La conoscenza di un’avanzata civiltà di 5000 anni fa ed il genio di uno scienziato di frontiera del XIX secolo avrebbero fornito all’umanità le chiavi per comprendere la natura dell’ Universo e l’impiego di una nuova forma energetica. Perché simili scoperte restano ancora oscure e ignorate dalla scienza?
Le intuizioni dello scienziato Nikola Tesla erano decisamente avanzate rispetto al tempo in cui visse. Le sue invenzioni ed i suoi studi non furono sempre incompresi (o ignorati) perché troppo al di là della media conoscenza delle leggi e dei fenomeni fisici. A distanza di anni, si vedono i risultati del suo lavoro.
Chi studia Tesla, ammette che riuscì a comprendere nozioni che attualmente si iniziano solo ad intuire.
Ciò che lui realizzò era il frutto di studi avanzati, tant’è che fu appena compreso dai suoi collaboratori. Forse, per le sue ricerche tanto rivoluzionarie da richiedere un approccio diverso alla fisica, ebbe la necessità di assimilare dalle discipline orientali un nuovo modo di spiegare e comprendere la realtà della natura. Tesla, certamente per questa motivazione, incluse l’antica terminologia sanscrita nelle sue descrizioni dei fenomeni naturali. Fin dal 1891 delineò l’ Universo come un sistema cinetico riempito di energia imbrigliabile in ogni luogo.
I suoi concetti durante gli anni successivi furono enormemente influenzati dagli insegnamenti di Swami Vivekananda, il primo di una serie di Yogi orientali che portarono la filosofia e la religione Vedica in Occidente. Dopo l’incontro con Swami e dopo aver continuato lo studio della visione orientale dei meccanismi che guidano il mondo materiale, Tesla iniziò ad usare le parole sanscrite Akasha e Prana, ed il concetto di etere luminifero (portatore di luce) per descrivere la fonte, esistenza e costituzione della materia. Concetto questo largamente impiegato in passato per spiegare molti fenomeni naturali, ma non si riuscì mai a definire matematicamente l’etere, come tessuto infinito e comune che permea tutto nell’ Universo.
La scienza Vedica e Swami Vivekananda - Swami Vivekananda
Tali concetti propri dei moderni studi fisici sono affrontati nei Veda, una collezione di antichi scritti indiani composti da inni, preghiere, miti, cronache, dissertazioni sulla scienza, la natura ed il mondo reale, risalenti almeno a 5000 anni fa. La natura della materia, dell’antimateria e le concezioni sulla struttura atomica vengono descritte nei testi Vedici, con grande modernità di spiegazioni e dissertazioni. Generalmente tutti i timidi tentativi d’interpretazione della natura in testi di culture del passato peccavano di ingenuità concettuale, cosa assolutamente assente nei Veda, scritti in Sanscrito, la cui origine non è stata ancora capita totalmente.
Studi condotti da linguisti occidentali suggeriscono che tale idioma sia nato sull’Himalaya e nel sud dell’India da migrazioni della cultura Indo-Ariana. Paramahansa Yogananda ed altri storici, comunque, dissentono, ritenendo non ci siano sufficienti prove in India per sostenere tale tesi. Ci sono parole in Sanscrito che descrivono concetti totalmente sconosciuti agli occidentali e singoli vocaboli richiederebbero interi paragrafi per la traduzione in una lingua occidentale. Tesla, dunque, utilizzava i termini vedici per cercare una chiave esplicativa delle sue idee sull’elettromagnetismo e la natura dell’ Universo.
Ma dove apprese i concetti Vedici e la terminologia Sanscrita? Molti sostengono attraverso la sua collaborazione con Swami Vivekananda. Nato a Calcutta, in India nel 1863, Vivekananda fu ispirato dal suo maestro, Ramakrishna, a mostrare all’uomo ogni manifestazione visibile del Divino. Nel 1893 intraprese un viaggio in Occidente, atteso dal Parliament of Religions tenuto a Chicago.
Durante i tre anni nei quali girò gli Stati Uniti e l’Europa incontrò molti dei più conosciuti scienziati del tempo, inclusi Lord Kelvin e Tesla, il quale, specializzato nel campo dell’elettricità, rimase molto impressionato nell’ascoltare da Swami la sua spiegazione della cosmogonia Samkhya e la teoria dei cicli dati da Hindus. In particolare per la somiglianza fra la teoria di Samkhya sulla materia e l’energia e quella della moderna conoscenza scientifica. Fu ad un party in casa dell’attrice Sarah Bernhardt che avvenne il primo incontro fra Tesla e Vivekananda.
In effetti, in una lettera ad un suo amico, datata 13 Febbraio 1896, il maestro annotò quanto segue: “… Mr. Tesla è rimasto catturato sentendo parlare del Vedico Prana, Akasha e il Kalpas, ed in accordo con lui sono convinto che siano le uniche teorie che la scienza moderna potrebbe appoggiare… Mr. Tesla pensa poi di poter dimostrare matematicamente che la forza e la materia siano riducibili ad energia potenziale. La prossima settimana gli farò visita per vedere questa dimostrazione matematica”.
Vivekananda sperava che Tesla riuscisse a dimostrare che ciò che noi chiamiamo materia non è altro che energia potenziale, in quanto questo avrebbe riconciliato gli insegnamenti dei Veda con la scienza moderna. Swami arrivò alla conclusione che “in questo caso, la cosmologia Vedica sarebbe basata su sicuri fondamenti scientifici”.
Tesla, assimilando la terminologia e la filosofia sanscrita, scoprì che esse fornivano il miglior modo per descrivere i meccanismi fisici dell’ Universo, così come lui lo vedeva. Pur tuttavia, sembra aver fallito nel dimostrare l’identità matematica fra energia e materia. Se vi fosse riuscito, a Swami Vivekananda non sarebbe sfuggito. La prova matematica dei principi giunse solo dieci anni dopo, quando Albert Einstein pubblicò i suoi studi sulla Relatività. Ciò che in Oriente era conosciuto da almeno 5000 anni, venne reso noto anche in Occidente.
Una fonte d’energia innovativa
Sebbene Tesla non abbia mai accettato molti degli assunti della Relatività e delle teorie quantistiche, e non abbia potuto trovare la connessione fra materia ed energia, intravide la possibilità di conseguire un’ energia libera ed illimitata, come dimostra il seguente brano:
“Può l’Uomo controllare la più grande, la più temibile ispirazione dei processi della natura? … Se lo può fare, l’Uomo potrà avere accesso ad una potenza pressoché illimitata e soprannaturale… Potrebbe trovare il modo di far collidere e produrre i suoi soli e stelle, il calore e la luce. L’Uomo potrebbe creare e sviluppare la vita in ogni sua infinita forma… Tali poteri lo porrebbero al fianco del creatore, gli farebbero adempiere il suo ultimo destino”.
Kristo Papic - Il segreto di Nikola Tesla
Tesla ha posto quesiti, postulato congetture, cercato risposte. Se avesse sviluppato una sorgente di free energy, o avesse compreso come manipolare lo spazio-tempo e la gravità, avrebbe certamente ottenuto le risposte.
Oggi possiamo accertare che l’umanità non si è ancora impadronita della potenza infinita dell’ Universo, così come previsto da Nikola Tesla. La questione sembra essere ancora aperta, perché?
Sistemi e mezzi che impieghino le free energy, se fattibili, non dovrebbero essere al di là della tecnologia già in nostro possesso, e potrebbero rivoluzionare lo status quo socio-economico dell’intero pianeta, eliminando qualsiasi disuguaglianza fra tutte le nazioni. Un quarto della popolazione mondiale consuma annualmente i tre quarti delle risorse planetarie. Pertanto solo per quattro miliardi circa di persone (su sei) potrebbero esserci speranze di sostentamento sicuro e duraturo. Conflitti originati per la fame e la sopravvivenza sono presenti quasi in ogni luogo ed angolo del pianeta. Una fonte di energia realmente innovativa ed a costo zero potrebbe incrinare o persino modificare tale precaria situazione.
Le implicazioni socio-economiche
Il perché oggi non si sia arrivati ad usare sistemi che “sfruttino” le free energy può essere inquadrato in due modi: uno scientifico-accademico e l’altro economico. Il primo tirerebbe in ballo innumerevoli principi fisici (in testa quello di conservazione dell’ energia) che “matematicamente” escluderebbero la possibilità dell’esistenza di fonti di energia infinite e utilizzabili. Il secondo, vedrebbe entrare in campo un principio, forse non scritto, che vale nell’ Economia: un prodotto, o un servizio, è sfruttabile quando è monopolizzabile ed esauribile.
In altre parole, se esiste un prodotto, o un servizio, che non fa guadagnare nessuno non potrà mai essere messo a disposizione di qualsiasi utente. A monte di tutto: “Qualcuno deve guadagnare”. Le energie libere, quindi, per definizione non sarebbero commercializzabili: nessuno potrebbe vendere energia prodotta gratis o infinita poiché ognuno sarebbe indipendente e non avrebbe necessità di soggiacere alle leggi dell’ economia mondiale.
Se Tesla (o chi ne ha carpito e sfruttato le scoperte) avesse individuato il modo di generare infinita energia, per le motivazioni appena descritte, è normale che oggi non se ne sappia nulla e che ufficialmente non se ne parli. Lo stato attuale dell’ economia è fondato proprio sulla necessità di un monopolizzatore che guadagna e un utente finale che spenda. La banalità di questo concetto è tale che purtroppo tutti ne sono consapevoli e ne intuiscono le probabili conseguenze.
Le free energies annienterebbero i vari monopoli, non essendo più indispensabili lo sfruttamento delle fonti di energia naturali né il denaro utile al loro possesso da parte di pochi. Purtroppo per gli “scienziati ufficiali”, il concetto delle free energies, e il conseguente eventuale loro impiego, non è assolutamente in contrasto con alcuna legge fisica. Forse non a caso Tesla non accettava completamente le teorie di Einstein: la Relatività, non esclude la possibilità di energia infinita praticamente gratis, ma la rende inutilizzabile poiché incontrollabile (la nota equazione E=mc2 di fatto conduce a conclusioni del genere).
Tesla forse intuì, grazie allo studio delle concezioni scientifiche Vediche, che l’ energia libera è uno stato della materia, piuttosto che un risultato di una sua manipolazione. Compatibilmente con Einstein, comunque, era sicuro che la materia fosse energia. Qual è allora la differenza fra il modo di vedere la natura in Occidente e quello in Oriente?
I Vimaanika Shastra: tecnologia antica da interpretare correttamente
I Veda contengono tutte quelle concezioni e quel vasto corredo di termini scientifico-filosofici che Tesla studiò e con i quali descrisse la natura così come lui la vedeva, realizzando i progetti tecnologici che da ciò scaturirono. Inoltre contengono le cronache e le descrizioni di eventi storici avvenuti più di 5000 anni fa in India e personaggi e mezzi che vi presero parte. I velivoli descritti in battaglie e scontri epocali sono i Vimana, macchine volanti con una tecnologia avanzatissima per l’epoca storica a noi nota e rivoluzionaria per la nostra civiltà, in quanto messaggio cifrato di conoscenze tramandate da millenni.
La commistione percepibile nei testi Vedici fra filosofia e scienza, mondo spirituale e mondo fisico, con termini (fra i quali quelli acquisiti da Tesla) comuni all’uno o all’altro campo, fa intuire che vi fosse una mentalità all’epoca degli eventi descritti (non più considerabili, a questo punto, come mitici) completamente diversa e in sintonia con la Natura. Ne è esempio il concetto orientale dei Chakra (vortici di energia) sul corpo umano, portali energetici (amplificatori) fisici e psichici, del tutto simili alle descrizioni dei sistemi di propulsione adottati dai Vimana.
Vortici di materia ( mercurio) incendiati con il fuoco ( energia), che genererebbero una sorta di lenti amplificatrici di energia, in grado di far sostentare nell’aria questi ordigni, fanno intuire, come allora in India non vi fossero differenze fra mondo spirituale e fisico. Se guardiamo, invece, alla storia dell’Occidente, tale dicotomia è presente da sempre. Che Tesla avesse trovato nei termini Vedici totale correttezza descrittiva delle sue teorie, fa capire che avesse immaginato ciò che, oggi, predicano i fautori della free energy. Il mondo materiale e spirituale sottostanno ad uguali leggi che governano anche il microcosmo ed il macrocosmo.
Le free energies sono relegate a curiosità scientifica, o ad un’eresia, perché affermare che siano realizzabili, anche solo teoricamente, annullerebbe il monopolio della scienza ufficiale messo in atto dall’establishment scientifico-economico. Tutti sono apertamente in gara per la scoperta (o la creazione) della grande Teoria Unificatrice, il Sacro Graal, che darà potere a chi lo “agguanterà” per primo. Proprio Tesla, con i suoi studi e le sue invenzioni, alla base di molte conquiste tecnologiche moderne, ha concretizzato in parte la comprensione di acquisire ed utilizzare fonti energetiche inesauribili ed infinite, comprendendo la tanto agognata Teoria Unificatrice, forse riuscendo ad afferrarne il concetto proprio grazie alle concezioni filosofico-scientifiche orientali dei testi Vedici.
Tesla usò alcune terminologie sanscrite intraducibili, lasciando intendere di averne compreso a fondo il significato, così come noi crediamo che ciò che nei Veda viene esposto riguardo i Vimana sia una sorta di antologia d’informazioni codificate per mezzo di disegni, diagrammi e descrizioni d’eventi e personaggi simbolici. Tutto, al fine di tramandare nozioni e concetti universalmente validi che possano condurre ad un’evoluzione sia spirituale che tecnologica. Probabilmente Tesla riuscì ad intravedere tale possibilità, ed ecco perché a cavallo fra 19° e 20° secolo era talmente avanti negli studi e nelle applicazioni delle leggi della fisica da poter essere paragonato a un novello Leonardo Da Vinci.
Casualmente fece una fine ambigua e sparirono gli scritti dei suoi studi
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