Nel saggio intitolato “Incontri” Jacques Vallée riesamina il celebre caso del Dottor X, riferendo particolari ed episodi inediti che suggeriscono un tema enigmatico e poco studiato all’interno dell’Ufologia, quello della percezione di luoghi non esistenti o fuori posto.
Notte del 2 novembre 1968. Francia. Dopo la mezzanotte il Dottor X fu svegliato dal pianto del figlio di quattordici mesi. Senza accendere la luce, egli si alzò ed andò nella stanza del bambino, notando dei lampi fuori in giardino. Il bimbo era in piedi nella culla e stava indicando la finestra: oltre le persiane s’intravedeva una luce intensa. L’uomo uscì sul terrazzo da dove scorse due grossi dischi di dimensioni identiche. I due dischi si mossero lentamente, avvicinandosi l’uno all’altro. Alla fine si fusero in un unico ordigno. L’oggetto cambiò rotta per avanzare verso il Dottor X che fu colpito da un raggio. Il testimone udì uno scoppio. Dopodiché l’U.F.O. svanì, lasciando una sostanza biancastra simile a zucchero filato: la sostanza fu portata via dal vento.
A seguito dell’incontro ravvicinato, il Dottor X guarì non solo da una ferita alla gamba, lesione che si era procurato tagliando la legna con un’accetta, ma anche da alcune patologie pregresse tra cui un'emiparesi. Inoltre l’uomo riferì di una successiva spontanea guarigione di una frattura. Un altro lascito dell’avventura fu una macchia triangolare sulla pelle dell’addome, un segno simile comparve pure attorno all’ombelico del figlioletto.
Negli anni susseguenti all’episodio qui ripercorso in modo succinto, il Dottor X visse esperienze inusuali e conturbanti: fischi nella testa, Poltergeist, abboccamenti con un presunto extraterrestre alto e con gli occhi azzurri. L’essere lo istruì su questioni attinenti al soprannaturale, al teletrasporto, ai viaggi nel tempo.
Una volta l’experiencer si trovò a viaggiare con l’automobile percorrendo una strada che, stando al contattato, non esiste. In un’altra occasione, l’alieno (battezzato Bied dal protagonista di questi strani avvenimenti) entrò in casa accompagnato da alcuni umanoidi alti circa un metro con la pelle mummificata. Questi ufonauti sono descritti, tra gli altri, da Withley Strieber in “Communion” ed in “Contatto con l’infinito”. Strieber ricorda di aver visto posti fuori posto: campi di fiori gialli dove non avrebbero dovuto essere. [1]
Vallée riporta anche un caso risalente agli anni ‘40 del XX secolo. E’ un accadimento tratto da un dossier (quasi certamente un militare) di un suo lettore. Dei piloti, intenti ad intercettare un missile, si ritrovarono a volare in paesaggi illusori.
Che cosa pensare, trascurando le varie anomalie inerenti a codesti abboccamenti con l’ignoto, a proposito delle visioni di “paesaggi alternativi”, come li definisce Vallée? Sono fugaci sguardi gettati su realtà ulteriori, parallele o dipendono dalla capacità di qualcuno che influisce sulla percezione, modellando la “realtà” a suo piacimento, magari con l’uso di microonde o altre diavolerie, foriere di allucinazioni? Quest’ultima domanda si potrebbe estendere per cercare di capire se l’intero universo, come è percepito, non sia un gigantesco diorama, un inganno dei sensi e della mente. Un inganno tessuto da chi e perché?
Sia come sia, è plausibile che il reale trascenda di gran lunga il mondo quadridimensionale in cui sia il senso comune sia la scienza accademica l’hanno imprigionato.
Un altro accadimento sbalorditivo è il seguente: una volta, dopo essere salito in auto, il Dottor X avvertì l’impulso irrefrenabile di recarsi in una località dove si incontrò con il misterioso Bied. Lo sconosciuto disse che “dovevano andare da un’altra parte”. D’un tratto il contattato si ritrovò disteso sul letto di un’abitazione a Parigi, presso il Ministero degli interni. Dalla finestra vide l’automobile di Bied passare nella strada sottostante ed entrare nel cortile dell’edificio ospitante il Dicastero, accolta dalle guardie con saluto militare. Dopo circa venti minuti la vettura di Bied uscì dallo spiazzo ed il Dottor X si ritrovò esterrefatto di nuovo nella sua città. Era stato teletrasportato?
Fonti:
A. Michel, in Flying saucer review, n. 3, settembre 1969
W. Strieber, Communion, 1987
Id., Contatto con l’infinito, 1988
J. Vallée, Incontri, Roma, 2015
Nessun commento:
Posta un commento