni con la Russia subito dopo la Serbia, per esempio la religione ortodossa, le origini della lingua -di recente anche i modi in cui i due stati vengono trattati dall’Occidente- e così via. Dobbiamo anche vedere ciò che potrebbero avere in comune in futuro prossimo.
Al momento la Grecia deve all’Unione europea oltre 400 miliardi di dollari con tassi di prestito da strozzini. Soldi di cui la nazione ellenica necessitava in seguito al tracollo economico, presumibilmente voluto proprio dall’UE (anche se in questo caso si tratta di tesi complottistiche, che non sono state ancora provate). A questo debito dobbiamo aggiungere le perdite dell’economia greca, dovute all’embargo fatto alla Russia contro la propria volontà e per gli interessi europei-americani, affari persi che ammontano a 460 miliardi di euro in un solo anno. E’ notizia di questi giorni che la Germania vuole indietro i soldi che alla Grecia spetta consegnare, ma ci sono alcuni fattori venutisi a creare, ed altri di influenza esterna, che mettono in gioco tutto, rimescolando le carte. In primo luogo abbiamo il neo premier filorusso Alexīs Tsipras, che ha richiesto il rimborso dei danni di guerra da parte della Germania, subiti dallo stato greco durante l’occupazione nazista, che secondo i calcoli greci, dovrebbero essere l’equivalente di 220 miliardi di euro, poco più della metà del debito greco all’UE.
La questione fu ufficialmente chiusa e liquidata dopo la II Guerra Mondiale, quando la Grecia fu costretta da USA e Regno Unito a ritirare la richiesta e firmare un accordo a tal riguardo (interessanti approfondimenti sull’argomento sul sole 24 ore online).
Oggi questi soldi non sono dovuti dalla Germania, come ha anche detto il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schaeuble, che giustifica la cosa proprio citando l’accordo del 1945: ma in vista del debito dovuto proprio in gran parte alla Germania, la richiesta greca sembra poter prendere forma in qualsiasi momento.
La Grecia, viste le proprie esigenze, i propri interessi, le proprie tradizioni, potrebbe decidere di uscire dall’UE; questo potrebbe in effetti succedere in qualsiasi momento se si continua in questa direzione che favorisce solo la crisi del Paese. La Grecia potrebbe decidere di uscire dalla NATO e decidere invece di aderire ad un’alleanza con la Russia, e soprattutto entrare in comunità più allettanti e meno strozzine, come la comunità euroasiatica.
Molti non ricordano che la Grecia è la nazione al Mondo con più cose comuni con la Russia subito dopo la Serbia, per esempio la religione ortodossa, le origini della lingua -di recente anche i modi in cui i due stati vengono trattati dall’Occidente- e così via. Dobbiamo anche vedere ciò che potrebbero avere in comune in futuro prossimo.
La Grecia ha chiesto alla Germania 220 miliardi di euro per i danni materiali subiti dallo stato durante l’occupazione nazista (anche se la cosa non ci risulta al momento ratificata); sembra che anche la Russia, in seguito al deterioramento dei rapporti con la Germania, abbia deciso di farlo; il Parlamento della Federazione russa, ha infatti stabilito che i danni materiali subiti dalla Russia durante l’occupazione nazista, della sua parte europea, ammontano a 600 miliardi euro, e da un momento all’altro potrebbe esser ratificata la richiesta di risarcimento di beni materiali alla cancelliera Angela Merkel. Questo passo avvicina ancora di più le linee politiche di Grecia e Russia.
Secondo quanto scritto da Srdja Trifkovic (esperto di questioni strategiche) in un articolo sul New York Times, al momento tra le due nazioni ortodosse ci potrebbero essere incredibili intese, per esempio la Russia potrebbe offrire miliardi di rubli per la ricostruzione delle infrastrutture della nazione ellenica a fondo perduto, in cambio della sua uscita dalla NATO e dall’UE, cosicchè questa potrebbe addirittura estinguere il suo debito totalmente. Come farebbe? Facciamo due conti.
Il debito della Grecia nei confronti dell’UE ammonta al momento a 430 miliardi di euro (anche se si trovano cifre in rete, discordanti). Immaginiamo che la Grecia non riusca nel suo intento di avere il risarcimento per la II G.M. dalla Germania; ad essa arriverebbero comunque i soldi promessi dalla Russia (risolvendo il suo problema economico) e questo l’allontandosi dall’Unione europea e avvicinandosi al mondo russo. Ma da dove arriverebbero i soldi russi? La Russia sta formalizzando la richiesta di risarcimento dei danni nazisti subito dall’Unione sovietica alla Germania, quindi potrebbe effettivamente attingere dall’area Euro è più in specifico dalla Germania. Vediamo di capire meglio la questione.
Secondo quanto scritto da Srdja Trifkovic (esperto di questioni strategiche) in un articolo sul New York Times, al momento tra le due nazioni ortodosse ci potrebbero essere incredibili intese, per esempio la Russia potrebbe offrire miliardi di rubli per la ricostruzione delle infrastrutture della nazione ellenica a fondo perduto, in cambio della sua uscita dalla NATO e dall’UE, cosicchè questa potrebbe addirittura estinguere il suo debito totalmente. Come farebbe? Facciamo due conti.
Il debito della Grecia nei confronti dell’UE ammonta al momento a 430 miliardi di euro (anche se si trovano cifre in rete, discordanti). Immaginiamo che la Grecia non riusca nel suo intento di avere il risarcimento per la II G.M. dalla Germania; ad essa arriverebbero comunque i soldi promessi dalla Russia (risolvendo il suo problema economico) e questo l’allontandosi dall’Unione europea e avvicinandosi al mondo russo. Ma da dove arriverebbero i soldi russi? La Russia sta formalizzando la richiesta di risarcimento dei danni nazisti subito dall’Unione sovietica alla Germania, quindi potrebbe effettivamente attingere dall’area Euro è più in specifico dalla Germania. Vediamo di capire meglio la questione.
Non esiste nessun documento firmato tra Russia e Germania, in cui la prima si impegna a non volere i soldi dei danni subiti dai tedeschi, anche perché all’epoca la Russia era in realtà l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche, che a sua volta comunque firmò un trattato molto discutibile e relativo (in pratica gran parte della situaione rimase in sospeso) e quindi oggi non tenuto molto in considerazione dai politici russi. Se questo risarcimento entrasse nelle casse russe, non solo la Russia avrebbe i soldi per estinguere il debito greco e ricostruire la nazione ellenica, ma otterrebbe anche che la Grecia esca dalla NATO e dall’Unione europea, guadagnandoci a 180 miliardi di euro dalle casse tedesche.
Se poi fallisse l’Euro, in quel caso comunque si estinguerebbe anche il debito greco, perchè la moneta europea non avrebbe più alcun valore. Ne consegue, che la Russia non uscirebbe denaro di tasca propria per la Grecia ed otterrebbe tutto ciò che vuole in barba all’UE. Mettiamo caso che lo scenario ipotizzato non si verifichi e di conseguenza la Federazione russa fosse costretta ad impegnarsi con i propri soldi nella penisola ellenica, essa guadagnerebbe un alleato in Europa soffiandolo ai nemici NATO; inoltre una situazione del genere farebbe sì che si verificassero una serie di defezioni a catena dall’UE di nazioni che non condividono la politica attuale e le sanzioni economiche verso la Federazione da cui dipende il commercio di questi stessi Paesi.
Se la Grecia diventasse filo russa, come prima cosa potrebbe sospendere le sanzioni riprendendo in mano le redini della propria economia. In seguito uscirebbe da NATO ed UE, consentendo alla Russia la realizzazione del suo gasdotto tra Turchia e Grecia, senza problemi e con molti introiti economici per i prossimi 20-30 anni per entrambe le nazioni, oltre naturalmente che per la Russia. Quest’ultima potrebbe avere la concessione per nuove basi militari in Europa, ridefinendo l’intero assetto strategico nel Mar Mediterraneo e delle forze in tutto il Vecchio continente. Non dimentichiamo inoltre che l’uscita della Grecia dalla NATO porterebbe alla chiusura di una delle più grandi basi militari della Marina USA nel bacino Mediterraneo, con notevoli ripercussioni dell’assetto NATO in europa.
Nazioni come Romania e Turchia sono allettate dall’invito ricevuto ad entrare nella Comunità euroasiatica, la stessa Romania ha un movimento interno che vuole l’uscita dall’Euro a favore della nuova Unione economica con sede centrale ad Astana, che vede già nazioni come Russia, Bielorussia, Cina, Kazakhstan, Tagikistan, ed altre al suo interno, e vede altre nazioni in attesa di approvazione come l’Iran.
Alla NATO gli americani hanno dichiarato agli alleati che bisogna porre particolare attenzione alle decisioni attuali della Grecia; il Presidente Tsipras infatti sosteneva nel 2013 la necessità di uscire dall’Alleanza Atlantica e di chiudere la grande base navale USA che si trova a Creta. Sembra che i servizi segreti della NATO abbiano allertato le capitali europee sul rischio di una “deriva” della Grecia, che potrebbe portarla sulle sponde della Russia. La NATO ha quindi paura, ma il Premier greco assicura che manterrà i propri impegni. Ma se le richieste greche proposte all’UE e la Germania non venissero accettate, riteniamo che essa, potrebbe decidere diversamente e proiettarsi verso la Russia e la Comunità euroasiatica, che fornirebbero ai greci maggiori speranze. Riportiamo una provocazione, che leggiamo dalle pagine del sito italiano “Adesso basta” che riporta le frasi di Anton Shekhostov, un noto studioso dei movimenti radicali in Europa:
Se poi fallisse l’Euro, in quel caso comunque si estinguerebbe anche il debito greco, perchè la moneta europea non avrebbe più alcun valore. Ne consegue, che la Russia non uscirebbe denaro di tasca propria per la Grecia ed otterrebbe tutto ciò che vuole in barba all’UE. Mettiamo caso che lo scenario ipotizzato non si verifichi e di conseguenza la Federazione russa fosse costretta ad impegnarsi con i propri soldi nella penisola ellenica, essa guadagnerebbe un alleato in Europa soffiandolo ai nemici NATO; inoltre una situazione del genere farebbe sì che si verificassero una serie di defezioni a catena dall’UE di nazioni che non condividono la politica attuale e le sanzioni economiche verso la Federazione da cui dipende il commercio di questi stessi Paesi.
Se la Grecia diventasse filo russa, come prima cosa potrebbe sospendere le sanzioni riprendendo in mano le redini della propria economia. In seguito uscirebbe da NATO ed UE, consentendo alla Russia la realizzazione del suo gasdotto tra Turchia e Grecia, senza problemi e con molti introiti economici per i prossimi 20-30 anni per entrambe le nazioni, oltre naturalmente che per la Russia. Quest’ultima potrebbe avere la concessione per nuove basi militari in Europa, ridefinendo l’intero assetto strategico nel Mar Mediterraneo e delle forze in tutto il Vecchio continente. Non dimentichiamo inoltre che l’uscita della Grecia dalla NATO porterebbe alla chiusura di una delle più grandi basi militari della Marina USA nel bacino Mediterraneo, con notevoli ripercussioni dell’assetto NATO in europa.
Nazioni come Romania e Turchia sono allettate dall’invito ricevuto ad entrare nella Comunità euroasiatica, la stessa Romania ha un movimento interno che vuole l’uscita dall’Euro a favore della nuova Unione economica con sede centrale ad Astana, che vede già nazioni come Russia, Bielorussia, Cina, Kazakhstan, Tagikistan, ed altre al suo interno, e vede altre nazioni in attesa di approvazione come l’Iran.
Alla NATO gli americani hanno dichiarato agli alleati che bisogna porre particolare attenzione alle decisioni attuali della Grecia; il Presidente Tsipras infatti sosteneva nel 2013 la necessità di uscire dall’Alleanza Atlantica e di chiudere la grande base navale USA che si trova a Creta. Sembra che i servizi segreti della NATO abbiano allertato le capitali europee sul rischio di una “deriva” della Grecia, che potrebbe portarla sulle sponde della Russia. La NATO ha quindi paura, ma il Premier greco assicura che manterrà i propri impegni. Ma se le richieste greche proposte all’UE e la Germania non venissero accettate, riteniamo che essa, potrebbe decidere diversamente e proiettarsi verso la Russia e la Comunità euroasiatica, che fornirebbero ai greci maggiori speranze. Riportiamo una provocazione, che leggiamo dalle pagine del sito italiano “Adesso basta” che riporta le frasi di Anton Shekhostov, un noto studioso dei movimenti radicali in Europa:
“Il caso Grecia è forse il più pericoloso in termini di potenziali implicazioni per la politica europea delle sanzioni”
Il discorso si riferisce al fatto che se la Grecia uscisse da UE e NATO avrebbe un forte peso sulle sanzioni alla Russia. Sempre da stessa fonte, una frase del Ministro russo dell’agricoltura che si rivolge alla Grecia:
Il discorso si riferisce al fatto che se la Grecia uscisse da UE e NATO avrebbe un forte peso sulle sanzioni alla Russia. Sempre da stessa fonte, una frase del Ministro russo dell’agricoltura che si rivolge alla Grecia:
“Cari amici greci, voi esportavate da noi il 60 per cento delle pesche, il 90 per cento delle fragole, frutta, olio d’oliva. Quest’anno, niente. Non avete mercati di sbocco. Un danno di 430 milioni di euro. Però, se uscite dall’euro, le nostre porte si spalancheranno subito…”
Ci sentiamo di poter dire che tali dichiarazioni alletterebbero chiunque, specialmente se ci si trovasse nella situazione catastrofica della Grecia, con i debiti dovuti all’UE e le sanzioni alla Russia (obbligate) che impediscono le entrate che servono a ripagare proprio quei debiti.
Abbiamo tralasciato in questo scenario il ruolo dell’Ucraina dove a giorni (secondo diverse fonti governative russe) il Capo del Governo Petro Poroshenko dovrebbe ratificare il coprifuoco nazionale, notizia non annunciata dai media occidentali.
Nel mentre le polemiche sulla presenza di soldati NATO tra le fila degli ucraini, che lì addestrerebbero, pur non combattendo, sul territorio dell’ex nazione sovietica, e quelli ancora più accesi sulla presenza di mercenari occidentali e statunitensi sul territorio ucraino, accendono ulteriori dibattiti nelle nazioni della Federazione russa, a cui si aggiungono quelli appena innescati con l’annuncio di Kerry di cui abbiamo sopra discusso. Ormai la situazione sembra sempre più una catena di disastrose decisioni, di pericolosi eventi e annunci, che in qualsiasi momento potrebbero far precipitare la situazione.
Ci sentiamo di poter dire che tali dichiarazioni alletterebbero chiunque, specialmente se ci si trovasse nella situazione catastrofica della Grecia, con i debiti dovuti all’UE e le sanzioni alla Russia (obbligate) che impediscono le entrate che servono a ripagare proprio quei debiti.
Abbiamo tralasciato in questo scenario il ruolo dell’Ucraina dove a giorni (secondo diverse fonti governative russe) il Capo del Governo Petro Poroshenko dovrebbe ratificare il coprifuoco nazionale, notizia non annunciata dai media occidentali.
Nel mentre le polemiche sulla presenza di soldati NATO tra le fila degli ucraini, che lì addestrerebbero, pur non combattendo, sul territorio dell’ex nazione sovietica, e quelli ancora più accesi sulla presenza di mercenari occidentali e statunitensi sul territorio ucraino, accendono ulteriori dibattiti nelle nazioni della Federazione russa, a cui si aggiungono quelli appena innescati con l’annuncio di Kerry di cui abbiamo sopra discusso. Ormai la situazione sembra sempre più una catena di disastrose decisioni, di pericolosi eventi e annunci, che in qualsiasi momento potrebbero far precipitare la situazione.
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