Questo trattato presenterà dieci fondamentali novità in grado di mettere in serio pericolo le democrazie delle generazioni future e la sostenibilità ambientale.
Chi non sa quel che stanno apparecchiando con i trattati di libero scambio USA-UE come il terribile TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), probabilmente si troverà spiazzato dinanzi a così tante realtà agghiaccianti. Questo trattato presenterà dieci fondamentali novità in grado di mettere in serio pericolo le democrazie delle generazioni future e la sostenibilità ambientale. La padrona più influente dell’Europa di oggi, Angela Merkel, vorrebbe chiudere la partita addirittura entro il corrente anno.
Mi limiterò ad elencare i motivi per dire stop a questo piano scellerato partorito da personalità in odore di Trilaterale e Bilderberg (e per convincersi che Matteo Renzi commette il suo più grave errore ad appoggiarlo), intanto che 375 diverse organizzazioni sociali europee hanno rivolto un appello agli europarlamentari affinché non firmino un accordo che mette i profitti davanti alle persone.
La prima novità da ricordare del TTIP in fieri è il fatto che condannerebbe come “ostacoli al libero commercio” le restrittive e necessarie norme europee riguardanti la limitazione dell’uso di OGM (Organismi Geneticamente Modificati, usati per l’industria alimentare) e pesticidi chimici. Gli OGM rappresentano una grave contaminazione per le coltivazioni e non risolvono neanche lontanamente il problema della fame nel mondo, in quanto tali organismi non garantiscono un rendimento superiore rispetto alle colture tradizionali e non resistono alla siccità.
Gli OGM sono l’ennesimo tentativo di speculazione di multinazionali come la Monsanto o la Bayer. I danni economici-ambientali sarebbero assai importanti con un ulteriore impoverimento degli agricoltori, la standardizzazione delle pratiche agricole e la perdita di biodiversità, ossia la variabilità biologica degli organismi presenti nell’ecosistema.
Il secondo punto preoccupante del trattato in preparazione riguarda le privatizzazioni di acqua ed energia. Si prevedono pesanti sanzioni per distorsione del libero mercato contro chi dovesse opporsi alla privatizzazione in questi due ambiti fondamentali.
Il secondo punto preoccupante del trattato in preparazione riguarda le privatizzazioni di acqua ed energia. Si prevedono pesanti sanzioni per distorsione del libero mercato contro chi dovesse opporsi alla privatizzazione in questi due ambiti fondamentali.
La terza novità riflette uno dei principali problemi in Italia, cioè la scomparsa di una vera ed autonoma sovranità nazionale sui pubblici servizi. Il TTIP limiterebbe totalmente il potere degli stati di organizzare servizi idrici, sanitari ed educativi. Beninteso, si è dovuto attendere il TTIP per vedere detronizzato lo stato italiano: l’Unione Europea ad esempio aveva già imposto all’Italia il Fiscal Compact (un carico di circa 50 miliardi di euro all’anno per un ventennio), in aggiunta alla già pesante imposizione dei governi-fantoccio degli ultimi anni, con tagli pesanti sulla sanità e la scuola pubblica per recuperare i fondi necessari a questo prelievo. Altro fattore a dir poco limitante per l’Italia è senza dubbio l’enorme debito pubblico, che aumenta ogni secondo di 2735 euro.
Se sommiamo questo continuo e vertiginoso incremento al mastodontico debito già esistente possiamo tirare le somme su quanto sia diventato pesante l’indebitamento dell’Italia nei confronti di banche, imprese e persone fisiche che hanno sottoscritto titoli di stato in Italia. Ciò apre un’altra finestra ancora, che si affaccia sull’altra grave perdita di sovranità, quella monetaria (persa da tutti i paesi che hanno firmato i trattati di Maastricht e Lisbona). In realtà è sufficiente distinguere tra due tipi di moneta presenti nei mercati internazionali:la moneta sovrana e non sovrana. La prima comporta grandi vantaggi ai paesi detentori in quanto dotata di alcune fondamentali caratteristiche:
- APPARTIENE ESCLUSIVAMENTE ALLO STATO CHE LA EMETTE.
- È INCONVERTIBILE CON ALTRI BENI CONCRETI(ad esempio oro).
- SI AVVALE DEL FLOATING (non cambiabile attraverso un tasso fisso con altre monete).
- CON LA MONETA SOVRANA IL DEBITO PUBBLICO NON SI PRESENTA COME UN PROBLEMA IN GRADO DI CONDIZIONARE TUTTO IL RESTO, IN QUANTO LO STATO NON HA PIÙ L’ASSILLO SUL MODO DI RIPAGARLO.
Gli Stati con monete sovrane non a caso rappresentano alcune delle maggiori potenze economiche-finanziarie mondiali. Tutti gli stati che come l’Italia hanno aderito invece alla moneta unica dell’euro, si sono ritrovati con una moneta non propria , perdendo di fatto la capacità di stampare moneta e riducendo così i propri paesi ad una condizione dipendenza nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e dei “mercati”.
Sono nel frattempo divenute delle grandi potenze economiche quelle nazioni che non hanno aderito alle politiche di privatizzazione contenute nel diktat del Washington Consensus (seguite invece dagli stati membri dell’Unione Europea con i risultati che oggi tutti conosciamo). Il Washington Consensus è un sistema che impone la liberalizzazione dei mercati, la sospensione di barriere commerciali, l’attuazione di un programma di privatizzazioni, l’eliminazione dei controlli sui prezzi, il licenziamento dei lavoratori dal settore pubblico ed un completo controllo delle politiche economiche nazionali, per mezzo anche della Banca Mondiale. In un certo senso il Washington Consensus è il precursore del ben più estremo e pericoloso TTIP mirato ad assoggettare l’Europa.
Un quarto elemento dovrebbe far scattare un grande allarme: le nuove regole tenderanno a deregolamentare ancor di più la legislazione sul lavoro come già accaduto con le politiche di austerity messe in atto dall’Unione Europea.
Il quinto principio guida ha a che fare con la finanza ed è ancora laissez-faire. La tutela è tutta per le speculazioni bancarie e finanziarie, con maggiori difficoltà sui controlli dei movimenti di capitali.
La sesta tendenza in gioco è la riduzione della disponibilità di beni essenziali e della libertà di espressione artistica-intellettuale degli individui.
Il settimo punto difenderebbe l’innovativa ma pericolosa tecnica di estrazione del gas nota come fracking (ossia la fratturazione idraulica). Con tale metodo è possibile estrarre gas anche da sorgenti non convenzionali, ad esempio dalle rocce di scisto (il gas ottenuto con questa procedura è infatti soprannominato gas di scisto). Anche in questo caso gli Stati Uniti hanno dato prova di irresponsabilità diffondendo il fracking senza la minima salvaguardia dell’ambiente (con consumo elevatissimo d’acqua, uso di sostanze chimiche, emissioni di metano climalteranti, ecc.) Le compagnie estrattive interessate a questo settore avrebbero diritto a risarcimenti da parte degli stati che impediscono la pratica del fracking (ad esempio la Francia).
L’ottavo punto rilevante che rischiamo di ritrovarci nel trattato è probabilmente quello che apre scenari più inquietanti circa la privacy on line dei cittadini. Le normative europee a tutela dei dati personali (già inesistenti negli USA) verrebbero indebolite, facilitando la violazione di ogni attuale concetto di privacy dei cittadini da parte di società private e multinazionali.
La nona implicazione del TTIP consiste nel cancellare completamente la libertà degli stati di legiferare autonomamente. Anche se, a dire il vero, tutto questo sta già avvenendo, anche in Italia.
La decima innovazione normativa del trattato incentiverebbe l’importazione di biomasse americane che non rispettano i limiti di emissioni di gas serra.
Per farla breve il TTIP è una vera e propria dichiarazione di intenti criminali, una lotta di classe all’incontrario condotta da poteri forti a favore di grandi gruppi bancari, società finanziarie, multinazionali, con ricadute devastanti in termini di privatizzazioni, precariato e sconvolgimenti ambientali.
Ormai non è neppure tanto difficile risalire ai responsabili di questo grande disegno economico che sta allargando sempre più miseria e sofferenze.
L’interfaccia più conosciuta di questo potere molto opaco ha i nomi ormai conosciuti del Gruppo Bilderberg, del CFR (Council of foreign relations) e della Commissione Trilaterale, il giro di think tank rockefelleriani con vari gradi di finta trasparenza che fanno filtrare il disegno del cosiddetto nuovo ordine mondiale, che intanto comincia con un nuovo riordino del sistema atlantico.
Le idee di questi cenacoli incarnano lo spirito del neoliberismo economico e della globalizzazione: grande potere a multinazionali, corporazioni e privatizzazione dei servizi di prima necessità. Una sorta di NATO Economica, e come l’altra NATO costruita in modo che abbia una netta trazione nordamericana, un’Europa suddita, e una Germania preponderante con funzioni di gendarme continentale.I bracci operativi della Trilaterale sono sempre quelli del Washington Consensus: Fondo monetario internazionale e Banca mondiale. Il sistema fa riferimento alle leve bancarie manovrate dai magnati David Rockfeller (uno dei fondatori del gruppo Bilderberg e della Trilaterale ed ex-presidente del CFR americano), Jacob Rotschild e Soros.
C’è materia per riflettere su un sistema economico basato sulla privatizzazione dei beni di prima necessità. Poi considerate se vi piace. Vi sembra democratico un sistema di potere opaco e in mano a pochissimi oligarchi che tiene in pugno le nostre vite attraverso l’emissione della moneta a debito e la creazione di precariato? Vi sembra etico favorire la diffusione di OGM senza nessun principio di prudenza rispetto alle possibili enormi conseguenze su vastissime popolazioni? Potrei fare domande all’infinito, ma propongo già una prima risposta: tutto questo va fermato.
A margine va notato anche un altro aspetto. Il trattato ha una chiara valenza anti-russa, e taglia l’Europa fuori da una conveniente integrazione di linee economiche e nuove “vie della seta” nell’Eurasia. Già oggi le sanzioni contro Mosca, adottate per via di fortissime pressioni USA, fanno danno solo nel Vecchio Continente. Gli USA hanno addirittura incrementato il commercio con la Russia.
Sembra già l’annuncio della grande fregatura: a pagare è l’Europa.
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