mercoledì 25 marzo 2015

Viktoria Shilova racconta...

Per comprendere i nostri tempi, è fondamentale uscire dai nostri confini, rompere il frame dei media mainstream e realizzare collaborazioni strette con gli altri popoli europei, superando le barriere culturali e linguistiche che non devono più essere strumenti di divisione. Supporta adesso e diffondi il progetto Europaleaks: www.europaleaks.com.

Oggi, Anya Stepanova intervista Viktoria Shilova, leader del movimento anti-bellico ucraino.

Viktoria Shilova Vi Racconto l'Ucraina e il Donbass

Anya Stepanova: Buongiorno Viktoria Shilova, leader del movimento ucraino anti-bellico di Kiev e deputato del Consiglio Regionale di Dnipropetrovsk, famosa per le sue critiche al Governo di Kiev che sostiene le operazioni belliche nel sud-est dell’Ucraina. Potrebbe raccontarci del vostro movimento? Come nasce e qual è il suo punto di vista ideologico?

Viktoria Shilova: Il nostro è un movimento pacifista e antibellico. I nostri tre motti principali sono: “Stop alla guerra. Stop all’oligarchia. Stop alla mobilitazione bellica“. E’ nato dieci mesi fa ma abbiamo potuto registrarci solo nell’agosto del 2014. 

Questo perché il Governo ha un atteggiamento molto critico nei miei confronti. Io sono critica nei loro confronti e loro mi ricambiano con la stessa moneta. A mio parere non vi è nessuna operazione anti-terroristica in atto nelle regioni del sud-est ucraino. Piuttosto, abbiamo a che fare con una banale intimidazione militare verso tutti coloro che non condividono il punto di vista del regime. 

Otto milioni di persone non possono essere considerate terroriste e separatiste, quando la loro età varia da un’ora a oltre cento anni. Ciò che accade oggi nel Donbass è senza alcun dubbio una vera guerra. Una guerra civile, alimentata dai media completamente controllati dagli oligarchi del paese. Siamo prigionieri di una spaventosa censura che non ha precedenti. Perfino io (che sono un deputato) non ho la possibilità di esprimermi da nessuna parte, né in tv né in radio né su alcun portale internet governativo. Esiste un vero e proprio divieto nei miei confronti. 

Vengo anche sistematicamente bloccata o espulsa dai social network come Facebook, perché la nostra versione inglese può essere tradotta e le persone possono accedere a materiale alternativo con molta facilità. Su Facebook è stata bloccata non solo la pagina del mio gruppo anti-bellico ma persino il mio contatto personale. 

Volevamo allargare il nostro gruppo, traducendo il materiale anche in francese, in italiano, in tedesco e in spagnolo (ndr: l’importanza di un progetto come Europaleaks emerge con una straordinaria e spontanea convergenza  da molte comunità diverse tra loro, ma unite dal bisogno di comunicare oltre le barriere e i confini imposti dal sistema). Abbiamo trovato dei volontari che hanno accettato con entusiasmo di sostenerci.

Il nostro movimento lavora costantemente sotto pressione: un mese fa hanno aperto un procedimento penale contro di noi. Stiamo parlando della procura generale dello stato Ucraino: la procura militare fa parte della procura generale. 

A quanto pare, oggi come oggi esprimersi contro la guerra, in Ucraina, è reato. Uccidere dei civili nella regione del Donbass non è considerato un reato, mentre pronunciarsi in difesa della pace lo è. Un nostro grande amico, Ruslan, che ha sostenuto la nostra causa, con posizioni contrarie alla mobilitazione militare, oggi purtroppo si trova in carcere. Amnesty International, che ha riportato numerose testimonianze che riguardano reati di guerra, presentando prove anche all’ONU, sui battaglioni di nome Aidar, Azov e altri, pochi giorni fa ha riconosciuto a Ruslan Cazaba lo status di obiettore di coscienza e di prigioniero politico, in quanto giornalista. 

La convenzione internazionale dei diritti civili, in Ucraina, non viene rispettata. Neppure la convenzione internazionale sui diritti dei prigionieri di guerra viene rispettata. La convenzione che dovrebbe garantire i diritti delle persone socialmente non protette non viene rispettata. I pensionati del Donbass non ricevono le loro pensioni.

Io non so cosa vi dicano i vostri media sulla nostra situazione, ma un qualunque giornalista con la coscienza pulita che sia venuto nel Donbass dice: i media asserviti al Governo non dicono la verità. Pochissimi dicono la verità. 

Qui non ci sono né terroristi, né separatisti: qui ci sono civili che si difendono perché sono bombardati. L’unica cosa che ha chiesto il sud-est del paese è il federalismo, cioè una certa autonomia regionale, e basta, così come in Germania, in Svizzera, in alcune regioni italiane – se non sbaglio nel nord del vostro paese – così come negli Stati Uniti o in Russia. Non capisco dove sia il problema, considerando che la Crimea aveva un’autonomia allargata.

Il nostro movimento combatte per la pace in modo molto radicale, perché diamo un nome chiaro a quanto accade nel nostro paese. Per esempio, la direzione governativa che firma lo stato di mobilitazione generale mandando l’esercito a combattere: io li chiamo criminali di guerra. E quando arriverà il momento, porteremo le nostre testimonianze al processo. 

Esiste già un “libro bianco”, con le testimonianze raccontate dai nostri attiviti del Donbass, Lugansk, Donezk, Makeevka, Gorlowka, Uglegorsk, da Debalzevo che è stata rasa al suolo. Tutte queste atrocità sono crimini di guerra e crimini contro l’umanità, quindi rientrano nelle competenze della corte marziale. Purtroppo, un certo Luzenko (il braccio destro del partito di Poroshenko), lo scorso 2 febbraio ha dichiarato: “Noi non aderiremo allo statuto penale della corte internazionale (lo Statuto di Roma)”. Si tratta di una normativa legale che viene applicata ai criminali di guerra: un paese che aderisca allo Statuto di Roma si prende la responsabilità non solo di non commettere reati di guerra, ma anche di combattere chi li compie. 

Il sig. Luzenko ha rifiutato di firmare l’adesione a tale statuto. Perché? Per quale motivo? Se dicono che è il Donbass ad essere responsabile della guerra e dei crimini di guerra, e non loro stessi, perché si rifiutano di firmare un documento internazionale? Tutta l’Europa ha aderito allo Statuto di Roma. Insomma, ci sono una quantità di contraddizioni e di ipocrisia mai viste prima.

Per non parlare delle dichiarazioni fatte dal presidente ucraino oppure dal Ministero degli Esteri, nelle quali della verità non si è vista nemmeno la più pallida ombra. Hanno dichiarato che l’esercito finalmente è riuscito ad uscire dall’accerchiamento di Debalzevo. “Uscire“… Forse la parola giusta da usare è “scappare“! Scappare lasciandosi alle spalle più di tremila cadaveri. Cadaveri abbandonati in mezzo alla strada. Non vengono a recuperare i corpi. 

Sono i ribelli del sud-est che poi prendono in mano la pala e li seppelliscono. Tra questi cadaveri ci sono tanti mercenari e molti di questi appartengono a religioni diverse che richiedono tecniche di sepoltura particolari. Molti sono circoncisi e quindi non possono essere sepolti secondo le usanze ortodosse: hanno bisogno di un loro rito sacro speciale. 

Questi cadaveri vengono messi da parte, tutti insieme, e poi si attende che qualcuno torni a recuperare i resti. Tra loro sono presenti molti rappresentanti delle varie etnie del sud. Questo conflitto ha già provocato più di cinquantamila morti tra i civili, ma nessuno mi dava credito quando lo dicevo, finché questa cifr non è stata dichiarata dalla stampa tedesca. Diecimila civili, ottocento bambini! Tutte queste informazioni vengono tenute sotto controllo e tutti i dati vengono occultati: chi risponderà di questi crimini?

Anya Stepanova: Vorrei tornare al processo che è stato aperto contro di lei dalla procura militare ucraina (Shilova è accusata di essere una propagandista anti-bellica). A che punto sono le indagini?

Viktoria Shilova: Sono partite le indagini preliminari, come ha dichiarato il procuratore generale militare che di cognome fa Matios. A quanto mi consta si tratta del parente di un deputato del blocco che rappresenta Poroshenko. Questa indagine preliminare prevede un totale controllo delle mie attività. vengono ascoltate tutte le mie telefonate, vengono controllati i miei amici… insomma io sono sotto controllo. Siamo tornatli al 1937! 

Ma il fatto è che c’è ben poco da controllare, perché non nascondo nulla: tutte le mie attività sono pubbliche. Di cosa potrebbero incolparmi? Del fatto che parlo male di chi uccide le persone? Se qualcuno è interessato al mio punto di vista, può visitare senza problemi la mia pagina sul sito VK oppure visitare http://www.shilova.org. Probabilmente verrò chiamata dalla polizia. Forse mi metteranno in carcere, non lo so.

Anya Stepanova: Non ha pensato di inviare una richiesta alla Corte Europea che si occupa di diritti umani?

Viktoria Shilova: Una delle organizzazioni che si occupano dei diritti civili cerca di ottenere per me, dall’ONU, lo stato di immunità in quanto fondatrice e portavoce di un movimento pacifista antibellico.

Anya Stepanova: Si tratta di uno dei primi articoli dell’ONU.

Viktoria Shilova: Sì. Esiste un articolo che difende i diritti delle persone che conducono un’attività anti-bellica. In Europa abbiamo aperto varie sedi che raccolgono aiuti umanitari per le persone colpite dalla guerra. Una di queste è situata in Italia. Le persone raccolgono fondi via internet. Inoltre, ne abbiamo una in Germania e una in Norvegia. 

Ora stiamo cercando di aprirne una anche a Cipro. Proprio poco fa stavo parlando su Skype con alcuni rappresentanti di Cipro, della Norvegia e di Kiev che si offrono di raccogliere fondi per gli invalidi e i bambini del Donbass. La nostra organizzazione dedica molto spazio alla questione che riguarda gli aiuti umanitari, gli aiuti che servono alle città come Debalzevo, Uglegorsk, Lungansk e Donezk dove la situazione è catastrofica. Alcuni punti abitati si trovano oggi in uno stato pietoso. Molti villaggi non esistono più.

Anya Stepanova: lo scorso 24 febbraio, secondo una dichiarazione ufficiale, Kiev, subito dopo avere firmato un accordo di pace a Minsk che prevede l’allontanamento delle armi pesanti dalle zone colpite dalla guerra, ha siglato più di 20 contratti commerciali con l’Arabia Saudita che riguardano la sfera militare. Questo lascia pensare che gli USA continuino a muovere le loro pedine nello scacchiere geopolitico che vede coinvolta l’Ucraina, per il tramite di paesi terzi. Cosa ne pensa al riguardo?

Viktoria Shilova: Beh, che dire? E’ paradossale parlare di pace, firmare accordi di pace e contemporaneamente firmare una legge sulla mobilitazione generale comperando armi quando il paese sta precipitando in una gravissima crisi economica. 

Siamo praticamente in default. E’ quasi impossibile cambiare la nostra valuta nazionale (la grivnia) nel mercato interbancario. Fino al primo agosto non vi avremo accesso. Non abbiamo la possibilità né di vendere né di comprare dollari. La grivnia è considerata una valuta ad alto rischio. Oggi Poroshenko e il governatore della banca centrale Valeriya Gontareva non sanno come uscire da questa situazione. I prezzi sono saliti di ben sette volte! Prima il dollaro si cambiava a circa 5-8 grivnia. Oggi con un dollaro si possono comprare 40 grivinia. 39,9 al mercato nero.

Anya Stepanova: Secondo le ultime notizie, l’agenzia di rating Fitch ha declassato gli indicatori economici dello stato ucraino a livello CC. Stiamo parlando di default?

Viktoria Shilova: In una situazione economica così drammatica accadono cose assolutamente impensabili come le spese militari che salgono di ben 3 volte. Vengono tagliati fondi a oltre 60 programmi sociali. Stiamo parlando di una cifra approssimativa che si aggira intorno ai 100 miliardi di grivnia. Con tutti questi gravissimi problemi, il nostro Governo cosa fa? Compra armamenti all’estero. Armamenti che costano moltissimo.

Io personalmente credo che l’America non sia interessata in un’Ucraina stabile e fiorente. Gli Usa non sono un un impero che costruisce: sono un paese colonizzatore che si sposta come un parassita da un paese all’altro, succhiando tutte le risorse che il paese colonizzato è in grado di offrire, passando poi alla preda successiva. 

Il fatto è che tutti i paesi colonizzatori sono condannati fin dal principio, perché lo stesso destino accade anche al loro interno. Oggi infatti possiamo vedere che il debito USA supera i 18 trilioni di dollari, il 120% rispetto al PIL del paese. Con un debito così alto, l’economia degli USA è in una gravissima crisi che può essere risolta solo attraverso un sistema parassitario, che hanno costruito circondandosi di colonie che sostengano il debito americano comprando il dollaro.

Quindi, se volete sapere cosa mi aspetto dal futuro… Io, sapete, sono una pacifista ma sono anche molto realista e ritengo di essere una persona onesta. Credo che a fine marzo Kiev riprenderà l’offensiva contro il sud-est (Donezk e Donbass), ma mi aspetto che i partigiani si rafforzino e riescano a respingere l’esercito. 

Il massacro a Debalzevo ha demoralizzato l’esercito di Kiev: probabilmente si ritireranno fino alla capitale. Questo potrebbe accadere intorno a maggio o giugno. Questo è lo scenario peggiore. Purtroppo quando faccio una previsione, quasi sempre si avvera. Il fatto è che io vivo in questo paese e quindi sento che aria tira. A maggio o giugno mi aspetto dunque l’intervento della NATO. Naturalmente non di tutta la NATO, ma solo di due dei suoi membri: gli USA e la Polonia. La Polonia è interessata alle terre di Galicina e Bukavina. Si tratta di una disputa storica. Nutrono ancora dei dubbi sugli aspetti legali del patto Molotov-Ribbentrop del 1939. Lo stato polacco avanza ancora delle pretese su alcune città situate in quelle terre. 

Parliamo di L’vov, Ivano-Frankovsk e Ternopol’. Forse riusciranno ad ottenere anche una parte di Bukavina. Sono delle informazioni che mi vengono riportate da vari attivisti polacchi. L’intervento degli USA, qualora dovesse verificarsi, provocherà una valanga di volontari combattenti russi che verranno a combattere dall’altra parte dell’Ucraina. Ma non vi sarà nessun tipo di intervento da parte dell’esercito russo regolare. Non ci credo: la Russia non è interessata a farsi coinvolgere in una guerra aperta. Mentre per quanto riguarda i volontari… saranno 10, forse 50mila, non lo so: nessuno potrà fermarli. Andranno a combattere contro l’esercito della NATO. 

E credo che questa guerra vedrà partecipare non solo il sud-est dell’Ucraina, ma persino il centro e forse anche l’ovest. Finirà tutto come previsto. L’Europa avrà una parte di Galicina (che non ha più questo gran desiderio di entrare in Europa). Il resto verrà spartito tra le sfere di potere delle varie corporazioni multinazionali. Penso che il sud-est riuscirà a guadagnarsi l’indipendenza.

Anya Stepanova: Lei non vede la possibilità di uno stato ucraino unito e sovrano in questo momento?

Viktoria Shilova: L’unica speranza era una trasformazione in senso federalista del paese. Il nostro movimento lo ha sempre sostenuto. Dobbiamo essere una federazione per restare uniti. Ogni regione doveva avere una autonomia che avrebbe consentito il suo sviluppo culturale, tenendo in considerazione le sue particolarità storiche, la sua mentalità e la sua ideologia. Ma nessuno ha voluto sentire le ragioni degli homo-sapiens. 

Il nostro movimento è ragionevole, così come è ragionevole il 90% della popolazione ucraina. Poi ci sono gli altri, quel 10%. Sono i guerrafondai, gli oligarchi al governo: non potrebbero vivere diversamente, tradendo la loro natura parassitaria. Capite? Non sanno vivere diversamente. Possiamo stare certi che non avranno mai l’anima in pace finché non consumeranno questo paese fino all’osso. Tutti loro hanno le famiglie all’estero. Tutto il loro denaro è conservato nelle banche estere. Ognuno di loro ha 3 passaporti diversi. 

Per esempio Ihor Kolomoyskyi ha 3 passaporti. Uzenko ha altri passaporti. La metà del corpo dei deputati ha più di un passaporto. Tutti sono possessori di più di un passaporto. Solitamente si tratta del passaporto ucraino e di quello dello stato di Israele, oppure di quello svizzero, degli USA e di Panama. Potrebbero essere passaporti di un qualunque paradiso fiscale offshore. Per esempio, Kolomoyskyi ha dichiarato di avere 3 passaporti. 

Qualcuno gli fece notare che ricoprendo la carica di governatore di Dnipropetrovsk non può essere cittadino di un’altro paese. E lui ha risposto: “Ho un esercito tutto mio, quindi posso!“. Perciò oggi vivo in un paese dove un qualsiasi oligarca ha la possibilità di avere un esercito tutto suo, e questi eserciti combattono fra loro usando armi che girano sul territorio ucraino senza controlli. Sto parlando di 100mila pezzi. Centomila, pensate! 

E molto spesso sono armi che finiscono tra le mani di persone non molto sane di mente, se vogliamo usare un eufemismo. Cercate di capire che chi spara ai civili non può essere considerato un soldato o un ufficiale. Parliamo di assassini e criminali. E sono numerosissimi. E purtroppo sono liberi. Non sono io a dirvelo: sono dati raccolti e confermati dalle organizzazioni come Amnesty International o Human Rights Watch. Ci sono dichiarazioni di Human Rights Watch sull’uso delle bombe a cassetta, vietate dalla convenzione di Ginevra. 

Il Governo di Kiev però è scettico quando si tratta di organizzazioni come Human Rights Watch. Allora, dico io, perché non vanno di persona nel Donbass a vedere il disastro che hanno combinato? E’ spaventosa la devastazione provocata da quelle armi.

Anya Stepanova: Dato che abbiamo toccato il tasto drammatico che riguarda la situazione economica in Ucraina, qual è lo stato d’animo della popolazione? Come stanno vivendo questa crisi?

Viktoria Shilova: Oggi la pensione media è di 30 dollari. Sotto il governo del “dittatore sanguinario” Yanukovich (non mi importa che dicano che ha ucciso qualcuno a Majdan: io so che non ha avuto il coraggio di ordinare alla polizia di usare delle armi e infatti ha pagato un prezzo molto caro). Dunque, sotto il suo governo un dollaro costava 8 grivnia, mentre le pensioni ammontavano a 120, 150 dollari. Oggi le pensioni sono scese a 30 dollari. Inoltre le bollette del gas sono aumentate del 280% e il riscaldamento del 66%. 

Nel frattempo sono aumentate anche le spese di condominio, di ben 2 volte. Tutto questo alla fine ha un costo totale di circa 100 dollari al mese. Vede, abbiamo a che fare con il default, quando le banche smettono di vendere dollari in cambio di grvinia, stiamo parlando di default. Il Governo non lo può ammettere. Ma possono stringere la cinghia e opprimere tutti coloro che protestano. Metteranno in carcere tutti quelli che si oppongono. Faranno sparire delle persone, annunceranno un’ennesima mobilitazione militare… 

Non avete capito che non hanno altra scelta? Devono rimanere a tutti i costi al potere finché in Ucraina non entreranno i mercenari della NATO. Le popolazioni dell’ovest dell’Ucraina si esprimono così.

Posso raccontarle questa storia? Allora, sono andata a Surgut (in Russia), un grosso punto di estrazione del petrolio e del gas, dove il 50% della popolazione è ucraino. Quelli che mi hanno accolto sono quasi tutti dell’Università di Ivano-Frankovsk, l’università che forma il personale specializzato nella gestione delle tecnologie per l’estrazione del gas e del petrolio. Sono stata accolta molto bene: mi hanno alloggiata nel miglior albergo della città, ho avuto la possibilità di parlare apertamente nella televisione locale, il cui direttore è Ucraino. 

Tutti loro hanno la cittadinanza Russa ma etnicamente rimangono sempre ucraini. Ho parlato anche con degli ucraini dell’ovest che lavorano sempre in Russia. E ciò che ho sentito mi ha lasciato perplessa. Ho chiesto loro: ma non eravate voi a dire che il sud-est del paese deve essere schiacciato? Non eravate voi a volere questa guerra? Uno di loro, un uomo di Ivano-Frankovsk di circa 50 anni, mi ha risposto così: “Non è una guerra che ci riguarda. E’ una guerra tra Russi (Ucraina centro contro Ucraina del sud-est), mentre noi non vogliamo più fare parte di questo conflitto. Troppi di noi sono già morti in questa guerra. Ci è bastato”. 

Infatti la Mobilitazione di Ivano-Frankovsk è completamente fallita. Solo il 5% dei mobilitati. Gli ucraini dell’ovest hanno già capito che tutta la politica bellica su cui si regge oggi il Governo è costruita su un mucchio di bugie. Hanno capito che nel sud-est del paese loro combattono non contro i terroristi ma contro i lavoratori, che hanno i passaporti ucraini. Se ci sono dei volontari russi, sono semplicemente una piccola parte, al massimo il 5%. 

Al fianco dei combattenti del sud-est combattono alcuni volontari che vengono dalla Spagna, dalla Francia, dall’Italia. Non sono tanti, ma ci sono. Ci sono persino donne che vengono dalla Germania, le donne anti-fasciste. Ci sono una decina di persone venute da Israele, anche loro anti-fasciste: combattono dalla parte delle persone del sud-est. Non lo nascondono: potete trovare persino delle foto su internet. Se non sbaglio si tratta del gruppo Aliyah. Si tratta dei figli o dei nipoti di coloro che sono stati chiusi nei campi di concentramento dai nazisti. I parenti delle vittime. La situazione è la seguente: nessuno ha più voglia di combattere.

Tornando invece alla questione economica, provate ad immaginarvi la seguente situazione: i soldati ucraini che ricevono telefonate dai loro parenti, madri, figli, mogli che dicono: quali interessi state difendendo? 

Noi non abbiamo più denaro per pagare le spese condominiali, non abbiamo soldi per mangiare, non possiamo mandare i figli all’asilo, non abbiamo i soldi per pagare nemmeno questo. Non abbiamo nemmeno la possibilità dare ai nosti bambini una merenda quando vanno a scuola, perchè la pensione minima è di 30 dollari mentre lo stipendio minimo è di 45 dollari. 

E’ una cosa impensabile, per non parlare delle madri che crescono i loro figli senza un padre e non ricevono nessun aiuto dallo Stato. E’ una catastrofe. Sono convinta che la situazione sia destinata a peggiorare, perchè chi sta oggi al governo cerca di risolvere la situazione economica usando la forza bruta, ma l’economia non sopporta un tipo di intervento del genere. 

L’economia può svilupparsi solo quando si ha libertà di movimento, quando è libera di espandersi, giusto? Invece, non fanno altro che nascondere la verità, cercando di risolvere i loro problemi gestionali.

Oggi al potere si trova il clan di Poroshenko, l’altro clan è quello di Kolomojsky. In mezzo a questi clan si trovano i… non voglio usare una brutta parola… diciamo i galoppini di questi due oligarchi, i quali ricoprono cariche di deputato. Cioé tutta la Rada (il parlamento) oggi è composta quasi esclusivamente dagli aiutanti di questi due oligarchi. Parliamo dei capi militari, parliamo delle segretarie o delle amanti. 

Non volevo usare questa parola, non importa. Sto parlando di persone che hanno 23, 24 anni… Come sono arrivati a ricoprire quelle cariche? Una segretaria che a 24 anni diventa membro del consiglio supremo! Cosa ha fatto per meritarselo? E non finisce qui, perchè poi sono presenti anche persone con dei gravi disturbi mentali. Persone che hanno messo bombe artigianali sotto le statue di Lenin. Un certo Masichuk. Masichuk (l’ex segretario del battaglione Azov) lavora per un certo Liashko nel suo gruppo di deputati. Si tratta di un vero e proprio terrorista. Questo individuo ha messo una bomba in un luogo dove si trovavano anche dei bambini, una bomba carica di bulloni. Per fortuna quelli della SBU (servizi di sicurezza interna ucraini) sono riusciti a disinnescarla. 

Questa bomba avrebbe potuto fare una strage. Oggi ricopre la carica di deputato. Oppure parliamo del battaglione Aidar, che oggi è accusato di aver commesso crimini contro l’umanità: il capo di questi criminali è un deputato. Ma di cosa stiamo parlando? E queste sono le persone che fanno le leggi! Ma quali leggi possono votare questi quando si presentano al parlamento armati di bombe a mano come Jarosh (comandante di un battaglione considerato criminale di guerra)? Jarosh ha minacciato di farla esplodere direttamente in parlamento: oggi è ricercato dalla Interpol. Vi rendete conto in che situazione ci troviamo!? 

Mentre i telegiornali ogni giorno ci raccontano favole sui terroristi del sud-est. Poi vai nel sud-est e scopri una situazione completamente diversa, drammatica, persone semplici che soffrono, gli ospedali pieni di feriti, lamenti di sofferenza, donne e bambini uccisi, 10.000 morti. Le persone poi si rendono conto del fatto che sono state semplicemente ingannate, che non è colpa del Donbass o di Putin se il dollaro si cambia a 40 grivnia.

Poroshenko, Porubij, Yazenuk oggi ricevono miliardi di sussidi dalla UE e dagli USA. Dove sono questi soldi? Questi soldi vengono investiti in guerra e le imprese militari sono tutte in mano agli oligarchi. I prezzi qui sono tutti aumentati: il pane, la benzina che costava 10 grivnia, oggi ne costa 28. 

Nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale (che fece un prestito allo Stato ucraino) ha imposto l’obbligo di congelare gli stipendi e le pensioni a 45 e 30 dollari. Sono stati licenziati 250mila insegnanti e 150mila medici. Queste persone come fanno a sopravvivere? I soldati dell’esercito ricevono delle telefonate dai familiari che raccontano loro la situazione drammatica nelle loro città. E chiedono loro di chi stiano difendano gli interessi. 

Di Poroshenko? Di Parubij? 40 milioni di persone sono finite in ostaggio di una delle tecniche più spaventose mai viste prima. Una tecnica disumana che sfrutta le persone per mettere a segno una serie di colpi di stato, lacerando il paese dall’interno. Siamo un paese-cavia. E tutto perché qualcuno non riesce a tollerare il fatto che la Russia si stia riprendendo e che l’Ucraina potrebbe nuovamente rientrare nell’orbita del mondo slavo.

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