Che ci sia qualcosa di strano e di oscuro nell’assassinio di Boris Nemcov a Mosca, non lo dimostrano le circostanze peraltro abbastanza prevedibili per un uomo dedito all’alcol, al gioco, alle donnine e soprattutto immerso in rapporti opachi e poco chiari con parecchi oligarchi, ma tutto quello che di lui non viene detto dai media occidentali per accreditare l’immagine di un temibile avversario di Putin. E quindi per adombrare un ennesimo “delitto del tiranno”.
Il fatto è che Nemcov era ormai una sorta di relitto della dissoluzione dell’Urss, un politico insignificante ,capo non si sa quanto riconosciuto di una galassia di partitini di estrema destra liberista al 5% e di fatto in via di scomparsa nei sondaggi tanto che all’ultima manifestazione vera in cui tentò di essere protagonista, nel dicembre del 2011, fu persino fischiato e cacciato dal palco dai suoi stessi amici: era proprio l’ultimo dei problemi del leader russo, rendendo ridicola l’ipotesi di una mano del Cremlino dietro la sparatoria.
Ma si fa sapere in base a dichiarazioni successive che Nemcov aveva organizzato una sorta di raduno per il primo marzo nel quale avrebbe sostenuto la responsabilità russa nella vicenda ucraina. La manifestazione arancione, si è svolta egualmente, ma in ricordo di Nemcov e l’unico fatto saliente del raduno (7000 persone, poi portate a 16mila e ancora a 45mila e infine a 70mila nei report occidentali) è stato il fermo temporaneo del deputato ucraino Alexey Goncharenko, ricercato in Russia in relazione agli scontri di Odessa del maggio 2014 durante i quali una cinquantina di manifestanti filorussi morirono nell’incendio della Casa della Cultura. Goncharenko in seguito fu lodato dall’ambasciatore Usa a Kiev per l’opera patriottica.
Ecco dunque che attraverso l’Ucraina la mano di Putin rientra magicamente in gioco. Tuttavia nessuno dei media mainstream occidentali, dico nessuno, spiega che l’eroe democratico Nemcov, fu l’uomo che nel 1993, fece bombardare e assaltare il parlamento russo che si era opposto al golpe anti costituzionale di Eltsin: morirono 187 persone secondo i secondo i resoconti ufficiali.
Fu dopo questa impresa democratica e le successive liberalizzazioni selvagge che trascinarono nell’indigenza decine di milioni di persone che ricevette le lodi della signora Thatcher.
Probabilmente sarebbe andato oltre la carica di vicepremier con il compito di riformare l’industria del petrolio e del gas, se la crisi economica selvaggia, frutto dei “consigli” dell’Fmi, non lo avesse costretto a dimettersi.
Ma quell’episodio svela la natura esile e pretestuosa delle concezioni democratiche dell’ uomo e conferma la natura fittizia della democrazia usata come schermo alle manovre geopolitiche.
Insomma sarebbero questi gli uomini della libertà, questi gli eroi in via di glorificazione. Queste sarebbero le bandiere dell’occidente.
Insomma sarebbero questi gli uomini della libertà, questi gli eroi in via di glorificazione. Queste sarebbero le bandiere dell’occidente.
Persone per le quali l'ambasciatore degli Stati Uniti in Russia John Tefft sabato ha visitato il luogo dell’omicidio del politico russo Boris Nemzov.
L'ambasciatore è arrivato sul luogo dell’uccisione sul Grande ponte sulla Moscova accompagnato da personale della missione diplomatica. Sul luogo della morte di Boris Nemzov l'ambasciatore degli Stati Uniti ha deposto un mazzo di fiori con la bandiera dell'Ucraina.
"Io sono qui oggi, insieme con i miei colleghi dell'ambasciata di esprimere il nostro rispetto a Boris Nemzov” ha detto ai giornalisti Tefft.
Egli ha ricordato come il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il segretario di stato John Kerry hanno rilasciato dichiarazioni poco dopo la morte del politico che ne hanno denunciato il crimine e chiesto di indagare su ciò che è accaduto, riferisce la RIA Novosti.
"Siamo qui oggi per conto del presidente e del segretario di stato e del popolo americano ad esprimere il rispetto per il grande patriota della Russia" ha aggiunto Tefft.
Pravda.ru ricorda che il politico russo Boris Nemzov in passato ha ricoperto una serie di alti incarichi nel Governo della Federazione Russa, convertitosi all’opposizione, nella notte di sabato è stato ucciso nel centro di Mosca.
L'ambasciatore è arrivato sul luogo dell’uccisione sul Grande ponte sulla Moscova accompagnato da personale della missione diplomatica. Sul luogo della morte di Boris Nemzov l'ambasciatore degli Stati Uniti ha deposto un mazzo di fiori con la bandiera dell'Ucraina.
"Io sono qui oggi, insieme con i miei colleghi dell'ambasciata di esprimere il nostro rispetto a Boris Nemzov” ha detto ai giornalisti Tefft.
Egli ha ricordato come il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il segretario di stato John Kerry hanno rilasciato dichiarazioni poco dopo la morte del politico che ne hanno denunciato il crimine e chiesto di indagare su ciò che è accaduto, riferisce la RIA Novosti.
"Siamo qui oggi per conto del presidente e del segretario di stato e del popolo americano ad esprimere il rispetto per il grande patriota della Russia" ha aggiunto Tefft.
Pravda.ru ricorda che il politico russo Boris Nemzov in passato ha ricoperto una serie di alti incarichi nel Governo della Federazione Russa, convertitosi all’opposizione, nella notte di sabato è stato ucciso nel centro di Mosca.
Gli inquirenti stanno esaminando tutte le versioni sulla morte di Nemzov, tra cui l’omicidio. Il portavoce il Presidente russo Dmitri Peshkov ha detto che, secondo Vladimir Putin, è stato "un brutale omicidio con tutti i segni della predeterminazione, avente esclusivamente carattere provocatorio". Il Presidente ha espresso le condoglianze ai parenti di Nemzov ed ha incaricato i dirigenti del Comitato Investigativo, il Ministero dell'Interno e l’FSB di creare un gruppo di lavoro mantenendo le indagini sotto la sua personale supervisione.
Non ha nemmeno molto interesse sapere se Nemcov sia stato ucciso per qualche sgarro, rivalità o appropriazione indebita o la sua esecuzione sia frutto di un disegno per indebolire Putin, come purtroppo è probabile.
Tutti questi uomini e queste bandiere sono ormai color fango, espressione di una menzogna globale finalizzata tra le altre cose a nascondere i successi della politica economica di Putin.
La prima cosa fatta da Putin una volta preso il potere è stato quello di sterminare e perseguitare gli oligarchi russi (alcuni giocano a Subbuteo in inghilterra ancora oggi, altri si sono accidentalmente avvelenati col polonio, altri ancora si sono presi il raffreddore in Siberia) e rimettere nelle a mani dello Stato o di suoi uomini di fiducia le grandi aziende ex sovietiche legate alle risorse naturali. Per il resto scegliete voi la storia di quest’uomo che vi piace di più, ma per quello che conta (per i Russi):
Nel corso dei dibattiti che si sono svolti nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri della Russia, Serguei Lavrov, ha richiamato tutti i paesi associati a “prendere misure drastiche immediate per ristabilire la giustizia e disfarsi del doppio standard nella politica internazionale”. In questo contesto si è riferito, tra gli altri, alle crisi che attraversano l’Ucraina e la Siria.
Nel corso del suo discorso, Lavrov ha stigmatizzato il fatto che, quanto accade oggi nel mondo, affossa i principi fondamentali delle nazioni Unite. In questo senso, ha parlato circa i numerosi esempi di violazioni dei principi fondamentali della carta delle Nazioni Unite, come l’indipendenza e l’eguaglianza sovrana degli Stati, la non ingerenza nelle questioni interne degli Stati, la soluzione pacifica delle controversie.
Nel corso del suo discorso, Lavrov ha stigmatizzato il fatto che, quanto accade oggi nel mondo, affossa i principi fondamentali delle nazioni Unite. In questo senso, ha parlato circa i numerosi esempi di violazioni dei principi fondamentali della carta delle Nazioni Unite, come l’indipendenza e l’eguaglianza sovrana degli Stati, la non ingerenza nelle questioni interne degli Stati, la soluzione pacifica delle controversie.
“Basta ricordare il bombardamento della Serbia (cui partecipò anche l’Italia con il governo D’Alema) l’occupazione dell’Iraq sotto un falso pretesto (….), la brusca manipolazione del mandato del Consiglio di Sicurezza che si è trasformata nella distruzione ed il continuo caos in Libia”, ha detto. “Tutto questo è il risultato dei tentativi di assicurarsi una posizione dominante nelle questioni mondiali, di governare tutti e in tutte le parti, per utilizzare la forza militare unilateralmente per promuovere i propri interessi”, ha proseguito.
Il cancelliere russo ha enumerato i metodi spiacevoli che si utilizzano nella ricerca dell’illusione della dominazione globale”. Così ha detto si ricorre alla pressione massiccia sugli Stati sovrani, ai tentativi di imporre le proprie decisioni e le norme nella sfera politica, economica ed ideologica.
Per gli Stati più disobbedienti viene previsto l’utilizzo delle tecnologie occulte che provocano agitazioni interne (rivoluzioni arancioni) e le operazioni di cambio di regime. In questo contesto, rientra la sobillazione del colpo di Stato anticostituzionale aperto in Ucraina”. Ha affermato Lavrov.
D’altra parte ha segnalato che le restrizioni unilaterali più conosciute come le sanzioni, portano soltanto ad un confronto e complicano la ricerca congiunta di soluzioni ai problemi.
D’altra parte ha segnalato che le restrizioni unilaterali più conosciute come le sanzioni, portano soltanto ad un confronto e complicano la ricerca congiunta di soluzioni ai problemi.
Inoltre il diplomatico russo ha condannato la guerra di informazioni che “sta avvelenando seriamente” l’ambiente internazionale.
Putin: .”Non ci sarà uno scenario di guerra apocalittica con l’Ucraina”
Putin ha dichiarato nel corso di una intervista che “se gli accordi di Minsk, verranno rispettati, la situazione in Ucraina si normalizzerà. d’altra parte questi accordi”, ha sottolineato Putin, “sono un documento non soltanto approvato dalle quattro parti che hanno partecipato ai negoziati ma sono stati anche consolidati dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di conseguenza costituiscono uno strumento giuridico internazionale”.
Putin ha risposto indirettamente al ministro degli esteri ucraino, Vadym Prystaiko, il quale, il 21 febbraio ha dichiarato alla CBS: “Non vogliamo spaventare tutti, ma ci stiamo preparando per una guerra su vasta scala”.
“Il mondo deve raddrizzare la spina dorsale e non deve avere paura se l’Ucraina entra in guerra contro una potenza nucleare. L’Ucraina vuole armi letali e la formazione per usarle”, ha detto ancora Prystaiko.
Una guerra tra Mosca e Kiev? “ Sarebbe uno scenario apocalittico, che spero non arrivi mai”. Lo ha affermato il capo di stato Vladimir Putin, che ha dato un’intervista al canale televisivo russo Rossia 24, durante la quale ha parlato del conflitto nel Donbas.
Il leader russo ha detto di ritenere che, nonostante le promesse del presidente ucraino Petro Poroshenko di una “possibile reintegrazione” della Crimea all’Ucraina, un conflitto militare tra Kiev e Mosca “è uno scenario apocalittico difficilmente possibile, e spero che non arrivi mai” ha detto Putin, definendo le dichiarazioni di Poroshenko “revanscismi”.
Questo perchè “le persone che vivono in Crimea, hanno fatto la loro scelta di autodeterminazione, che deve essere trattata con rispetto” ha detto. Allo stesso tempo, egli ha sottolineato che “la Crimea come era, rimane, con russi, ucraini, tatari di Crimea, greci e tedeschi”. “Sarà una casa comune per tutte queste persone,” ha detto Putin.
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