Nel suo tesissimo capolavoro pubblicato postumo ‘Salò e le 120 giornate di Sodoma’, Pierpaolo Pasolini descrive nei dettagli più turpi il funzionamento e gli scopi di una bizzarra e desolante cricca di pervertiti, dediti alla depravazione dei fanciulli ed al soddisfacimento dei loro luridi desideri erotici.
Guardando la pellicola (da poco restaurata) balza subito agli occhi come il riferimento politico e sociale a Salò ed alle tristissime fasi della sua ‘Repubblica’ nulla hanno a che fare con la narrazione.
La vicenda si poteva svolgere in qualsiasi epoca e momento storico, il contesto è infatti al tempo avulso dalle contingenze e quasi sospeso nel tempo.
Osservando le parti, si possono notare il quartetto delle autorità (laiche, nobiliari, imprenditoriali e religiose) nel ruolo di registi di ciò che accade, assistiti dalle meretrici/narratrici e dai ragazzi armati nel duplice ruolo di carnefici e vittime. In fondo alla piramide interna, un gruppo di adolescenti adescati oppure rapiti ed imprigionati in quel delirante girone dantesco della perversione.
In un crescendo di orrori, morte e sadismo, si giunge infine al ‘balletto’ di due carcerieri che si chiedono: ‘chi è il tuo fidanzato’? ‘Margherita’ risponde uno dei due.
Mi chiedo dove Pasolini abbia preso spunto per imbastire questa sorprendente sceneggiatura sui meccanismi del potere (oltre alle opere di De Sade) e mi chiedo inoltre quale sia il fine di questa fatica del geniale e prolifico regista friulano.
Secondo Paolo Franceschetti ed altri acuti osservatori, esiste una specie di società segreta paramassonica dedita al proprio compiacimento ed alla ritualizzazione della violenza e dell’omicidio.
Tale combriccola è composta da personaggi (uomini e donne) che rivestono sovente ruoli istituzionali o comunque elevati nella scala sociale e che si trasformano a piacimento in violenti depravati, proprio come accade nel romanzo ‘Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mister Hyde’ di Robert Louis Stevenson. La storia e la cronaca italiota è purtroppo piena delle gesta di questi loschissimi figuri. Essi traggono giovamento immediato dal partecipare ai loro osceni rituali in termini di accesso alle risorse sociali ed economiche (altrimenti interdette ai più) oltre che in termini di sublimazione e catalizzazione della loro energia distruttiva primordiale.
Difficile dire se oltre la piramide terrena esista una necessità sacrificale, un tributo da elargire a qualche divinità dell’ombra. Resta il fatto che tale nerissima società esercita un potente influsso sulla vita sociale della società degli uomini e lo fa forse da sempre.
Nel film, gli arredi, la musica, il parlare forbito e coltivato dei ‘registi’, la ‘location’ ... lasciano immaginare che tutta la società sia costruita attorno a loro ed in funzione dello svolgimento del loro peculiarissimo ruolo storico. E’ come se un contesto apparentemente civile ed evoluto sia in realtà un ideale scenario correlato per condurre e gestire esistente dedicate alla ritualizzazione della violenza e dell’omicidio. E’ questa la Matrix di cui si parla tanto oggi? Uno scenario ad uso e consumo di pochi eletti?
Resta da capire se Pasolini abbia in qualche modo fatto parte di questa ‘società’, come pare sia accaduto a Rino Gaetano per esempio, e se abbia desiderato rivelarne alcuni aspetti al grande pubblico.
Una vicenda simile coinvolse Stanley Kubrick con il suo ‘Eyes Wide Shut’, in cui la ‘combriccola’ si comporta in modo assai simile a quella del lavoro pasoliniano. Sessualità codificata, perversioni ritualizzate, contesto aulico e riservato, sacerdote oscuro in azione nelle vesti di un ignobile regista. Simili sono inoltre la fotografia e la location. Anche nel caso di Kubrick, il film è uscito postumo, forse perché chi osa rivelare i segreti dell’associazione muore?
.. si può essere che sia la codifica di qualche specie di società segreta massonica che.....
RispondiEliminacapita di leggere dei Rothschild che facciano cose depravate e degenerate... tutto è possibile dentro l'impunità in cui galleggiano queste serpi..