- di Marco Di Antonio -
Nelle più avvincenti inchieste poliziesche di ogni tempo, un elemento su tutti sembra indiscutibile: le forze dell’ordine cercano, con ogni mezzo, di individuare il colpevole del misfatto. Non può, dunque, non sorprendere la scoperta che, nel caso della teoria evoluzionista associata al nome del celebre naturalista britannico, tutto sia stato fatto dalle autorità per tentare di coprire esecutori e mandanti, fiancheggiatori e conniventi di quello che possiamo definire un “reato scientifico”. Ma andiamo con ordine. Nel 1859, Darwin pubblica la sua opera più importante, “On the origin of species”.
In tredici capitoli espone una teoria dell’evoluzione che, al termine del volume, paragona, nei suoi effetti, a quella newtoniana: la legge della gravitazione universale formulata dal celebre Isaac non spiega le cause del fenomeno, ma nessuno può dubitare dei risultati che emergono dalla legge stessa. Purtroppo, però, la teoria dell’evoluzione non consente di effettuare esperimenti, cioè previsioni che ne confermino sperimentalmente la validità. Anzi, gli unici fatti che consentirebbero “previsioni” scientifiche sono costituiti dai reperti fossili, che mostrano chiari segni del contrario: la stasi delle specie attraverso diverse ere geologiche contraddice in modo evidente l’ipotesi del gradualismo dell’evoluzione che Darwin ha adottato da Lamarck.
Quanto, poi, al meccanismo di “selezione naturale”, è suggestivo notare che esso viene postulato come elemento basilare della teoria darwiniana, estendendo al regno naturale una teoria formulata alla fine del ‘700 dal connazionale Thomas Malthus nel campo dell’economia: suggestivo, perché proprio la teoria malthusiana aveva mostrato alla prova dei fatti i suoi limiti scientifici ancora prima che l’opera di Darwin venisse pubblicata. Perchè, allora, la Royal Society fece di tutto per legittimare la teoria di Darwin e il meccanismo della selezione naturale come la spiegazione ultima del funzionamento della natura? Tanto coriacea fu la difesa della teoria darwiniana che a Thomas Huxley, presidente della Royal Society, valse il titolo di “mastino di Darwin”. Una trama troppo misera per un thriller mozzafiato? Che ne dite del fatto che due nipoti di nonno Huxley – figli entrambi di Leonard – diventino uno il primo Direttore Generale dell’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e l’altro l’autore dell’inquietante romanzo fantascientifico “Il mondo nuovo”?
Per chi non si accontenta di risposte pre-confezionate, contenute nella propaganda e nei manuali scientifici forniti dalla scuola e dall’università, un viaggio pieno di spunti entusiasmanti per mettersi in cammino, sulle tracce della verità.
Riflessioni e considerazioni tratte dalla lettura di un libro che vi consigliamo e del quale avevamo già parlato brevemente, in una piccola intervista fatta all’autore, Enzo Pennetta: “Inchiesta sul darwinismo, Come si costruisce una teoria”.
Del resto, da grandi, si è più in grado di mettere in discussione ciò che, da piccoli, si è imparato. E in questo caso ne vale la pena.
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