Shiva, chiamata così in nome del dio della distruzione degli Hindu, è una teoria scientifica esogeologica che intende spiegare un apparente schema nelle estinzioni di massa causate da eventi di impatto.
La teoria, formulata da Michael Rampino della New York University, afferma che i disturbi gravitazionali indotti sul sistema solare quando questo attraversa il piano galattico della Via Lattea sono sufficienti a perturbare le orbite delle comete nella Nube di Oort che circonda il sistema stesso.
Alcune comete sono spinte verso l’interno del sistema solare aumentando le possibilità di un impatto.
Secondo l’ipotesi il risultato è che la Terra viva grandi eventi di impatto ogni circa 30 milioni di anni.
Questa teoria ha una preoccupante implicazione: dato che il sistema solare è passato attraverso il piano galattico negli ultimi milioni di anni, un’altra cometa potrebbe essere in avvicinamento alla Terra.
Intensità delle estinzioni marine negli ultimi 550 milioni di anni
Il cratere della Terra di Wilkes, un cratere di 480 chilometri sotto i ghiacci: l’asteroide causò la più grande estinzione.
Le dimensioni del cratere polare ricavate dai dati gravimetrici sono impressionanti: diametro di 480 km, provocato dall’impatto di un asteroide di quasi 50 km di diametro – mentre si stima che l’asteroide di Chicxulub fosse di 18 km.
Il cratere della Terra di Wilkes è una formazione geologica scoperta nel 2006 nella regione della Terra di Wilkes in Antartide (coordinate 70°′S 120°′E). La scoperta è opera di un gruppo di scienziati guidati da Ralph von Frese e Laramie Potts, ed è stata ottenuta sulla base dei dati inviati dal satellite GRACE.
Si ritiene che il cratere possa essere un cratere meteoritico. Ha un diametro di circa 500 km, si trova circa 1,5 km sotto la superficie ghiacciata antartica e si è formato da 250 milioni a 500 milioni di anni fa.
Mappa dell’Antartide che mostra le Wilkes Land, con il cratere ipotizzato dal team di von Frese marcato in rosso
L’interpretazione del cratere come cratere d’impatto è controversa. Date le dimensioni della formazione geologica, si deve ipotizzare un impatto di proporzioni inaudite, che si verrebbe a correlare con fenomeni come la nascita della Grande Rift Valley e la spaccatura del Gondwana (con l’allontanamento dell’Australia e l’inizio della deriva dei continenti).
Il cratere ha un diametro sei volte superiore a quello del Chicxulub, comunemente ritenuto il segno dell’impatto catastrofico che avrebbe causato l’estinzione dei dinosauri. L’impatto nella Terra di Wilkes avrebbe cancellato il 90% delle forme di vita sulla Terra ed è stato collegato alla grande estinzione di specie viventi avvenuta alla fine del periodo Permiano.
La scoperta del cratere si deve alla rivelazione, da parte del satellite, di alcune anomalie nella struttura della crosta terrestre, in particolare variazioni di massa dovute al movimento di materiali presenti nel mantello terrestre verso la crosta. Esistono spiegazioni alternative alla differenza di massa rilevata in quel luogo; tuttavia la difficoltà nel prelevare campioni vista la profondità del sito non rende semplice appurare quale sia la causa reale di tale anomalia.
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