mercoledì 20 giugno 2012

Thoth e la sua eredità


La ricerca sulla Biblioteca di Alessandria ci porta necessariamente ad approfondire il legame tra il sapere classico proprio dell'antica grecia e le sue origini esoteriche provenienti dalle conoscenze occulte dei sacerdoti egiziani, molto probabilmente contenute nei testi e nei documenti presenti nella Biblioteca.

Vi propongo di seguito un articolo dove viene appunto descritta l'origine egiziana del sapere ellenico dei grandi filosofi classici dell'antica grecia.

L'articolo mi ha inoltre colpito per la grande attinenza con quanto sostenuto nelle teorie e nelle ricerche del Progetto Atlanticus, del quale rappresenta una buona sintesi (seppur con alcune divergenze)


Ermete Trismegisto/Thot

I Greci conglobavano le religioni dei popoli con cui entravano in contatto, per poi modificarle mano a mano e farle proprie; forse avevano capito che gli dèi erano sempre gli stessi per tutti, e che si spostavano in lungo e in largo sulla terra a loro piacimento.

Così pensavano, dando loro un nome diverso, di appropriarsene legittimando la sacralità della Grecia e, per i propri eroi (che godevano generalmente della protezione di una divinità), l'origine divina. Alcuni dèi apparivano all'improvviso assumendo sembianze diverse per non essere riconosciuti, altri si manifestavano direttamente, e uno in particolare solcava i cieli: Ermes, il messaggero degli dèi.

Un'allegoria del volo intesa certo a descrivere un fenomeno impossibile da spiegare razionalmente per l'uomo di allora, lo rappresentava con elmo e piedi "alati". E' interessante anche come Ermes riuscisse a far innamorare chi veniva colpito da una delle sue frecce... come se Amore, Conoscenza e Divinità formassero una trinità.

Ermete Trismegisto (Ermete tre volte grande) ha tramandato fino al giorno d'oggi una serie di rivelazioni riguardo grandi "misteri" come l'antropogonia, la teosofia, l'escatologia, la cosmogonia, senza tralasciare la medicina, la matematica, l'astronomia e altre scienze fondamentali per l'evoluzione di una razza intelligente. Attraverso una serie di trattati, dialoghi e riferimenti a scritti di eruditi famosi, il retaggio ermetico viene raccolto e diffuso sotto il nome di "Corpus Hermeticum", attribuendo a Ermete la paternità dello stesso.

Non si tratterebbe tuttavia di Ermete/Thot, ma di un suo nipote, cui era stato dato il nome del famoso nonno.

E poiché l'opera è ambientata in Egitto e viene proposta in forma di "dialoghi", ecco che vengono citati personaggi come Iside (Isi/Sothis), lo sposo-fratello Agathos Daimon (Osiride/Kneph), il loro unico figlio Horus (Aurus/Oro), Asclepio (Esculapio/Imhotep/Imouthes), Ammone (Amon/Khnun) e molti altri. E naturalmente lo stesso Ermete, essendo l'interlocutore principale. Spiccano anche alcuni personaggi mai citati altrove come Poimandres, il sacerdote Bitys e un figlio di Ermete/Thot di nome Tat.

Si ritiene comunemente che il testo geroglifico originale sia stato tradotto in greco dai sacerdoti egizi, una volta resisi conto, con l'arrivo dei Tolomei, che il greco stava diventando la lingua di uso diplomatico, destinata a far scomparire quella autoctona. Con questa ipotesi sembra possibile che per una traduzione di tale importanza si fossero avvalsi della collaborazione di qualche erudito greco ospite in Egitto.

Dovendo tradurre un codice antico, in parte sicuramente criptato, in modo che mantenesse le caratteristiche della consueta dualità, il testo egizio avrebbe dovuto dire cose comprensibili a tutti gli eruditi (specialmente quelli greci), ma avrebbe dovuto rivelare il "vero" contenuto solo a chi sarebbe stato in grado di comprenderlo e di usarlo. E questo sarebbe fatalmente avvenuto al momento opportuno, quando l'umanità sarebbe stata pronta.

La figura di Thot - "il grandissimo" - è strettamente legata all'Ermetismo, essendo Thot il dio egizio legato alla "Conoscenza Nascosta". Associato alla Luna (con cui aveva barato al gioco del senet per strapparle i famosi cinque giorni epagomeni), alla scrittura (inventore dei geroglifici), alle scienze in generale, Thot era anche il dio della medicina e dell'astronomia (misuratore dei cieli e conoscitore delle stelle); collegato all'aldilà, presiedeva al rito della pesatura dell'anima del defunto (la bilancia era una sua invenzione).

In alcune regioni dell'antico Kemet, Thot era colui che aveva dato origine alla vita sulla terra... la divinità suprema. Aveva dimostrato di essere intelligente, furbo e, se necessario, capace di imbrogliare...

Ci sono inoltre molte similitudini tra il mito di Ermete e quello di Enoch. E tra il "Corpus Hermeticum" e il "Libro di Enoch". L'unica differenza sostanziale sembra essere il fatto che Ermete tradusse gli scritti del suo omonimo nonno, mentre Enoch li scrisse di suo pugno al ritorno dal cielo.

In comune entrambi attribuiscono alle informazioni scritte o riportate la stessa origine divina. Non è la prima volta che un mortale riceve informazioni o scrive sotto dettatura da una divinità: basta pensare a Mosè e a Maometto. Se poi ci dedichiamo alla ricerca di analogie del genere, le troviamo anche in altre antiche culture, compresa quella vedica. Da qualunque parte venga esaminata la serie di coincidenze, spicca un collegamento egizio/greco/giudaico/vedico...

Viaggiatori

Studiosi, viaggiatori e storici del passato, come Erodoto, Manetone, Solone, Laerzio, Diodoro Siculo, Eraclito, Platone, Socrate, e molti altri, vissero lunghi periodi in Egitto dove si recavano per apprendere dai sacerdoti egizi quanto più "scibile" possibile: al tempo di Platone era quasi una consuetudine, per gli eruditi greci, affrontare questo viaggio "sapienziale".

Eraclito fu influenzato da quanto appreso in Egitto soprattutto circa la religione, influenzando a sua volta con il suo pensiero la corrente degli Stoici... e del resto anche Aristotele subì il fascino della dottrina di Platone, suo maestro. Fu l'Ellenismo a mettere fine gradualmente alla civiltà egizia, e questo incombente quanto inarrestabile pericolo non era sfuggito ai sacerdoti egizi, che vollero garantire alle generazioni successive i preziosi codici - già retaggio millenario -, traducendoli in una lingua destinata a sopravvivere alla loro. Ma allo stesso tempo sigillarono in un luogo inaccessibile i "Libri di Thot" originali, o quello che essi rappresentavano, assieme alle tecnologie "proibite" che oggi definiremmo di "retro-ingegneria" Platone parla di Thot in varie occasioni, ad esempio nel "Cratilo" e nel "Fedro" (dove narra il mito di Theut).

Non bisogna dimenticare, comunque, che Erodoto di Alicarnasso visitò l’Egitto nel 450 a.C. - quindi in epoca relativamente recente - e dunque (in relazione ai Libri di Thot) egli si limitò a riferire solo quanto gli era stato raccontato. Come farebbe oggi qualunque cronista, raccolse molte testimonianze dai sacerdoti, dagli eruditi che lo ospitarono, ma spesso anche dal popolo, e per questo non è escluso che qualcuno gli abbia raccontato anche qualche fantasia…

Erodoto



Nel V secolo a.C. Erodoto visita l’Egitto, assiste ai riti e parla con i sacerdoti. Nei suoi racconti evoca i Misteri di Osiride che si celebrano a Saïs. [città legata a doppio filo con il mito di Atlantide ndr]

Nel secondo volume delle "Storie", racconta: "Dall'Egitto vennero in Grecia quasi tutte le divinità." E ancora: "Gli Egiziani residenti nella parte seminata dell'Egitto sono i più dotti fra tutti coloro con cui io abbia mai avuto a che fare, perché coltivano memoria dell'umanità intera."

Per Erodoto i Misteri della Grecia dovevano tutto all’Egitto. I saggi greci erano venuti a cercare la conoscenza presso i saggi egiziani, e molti di loro erano stati iniziati ai Misteri assicurando in tal modo il trasferimento della conoscenza egiziana al mondo ellenico.

Talete



Il primo dei sette saggi, Talete di Mileto (~624-~548) frequentava i sacerdoti egizi e misura le piramidi con Solone.

Plutarco

Secondo Plutarco è stato Talete a portare in Grecia la geometria egiziana. Solone (~640-~558) era stato svariate volte in Egitto e qui discuteva di filosofia con i sacerdoti. Fu lui il primo a riferire i racconti su Atlantide ai Greci, che Platone riprenderà nel “Timeo” e nel “Crizia”. Pitagora si recò a sua volta in Egitto, esortato da Platone.

Pitagora

Secondo Giamblico, Pitagora aveva studiato nei templi egiziani per oltre vent'anni, prima di far vela verso l'Italia e stabilirsi a Crotone, dove fonderà una scuola nella quale insegnerà le dottrine apprese alle Scuole Misteriche egiziane.

Secondo Apollo di Rodi, Ermete, tramite suo figlio Aithalides è il diretto antenato di Pitagora. Raccontava anche che Ermete/Thot sapeva come gli uomini potessero trasformarsi in dèi. Questo risultato, ottenuto con il controllo della respirazione, avverrebbe attraverso una tecnica insegnata nel cosiddetto Libro del Respiro… scritto su rotoli di papiro nascosti all’interno di due colonne, una a Tebe, e l’altra a Eliopoli.

Afferma anche che una era d’oro e l’altra di una pietra verde come smeraldo, luminosa e brillante anche di notte! Secondo lui, proprio da queste colonne veniva tutta l’antica Conoscenza egiziana.

Solone azzardò ancora di più, arrivando a dire che su una delle due colonne c’era incisa tutta la storia di Atlantide. Di queste colonne e del loro contenuto parlarono anche Laerzio e altri, tutti concordi nel confermare che esse custodivano la storia dell’umanità antidiluviana.

Diodoro Siculo



Diodoro Siculo riporta che gli Ateniesi osservano a Eleusi dei riti simili a quelli degli Egiziani. Nel primo libro della "Biblioteca storica" parla di Ermete/Thot come del braccio destro di Osiride, colui la cui intelligenza era senza pari, l'inventore del linguaggio umano, della scrittura e dell'attribuzione di nome a tutte le cose che prima non lo avevano; fu dunque il primo scriba.

Riuscì a definire la posizione delle stelle nel cielo e quella dei suoni musicali secondo l'origine di ognuno. Continua Diodoro affermando che inventò la lira a tre toni (acuto, grave e medio), utilizzando nervi animali per le tre corde che dovevano riproporre in chiave armonica le stagioni dell'anno: estate, inverno e primavera.

Nella ricerca della perfezione armonica, inventò anche la palestra (per l'armonia del corpo) e l'arte dell'espressione e dell'interpretazione, ossia dell'ermeneutica (da qui il nome Ermes), due arti queste nelle quali i greci avrebbero eccelso.

Fu sempre Ermete/Thot ad instaurare l'usanza di celebrare riti sacri per venerare l'artefice divino (il demiurgo platonico), e così assurse al grado di primo sacerdote, con potere anche sul regno dei morti.

Inoltre, sfatando un altro mito, sembra sia stato lui a scoprire la pianta dell'ulivo... e non Atena! E se gli egizi celebravano i riti "misterici" per tramandare i segreti relativi a Osiride e alla moglie/sorella Iside, lo si doveva certo a Thot, che presiedeva all'insegnamento di rituali magici, simboli esoterici, oggetti e parole archetipe.

Diodoro Siculo riferisce che Orfeo ha viaggiato in Egitto ed è stato iniziato ai Misteri di Osiride. Di ritorno nel suo paese istituisce nuovi riti, i Misteri orfici (verso il VI secolo a.C.).

Orfeo e Euridice



Plutarco precisa che i Misteri orfici e bacchici sono in realtà d’origine egiziana e pitagorica e il filosofo greco Democrito di Abdère (~460-~370), scopritore dell’atomo, è stato iniziato nei templi egiziani e diventa allievo dei geometri del Faraone. Platone (~427-~347) sarebbe rimasto tre anni in Egitto e iniziato dai sacerdoti. Anche uno dei suoi discepoli, Eudossio di Cnido (~405-~355), matematico e geometra, ha viaggiato attraverso le terre del Nilo ed è stato iniziato sia sul piano scientifico sia su quello spirituale. Strabone ha frequentato i sacerdoti di Heliopolis per 13 anni.

Una ristretta cerchia di filosofi post-platonici rinascimentali, custodiva dunque le chiavi della Conoscenza Nascosta? Secondo gli storici, l'ermetismo era nato solo dopo il Medioevo e viene descritto come un movimento gnostico dedito a varie tecniche iniziatiche di derivazione magica, occulta e alchemica, influenzando alcuni grandi pensatori rinascimentali tra cui Giordano Bruno, prima di evolvere in massoneria - verso la metà del XVIII secolo - con Cagliostro...



Cagliostro



La massoneria si basa direttamente sulle antiche conoscenze misteriche egizie; dunque il negromante Cagliostro sapeva di dover scavare ancora più indietro nel tempo (di quanto avevano fatto i suoi predecessori) per riuscire a trovare i Libri della Conoscenza Nascosta di Thot, o quello che erano.

Aveva capito che i Greci ne avevano posseduto una traduzione ritenuta "fedele", e forse questa, o una sua copia, o un'altra collezione di scritti "ermetici" era stata conservata nella biblioteca di Alessandria, dove gli eruditi avevano potuto consultarla.

Prendendo in esame un'ipotesi del genere, la sètta dei sacerdoti egiziani, dopo aver volutamente criptato la traduzione, la lascia cadere nelle mani dei Greci; e questo ci porta alla conclusione che ci sia stato un depistaggio. Tuttavia rimane un punto focale: in quale epoca erano stati scritti i codici originali di Thot, quelli che i Greci non hanno mai visto?

Il mito di Thot era già leggendario ai tempi di Cheope. Come si apprende dal Papiro Westcar, un giorno il Faraone venne a sapere di un vecchio mago in grado di riattaccare una testa mozzata e che conosceva il numero segreto delle stanze nel santuario di Thot, il mago degli dei.

Sembra che Cheope fosse molto interessato a tentare esperimenti magici nella Piramide, e volle convocare l’uomo, che aveva più di cent’anni. L’esperimento fu fatto su di un’anatra, e riuscì perfettamente. A quel punto il Faraone volle sapere dov’erano le stanze dei segreti di Thot, ma gli fu risposto che non si poteva saper nulla fino al rinvenimento di un'indicazione conservata nel tempio di Ra a Eliopoli.

Disse anche che dopo il parto trigemino della moglie di un sacerdote di quel tempio, questa l'avrebbe trovata e sarebbe stata la madre del futuro primo re della V dinastia…

Un altro papiro racconta che Setna, figlio di Ramses II, volesse recuperare i Libri di Thot che si trovavano nella tomba di Neferkaptah.
Avuto il permesso dal padre, Setna apre la tomba e trova i libri, ma viene messo in guardia sulle sciagure che i libri gli avrebbero procurato, da una donna con un bambino che si trovava vicino al sarcofago di Neferkaptah; incurante del presagio nefausto, Setna prende i libri e inizia per lui una tale serie di disgrazie che si convince a riportare i libri nella tomba dove li aveva presi...

Vorremmo ricordare che Thot era giunto sulla terra sulla navicella spaziale i cui resti, compreso il benben (la punta), furono per millenni venerati nel tempio dedicato a Ra costruito a tale scopo e custodito dai sacerdoti. La località dove si trovava il tempio fu denominata dai greci Eliopoli, che associarono il culto di Ra con quello di Elios, accettando per scontato che Ra fosse il Sole.

D'altronde ci sembra l'unica interpretazione logica, tenuto conto dell'epoca e del fatto innegabile che la cultura greca fosse di gran lunga inferiore a quella egizia, che vantava decine di millenni di retaggio. Proprio a proposito di questo retaggio si parla di "Conoscenza Nascosta", e crediamo che il termine sia da interpretare in senso molto lato...


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