venerdì 2 novembre 2012

Enoch, l'Enkilita


Se con Abramo abbiamo il trionfo della strategia di Yahweh, appartenente al pensiero Enlilita oltranzista, prima di lui è la dottrina Enkilita a caratterizzare le vicende dei patriarchi biblici, specialmente quelli antecedenti al Diluvio Universale.

Uno tra i libri della Bibbia che non ci è permesso di leggere è il libro di Enoch (nome ebreo che significa: l'iniziato). Mosé lo elenca tra i progenitori, uno dei patriarchi dell'epoca precedente il diluvio. Figlio di Jared, da millenni la sua figura è oscurata nelle scritture da quella del figlio Matusalemme (che significa: uomo del proiettile), che a quanto pare è campato fino all'età di 969 anni. 

Terminato il suo ufficio terreno, il profeta Enoch ascende verso il cielo in un carro di fuoco. Fortunatamente egli ci ha lasciato le sue annotazioni, che ci ragguagliano sui primi segreti dell'astronomia, sull'origine degli dei e forniscono dettagli per quanto riguarda il « peccato originale ». Il libro di Enoch, originariamente, doveva essere scritto in ebraico o in aramaico, ma il manoscritto originale a tutt'oggi non è ancora stato trovato. 


Se le cose fossero andate secondo la volontà dei Padri della Chiesa, nessuno avrebbe sentito parlare di un libro di Enoch. La perfidia delle cose ha voluto che la primitiva Chiesa abissina accogliesse il testo di Enoch nel proprio canone! La notizia raggiunse l'Europa nella prima metà del 17° secolo, ma solo nel 1773 l'esploratore inglese J. Bruce portò con sé un esemplare del libro in Inghilterra. In seguito apparvero in circolazione alcune copie latine di dubbia origine. 

Nel 1855 il libro fu tradotto per la prima volta in tedesco a Francoforte. Frattanto sono stati scoperti anche frammenti di una versione greca molto antica. Il confronto tra il testo greco e il testo abissino ha mostrato la concordanza tra i due testi, per cui possiamo presumere di trovarci di fronte a un « autentico Enoch ».  

I capitoli dall'l al 5 del Libro di Enoch contengono l'annuncio di un Giudizio Universale. Si afferma che il Dio dei cieli lascera la sua dimora celeste e accompagnato dalle schiere dei suoi angeli farà la sua comparsa sulla terra. I capitoli dal 6 al 16 descrivono la caduta degli « angeli infedeli », elencano i nomi di tutti gli angeli (leggi: astronauti) che disobbedendo agli ordini del loro Dio (leggi: comandante dell'astronave) si uniscono alle figlie degli uomini. 

Nei capitoli dal 17 al 36 vengono descritti i viaggi di Enoch in vari mondi e verso lontani firmamenti. I capitoli dal 37 al 71 contengono i cosiddetti « discorsi per immagini », metafore e allegorie di ogni genere che gli dei raccontano al profeta. Enoch riceve l'incarico di tramandarle; gli uomini del suo tempo non sono in grado di comprendere le nozioni tecniche trasmesse, esse sono destinate a un'epoca successiva. I capitoli dal 72 all'82 forniscono dati, sbalorditivi per la loro esattezza, sulle orbite del sole e della luna, sui giorni intercalari, sulle stelle e sulla meccanica celeste, forniscono determinanti geografiche dell'universo. 

I restanti capitoli contengono discorsi di Enoch col figlio Matusalemme, cui egli annuncia il prossimo diluvio universale. E alia fine del racconto Enoch se ne va in cielo nel suo «carro di fuoco».  Con i brani scelti che mi accingo a riprodurre fedelmente intendo contribuire alia divulgazione del testo di Enoch sottrattoci dai Padri della Chiesa, e, assumendo il ruolo di «enfant terrible» di impensabili «esegesi», fornire nuovi impulsi alia ricerca di pensiero con commenti al margine.  

Capitolo 14 - «Essi mi portarono dentro il cielo» 

Io mi inoltrai, finche fui presso un muro costruito con pietre di cristallo avvolto da lingue di fuoco; ed ecco che comincio a incutermi paura. Entrai in mezzo alle lingue di fuoco e mi approssimai a una grande casa edificata con pietre di cristallo. Le pareti di quella casa parevano pavimenti rivestiti di lastre di cristallo, e il suolo era di cristallo. II soffitto era come il percorso delle stelle e dei lampi, frammezzo erano cherubini di fuoco. Un mare di fuoco avvolgeva le sue pareti, e le sue porte fiammeggiavano. »  Mi sembra quasi certo che qui Enoch viene trasportato in una navicella spaziale dalla terra all'astronave principale in orbita attorno alla terra. La brillantezza della lega metallica con cui è fabbricata la nave spaziale lo induce a credere che sia « costruita con pietre di cristallo ». 

Attraverso un soffitto in vetro blindato resistente al calore poteva vedere stelle e stelle cadenti, e anche osservare il lampeggiare prodotto dal reattore direzionale di piccole astronavi (« Il soffitto era come il percorso delle stelle e dei lampi, frammezzo erano cherubini di fuoco. »). Vede altresì la parete esposta al sole dell'astronave, dai riflessi fiammeggianti. Oppure rimane colpito dagli abbaglianti getti prodotti dai reattori dei razzi frenanti? Indubbiamente ha paura di entrare nel fuoco. Tanto più rimane stupito poco dopo di trovare l'interno della « casa ... freddo come neve ». Ovviamente il nostro inviato speciale Enoch non sapeva ancora nulla delle possibilità offerte dalla compensazione di pressione e dal condizionamento d'aria, tecniche evidentemente ben note agli stranieri.  

Capitolo 15 - « E udii la voce dell'altissimo: "Non temere Enoch, uomo giusto e scrittore di ciò che è giusto... vai e dì ai guardiani del cielo, che ti hanno inviato affinché tu pregassi per loro: voi dovreste in realtà pregare per gli uomini, e non gli uomini per voi! " »  È evidente: ora Enoch sta dinnanzi al comandante, dove l'hanno condotto i « guardiani ». 

Chi sono questi « guardiani »? Ezechiele parla di queste singolari figure; esse compaiono nell'epopea di Gilgamesh, e a tratti anche nei frammentari testi dei rotoli di Lamech, misteriosi rotoli scoperti nelle grotte rupestri che incombono sopra il Mar Morto. In essi la moglie di Lamech, Batenosch, giura al marito di essere gravida per via del tutto naturale, di non aver avuto assolutamente nessun rapporto con nessun « guardiano del cielo ». 

Ed ora ecco di nuovo questi guardiani nella cronaca di Enoch! Il comandante fa due considerazioni molto significative nel discorso con cui si rivolge ad Enoch: in primo luogo si rivolge a lui come « scrittore », lo annovera quindi tra i membri della ristretta casta delle persone che possiedono la scrittura; in secondo luogo il comandante afferma con aperto dileggio che in realtà i « guardiani » dovrebbero pregare per gli uomini, non invece gli uomini per i « guardiani ». 

E chiarisce immediatamente il suo pensiero: « (Dì ai guardiani)... perché avete abbandonato l'alto e sacro cielo, giaciuto con donne, vi siete contaminati con le figlie degli uomini, vi siete presi delle mogli e avete fatto come i figli della terra e avete generato figli giganteschi? Sebbene foste immortali, vi siete macchiati col sangue delle donne e avete generato figli col sangue della carne, avete desiderato il sangue dell'uomo e avete generato carne e sangue come fanno coloro che sono mortali. »  Il passo dev'essere così interpretato: in confronto agli abitanti della Terra gli astronauti erano molto più vecchi, apparentemente immortali. 

Il comandante aveva certamente già deposto una squadra di suoi « guardiani » sul pianeta azzurro molto prima dell'incontro descritto da Enoch, per aprire la strada a spedizioni successive. Ed ecco che al suo ritorno sulla Terra deve constatare con sua grande sorpresa che « i guardiani » si sono uniti alle figlie degli uomini. Eppure si trattava certamente di individui educati e dotati di tutte le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per un'impresa di quel genere. Ed ecco che si accoppiano contro gli ordini ricevuti! 

Nell'ipotesi che i « guardiani » avessero trasformato i primitivi col codice genetico, forse già alla seconda generazione di questi esseri « rinnovati » sarebbe stato possibile il contatto sessuale; e proprio questo è il rimprovero mosso dal comandante.  Poiché gli extraterrestri grazie a una diversa costituzione e a diverse potenzialità biologiche invecchiavano fino a un'età incomparabilmente più elevata degli esseri incontrati sulla terra, potevano benissimo attendere anche due, tre o più generazioni del loro allevamento prima di darsi al più antico divertimento di tutti gli esseri viventi terrestri. E questo al comandante non piacque affatto. 

Ed è comprensibile.  Capitolo 41 - « Io vidi gli spazi del sole e della luna da cui essi provengono e verso cui fanno ritorno. Poi vidi il loro magnifico ritorno, come uno ha la precedenza dopo l'altro, la loro splendida via, come essi non la oltrepassano, non aggiungono niente ad essa e niente tolgono... Poi l'invisibile e visibile cammino della luna, ed essa ripercorre la corsa del suo cammino in ogni punto giorno e notte. »  Nicolò Copernico scrisse la sua opera principale « Sei libri sulle rivoluzioni dei corpi celesti » nel 1534. 

Galileo Galilei scoprì nel 1610 con un telescopio da lui costruito le fasi di Venere e le lune di Saturno. Gli scritti di questi due ricercatori della natura furono messi all'Indice. Giovanni Keplero scoprì nel 1609 le due leggi del moto dei pianeti, cui diede per primo una spiegazione dinamica: risultava che i movimenti dei pianeti erano provocati da una forza che promanava dal Sole. Tutte queste conoscenze mancavano al padre Enoch!  Capitolo 43 - « Io vidi lampi e le stelle del cielo, e come ognuna veniva chiamata col suo nome e con autentica misura veniva pesata, a seconda della forza della sua luce, della distanza del suo volume e del giorno della sua apparizione. » 

In effetti gli astronomi classificano le stelle con nomi specifici e a seconda dell'ordine di grandezza (« pesate con autentica misura »), della brillantezza (« a seconda della forza della sua luce »), nonché della posizione nello spazio (« distanza del volume ») e del giorno in cui sono osservate per la prima volta (« giorno della sua apparizione »).  Da dove poteva trarre questi dati il profeta antidiluviano se non da cosmonauti extraterrestri?  

Capitolo 60 - « Poiché il tuono ha leggi fisse per la durata del suono, che sono per lui determinate. Tuono e lampo non sono mai separati. »  È noto che il tuono nasce dall'improvvisa espansione dell'aria arroventata dal lampo e si propaga alla velocità del suono (333 m/sec). Il tuono ha leggi fisse « per la durata del suono ». Quante leggi della natura sarebbero state scoperte molto prima se i censori della Bibbia non ci avessero sottratto questi testi!  

Capitolo 69 - « Questi sono i capi dei loro angeli e i nomi delle loro guide di 100, 50 e 10. Il nome del primo è Jequn; egli è colui che traviò i figli degli angeli, li condusse giù sulla terraferma e li rese lascivi attraverso le figlie degli uomini. Il secondo si chiama Asbeel; costui impartì ai figli degli angeli cattivi consigli, cosicché essi contaminarono i loro corpi con le figlie degli uomini. Il terzo ha nome Gadreel; egli è colui che insegnò ai figli degli uomini ogni sorta di colpi mortali. Egli mostrò anche agli uomini gli strumenti di morte, la corazza, lo scudo, la spada e in generale ogni sorta di strumento. Il quarto porta il nome di Penemue; egli ha mostrato ai figli degli uomini la differenza dell'amaro e del cattivo e ha rivelato loro tutti i segreti di questa sapienza. 

Egli ha anche insegnato agli uomini la scrittura con carta e inchiostro. Il quinto si chiama Kasdeja; costui ha insegnato ai figli degli uomini ogni sorta di colpi degli spiriti e dei demoni, i colpi dell'embrione nel corpo della madre, affinché fuoriesca, il morso del serpente, i colpi inferti dalla calura di mezzogiorno e i colpi dell'anima. »  Enoch riferisce sulla rovina portata dagli extraterrestri sul pianeta. Bambini vennero traviati. Figli degli uomini appresero l'uso di armi mortali. Kasdeja li ha forse istruiti anche sui metodi abortivi (« colpi dell'embrione nel corpo della madre, affinché fuoriesca)? Li ha forse familiarizzati con la psichiatria (« colpi dell'anima »)?  

Capitolo 12 - « Ogni giorno il sole sorge da quella seconda porta e tramonta a occidente; egli ritorna di nuovo ad est e sorge nella terza porta per 31 mattini e tramonta a occidente del cielo. Quel giorno la notte diminuisce e consta di nove parti, e anche il giorno consta di nove parti, e la notte si uguaglia al giorno, e l'anno consta esattamente di 364 giorni. La lunghezza del giorno e della notte, la brevità del giorno e della notte, la loro differenza nasce dalla rotazione... 

La piccola luce in questione è chiamata la Luna. Ogni mese il suo sorgere e il suo tramonto sono diversi; i suoi giorni sono come i giorni del sole, e quando la sua luce è uniforme, la sua luce riceve la settima parte della luce del sole, e in questo modo sorge... Una metà di essa spicca per 1/7, e tutta la restante è vuota e priva di luce, eccetto 1/7 e 1/14 della metà della sua luce... »  Per ordine del comandante, Enoch annota i dati parola per parola, affinché possano essere compresi in epoche successive. 

Questo compendio di astronomia per pagine e pagine brulica di complicati calcoli irti di frazioni e di potenze, che si avvicinano in modo impressionante e assolutamente incomprensibile, alle nostre attuali nozioni.  Prima di sparire nell'universo con gli dei, Enoch inculca bene in testa a suo figlio:  Capitolo 82 - « Ed ora Matusalemme, figlio mio, io ti narro tutto questo e lo metto per iscritto per te; io ti ho svelato tutto e ti ho consegnato i libri che concernono tutte queste cose. 

Conserva, Matusalemme figlio mio, i libri di mano di tuo padre e trasmettili alle future generazioni del mondo. »  Quanto « solennemente » sia stata mantenuta la promessa di trasmettere il testo, lo dimostrano i Padri della Chiesa. Erano forse preoccupati che la verità venisse alla luce troppo presto?  

Degli scrìtti di Esdra sopravvivono nella Bibbia solo dieci magri capitoli, il cosiddetto « Libro di Esdra ». Esdra, che in ebraico significa « L'aiuto », era sacerdote e scriba. Nel 458 a.C. riportò gli ebrei dalla cattività di Babilonia a Gerusalemme (la data collima con gli elementi forniti da Ezechiele). Esdra vincolò la comunità giudaica alla Thora, ai cinque libri di Mosé, alla Legge. Oltre il libro canonico, cioè riconosciuto, di Esdra, ne esistono altri due non riconosciuti, due libri apocrifi, e il « quarto » Libro di Esdra, composto originariamente in lingua ebraica, un'Apocalisse del 1° secolo dopo nuova era.

Fonte : "Enigmi dal passato" di Erich Von Daniken  - Sugar edizioni -

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