Iniziamo il nostro viaggio esattamente dove, secondo le nostre ricerche, le antiche conoscenze furono catalogate, archiviate, perdute e infine riscoperte in epoca più recente: la Biblioteca di Alessandria, fonte inesauribile e faro di sapere del mondo antico.
Alessandria d'Egitto fu fondata nel 332 avanti Cristo per volere d'Alessandro Magno.
Dopo la sua morte, il Regno d'Egitto, toccò in sorte ad una dinastia straniera, quella dei Tolomei, di Macedonia, i quali regnarono rispettando la religione, i costumi, gli usi, le tendenze e persino le classi egiziane. Essi, infatti, si comportarono come se fossero stati re nazionali e si preoccuparono di accrescere la prosperità e lo splendore del loro Stato.
Sotto il loro dominio, Alessandria, che era stata scelta a capitale del regno, diventò il centro del commercio internazionale. Gli scambi marittimi si svilupparono, a tal punto che Tolomeo I Sotere, fece erigere un enorme Faro, affinché le numerose navi presenti nel porto, non si urtassero violentemente l'uno contro l'altra.
Per suggerimento del filosofo greco Aristotele, inoltre, fece costruire ad Alessandria d'Egitto una biblioteca chiamata "Bruchium": questo luogo doveva contenere la linfa del Sapere, fu proprio da questo amore sconfinato per la conoscenza, che Tolomeo I mandò in giro per il mondo, i suoi uomini, alla ricerca di tutto ciò che capitava loro sotto mano, che ritenevano interessante.
Il "Bruchium", che rimase la maggiore biblioteca d'Egitto, ebbe sempre degli illustri bibliotecari: tra questi ricordiamo il grammatico Aristofane di Bisanzio e il suo discepolo Aristarco di Samotracia; conteneva più di settecentomila rotoli di papiro provenienti da tutto il mondo conosciuto (Mediterraneo e Medio Oriente) con una predominanza della cultura greca ed egiziana. Va ricordato poi, che Eratostene, "professore" in Alessandria d'Egitto, più di duemila anni fa, senza neppure uscire dai confini della propria patria, riusciva a misurare la circonferenza della Terra. Scrisse di filosofia, di teatro e di poesia.
Gli studi che lo resero celebre furono quelli di matematica e di geografia. Tracciò, con una discreta approssimazione, la prima carta geografica completa delle terre abitate e, poiché era convinto della sfericità della Terra, sostenne la possibilità di giungere dalla Spagna all'India navigando verso ovest.
Tratto da Wikipedia:
Fonti antiche e moderne identificano quattro possibili occasioni dove sarebbe potuta intervenire una distruzione parziale o totale della Biblioteca:
L'incendio del 48 a.C. di Giulio Cesare;
L'attacco di Aureliano intorno al 270 d.C.;
Il decreto di Teodosio I del 391 d.C.;
La conquista araba del 642 d.C.
Fonti più tarde narrano che nel 642 il generale Amr ibn al-As, comandante delle truppe arabe che avevano appena conquistato l'Egitto, distrusse la biblioteca di Alessandria e i libri in essa contenuti su ordine del califfo Omar.
Abd al-Latif (1162–1231) afferma che la biblioteca fu distrutta da Amr, su ordine del terzo Califfo Omar. Il racconto è riportato anche da Al-Qifti (1172-1248) nella Storia degli Uomini Dotti: si ritiene che sia questo il testo su cui Bar Hebraeus basò la sua versione della storia.
La più lunga versione del racconto è rintracciabile nella Historia Compendiosa Dynastiarum, opera dell'autore Siriano di religione Cristiana Bar-Hebraeus (1226-1286), anche noto come Abu'l Faraj. L'opera fu tradotta in arabo e fu integrata da materiale proveniente da fonti arabe, come si è specificato precedentemente.
Nel testo racconta che un non meglio identificato "Ioannes Grammaticus" chiese a Amr che fare con i "libri nella biblioteca reale". Amr scrisse a Omar per averne istruzione, e "Il califfo rispose: «In quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno parte: se sono presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte». Gli Arabi perciò bruciarono i libri per alimentare le caldaie dei bagni per i soldati ed essi bastarono per sostenere il fuoco per sei mesi"
Al-Maqrizi (1364 – 1442) menziona brevemente il racconto, parlando del Serapeo. In analogia con questo racconto, Ibn Khaldun (1332 - 1406) riporta che Omar ordinò la distruzione dei libri delle biblioteche dell'impero persiano appena conquistato.
Nel 1713 il monaco Eusèbe Renaudot giudicò il racconto della distruzione della biblioteca ad opera degli arabi falso; nei secoli, altri studiosi condivisero le conclusioni di Renaudot: Edward Gibbon nel XVIII secolo, Alfred J. Butler nel 1902, Victor Chauvin nel 1911, Paul Casanova e Eugenio Griffini nel 1923.
Se Renaudot ha ragione significa che molti documenti che fino ad ora erano stati ritenuti persi per sempre in realtà sono stati tratti in salvo da e probabilmente conservati dagli Arabi. Questo implica a mio parere notevoli implicazioni che vorrei approfondire con voi:
1) quali segrete conoscenze erano contenute nei documenti archiviati nella Biblioteca?
2) se i testi non sono andati perduti chi li ha preservati e dove?
3) è possibile che ci sia un legame tra i documenti della Biblioteca e i rotoli del Mar morto e altri testi legati agli ambienti gnostici?
4) è possibile che si sia una relazione con la setta degli Assassini, i Templari e l'ipotetico ritrovamento presso le rovine del Tempio di Salomone di incredibili tesori?
Inoltre, riporto un estratto di quanto sostenuto nel sito http://forum.cosenascoste.com/antiche-civilta/47057-nella-biblioteca-di-alessandria-era-tutto-scritto.html
Bene, quando ci fu l'ultimo incendio scaturito dalla furia purificatrice dei califfi omayyadi c'erano due ale della biblioteca: quella aperta a tutti e quella privata riservata ai gran sacerdoti discendenti di Tolomeo. In quest'area erano stipati tutti gli scritti che trattavano di esoterismo, cronache antidiluviane e poemi epici considerati "potenti". Benissimo, quando ci fu l'incendio gran parte di questi testi fu salvata dalla fuga anzitempo dei sacerdoti che fondarono poi sotto il falso nome di Hermes Trismegisto la Massoneria Egizia (Egizia proprio in riferimento alla biblioteca alessandrina) da cui poi discesero (dalla Massoneria Egizia, dagli Ashashin e dai Crociati) le più terribili e irritanti società Massoniche del mondo. Quelle di cui fanno insomma parte i potenti banchieri che tengono in scacco il potere mondiale e erigono dappertutto monumenti che sono riferimenti proprio a saperi oggi scomparsi. Riferimenti che noi non capiremo mai pienamente.
Ci sono prove concrete dell'esistenza di due sezioni della biblioteca di cui una a esclusivo accesso di una classe elitaria?
Ci sono prove della messa in salvo di diversi testi da parte di coloro che fondarono successivamente quella che viene definita massoneria egizia?
Sui contenuti dei testi penso anche io che si riferissero a conoscenze esoteriche e cronache antidiluviane, ma ovviamente relativamente a questo non abbiamo nessuna prova.
Continua su: http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12194
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