Gli uomini dalla pelle blu, ieri come oggi, sono lì, a testimoniare l’esistenza di una storia che non conosciamo.
Lunedì 23 Settembre moriva in un ospedale di Washington, per un ictus legato alle complicazioni di un carcinoma prostatico che l’aveva colpito da diversi anni, il californiano (anche se originario dell’Oregon) sessantaduenne Paul Karason, l’uomo che aveva stupito il mondo con la sua insolita pelle blu e la folta barba bianca, caratteristiche che gli erano valse il soprannome di “Grande Puffo”.
La causa della pigmentazione della sua epidermide deriva dal fatto che, così come riportato nell’articolo di un noto quotidiano nazionale italiano, Paul Karason si era sottoposto tempo fa a una cura a base di argento colloidale per curare alcuni problemi dermatologici. Tuttavia, come effetto «collaterale» la sua faccia era diventata completamente blu. La colorazione era infatti dovuta ad un vecchio medicinale ampiamente utilizzato prima della scoperta della penicillina, un preparato a base di argento sotto forma colloidale appunto, che Karasan si era fatto in casa e autosomministrato per oltre dieci anni; voleva curarsi una dermatite da stress insorta dopo la morte del padre.
Paul Karason nel video della NBC
Karason ha passato gli ultimi anni della sua vita isolato dal mondo, fino a quando uscì allo scoperto nel 2008. Il suo isolamento finì quando comparì per la prima volta in una video-intervista trasmessa dal canale NBC durante uno speciale del programma “Today” da cui sono tratte le immagini sopra riportate. La partecipazione alla trasmissione gli fruttò la fama mondiale, le interviste e le ospitate televisive, ma fu anche la sua maledizione, perché a causa del colore della sua pelle fu costretto a trasferirsi dall'Oregon alla California, perse la casa e non trovò mai un lavoro fisso.
Seppur molti articoli riportanti la notizia della sua morte tendano a collegare l’utilizzo dell’argento colloidale alla sua morte sarebbe interessante sapere davvero quanto l’uso del medicamento possa aver influito nell’ evoluzione di tale patologia e se altre persone che ne hanno abusato in epoca precedente al suo divieto abbiano subito delle modificazioni neoplastiche a livello prostatico.
L'argento colloidale è stato messo fuorilegge negli Stati Uniti dal 1999 proprio a causa degli effetti indesiderati che scatena dopo l'assunzione per lunghi periodi e in grandi quantità.
Ma è altresì vero che altre correnti di studio dimostrerebbero l’efficacia dell’argento colloidale nella cura di numerose malattie e patologie. Prima dell'avvento degli antibiotici nel 1938 l'argento colloidale era considerato come uno dei fondamentali trattamenti per le infezioni. E' stato provato essere efficace contro più di 650 differenti malattie infettive, a confronto degli antibiotici chimici che forse lo sono contro una mezza dozzina. La seguente è una lista parziale, tratta dal sito Disinformazione.it, di alcuni usi documentati dell'uso dell'argento, particolarmente nella forma colloidale per il trattamento di varie malattie e agenti patogeni.
Acne, artrite, ustioni, avvelenamento del sangue, cancro, candida albicans, colera, congiuntivite, cistite, difterite, diabete, dissenteria, eczema, fibrosi, gastrite, herpes, herpes zoster (fuoco di S.Antonio), impetigine, infiammazione della cistifellea, infezioni da lieviti, infezioni oftalmiche, infezioni dell'orecchio, infezioni alla prostata, infezioni da streptococchi, influenza, problemi intestinali, lebbra, leucorrea, lupus, malaria, meningite, morbo di Lyme (borelliosi), pertosse, piede d'atleta, polmonite, pleurite, reumatismi, riniti, salmonellosi, scarlattina, seborrea, setticemia, tumori della pelle, verruche, sifilide, tubercolosi, tossiemia, tonsillite, tracoma, ulcere.
Il ritorno dell'argento in medicina risale ai primi anni '70. Il dott. Carl Moyer, presidente del Washington Department of Surgery, ricevette un contributo per sviluppare migliori trattamenti per le vittime di ustioni. Il dott. Margraf, biochimico, lavorò con il dott. Moyer e altri chirurghi per trovare un antisettico abbastanza forte ma anche sicuro da usare su ampie parti del corpo. Il risultato dei loro sforzi fu quello di trovare centinaia di nuovi utilizzi medici per l'argento. Quella colloidale è l'unica forma di argento che può essere usata con sicurezza come integratore.
E' assorbito nei tessuti lentamente così da non causare irritazioni, diversamente dal nitrato di argento, che, data la sua azione tossica, reagisce violentemente con i tessuti del corpo. Le particelle colloidali si diffondono gradualmente attraverso il sangue fornendo un'azione terapeutica prolungata nel tempo. Molte forme di batteri, funghi e virus utilizzano un'enzima specifico per il loro metabolismo. L'argento agisce come catalizzatore disabilitando l'enzima. I microrganismi in questo modo soffocano.
Per le forme di vita primitive come i microrganismi, l'argento è tossico come i più potenti disinfettanti chimici. Non c'è alcun organismo nocivo che possa vivere in presenza di anche minuscole tracce di semplice argento metallico. Secondo test di laboratorio, batteri distruttivi, virus e funghi sono eliminati nel giro di pochi minuti di contatto. Il dott. Larry C. Ford del Department of Obstetric and Gynecology, UCLA School of Medicine, USA, in una lettera datata 1 novembre 1988 scrive che le soluzioni di argento hanno proprietà battericida e fungicida per la Candida Albicans e la Candida Globata.
Il dott. E.M. Crooks ha dichiarato che l'argento colloidale elimina organismi patogeni in tre o quattro minuti di contatto. Infatti non c'è microbo conosciuto che non sia ucciso dall'argento colloidale in sei minuti o meno e senza produrre effetti secondari. L'argento colloidale è efficace contro parassiti, infezioni, influenza, e fermentazione. E' senza gusto, senza odore e non tossico.
E' efficace ai pasti come aiuto alla digestione in quanto impedisce la fermentazione dei cibi nell'intestino. Non macchia la pelle, diversamente da alcuni preparati farmaceutici a base di argento che lo fanno in maniera notevole. Il dott. L. Keene (John Hopkins University) ha affermato che dal punto di vista terapeutico, solo i metalli colloidali presentano la necessaria omogeneità, le dimensioni delle particelle, la purezza e la stabilità per un grande risultato terapeutico.
L’argento colloidale è conosciuto da molto tempo in ambito medico alternativo per le sue speciali proprietà. Già dai tempi dei greci e dei romani, le corti reali usavano banchettare con posate d’argento in recipienti dello stesso metallo, tanto che si diceva il sangue nobile blu, derivasse a causa delle minute tracce del puro metallo che assimilavano regolarmente.
Altre applicazioni dell’argento colloidale sono:
- in Canada, Svizzera ed USA i medici utilizzano vari tipi di argento per curare molteplici infezioni;
- negli USA l’argento è usato nella chirurgia delle ossa;
- naturopati e omeopati usano l’Argento colloidale per il 70% degli ustionati gravi;
- nella Medicina Cinese, nell’Ayurveda e nell’omoepatia i terapeuti usano regolarmente l’argento nei loro trattamenti;
- in Svizzera i biochimici stanno studiando la capacità dell’Argento di interrompere la replicazione delle cellule HIV (AIDS) nei vari stadi;
- la NASA utilizza un sistema di purificazione dell’acqua con argento sugli space shuttle, la stessa cosa la fanno i russi;
- le compagnie aeree Air France, Alitalia, British Airways, Canadian Pacific, Japan Air Lines, KLM, Lufthansa, Olympic, Pan Amaro Svedese, SAS e Swissair utilizzano filtri d’acqua in argento per circroscrivere le infezioni batteriche;
- l’argento viene utilizzato spesso nelle piscine al posto del cloro il quale è invece risultato essere un elemento chimico altamente tossico;
- aziende giapponesi usano l’Argento per rimuovere assido cianidrico e nitrico dall’aria.
Ma l’argento non è il solo elemento chimico utilizzato a livello molecolare in ambito medico.
Da tempo l'oro viene usato per fini medici. Ha effetti impareggiabili sul corpo fisico e per il trattamento di alcune malattie. Intorno al 1885 l'oro colloidale era comunemente usato in America come base nella cura della dipsomania (il bisogno incontrollabile di assumere alcol). L'oro colloidale originale è noto per le sue proprietà antiinfiammatorie. Pare che sia efficace per alleviare il dolore e il gonfiore causato da artrite, reumatismi, borsite e tendinite. In passato veniva usato per placare il bisogno di assumere alcol, per disturbi digestivi, problemi circolatori, depressione, obesità e ustioni. Si ritiene che sia molto efficace per ringiovanire le ghiandole, nel prolungare la vita e migliorare le funzioni cerebrali.
Anche se l'oro colloidale originale non esercita la stessa azione germicida e antibatterica dell'argento colloidale originale, può avere l'effetto di bilanciare e armonizzare il corpo, in particolare nei casi di instabilità mentale ed emotiva, come la depressione, S.A.D. (disturbo legato al cambio di stagione), malinconia, dolore, paura, disperazione, angoscia, frustrazione, tendenze suicide... le malattie comunemente chiamate "male di vivere". Da sempre l'oro è noto per il suo effetto sull'attività cardiaca, dato che migliora la circolazione sanguigna.
Ricerche mediche e cliniche hanno dimostrato che l'oro può essere usato per curare artrite, reumatismi e sifilide. è utile nel trattamento di tubercolosi, sclerosi multipla, disfunzioni sessuali, problemi spinali, lupus discoide, incoordinazione ghiandolare e nervosa, asma bronchiale, e in alcune operazioni alle terminazioni nervose. L'oro colloidale ha un effetto diretto sulle cellule, specie quelle cerebrali e nervose, ha proprietà sedative che tuttavia non intaccano la trasmissione degli impulsi nervosi. L'oro viene usato comunemente in medicina, fra l'altro per strumenti chirurgici nel trapianto dei tessuto osseo e negli aghi per agopuntura.
In un articolo medico sui tumori non operabili, il dott. Edward H. Ochsner, consulente chirurgico all'ospedale di Augustana, negli USA, ha scritto che l'oro colloidale può avere un effetto inibitorio sulla crescita dei tumori. Le sue ricerche hanno dimostrato che può contribuire a ridurre le dimensioni dei tumori, alleviare il dolore, migliorare l'appetito e la digestione, e aumentare il peso e la forza fisica. è insapore, non è tossico e viene preparato senza additivi, trasportatori né coloranti, con lo stesso processo con cui produciamo il nostro "argento colloidale originale".
Si dice che le origini dell'oro risalgano ad Atlantide, dove i maestri guaritori ne ammiravano le proprietà terapeutiche. Era usato essenzialmente per sviluppare il chakra del cuore, ma anche per la sua capacità di amplificare il pensiero: la purezza dell'oro conserva i pensieri più elevati rendendoli accessibili per il futuro.
Essendo un buon conduttore di elettricità e di forme di pensiero, era un metallo molto costoso e veniva utilizzato nelle poche procedure chirurgiche praticate in quella società. L'oro veniva usato anche per aprire il terzo occhio (v. tradizioni vediche). La sua resistenza agli acidi e al deterioramento rendeva l'oro un metallo perfetto da usare per impiantare vari talismani direttamente sul corpo fisico. La resistenza dell'oro al calore e a forme di vita estranee consentivano questi impianti nel corpo. Tali impianti sono stati trovati nei resti mummificati di diverse civiltà: cinese, egizia, inca, maya e persino in Europa.
L'oro è ampiamente usato nella medicina antroposofica secondo la quale l'energia vitale è compromessa dall'esposizione ad elementi tossici, sia materiali che emotivi. L'oro colloidale originale è uno dei maggiori rinnovatori della nostra forza vitale, poiché agisce in profondità sul DNA delle cellule creando l'ambiente interno necessario per aiutare il corpo ad invertire le condizioni degenerative. Favorisce inoltre la produzione di una frequenza armonica specifica che ottimizza il funzionamento del DNA e aiuta il corpo a correggere stati degenerativi quali il cancro, l'artrite, ed altri tipi di squilibri autoimmuni. Contribuisce inoltre ad alzare la frequenza generale di risonanza armonica della cellula. Gli elementi naturali dell'acqua energizzata contenuti in questa formula sono noti per il loro ruolo nella produzione di energia nel corpo, poiché consentono di mantenere e stabilizzare le frequenze elettromagnetiche ed i modelli specifici dell'oro colloidale.
Se il caso di Paul Karason ha dimostrato che l’utilizzo di argento colloidale, e più in generale di medicine e cure “non convenzionali”, può portare a una pigmentazione della pelle di colore blu la raffigurazione delle divinità secondo l’iconografia di molte civiltà antiche assume un significato diverso. Forse che questi antichi dei, così come Paul Karason, assumessero sostanze chimiche allo stato molecolare per curarsi o reintegrare la loro energia vitale o per scopi che ancora non abbiamo compreso del tutto?
Divinità rappresentate con la carnagione blu
Amon in Egitto fu spesso raffigurato con il viso blu e la carnagione blu, così come anche Shou, Thoth, venivano raffigurati di colore azzurro o blu. Vishna in India, celebrato come il Dio Supremo. In Guatemala, in Messico, Colombia, Perù, Bolivia, leggende tramandate per secoli, parlano di visitatori di colore blu. Il grande dio Sin, di Khafajah, antica città mesopotamica che conobbe il suo splendore con il popolo sumero sotto anche conosciuto come il Dio dalla pelle azzurra e dai capelli di lapislazzuli.
E sono proprio i sumeri a descrivere nelle loro storie risalenti a un passato remoto di Anunnaki che già 450.000 anni fa erano alla ricerca proprio di oro da utilizzare in molteplici applicazioni, forse tra le quali comparivano anche quelle applicazioni molecolari medico-curative.
Enki era il comandante della prima spedizione e dopo 28.000 anni giunse il fratello Enlil, questi prese il comando della spedizione dopo che Enki si trasferì in Africa nei pressi dell'attuale Zimbabwe, per estrarre oro dai vasti giacimenti là presenti nel sottosuolo.
L'oro ha giocato un certo ruolo sulla densità di popolazione che un tempo viveva qui? Il sito si trova a circa 150 miglia da un ottimo porto, il cui commercio marittimo potrebbe avere contribuito a sostenere una popolazione così importante. Ma ricordate che stiamo parlando di quasi 200.000 anni fa!
Le singole rovine sono in gran parte costituite da cerchi di pietre. La maggior parte sono stati sepolti sotto la sabbia e sono visibili soltanto dal satellite o dall’aereo. Alcuni sono stati esposti, quando il cambiamento climatico ha soffiato via la sabbia, rivelando le mura e le fondamenta.
Quando i primi esploratori incontrarono queste rovine, davano per scontato che fossero recinti per il bestiame realizzati da tribù nomadi, come il popolo bantu, che si spostò verso sud e si stabilì in questa terra intorno al sec. XIII. Non si conoscevano le testimonianze storiche di nessuna civiltà precedente, più antica, in grado di costituire una comunità così densamente popolata. Poco sforzo fu stato fatto per indagare il sito perché la collocazione storica delle rovine non era per nulla nota.
Negli ultimi 20 anni, persone come Cyril Hromnik, Richard Wade, Johan Heine e una manciata d’altri hanno scoperto che queste strutture in pietra non sono ciò che sembrano essere. In realtà questi sono ora ritenuti i resti di antichi templi e osservatori astronomici di antiche civiltà perdute, che risalgono a molte migliaia di anni fa.
Sembrerebbe che gli esseri umani abbiano sempre apprezzato l'oro. è anche menzionato nella Bibbia, che descrive i fiumi del Giardino dell’Eden: Genesi 2:11 - Il nome del primo [fiume] è Pishon; scorre intorno a tutto il paese di Havilah, dove c'è l'oro. Il Sud Africa è conosciuto come il più grande paese produttore di oro al mondo. La più grande zona di produzione d’oro del mondo è il Witwatersrand, la stessa regione dove l'antica metropoli si trova. Infatti nelle vicinanze di Johannesburg, una delle città più note del Sud Africa, è anche un luogo chiamato "Egoli", che significa la città d'oro.
Sembra molto probabile che l'antica metropoli sorgesse a causa della sua vicinanza con l'offerta d’oro più grande del pianeta. Ma perché gli antichi lavoravano così alacremente nelle miniere d'oro? Non si può mangiare. E' troppo tenero da utilizzare per la produzione di utensili. Non è molto utile per qualsiasi cosa, tranne gli ornamenti e la sua bellezza fisica è pari con altri metalli come il rame o l’argento. Perché mai l'oro divenne così importante per i primi Homo sapiens?
Forse un retaggio di conoscenze perdute antidiluviane ereditate dagli homo sapiens-sapiens delle civiltà storicamente e tradizionalmente conosciute, quelle stesse che raffiguravano i loro “Antichi Dei” con la pelle blu. Quegli stessi “Antichi Dei” che lasciarono in eredità quelle antiche conoscenze a cui appartenevano anche le applicazioni farmaceutiche di alcuni elementi chimici o altro che potrebbero oggi permettere un salto in avanti non indifferente alla scienza medica ma che al tempo stesso rappresentano un grosso pericolo per le multinazionali chimico-farmaceutiche e l’enorme mercato del farmaco basato su brevetti e sui principi attivi di proprietà di una ristretta oligarchia che controlla il mondo.
I nobili da sempre si uniscono tra di loro, tra consanguinei, forse proprio per preservare a livello genetico un ceppo, una radice comune e antica, collegata a quegli “Antichi Dei”, discendenti di un tempo remoto dimenticato dalla storia che vive ancora oggi nei miti di Atlantide e dell’Età dell’oro. Come sostiene Giorgio Pastore nel suo libro “Dei del Cielo, Dei della Terra” pubblicato da Eremon Edizioni nel 2007 a pagine 243 e 244, all’origine della credenza che i nobili e l’aristocrazia di tutti i secoli siano collegati agli atlanti dei c’è la conferma di Manetone e di Erodoto relativamente al fatto che gli Egizi, i quali facevano molta attenzione all’uso dei colori nei loro affreschi dipingevano Amon e Shu con la pelle azzurra e Osiride e Thot con la pelle verde. Questi sarebbero stati abitanti di Atlantide, scampati al disastro che interessò la loro terra così come il resto del mondo. La prima elìte. I primi sovrani del mondo.
A tal proposito non possiamo tralasciare il fatto che ancora oggi esistono popolazioni di indios dalla pelle tendente al blu sugli altopiani delle Ande oppure il fatto che gli antichi abitanti della Scozia usassero dipingersi la pelle di blu oppure ancora che i Tuareg, popolazione berbera nomade del deserto del Sahara sono anche soprannominati "Uomini Blu", con riferimento alla tradizione degli uomini di coprirsi il capo ed il volto con un velo blu (la tagelmust), del cui colore rimangono alcune tracce sulla pelle.
Un tuareg
Tradizioni, usi e costumi sorgenti forse in ricordo delle caratteristiche fenotipiche dei loro dei o dell’utilizzo che questi facevano dell’argento e dell’oro colloidale proprio come Paul Karason oggi di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo. Caratteristiche genetiche recessive che forse permangono ancora nel codice genetico del genere homo nascoste tra centinaia e centinaia di combinazioni di caratteristiche genetiche dominanti, ma che in taluni, rarissimi, casi e a determinate condizioni riemergono, fornendo oggi preziosi indizi sul nostro passato che difficilmente vengono colti come tali.
In America vive dal 1800 una famiglia con la pelle blu, sono i Fugate. Il colorito bluastro è frutto di un’anomalia genetica a carattere recessivo, che è diventata “dominante” a seguito dei numerosi matrimoni e unione fra consanguinei. Il gene della methaemoglobinemia, questa la definizione dell’alterazione del DNA che la provoca, era inizialmente presente nel codice genetico di Elizabeth Smith, una ragazza dalla carnagione molto chiara e dai capelli rossi, che incontrando e sposando Martin Fugate, un orfano di origini francesi stabilitosi tra le montagne del Kentucky, aveva dato alla luce 7 figli, quattro dei quali con la pelle blu.
La famiglia Fugate in una immagine dell’epoca
La loro condizione, come sottolineano gli studiosi che ne sono venuti a conoscenza nel 1958, è stata ulteriormente accentuata dall’isolamento in cui si trovavano a vivere e quindi dai rapporti sessuali incestuosi. Inoltre, come spiega sul Try City Herald, Ruth Pendegrass, la ricercatrice che si è occupata della famiglia Fugate-Smith, la loro tipicità genetica, detta anche met-H, rendeva il sangue più denso e scuro, provocando anche una riduzione dell’ossigeno nel flusso sanguigno.
Essi, quindi per “potersi vedere come gli altri” e cioè, con una pelle rosea, avevano bisogno di sottoporsi a una serie di trattamenti che modificassero il pigmento naturale dell’epidermide. La dottoressa Pendegrass, infine, ha riportato che, con il passare degli anni, la generazione dei Fugate-Smith ha iniziato a combinarsi con altri individui “esterni” a loro, permettendo al gene met-H di diventare recessivo e “statisticamente insignificante”.
Solitamente il gene che provoca questa malattia è naturalmente recessivo, è capitato però che i Fugate in seguito si imparentassero con un altra famiglia, gli Smith, e in questa famiglia qualcuno possedeva il medesimo gene recessivo. A causa del ristretto numero di appartenenti alla comunità, le due famiglie continuarono a unirsi tra consanguinei e i membri della famiglia continuarono ad avere la caratteristica carnagione blu, fino agli anni’ 60. Gli uomini dalla pelle blu, ieri come oggi, sono lì, a testimoniare l’esistenza di una storia che non conosciamo, ma che abbiamo il diritto di sapere e il dovere di ricercare. Un altro tassello del puzzle a cui cerchiamo di trovare la collocazione idonea nel grande Mosaico della Verità.
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