Ecco cosa succede quando la politica antepone gli interessi dei potentati economici e le logiche della finanza al benessere del proprio popolo... Lo strapotere dell'oligarchia finanziaria è disumano.
Riproponiamo l'articolo apparso su
http://www.libero-pensiero.net l'articolo a firma di Angelo Consoli intitolato "La favola del buon mugnaio e del banchiere" e mirabilmente introdotto dall'economista Sergio di Cori Modigliani
-------------------------
La favola del mugnaio buono e del banchiere. Un’idea e una interpretazione progressista che il Dr. Angelo Consoli ci regala, insieme ad una peculiare proposta.
Yannis Varoufakis, attuale ministro dell’economia greco, è salito alla ribalta mediatica italiana soltanto il 28 Gennaio 2015, dopo essere stato eletto.
Non aveva neppure preso in mano la penna per firmare la sua nomina, che in Italia la destra organizzata, insieme alla Sinistra Stracciona Parassitaria, in totale quanto inconsapevole condivisione politica -con rare eccezioni, come il quotidiano Il Manifesto- lo descrivevano come un emissario di Mario Draghi, un bandito, un mascalzone al servizio della Troika.
Gran parte degli statisti da tastiera italiani non sapeva che Varoufakis avesse un suo blog fondamentale, presente sul web da cinque anni, con milioni di utenti nel mondo, dove parlava di economia, spiegava l’evoluzione della crisi greca, in parallelo all’involuzione del paese e al generale declino dell’Europa.
Certo, il suo blog aveva il difetto di essere scritto in inglese, grave difetto che impedisce ai rivoluzionari feisbucchiani di avere accesso alle informazioni reali internazionali. In Italia, le grandi visioni globali si infrangono sulle montagne delle Alpi o affondano nelle acque del canale di Sicilia, non vanno mai oltre.
Siccome da noi, negli ultimi anni, molti improvvisati grandi esperti d’economia, sia a destra che a sinistra, sono riusciti a convincere i fruitori dei social network di avere in mano la verità e il nocciolo della situazione economica mondiale, un accademico con solido curriculum vitae interessa poco.
Si dà il caso che Varoufakis sia stato interlocutore per anni di Paul Krugman, di Galbraith, di Joseph Stiglitz, di Noam Chomsky, e anche di Jeremy Rifkin, il visionario autore della “terza rivoluzione industriale”.
Il rappresentante in Europa per quanto riguarda la comunicazione di Rifkin è il Dr. Angelo Consoli, paladino ambientalista e noto attivista, come soggetto politico, di una visione empatica dei bisogni collettivi, che ruotano intorno all’applicazione di quello che ha definito “Territorio Zero”, per poter affrontare i bisogni e le necessità esistenziali dei cittadini europei attraverso l’evoluzione verso una forma di autonomia e di indipendenza che produce ricchezza.
Questa formula lancia sullo scenario politico internazionale un’autentica modificazione dell’approccio corrente, introducendo la nuova figura futuribile del mondo che verrà: i prosumers, ovvero i consumatori che invece di essere passivi e piatti ricettori dei bisogni di chi deve realizzare profitto, grazie all’uso della tecnologia avanzata, si trasformano in produttori dei propri bisogni. La sintesi tra produttori e consumatori in un’unica figura, rappresenta oggi la visione vincente del futuro.
Qui di seguito, per i lettori di questo blog, oggi presentiamo un succoso e complesso articolo del Dr. Angelo Consoli composto da diverse parti: una informativa, una esplicativa e un’altra propositiva.
Con l’aggiunta finale di un ambizioso progetto sponsorizzato (toh che sorpresa!) dall’economista Yannis Varoufakis.
Il suo corpo è stato ritrovato ieri nelle acque del Lago di Salto vicino Rieti dove viveva e lavorava.
Si chiamava Silvio Paoselli, ed era un mugnaio a km zero, che molti affezionati clienti del Mercato contadino dei Castelli Romani conoscevano per le sue farine, preparate con cura e consegnate con amore a molti panificatori locali.
Si è tolto la vita dopo la messa all’asta del suo antico mulino che era tutta la sua vita, ma purtroppo gli era stato tolto per difficoltà economiche.
Prima di togliersi la vita ha inviato un sms alla sua famiglia e ai colleghi del mercato contadino per chiedere di prendersi cura dei suoi asinelli. “Anche la vita di Silvio è stata venduta all’asta”, hanno scritto i suoi amici contadini del Mercato Contadino che lo hanno voluto ricordare sporcandosi il volto di farina per omaggiarlo, mentre impastavano la sua farina.
“Chiediamo che gli speculatori che hanno comprato all’asta il mulino di Silvio non debbano fare del manufatto aziendale un utilizzo diverso da quello per cui Silvio ha sacrificato la sua vita. Chiediamo che non vengano consentiti cambi di destinazione d’uso di quel manufatto. Chiediamo che la triste vicenda della morte di Silvio sia dibattuto dal Consiglio comunale, da convocare con urgenza in seduta straordinaria per trovare un modo per impedire qualunque speculazione su quel manufatto”. Così Elisa Di Gennaro, presidente dell’Associazione km0, soggetto gestore del Mercato Contadino, che sì è mobilitata assieme a tutti i produttori che ogni settimana portano cibo fresco e buono nelle nostre case, e, a nome di tutti i produttori del Circuito ColtivEndo dei Mercati Contadini,in un appello al Sindaco del Comune di Contigliano, in cui si trova il mulino di Silvio.
“Non deve più accadere – dichiara l’allevatore Erminio Latini – che si perdano terre e beni aziendali per aver saltato qualche rata di mutuo. Deve essere immediatamente istituito un fondo di solidarietà per salvare le piccole aziende in crisi. Non si pignorano intere vite”.
Oreste Molinari, consigliere del Consorzio Tutela Frascati, ricorda che “analoghi gravi problemi li viviamo anche nel settore vitivinicolo, dove la crisi continua a mietere vittime. Chiediamo anche al Ministro dell’Agricoltura di contribuire per l’istituzione di un fondo di solidarietà per sostenere i piccoli imprenditori agricoli che rischiano di veder pignorati e venduti all’asta i beni aziendali ”.
Qui dobbiamo però fare un passo indietro e analizzare la situazione con occhiali completamente nuovi.
La piccola agricoltura (e la piccola impresa in generale) sta vivendo sulla propria pelle una situazione debitoria ormai insostenibile, anzi in un reversal of responsibilities degno di Matrix, sta pagando colpe non sue. La classica vittima che paga le colpe del suo carnefice. Ma procediamo con ordine.
LA LOGICA DEL DEBITO E L’ERA DEL PETROLIO.
Il debito e la sua logica sono nati con l’economia della seconda rivoluzione industriale, basata sul petrolio, ossia una fonte energetica che per raggiungere economie di scala e profitti astronomici ha necessitato una altissima intensità di capitali. Chi è stato in grado di fornire tali capitali, oggi domina il mondo e impone le sue regole come se fossero le tavole della legge scolpite da Dio nelle tavole di marmo di Mosè sul Sinai!
Ed è così che con il tempo, nell’economia fossile è stato totalmente capovolto il rapporto fra finanza e economia. Inizialmente nata in funzione delle esigenze di finanziamento delle imprese nell’economia reale, la finanza oggi si trova a dominare l’economia reale in un gioco di specchi in cui il virtuale domina il reale nell’interesse di pochissimi gruppi finanziari mondiali che hanno permesso la realizzazione delle infrastrutture dell’economia fossile conquistando un ruolo di preminenza (vedi prevaricazione) verso chi produce beni e servizi reali nell’economia.
L’ASSERVIMENTO DELL’ECONOMIA REALE ALLA FINANZA SPECULATIVA.
Questo processo di asservimento dell’economia reale all’economia finanziaria speculativa, è stato graduale e non brutale (altrimenti avrebbe causato rivoluzioni) e ha prodotto un mondo estremamente diseguale in cui le 300 persone più ricche del mondo possiedono un patrimonio pari alla ricchezza dei 4 miliardi di persone più povere, costrette a vivere sotto la soglia di sussistenza (identificata dall’ONU in 2 dollari al giorno).
Certo, l’era del petrolio ha anche garantito uno sviluppo tecnologico in grado di facilitare la vita, il benessere di una minoranza di esseri umani, e una compressione dello spazio tempo con viaggi e comunicazioni molto più veloci e una vertiginosa accelerazione dei ritmi vitali e professionali, (cosa che non è ancora stato dimostrato sia positiva per l’essere umano), ma ha comportato una devastazione ambientale e climatica senza precedenti, perché si è trattato di un processo storico ad altissima entropia in grado di mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa genere umano.
E comunque questo modello fossile ha oggi ha raggiunto i limiti della sua efficienza, e non funziona più perché presuppone un mercato senza regole in cui alla fine il potere di acquisto del lavoratore medio viene eroso fino all’impoverimento, e una economia di mercato senza consumatori finisce per morire. Nella jungla in cui vige la legge del più forte, arriva sempre il momento in cui il leone ha mangiato anche l’ultima delle gazzelle e poi o diventa erbivoro o muore di fame.
Ma usciamo dalla metafora zoologica e torniamo all’analisi dei meccanismi di funzionamento del capitalismo finanziario predatorio e senza regole che uccide i piccoli imprenditori.
Bisogna capire che allo sfruttamento delle fonti fossili si è affiancato un imponente apparato ideologico che, forte dell’analisi pseudo scientifica dei “Chicago boys” (la scuola di Chicago dove è nato l’ultraliberismo economico), è riuscita a imporre scelte scellerate ad una politica asservita e corrotta, legata ideologicamente al carro dell’ultraliberismo economico sia nelle sue espressioni di “destra” che in quelle di “sinistra”.
E’ così che durante la seconda rivoluzione industriale la libertà di commercio internazionale promossa in modo dittatoriale da organismi internazionali come FMI, WTO, e quella Troika responsabile del disastro greco è diventata di fatto un Totem intoccabile.
Questo commercio internazionale premia la filiera lunga e i suoi profitti stratosferici, e punisce i piccoli agricoltori di qualità come Silvio.
E infatti, appena arrivata nel Paradiso dei Giusti, il nostro buon mugnaio romano si sarà incontrato con migliaia di suoi colleghi che parlano la lingua di Aristotele e Platone. Tutti scomparsi negli ultimi anni a causa di quella nefanda politica di rientro da un debito puramente nominale e artificiale imposta con disumane regole internazionali e europee dettate non da cittadini e nell’interesse dei cittadini ma da gruppi di potere finanziario internazionali nel loro esclusivo interesse.
LA CRISI DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E UN GRUPPO DI PSICOPATICI ALLA GUIDA DEL MONDO.
I grandi speculatori finanziari che dirigono le grandi banche d’affari sono solo dei volgari scommettitori incalliti e malati, dei veri e propri psicopatici del gioco d’azzardo che i media mainstream generosamente continuano a chiamare “mercati finanziari” e che per vivere hanno bisogno di dominare e distruggere l’economia reale determinando quello che il grande sociologo torinese Luciano Gallino ha chiamato la “redistribuzione del reddito dal basso verso l’alto”. (Luciano Gallino La Lotta di Classe dopo la lotta di Classe – Edizioni Laterza, pag 104 e seguenti.)
Questa è la crisi della seconda rivoluzione industriale, ed è una crisi terminale. I fondi di solidarietà per le vittime della crisi sono un palliativo/placebo totalmente inefficaci se vogliamo agire sulle cause della crisi anziché sui suoi effetti.
Non ci sono possibili cure nè rimedi all’interno delle logiche interne al modello economico che questa crisi ha generato (fra cui, appunto, la logica del debito).
Le grandi banche d’affari mondiali, (principalmente americane ma non solo americane), hanno imposto le loro regole e i loro parametri decisi a tavolino dai suddetti economisti di Chicago, la banda guidata dall’economista-gangster (altro che Al Capone), Milton Friedman, ispiratore delle politiche della Thatcher, di Reagan, Pinochet e tutte le più vergognose gerarchie politiche degli ultimi 40 anni.
Le regole economiche stabilite da questi economisti, espressione della grande finanza speculativa non hanno assolutamente nessun riscontro nella realtà né recano alcun vantaggio ai cittadini comuni che però le accettano perché bombardati costantemente da media compiacenti che presentano la logica del debito e il capovolgimento del rapporto economia/finanza come normale invece che come una aberrante deviazione.
PARAMETRI ECONOMICI ARBITRARI IMPOSTI COME VERITA’ ASSOLUTE.
Ad esempio l’idea che la stabilità economica di un paese debba giudicarsi a partire dal rapporto fra il suo PIL e il suo debito/deficit, e addirittura la sua quantificazione in percentuali totalmente arbitrarie inventate da oscuri funzionari quasi per scherzo (si veda al riguardo la puntata di Presa Diretta sul debito di domenica 1 marzo su Rai 3), è solo una rispettabilissima opinione.
E ci sono anche opinioni opposte come quelle del gruppo di economisti che fanno capo alla scuola di premi Nobel Joseph Stiglitz e Paul Krugman in America o degli economisti francesi Philippe Askenazy, Thomas Coutrot, André Orléan e Henri Sterdyniak, autori del “Manifesto degli Economisti Sgomenti (2010 edizioni Les Liens Qui Libèrent per la Francia e Minimum Fax per l’Italia), firmato da altri 150 economisti francofoni fra i quali il mio amico, il professore belga Eric Toussaint, coordinatore del gruppo di lavoro che ha dichiarato illegittimo in quanto immorale il debito dell’Ecuador per il Presidente Rafael Correa, e ha curato la costituzionalizzazione del divieto di indebitamento per il Paese sudamericano, sulla qualcosa, proprio Toussant ha scritto un saggio per il libro Manifesto Territorio Zero curato da me e Livio de Santoli nel 2013 (Territorio Zero – Edizioni Minimum Fax 2013 – pagg. 101 e seguenti) .
E dunque una opinione nemmeno maggioritaria in dottrina economica, che vede nel contenimento dell’inflazione e della spesa pubblica e nella limitazione dei redditi e dei diritti dei lavoratori un segnale di benessere dell’economia, è diventata la base ideologica per la costruzione dell’Euro in Europa e per le pratiche disumane su scala planetaria del Fondo Monetario Internazionale a vantaggio esclusivo della grande speculazione finanziaria internazionale.
DALLO SCHIAVISMO ALLA SCHIAVITU’ DEL DEBITO.
Si è costruita la logica dell’indebitamento come leva per impossessarsi delle risorse naturali di paesi che non potevano più essere sfruttati tramite strumenti quali il colonialismo, l’imperialismo e prima ancora lo schiavismo.
Questa spoliazione oggi assume la forma delle cosiddette privatizzazioni autorevolmente “suggerite” dai medesimi organismi finanziari che creano il debito come ricetta per la stabilizzazione finanziaria dei paesi “a rischio”, su tutto il pianeta.
Purtroppo questa verità non viene mai raccontata, perché i media di tutto il mondo (e principalmente quelli italiani) preferiscono raccontare in modo assolutamente acritico, la favola del debito, dei mercati finanziari, della inevitabilità dell’energia da fonti fossili della filiera lunga agroindustriale, degli OGM e del consumismo esasperato come misura della modernità e del benessere di un paese.
Questa ardita fabbricazione che non resisterebbe a nessun testo di logica e coerenza, è purtroppo diventata la base per la costruzione dell’Unione Monetaria Europea, e non è mai stata messa in discussione da nessun leader europeo né di destra né di sinistra.
IL NEW DEAL DI ROOSEVELT NON CI HA INSEGNATO NIENTE.
Eppure già dal 1929, dopo il grande crack di Wall Street, il presidente Franklin Delano Roosevelt, aveva identificato nell’ingordigia delle grandi banche d’affari (=speculative), il nemico principale della felicità dell’uomo, e aveva cercato di metterle un freno con il suo New Deal ispirato alle politiche visionarie ma efficaci dell’economista britannico John Maynard Keynes, ossia delle politiche di intervento massiccio dello Stato nell’economia per creare lavoro e modernizzare le infrastrutture.
Un esempio particolarmente pregnante di queste politiche fu l’istituzione della R.E.A. (Rural Electric Administration), firmata da Roosevelt nel 1935, con l’obiettivo specifico di portare energia idroelettrica (quindi rinnovabile) a tutta l’America rurale.
Questa impresa epocale ottenne risultati stupefacenti in pochissimo tempo. In meno di due anni vennero elettrificate 300.000 fattorie con l’estensione di 117.000 km di cavi elettrici, il tutto gestito non dalla società elettrica (che era recalcitrante e remava contro), ma da migliaia di cooperative elettriche promosse dagli stessi agricoltori in perfetta linea con il modello distribuito (che si sta affermando solo oggi), agricoltori che “si procuravano le competenze necessarie sia per gestire le cooperative sia per costruire le linee elettriche.
L’investimento nell’elettrificazione procurò alle comunità rurali vantaggi incalcolabili. Esso permise di prolungare l’attività produttiva giornaliera, di compiere con meno fatica i lavori più pesanti, di aumentare notevolmente la produttività agricola, e di migliorare il benessere fisico ed economico di milioni di famiglie. Nei primi 5 anni del programma R.E.A. furono collegate alla rete elettrica oltre 12.000 scuole rurali. Con l’arrivo della luce elettrica gli allievi furono in condizione di estendere la propria giornata di studio, potendo svolgere i compiti assegnati anche la sera dopo aver sbrigato le faccende quotidiane” (Jeremy Rifkin, La Società a Costo Marginale ZERO Mondadori 2014 – pag. 294 e seguenti)
Sul piano legislativo la più grande conquista del New Deal Roosveltiano fu il “Glass-Steagall Act, che impose la separazione fra banche di affari e banche di risparmio in modo da evitare, come era accaduto nel 1929, di coinvolgere i piccoli risparmiatori nelle spericolate operazioni finanziarie dei grandi speculatori.
Nacque così la più potente limitazione legislativa delle speculazioni finanziarie di tutti i tempi, ed è divertente considerare che il Glass Steagalll Act è stato abolito non da accaniti leader dell’ultra destra come Reagan o Bush, ma da una amministrazione “di sinistra” come quella di Bill Clinton, nel 1996, (con la pretestuosa argomentazione che “l’eccesso di regolamentazione avrebbe impedito lo sviluppo adeguato dell’innovazione finanziaria”, un mantra dell’ultra liberismo economico) e questo ha dato la stura alle speculazioni finanziarie e le frodi che avverranno nei decenni successivi e che culmineranno nella crisi del sub prime del 2008″ (Damien Millet-Eric Toussaint, DEBITOCRAZIA, pag. 80).
Con l’abrogazione del Glass Steagall Act si è realizzato un modello di creazione e vendita di prodotti derivati senza nessuna affidabilità perché ottenuti dallo “spacchettamento” di crediti ormai inesigibili in quanto generati per sostenere “a debito” i consumi americani che altrimenti non sarebbero mai ripartiti a causa del trentennio di follia ultraliberista Reganiana, che ha distrutto il mercato interno detassando i profitti astronomici delle multinazionali e permettendo loro di rilocalizzarsi in paesi dove la forza lavoro costava meno che in America.
Questi prodotti finanziari tossici (gli ormai tristemente famosi subprime) hanno intossicato tutta la finanza mondiale e sono alla base del crack del 2008. Al riguardo fanno notare sempre Millet e Toussaint nel già citato Debitocrazia (pag.85) “Nell’era dei prodotti derivati, le banche cumulano migliaia di crediti in pacchetti finanziari denominati CDO (Collateralized Debt Obliogations che sono in pratica giochi di prestigio che un debito lo fanno diventare un credito e quindi lo rendono vendibile ndr).
Dopo di che vendono questi pacchetti ad altri investitori e fanno utili intascando le commissioni. Le convenienze dunque sono cambiate e spingono ormai ad assicurarsi la vendita del massimo numero di pacchetti di derivati. La qualità delle attività su cui poggiano questi derivati, come il credito ipotecario delle famiglie a basso reddito è divenuta una preoccupazione secondaria. In fin dei conti se questi crediti non venissero rimborsati, le perdite non sarebbero assunte dalle banche ma dagli investitori che hanno acquistato dei CDO.
E’ importante sottolineare che tutti gli anelli della catena del credito erano legati da un elemento comune: la frode. Dalla sottoscrizione dei crediti ipotecari da parte delle famiglie passando per l’elaborazione dei CDO con la benedizione delle agenzie di rating, fino alla vendita a investitori istituzionali, tutte le tappe del processo sono caratterizzate dall’assenza dei documenti necessari o dalla loro falsificazione con l’inganno sistematico dei clienti da parte delle istituzioni finanziarie. Nonostante l’FBI abbia dato l’allarme fin dal 2004, sulla natura endemica della frode nel mercato dei crediti ipotecari, nessuna autorità competente ha cercato di regolamentare questa attività”.
I BANKSTERS AMERICANI E IL CONTAGIO DELLA FINANZA MONDIALE.
Questi Banksters non erano dunque poche mele marce isolate e poi neutralizzate. Essi erano i principali protagonisti dei cosiddetti mercati finanziari internazionali e avevano il potere di condizionare le scelte legislative e amministrative dei governi.
Tanto è vero che essi riuscirono a imporre a George Bush prima e a Obama poi, il famoso T.A.R.P. (Troubled Asset Relief Program) che con la scusa di tutelare gli interessi dei piccoli risparmiatori ha sprecato 7.800 miliardi di dollari dei contribuenti americani per salvare istituzioni finanziarie che dovevano fallire (vedete l’interesse di ripristinare il Glass Steagall Act per impedire a questi banditi di giocare con i risparmi dei cittadini?).
E i Banksters riuscirono anche a farla franca. Infatti, ci ricordano ancora gli autori di Debitocrazia (pag. 87), che “malgrado questo massiccio aiuto finanziario accordato alle principali banche e istituzioni finanziarie, il governo americano non ha preso nessuna iniziativa per portare in giudizio i responsabili di questa gigantesca frode e recuperare così i fondi pubblici spesi, e ancor meno per cambiare le pratiche e il modo di operare di queste istituzioni al contrario di quanto era avvenuto durante la Grande Depressione”.
Le grandi banche d’affari responsabili della grande crisi del 2008, sono le stesse che hanno imposto (direttamente e indirettamente) i parametri folli di governance dell’EURO, ottenendo favori inauditi. Uno per tutti: il divieto previsto dall’art. 101 del trattato di Maastricht (poi ripreso all’art. 123 del trattato di Lisbona) per la Banca Centrale Europea di essere “prestatrice di ultima istanza” ossia di assumere direttamente i titoli del debito dei paesi della zona Euro. La BCE questi titoli può solo comprarli prestando le somme necessarie a banche d’affari private a tassi ridicolmente bassi, perché esse li prestino ai paesi in difficoltà a tassi scandalosamente alti, che innescano la spirale di un debito fuori controllo (esattamente quello che è successo in Grecia, come vedremo) .
Una norma che non ha nessuna spiegazione logica se non quella di mettere i governi UE alle dipendenze delle banche d’affari e dei mercati finanziari per sovvenire alle proprie esigenze di finanziamento.
NON PER LA GRECIA MA PER L’EUROPA.
Varoufakis e Tsipras sono i primi a ribellarsi a questa logica finanziaria che nasconde una vera e propria dittatura dei mercati, e a mettere a al centro dell’azione comunitaria l’interesse del cittadino e dell’essere umano invece che il profitto della grande finanza mondiale.
Prima di Varoufakis non era mai stato dato di ascoltare un ministro delle finanze che pronuncia le parole “In Grecia siamo di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria.”
E la sua contestazione delle politiche di austerità imposte dalla troika è giustificata sulla base del fatto che esse sono sbagliate per l’Europa intera non solo per la Grecia.
Infatti, l’eccessiva enfasi sul taglio del debito ha prodotto maggior debito perchè ha generato un aumento più che proporzionale dei tassi di interesse in una spirale disastrosa in cui si contrae debito solo per pagare una parte degli interessi del debito pregresso, e quindi la massa di debito invece di diminuire aumenta. Al tempo stesso le sciagurate e fallimentari ricette della troika hanno prodotto effetti negativi sul piano macroeconomico: ossia la depressione causata dai tagli di bilancio ha provocato una diminuzione del PIL in misura più che proporzionale rispetto alla riduzione del debito, di fatto peggiorando il rapporto fra debito/deficit e PIL anziché migliorarlo.
Effetti negativi ma prevedibilissimi, e infatti tutti gli economisti non accecati dall’ultraliberismo di Chicago, li avevano ampiamente previsti.
GERMANIA E GRECIA UNITE NELLA LOTTA.
Sostiene Varoufakis che le politiche deflazionistiche di austerità imposte in tutta l’Europa non funzionano, in Grecia come in Germania, dove la disoccupazione c’è, anche se è uscita dalle statistiche e dove i lavoratori sono stati costretti ad accettare riduzioni di salario e diritti umilianti dalla famosa riforma del lavoro di Schroeder (toh! ancora un leader di sinistra che fa le riforme per la destra ultraliberista e speculatrice finanziaria… ma che strano!).
Peraltro la cosa ci riguarda da vicino perché alla riforma tedesca del mercato del lavoro, che ha portato misera, disperazione e sottoccupazione anche nella virtuosa e civilissima Germania si ispira il famigerato Jobs Act renziano. Il servizio di Presa Diretta del 1 marzo su Rai 3 svela realtà occultate fino ad ora sull’economia tedesca e rimane uno dei pochi momenti di grande televisione in questo sventurato paese.
A un certo punto perfino il Fondo Monetario Internazionale, membro della troika, ha messo in dubbio l’efficacia delle ricette imposte alla Grecia, ma senza nessun risultato a causa dell’intransigenza proprio del Commissario agli affari economici e finanziari Olli Rehn (ciò che è paradossale visto che la Commissione doveva in principio mostrare maggiore sensibilità per i propri cittadini rispetto a un FMI legato a interessi finanziari internazionali).
LA MESSA IN STATO D’ACCUSA DELLA COMMISSIONE BARROSO PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.
A questo stadio è impossibile prevedere come finirà il braccio di ferro fra il governo greco e la troika, ma è altrettanto impossibile non rendersi conto che un fallimento del tentativo greco condannerebbe tutta l’Europa a un ritorno verso strategie finanziarie disastrose.
Diventa quindi interesse di tutti coloro che si oppongono alla “dittatura dei mercati” (imposta con zelo sospetto dalla Commissione Barroso), sostenere i greci in tutti i modi e in tutte le istanze. In particolare, per appoggiare il tentativo greco, mi sento di ritornare a suggerire quanto avevo proposto (senza alcun riscontro) più di un anno fa ai vertici del Movimento 5 Stelle:
1) Battaglia immediata per il ritiro delle proposte della Commissione sull’Unione Bancaria Europea (che dovrebbe istituzionalizzare quella vergogna legalizzata che è il salvataggio delle banche con i soldi pubblici), e sua sostituzione con un Glass Steagall Act Europeo per proibire qualunque confusione fra banche di risparmio e banche d’affari, e dunque impedire che le speculazioni finanziarie possano distruggere i risparmi dei cittadini.
2) Adesione all’ICE (proposta di legge popolare su scala europea) per un Green New Deal for Europe mirante a far ottenere la sovranità economica, energetica e alimentare ai cittadini d’Europa, tramite il riorientamento degli investimenti infrastrutturali verso le tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale (internet delle cose, energie rinnovabili, smart grid, finanziamento a fondo perduto e su parametri non coercitivi dei distretti europei della stampa 3D). Integrazione di queste proposte con una battaglia per il reddito di cittadinanza europeo.
3) Battaglia politica senza quartiere in sede di Parlamento Europeo per la messa in stato d’accusa non di Juncker, ma della Commissione Barroso.
Qualcuno potrebbe obiettare che Barroso è ormai stato ormai sostituito da Juncker e che il vero bersaglio della battaglia contro quest’Europa delle banche e della grande finanza speculativa dovrebbe quindi essere quest’ultimo.
Mi permetto però di insistere con la mia idea.
E’ vero che Juncker si è inventato per anni regimi fiscali di comodo a vantaggio di tutti i peggiori grandi evasori del mondo nel suo Lussemburgo, sottraendo miliardi alle finanze pubbliche del resto d’Europa, ma è altrettanto vero che la Commissione Barroso, imponendo con furore integralista le ricette ideologiche sbagliate della troika, si è macchiata di quello che definisco un crimine contro l’umanità (oltre che di manifesta incompetenza in materia economica per le ragioni splendidamente indicate da Varoufakissul suo blog e non da oggi.
Me ne sono occupato proprio il mese precedente alla sua nomina nel governo Tsipras, in questo mio articolo del 24 dicembre
Barroso e Rehn, ancora oggi vanno predicando rigore e austerità. Il primo da superpagatissimo conferenziere in giro per il mondo, e il secondo da Vice Presidente del Parlamento Europeo, carica alla quale ha potuto accedere solo grazie al patto scellerato fra gruppi politici che ha escluso il molto più degno Fabio Massimo Castaldo, reo solo di essere parte di un gruppo impresentabile e totalmente decredibilizzato, il notorio EFDD di Nigel Farage (e mi fermo qui per non spostare su altro l’oggetto dei questo post).
Questa Europa partigiana di un integralismo ultra-liberista disfunzionale è, come dice il mio amico blogger Alessandro Visalli
(
http://tempofertile.blogspot.it/) “antropologicamente distruttiva. Essa vede i rapporti umani solo in termini di competitività ed è incapace di riconoscere che il valore si crea quando gli uomini lavorano insieme e cooperano, e si distrugge quando si separano e lottano gli uni contro gli altri. In quel caso si ha solo trasferimento e cattura di energie, inibizione e distruzione di natura in noi e fuori di noi”.
I due principali interpreti di questo integralismo europeo sono stati Barroso e Rehn. Le loro mani sono sporche del sangue di Silvio Paoselli, e di quello di migliaia di altri piccoli imprenditori italiani, greci, spagnoli, portoghesi, ma anche tedeschi, francesi e di tanti altri paesi, morti per le loro sciagurate ricette economiche imposte col ricatto e la forza.
Non rimarcarlo sarebbe anti pedagogico nei confronti della Commissione Juncker, che verrebbe così incoraggiata a proseguire su questa strada criminale e fallimentare. E non si renderebbe giustizia a chi ha perso tutto a causa loro. Anche la vita.
Non vale dunque la pena di provare ad affermare in modo inequivocabile i valori e i principi di una Europa che si doti di regole inflessibili contro i grandi speculatori e le grandi banche d’affari e invece sia capace di dimostrare comprensione e flessibilità e al limite (perché no, visto che abbiamo le famose “radici cristiane”) misericordia verso i piccoli imprenditori europei senza costringerli al suicidio, come il povero Silvio Paoselli?
———————————————
PS
di seguito il testo completo della proposta per la messa in stato di accusa della Commissione Barroso da me consegnato a tutte le forze politiche presenti nel parlamento italiano il 23 novembre 2013.
Il documento è storicizzato al novembre 2013, ma è utile a capire come si sarebbe potuto (e si potrebbe ancora) istruire un atto di accusa contro chi ha convertito il sogno europeo di Spinelli dopo 50 anni nell’incubo dell’Europa esattrice del debito degli ultimi 5 anni di follia integralista ultraliberista. Non è per questo che l’Europa è stata creata e condannare chi ha commesso questo europicidio, dovrebbe essere sentito come un dovere etico superiore da parte di chi si richiama alla politica dei e per i cittadini e non per le banche e gli speculatori.
——————————————————
LA MESSA IN STATO DI ACCUSA DELLA COMMISSIONE BARROSO
PREMESSA
E’ notizia di oggi che Barroso sta intervenendo per domandare ulteriori tagli alla spesa pubblica nella legge di stabilità italiana. Perchè lo fa? Perchè ha istruzioni precise e deve mandare segnali a chi glie le ha date. Così facendo si insiste in ricette ultraliberiste totalmente disastrose per le economie europee, specialmente per il Mediterraneo. Ma facciamo un passo indietro.
In Europa, (come in Italia, ma in modo meno esplicito), c’è una confusione di obiettivi e di mezzi fra i principali gruppi. In particolare c’è il PPE che è un gruppo molto composito di cui fa parte anche Berlusconi, come ne fa parte la Merkel che Berlusconi non lo può nemmeno sentire nominare, o l’UMP francese che fa riferimento al movimento Chiracchiano post gollista di cui Sarkozy è capo riconosciuto (anche lui non esattamente amico di Berlus).
A sinistra abbiamo dai new laburisti alla Tony Blair (persone convinte che il problema sia il costo del lavoro…
a socialisti vecchio stampo stile gli spagnoli e buona parte dei tedeschi, a socialisti green (tipo i nordici, una parte dei tedeschi, e una parte dei francesi) a socialisti “inciucioni” tipo gli italiani e i greci e una parte dei francesi.
Il Presidente, Martin Schulz, (il “Kapò”) continua a ripetere che questo è il fallimento non dell’Europa, ma della visione che la Destra Europea ha imposto alle politiche europee, e tuona contro le banche, contro la finanza speculativa, e contro l’attacco ai diritti dei lavoratori.
Dopo aver tuonato, però, non piove e le chiacchiere tornano a zero, perchè sia socialisti che PPE, continuano a rimanere prigionieri della logica del debito con una sua supina accettazione acritica che perde di visto il vero problema, e cioè che la privazione di sovranità monetaria dei cittadini è solo la parte più evidente di una strategia precisa mirante a privarli di sovranità economica a partire dalla sovranità energetica e alimentare. Questo rende davvero passivo e arrendevole l’essere umano. E questo spiega anche il perchè della segretezza che circonda i relativi trattati (TITP, TISA etc)
BARROSO NON PUO’ CAVARSELA COSI
La Commissione Barroso si è trovata a gestire una crisi politica enorme originata dal referendum francese del 2005 (vedere nota in fondo alla pagina). Un secondo tentativo di far passare una Costituzione naufragò per l’opposizione degli olandesi.
Alla fine, sotto presidenza portoghese si riuscì a far passare un testo molto annacquato (che non si chiamava nemmeno più Costituzione) che fu sottoposto a referendum in Irlanda e passò per il rotto della cuffia. Entrò così in vigore il trattato di Lisbona (che regge le sorti dell’Europa attualmente).
Questo trattato praticamente non da alcun potere all’Europa politica e però al tempo stesso deve gestire l’Euro e una politica finanziaria Comune.
Per non farla troppo lunga, mancando una controparte politica (basti pensare che le sorti della (non) politica estera comune dell’Europa sono state affidate a un cosiddetto “Alto Rappresentante” come la baronessa Catherin Ashton, una aristocratica antieuropeista che non si vede mai in nessuna crisi internazionale), le banche d’affari e i grandi gruppi finanziari hanno preso il sopravvento, imponendo visioni e criteri ultra liberisti per la stabilizzazione delle economie della zona euro.
Basti pensare all’imposizione alla BCE di non fare da prestatore di ultima istanza ai governi in difficoltà ma di dover passare dalle banche private prestando loro il danaro a interessi ridicoli perchè loro lo riprestino agli stati in difficoltà a tassi usurai, il che conferisce loro un ruolo (parassitario) centrale.
Secondo i criteri imposti all’Euro dalle banche d’affari, i paesi della zona euro si devono attenere ad alcuni parametri per assicurare una convergenza fra le varie economie, che sono unicamente finanziari e ispirati ai famosi studi di due economisti ultra liberisti, Reinhart e Rogoff, che (come è noto) sono stati sbugiardati da uno studente universitario.
Questi parametri prevedono fra l’altro che il rapporto fra deficit (il disavanzo annuale) e PIL di ogni Paese non debba superare il 3% e il rapporto fra la massa complessiva del debito pubblico e il PIL non vada oltre il 60%. Se tali parametri sono “sforati” i paesi “sforatori” sono sottoposti a procedure di infrazione, a meno che non ottengano delle esenzioni. E qui vai col Festival dei due pesi e due misure! Infatti Quando ne avevano bisogno loro nel 2004, la Francia e la Germania ottennero tali esenzioni e tutti zitti!
Invece, quando è toccato alla Grecia, massima rigidità e applicazione totale anche delle sanzioni pecuniarie, che aggravano ancor di più la situazione del PIL. Insomma siccome le regole dell’EURO non prevedono la possibilità del Bail-out cioè la BCE non può finanziare il debito pubblico degli Stati membri, (il che è davvero assurdo, come dicevamo prima), la Grecia è stata abbandonata a se stessa e spremuta come un limone con applicazione ferrea delle ricette prescritte dalla troika BCE/COMMISSIONE/FMI.
Tali ricette erano non solo inique e stupide, ma anche sbagliate tecnicamente e frutto esclusivo di pregiudizi ideologici e accettazione acritica della visione ultra liberista coi suoi parametri di stabilità rigidissimi.
Ma siccome la rigidità eccessiva in natura non esiste, quelle ricette hanno avuto degli effetti indesiderati e dei risultati opposti a quelli voluti. In altre parole hanno provocato una caduta del PIL più che proporzionale rispetto alla compressione del deficit, e dunque il rapporto deficit e debito / PIL lungi dal migliorare con queste ricette incompetenti e in malafede è peggiorato facendo fare miliardi agli speculatori che avevano gli Swaps della Grecia (titoli derivati) e facendo perdere miliardi ai vari governi che adesso devono rimborsarli prendendoli dalle tasche dei cittadini con draconiane misure di austerità, e privatizzazioni (che significano svendita di asset strategici come il porto del Pireo ai cinesi, e sono la vera spiegazione del perchè di tanta follia finanziaria).
Perfino il fondo monetario internazionale si è dissociato dalla eccessiva rigidità della Commissione sul caso greco ammettendo l’errore dell’eccesso di attenzione al debito e di disattenzione alla crescita.
In altre parole il vero colpevole che ha distrutto l’economia del sud Europa è la Commissione. Infatti Pittella (che è un politico scafato) da Vice Presidente del PE si è subito affrettato a chiedere le dimissioni di Olli Rehn, il Commissario Finlandese che era venuto a Roma per commissariare la finanziaria. Ma così è troppo comodo! Se hanno le palle, i socialisti Europei devono chiedere le dimissioni di tutta la Commissione, perchè Olli Rehn non ha fatto altro che applicare direttive decise collegialmente con la responsabilità ultima del Presidente Barroso.
Va dunque fatta la guerra alla Commissione Barroso nel suo complesso e non solo a Rehen, e va richiesta la sua messa in stato di accusa per manifesta incompetenza o anche peggio.
IL PRECEDENTE SANTER
C’è un precedente: nel 1999 la Commissione Santer, che si era insediata nel 1995, venne sfiduciata per un contratto di consulenza di 20.000 euro concesso dalla Commissaria socialista Francese Edith Cresson al suo dentista
Adesso mi pare che la distruzione dell’economia della Grecia, del Portogallo, della Spagna e dell’Irlanda, e l’aver determinato la mancanza di liquidità che ha portato al suicidio migliaia di imprenditori e lavoratori sia leggermente più grave che concedere una consulenza non meritata di 20.000 euro. O no?
E la cosa peggiore è che questi incompetenti e disgraziati la stanno facendo franca! nessuno sta portando l’attacco al cuore del sistema. Se non lo facciamo noi chi lo farà?
Ecco: sull’attacco alla Commissione Barroso secondo me il M5S può costruire una campagna politica radicale per costringere i responsabili del disastro a fare i conti con i cittadini prima di andare a godersi la loro dorata (e immeritata) pensione.
Questo servirebbe anche a creare un gran movimento europeo per riaffermare la rivoluzione europea di Spinelli e riprendere la bandiera della sua Rivoluzione Europea, precocemente imbalsamata dalle eurocrazie parassitarie, e dunque sterilizzata in vuoti rituali federalisti a cui possono partecipare anche i peggiori esponenti della casta che Spinelli odiava non meno di Grillo), di cui ho parlato nel mio post l’Europa a 17 Stelle che ho linkato sopra, passando così dalla pars destruens alla pars construens.
Si tenga anche presente che i socialisti abbaiano ma non possono mordere. Nella Commissione Barroso ci sono anche molti Commissari socialisti e non possono sfiduciarli. Inoltre con Fabius in Francia devono stare molto attenti. Insomma gli unici che possono fare una battaglia politica per l’incriminazione di questa Commissione che si è macchiata di una incompetenza criminosa siamo noi! E possiamo far divampare l’incendio su scala europea! Perchè non dovremmo farlo?
CONCLUSIONI
Il Parlamento Europeo è una cassa di risonanza internazionale molto più importante del parlamento nazionale e là si possono far danni colossali al vecchio sistema. E si possono ottenere risultati inimmaginabili se comparati con quelli nazionali. In pratica (incredibile ma vero!) il “mandiamoli tutti a casa” è molto più facile a livello europeo, dove le regole vengono rispettate e non eluse o distorte a piacimento dei potenti. Facciamolo giocare a nostro vantaggio.
Nota sul referendum francese:
L’Europa delle banche e della speculazione sta vincendo su quella dei cittadini perchè si è arrestato il processo di integrazione politica dell’Europa, a causa dell’esito negativo del referendum sulla Costituzione Europea in Francia, un risultato che è dovuto prevalentemente all’attacco dei socialisti francesi in primo luogo quel Laurent Fabius che oggi è il ministro degli esteri di Hollande. (Si tenga presente che tutto questo per me non è sentito dire ma esperienza diretta del mio lavoro con Rifkin negli ultimi 12 anni).
In pratica, la Costituzione Europea, essendo stata elaborata da una “Convenzione” Europea che era stata fortemente voluta da Chirac (all’epoca potentissimo Presidente eletto con l’80% dei voti al ballottaggio contro Le Pen), che era stata presieduta da un altro gollista francese DOC (Giscard d’Estaing), sarebbe stato vissuto in Francia come una sconfitta domestica della sinistra dunque sia i socialisti che i comunisti fecero le barricate contro la Costituzione europea “di Chirac” esagerando gli aspetti ultra liberisti della mobilità dei lavoratori (il famoso mito dell’idraulico polacco) e sminuendo i vantaggi di una unione politica in termini di estensione dei diritti e delle tutele a livello mondiale sia con quello che all’epoca era considerato il “modello sociale europeo, che con una legislazione ambientale avanzatissima. Si veda per esempio un articolo dell’epoca sul referendum francese che sottolinea come la sinistra abbia avversato la Costituzione Europea
Per maggiori informazioni sulla Costituzione Europea:
PPS
Gli amici di Silvio (i cui funerali si sono svolti il 9 marzo 2015 a Rieti alle ore 15,30 presso la Chiesa Regina Pacis) si stanno organizzando per una raccolta pubblica di fondi che serva a salvare quel mulino venduto all’asta, per donarlo alla famiglia.
Per maggiori informazioni:
----------------------------------