Poco ci resta delle conoscenze dei Druidi e, quel poco, è stato offuscato da secoli di mistero e di mistificazione. A questa opera di occultamento della verità hanno senz'altro contribuito storici e commentatori degli ultimi due secoli, portati più a descrivere, come la definisce Piggott, la storia-come-vorremmo-che-fosse, piuttosto che non la storia-come-è-stata.
Quello che effettivamente conosciamo sui Druidi si ricava dalle fonti dei loro contemporanei, storici e geografi greci e latini, dalla letteratura irlandese e gallese, giunta sino a noi attraverso il filtro dei monaci amanuensi d'Irlanda, che la trascrissero tra il IX e il XIII secolo della nostra era. Altro ancora possiamo dedurre sulla civiltà celtica nel suo insieme, dalle tracce scoperte in varie fonti iconografiche e testuali circa l'antica religione celtica e, non ultimo, dai reperti archeologici .
Le prove archeologiche provenienti da scavi di oppida, tombe e luoghi di culto, ci parlano di credenze, cerimonie religiose, rituali e raffigurazioni artistiche di Dèi, da cui è possibile dedurre delle ricostruzioni.
Queste ultime, sono tanto più attendibili quanto più suffragate da un attento esame delle fonti contemporanee prima, e dal corpus mitologico leggendario poi, giunto sino a noi attraverso le saghe epiche irlandesi e gallesi. Un profondo studioso del sapere iniziatico come René Guenon riassume acutamente tutto ciò, affermando che i Druidi "devono essere considerati come i preservatori della più antica tradizione spirituale" europea.
Per capire realmente l'unicità del druidismo bisogna prima di tutto comprendere la società celtica, la sua struttura e la sua mitologia.
I Druidi furono molto di più e, al tempo stesso, qualcosa di meno che comuni sacerdoti di una religione "druidica" o "celtica" come alcuni storici moderni li hanno dipinti. La loro struttura gerarchica, i loro decennali corsi di studio, le loro cerimonie religiose, punto di incontro tra il mondo degli uomini e quello degli Dèi, li porrebbero nel ruolo di casta sacerdotale del mondo celtico, ma essi non furono solo questo.
Officianti, sacrificatori e aruspici durante le cerimonie sacre, essi furono anche giudici, medici, maghi, poeti, rappresentando la vera memoria storica di un popolo che non utilizzava di fatto la scrittura.
I Druidi erano un'espressione viva e vitale della società celtica primitiva, legati a filo doppio con quella particolare struttura sociale, ma, con lo spegnersi degli stati celtici indipendenti, anche i Druidi furono condannati a scomparire.
Per meglio capire questo concetto fondamentale bisogna rifarsi alla "ideologia tripartita" degli indoeuropei così come è stata sviluppata e mirabilmente analizzata da George Dumézil. Tutte le società indoeuropee, all'inizio della loro storia, sono accomunate da una ripartizione della società in tre funzioni principali.
La prima, è la funzione sacrale della sovranità, del sacerdozio e della giustizia. La seconda è la funzione guerriera, propria dei nobili e dei possidenti di terre o di bestiame. Nella terza, la funzione produttiva di beni materiali o spirituali, sono compresi i contadini, gli allevatori, gli artigiani e gli artisti.
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