Che bravo El Papa. E’ piaciuto al Congresso. Ad Obama. E’ piaciuto all’ONU al completo. A Castro, anzi a tutt’e due i Castro. In Italia piace a tutti: a Scalfari, a Pannella & Bonino, a Bertinotti, ai gay militanti che si aspettano grandi novità da lui. Piace ai valdesi, ai massoni. Piace anche a Marchionne per lo spottone che ha fatto alla Fiat 500.
E’ logico che piaccia a tutti quelli che erano nemici della Chiesa, che la sentivano come ultima istanza antagonista. Ma oggi essa “tace del peccato, dell’errore, del ‘guai a voi’, della redenzione, del giudizio, del fine trascendente: il cristianesimo è ridotto a qualche cosa di appendicolare, di sussidiario, di cooperante”: una Ong, insomma.
Per un cattolico, questo successo mondano è un segno bruttissimo, terminale: “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” (Luca 6, 25-26). Ma chi non è credente farebbe male a infischiarsene o rallegrarsene, perché – essendo ogni politica l’emanazione di una teologia (1), lo si voglia o no – un rovesciamento della teologia cattolica di questa misura, avrà conseguenze anche sulla vostra vita. E conseguenze negative per la libertà stessa, e orribili per un più profondo motivo.
El Papa ritiene che la dogmatica (il contenuto di conoscenze specifiche del cattolicesimo, quello che lo distingue dalle altre religioni) sia un ostacolo “all’incontro”, alla “accoglienza verso tutti gli uomini”, al “costruire ponti”. La vede come un ostacolo alla pastorale, all’amore che deve venire prima di tutto, verso tutti gli uomini senza distinzione. Perché, per esempio, i divorziati risposati non dovrebbero avere la Comunione? E le coppie gay essere “accolte nella Chiesa”? Non bisogna “perdersi in vuote riflessioni teologiche”, perché urge la “carità, l’incontro”.
Per noi vecchietti che hanno passato la prima metà della vita a combattere il marxismo, non sono novità. Come il marxismo, quella di Bergoglio è una “filosofia della prassi”. L’azione (prassi) è tutto, il pensiero conta niente. “Basta interpretare il mondo, bisogna cambiarlo!”, urlava Karl Marx. Bergoglio dice esattamente la stessa cosa: niente più “diatribe dottrinali”; andate verso le periferie esistenziali! Come il marxismo, ha dentro un ricatto morale: se vuoi pensare prima di agire, è perché sei un servo delle classi sfruttatrici; se insisti a distinguere l’ortodossia dall’eresia, vuol dire che non t’importa dei poveri.
Ogni ideologia della prassi è un anti-intellettualismo. Conoscere la verità (“interpretare il mondo”, per Marx) è una perdita di tempo o peggio, un alibi. Bisogna “fare”, agire, per il bene e l’amore; anzitutto “bisogna impegnarsi nella società”. Se la verità non aiuta la lotta di classe, tanto peggio per la verità…
Ogni ideologia della prassi è un anti-intellettualismo. Conoscere la verità (“interpretare il mondo”, per Marx) è una perdita di tempo o peggio, un alibi. Bisogna “fare”, agire, per il bene e l’amore; anzitutto “bisogna impegnarsi nella società”. Se la verità non aiuta la lotta di classe, tanto peggio per la verità…
A cosa abbia portato il trionfo del marxismo, l’abbiamo visto: alla dittatura
sovietica, al totalitarismo della menzogna – coi gulag, milioni di morti, la perdita della libertà, e la rovina economica. Questo già ci dovrebbe far temere sull’esito di questo “primato dell’amore sulla verità” che sta affermando El Papa. Per il cattolicesimo, è un rovesciamento particolarmente maligno, perché il rifiuto della verità se ostacola l’azione, è il rifiuto del Logos – ossia del Cristo. Ma anche chi non crede al Cristo farà bene ad allarmarsi. Ogni filosofia della prassi infatti induce all’azione senza ragione. L ‘intelletto “nella primalità dell’amore rimanendo sconnesso alla verità, perde ogni norma, diviene insensatezza”.
Prima di agire, uno dovrebbe pensare a cosa vuole, e quali possono essere le conseguenze delle sue azioni, eventualmente avventate. Qui, l’azione senza ragione viene elevata addirittura al livello di carità suprema. Il “vissuto” deve precedere il pensato, anzi deve sostituire il pensato. Dio non è Amore? Certo, certo. Ma è Intelligenza: ci ha stabilito cosa è bene e cosa è male, cosa è vero e cosa è falso.
Un “amore” senza intelligenza – attenti, non credenti – giustifica ogni arbitrio del potere costituito, sbocca in oppressione e odioso soffocamento della libertà personale, se diventa dottrina pubblica. E già lo è, in quel mostro freddo che è l’Unione Europea: “l’accoglienza senza limiti dei profughi” (“carità” sragionante) si accompagna alla “punizione” per i piccoli paesi che vi si oppongono, in ludibrio e demonizzazione: siete xenofobi! E subito leggi e direttive vengono emanate contro la “xenofobia”. Già ne sono vigenti contro la “omofobia”, sul modello di quelle leggi che incriminano il “negazionismo della Shoah”: il divieto di cercare la verità avanza.
Nel cattolico progressista, si sta già manifestando come una vera “aletofobia”: parola difficile, che significa: fobia della verità. Nelle parrocchie, basta ricordare un dogma cattolico, che magari smentisce quel che Bergoglio ha detto la mattina, per essere aggrediti dagli stessi parrocchiani. Ciò perché anche i “cattolici” oggi sentono la fede come “un sentimento” e non un come la credenza in contenuti a cui la mente deve aderire. Anche il primato dei sentimenti è pericoloso: come nel mondo orwelliano, sono le masse che già fanno la guardia alle menzogne ufficiali, e si fanno spontaneamente psico-polizia contro i devianti – senza carità, e quindi senza diritti.
Questa è già dittatura totalitaria. Sotto l’apparenza di “carità” si giustificheranno i peggiori delitti, perché “il sentimento” d’accoglienza si rovescia facilmente in “sentimento” di antipatia, e quindi di repressione dell’antipatico. El Papa è simpatico, chi non è d’accordo con lui è antipatico…tanto basta a farvi escludere.
Le categorie vero-falso sono state sostituite da “simpatico-antipatico”, ed è questo che guida i giudizi dei più.
L’intolleranza si chiama pluralismo
Il fenomeno dilaga nella vita pubblica. Comicamente, con il nome di “pluralismo”. Siccome deve esserci il “pluralismo”, nessuno deve pretendere la verità. Se osi dire che l’accoglienza senza limiti è un male, o che lo sono le manifestazioni del gay pride, allora sei “contro il progresso” (o “le direttive europee”) e – per te, il pluralismo finisce: non ti più permesso dire nulla, perdi i diritti politici.
Il fenomeno dilaga nella vita pubblica. Comicamente, con il nome di “pluralismo”. Siccome deve esserci il “pluralismo”, nessuno deve pretendere la verità. Se osi dire che l’accoglienza senza limiti è un male, o che lo sono le manifestazioni del gay pride, allora sei “contro il progresso” (o “le direttive europee”) e – per te, il pluralismo finisce: non ti più permesso dire nulla, perdi i diritti politici.
Gioverà sapere che questa forma di totalitarismo viene dall’alto dei salotti buoni mondialisti e massonici che hanno applaudito El Papa; e non da oggi. Già l’Unesco – la sigla sta per Organizzazione delle Nazioni Unite per la Scienza e la Cultura – prescriveva, nel suo Rapporto del 1972, che lo scopo a cui dovevano attenersi gli Stati nel loro settore educativo, e nella politica in generale, era di educare a far sì “che lo spirito non si fermi in persuasioni definitive”, ma divenga “estremamente pronto a cambiare”.
Non semplicemente pronto, ma “estremamente pronto a cambiare”. Il titolo del rapporto era, nientemeno, che Apprendre è Etre, ossia: apprendere ad essere. Essere, per l’Unesco, è non fissarsi in alcuna persuasione definitiva: per esempio sul bene come opposto del male, e del male come una cosa negativa, dannosa anche per la società. E’ il gran successo del sistema oggi vigente, per cui le verità sono punite per legge (negazionismo, xenofobia) mentre i comportamenti aberranti sono non solo legalizzati (aborto, droga), ma prescritti, resi obbligatori: l’accettazione del pervertito che deve essere considerato “normale”, per esempio.
Questo è totalitarismo. Anche se si proclama “libertà” e a molti di voi può sembrarlo.
Specificamente, è il totalitarismo della dissoluzione – per il cristiano, è l’Anticristo che avanza: colui che unirà in sé il potere politico e quello religioso, e prescriverà il male e vieterà il bene. Sotto forma di “carità”, è ovvio: l’Anticristo si presenterà come “più buono” di Cristo: “nessuno tocchi Caino”, e giù umanitarismo, buonismo, ecologismo, pauperismo, ecumenismo…Gesù, per esempio, a Pasqua mangiava l’agnello; non era vegano. Orrore, Lui rimedierà. Già Giuda, quando la peccatrice versò sui piedi di Gesù un profumo costosissimo, lamentò che quei soldi erano sprecati, si poteva vendere la boccetta e dare il ricavato ai poveri…già Giuda era più buono di Gesù. Già Giuda si preoccupava dei “poveri”, voleva che la Chiesa andasse verso le periferie esistenziali, accogliesse le coppie gay, non la facesse tanto lunga sui peccati che commettiamo tutti, in fondo…l’importante è il cambiamento climatico.
Nella realtà, l’Anticristo farà vigere la “legge dell’amore”, ossia: abolirà il diritto penale. L’omicida, il prevaricatore, il pedofilo, non vanno toccati. Va’ messo in galera invece chi eccepisce, chi è si mostra “incapace di perdono”e di “accoglienza” : cattivo.
Credete che esageri? Ma tendenzialmente, il diritto che vige in Italia si muove in quella direzione. Già adesso, la pena di prigione viene inflitta avendo come giustificazione non il contrappasso che spetta come diritto al colpevole – ma la “protezione della società” da un essere “pericoloso” (come fosse un cane, il colpevole) per di più da “rieducare” – appunto come un cane – affidandolo quanto prima “ai servizi sociali”. E ‘ ovvio che avanzando la mentalità anticristica, lo sbocco sarà: Perché questa inutile sofferenza per l’omicida?
Credete che esageri? Ma tendenzialmente, il diritto che vige in Italia si muove in quella direzione. Già adesso, la pena di prigione viene inflitta avendo come giustificazione non il contrappasso che spetta come diritto al colpevole – ma la “protezione della società” da un essere “pericoloso” (come fosse un cane, il colpevole) per di più da “rieducare” – appunto come un cane – affidandolo quanto prima “ai servizi sociali”. E ‘ ovvio che avanzando la mentalità anticristica, lo sbocco sarà: Perché questa inutile sofferenza per l’omicida?
Al farabutto di ogni tipo? Diamolo direttamente ai servizi sociali, dove si rieducherà. Lasciamolo libero…Moriremo di buonismo. Ammazzati da Caino che nessuno deve toccare.
Per questo dovete spaventarvi anche voi miscredenti o indifferenti, della “teologia” che El Papa sta dando alla “politica” mondiale. Ma questo non esaurisce ancora il discorso, non abbiamo ancora toccato il rischio peggiore che fa’ correre all’umanità. Dovrò riparlarne.
E forse non è nemmeno Papa.
Posto qui un articolo-rivelazione de La Stampa: se la sua elezione è stata “preparata per anni” in riunioni “segrete” di cardinali “organizzati da Carlo Maria Martini” – un gruppo che uno dei suoi animatori, il cardinale Danneels, chiama “mafiaclub” – allora davvero la sua elezione si può dichiarare invalida, come sostiene da tempo Antonio Socci , perché avvenuta fuori del Conclave.
L’elezione di Jorge Bergoglio è stato il frutto delle riunioni segrete che cardinali e vescovi, organizzati da Carlo Maria Martini, hanno tenuto per anni a San Gallo, in Svizzera. E’ quanto sostengono Jürgen Mettepenningen et Karim Schelkens, autori di una biografia appena pubblicata del cardinale belga Godfried Danneels. Che chiama il gruppo di cardinali e vescovi un “Mafiaclub”.
Danneels secondo gli autori, avrebbe lavorato per anni a preparare l’elezione di papa Francesco, avvenuta nel 2013. Egli stesso d’altronde, in un video registrato durante la presentazione del libro a Bruxelles ammette di aver fatto parte di un club segreto di cardinali che si opponevano Joseph Ratzinger. Ridendo, lo definisce “un club mafia e portava il nome di San Gallo”.
Il gruppo voleva una drastica riforma della Chiesa, molto più moderna e attuale, con Jorge Bergoglio Papa Francesco alla testa. Come poi è accaduto. Oltre a Danneels e Martini, del gruppo secondo il libro facevano parte il vescovo olandese Adriaan Van Luyn, i cardinali tedeschi Walter Kasper e Karl Lehman, il cardinale italiano Achille Silvestrini e quello britannico Basil Hume, oltre ad altri.
Scrive il giornale belga “Le Vif”: “Il 13 marzo 2013 una vecchia conoscenza era al fianco del nuovo papa Francesco: Godfried Danneels. Ufficialmente, era là in quanto decano dei cardinali-preti, ma in realtà ha operato per degli anni come creatore di re discreto”.
Danneels è stato invitato di nuovo da papa Francesco al Sinodo sulla Famiglia che si svolgerà in ottobre a Roma. La sua figura è stata però molto criticata. Ha cercato di dissuadere una vittima di abusi sessuali dal denunciare l’autore, un vescovo (zio della vittima), e per questo motivo all’epoca del Conclave 2013 in Belgio c’era chi chiedeva che non fosse ammesso a eleggere il nuovo Papa. Inoltre le sue posizioni sul matrimonio omosessuale e sull’aborto (secondo la rivelazione di due parlamentari avrebbe scritto al re del Belgio esortandolo a firmare la legge che lo consentiva) non sembrano in sintonia con il Magistero della Chiesa. E anche con quello che papa Francesco afferma.
Note
1) Quest’affermazione non dovrebbe stupirvi, in un oggi dove ci minaccia il wahabismo e in un Occidente dominato dai neocon, ossia da una setta messianica ebraico-protestante. Naturalmente però vi fanno credere che viviamo nell’epoca della laicità e secolarizzazione….
Posto qui un articolo-rivelazione de La Stampa: se la sua elezione è stata “preparata per anni” in riunioni “segrete” di cardinali “organizzati da Carlo Maria Martini” – un gruppo che uno dei suoi animatori, il cardinale Danneels, chiama “mafiaclub” – allora davvero la sua elezione si può dichiarare invalida, come sostiene da tempo Antonio Socci , perché avvenuta fuori del Conclave.
L’elezione di Jorge Bergoglio è stato il frutto delle riunioni segrete che cardinali e vescovi, organizzati da Carlo Maria Martini, hanno tenuto per anni a San Gallo, in Svizzera. E’ quanto sostengono Jürgen Mettepenningen et Karim Schelkens, autori di una biografia appena pubblicata del cardinale belga Godfried Danneels. Che chiama il gruppo di cardinali e vescovi un “Mafiaclub”.
Danneels secondo gli autori, avrebbe lavorato per anni a preparare l’elezione di papa Francesco, avvenuta nel 2013. Egli stesso d’altronde, in un video registrato durante la presentazione del libro a Bruxelles ammette di aver fatto parte di un club segreto di cardinali che si opponevano Joseph Ratzinger. Ridendo, lo definisce “un club mafia e portava il nome di San Gallo”.
Il gruppo voleva una drastica riforma della Chiesa, molto più moderna e attuale, con Jorge Bergoglio Papa Francesco alla testa. Come poi è accaduto. Oltre a Danneels e Martini, del gruppo secondo il libro facevano parte il vescovo olandese Adriaan Van Luyn, i cardinali tedeschi Walter Kasper e Karl Lehman, il cardinale italiano Achille Silvestrini e quello britannico Basil Hume, oltre ad altri.
Scrive il giornale belga “Le Vif”: “Il 13 marzo 2013 una vecchia conoscenza era al fianco del nuovo papa Francesco: Godfried Danneels. Ufficialmente, era là in quanto decano dei cardinali-preti, ma in realtà ha operato per degli anni come creatore di re discreto”.
Danneels è stato invitato di nuovo da papa Francesco al Sinodo sulla Famiglia che si svolgerà in ottobre a Roma. La sua figura è stata però molto criticata. Ha cercato di dissuadere una vittima di abusi sessuali dal denunciare l’autore, un vescovo (zio della vittima), e per questo motivo all’epoca del Conclave 2013 in Belgio c’era chi chiedeva che non fosse ammesso a eleggere il nuovo Papa. Inoltre le sue posizioni sul matrimonio omosessuale e sull’aborto (secondo la rivelazione di due parlamentari avrebbe scritto al re del Belgio esortandolo a firmare la legge che lo consentiva) non sembrano in sintonia con il Magistero della Chiesa. E anche con quello che papa Francesco afferma.
Note
1) Quest’affermazione non dovrebbe stupirvi, in un oggi dove ci minaccia il wahabismo e in un Occidente dominato dai neocon, ossia da una setta messianica ebraico-protestante. Naturalmente però vi fanno credere che viviamo nell’epoca della laicità e secolarizzazione….
A me non é mai piaciuto, anche senza conoscere i retroscena della sua elezione e i misfatti sulle repressioni politiche in argentina. Da quando fu eletto, mi é sempre suonato come un falso, un lupo travestito da agnello, e lo dimostrano sempre più i fatti e le sua pagliacciate . E' un burattino che l'elitè del NWO fa ballare a suo piacimento.
RispondiEliminaHai fatto centro :-)
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