Franco Battiato non si concede facilmente, è schivo, taciturno, teme la superficialità i luoghi comuni, diffida dei giornalisti (e come dargli torto?). E quando si concede, le sue risposte sono brevi, concise, quasi che avesse fretta di liberarsi di un interlocutore che gli sta stretto. Da molti anni desideravo intervistarlo.
Arrivare a lui è arduo, una barriera amorevole e protettiva di persone gli fa da scudo, quasi impenetrabile, permettendogli qualche spazio per sé stesso. E poi è sempre in movimento, non riesce a fermarsi neppure fisicamente in un luogo, che già è in partenza verso un’altra destinazione in Italia ed all’estero: concerti, sale di registrazione, location di film, ma anche autore e conduttore televisivo.
E’ un musicista, cantautore di altissimo livello che è riuscito a fare il salto generazionale: ci ha affascinato da giovani, ha mantenuto viva la nostra attenzione e poi è riuscito ad incantare anche i nostri figli; ma non si ferma qui, va ancora oltre, verso sonorità etniche-pop- rockettare che incontrano il gusto delle nuove leve di ragazzi. I suoi testi sono raffinatissimi, spesso al limite del surreale, comprensibili soltanto da un pubblico attento e, in qualche modo “addetto ai lavori”.
Quando canta è immerso in una dimensione differente, attorniato da migliaia di persone eppure solo in un suo regno metafisico
Ci sono alcuni brani... diventati estremamente importanti per la mia persona... che a mio avviso veicolano in modo estremamente efficace molto dei contenuti mistici che andiamo cercando di comprendere anche nelle pagine di questo forum
A detta dello stesso Battiato “La cura” è una di quelle canzoni che è arrivata come da una cellula superiore…
"E’ arrivata come una piccola luce a toccarmi, e mi è bastata per scrivere questo pezzo. E’ stata vera ispirazione. Poi col mestiere aggiusti, crei, scrivi testi, questo ed altre cose. Il testo poi lo abbiamo scritto a quattro mani con Sgalambro, però la cellula è stata di ordine, di amore veramente universale"
Se "La Cura" sembra rappresentare un rapporto dall'alto verso il basso, ovvero dal mondo spirituale, soggetto protagonista del brano, a quello materiale, l'opposto sembra essere il contenuto del pezzo "E ti vengo a cercare" dove invece si sottolinea ed esalta quella ricerca da parte dell'Uomo riguardo alla sfera divina e alla consapevolezza del sé.
Tendenzialmente dedicata al proprio partner o alla persona amata, questo brano, a detta del suo stesso autore, è in realtà rivolto alla sfera del divino: “Divini sono, per chi ama, anche una donna o un uomo, a seconda dei casi. Però la tendenza è verso un essere superiore.
C’è anche il tema dell’emancipazione dalle passioni che fa pensare a qualcosa di divino, così come anche la ricerca dell’essenza”. Il “cercare l’uno al di sopra del bene e del male” è concetto direttamente riferibile all’idea, di chiara matrice mistica, che l’essere umano debba, per realizzarsi, superare la condizione di dualità nella quale vive (bene e male, yin e yang, luce e buio, ecc.) e puntare all’unità interiore.
Tante altre poi le frasi di chiara matrice spirituale: “Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri, non accontentarmi di piccole gioie quotidiane, fare come un eremita che rinuncia a sé”, e inoltre quell’“essere un’immagine divina di questa realtà” che chiude a ogni ulteriore e possibile dubbio.
E infine questa, che ribadisce un concetto che manifestai anche durante una mia conferenza tenutasi a Bologna il 6/6/2015 presso l'Associazione Aestene
la quale esalta e ricorda l'unica forza reale di tutto l'Universo, sfuggente al nesso di causalità, e pertanto forza in grado realmente di riportarci all'UNO... l'amore... o meglio il "prendersi cura"... appunto come il titolo dell'altra canzone di Battiato sopraccitata.
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