Un giorno Gesù ci spiegò i segreti delle stelle. Era
un mattino di Primavera.
Dall’alto del colle vedevamo, nella pianura lontana,
sorgere il Sole là dove nell’orizzonte ancora
brillava una luminosa costellazione.
“Passano le costellazioni.” disse Gesù “dopo
l’Ariete i Pesci. E poi verrà l’Acquario. Allora
l’uomo scoprirà che i morti sono vivi e che la
morte non esiste.”
(Da “Il Gesù proibito” di Mario Pincherle, capitolo “il quinto Vangelo” o il Vangelo secondo
Tommaso).
un mattino di Primavera.
Dall’alto del colle vedevamo, nella pianura lontana,
sorgere il Sole là dove nell’orizzonte ancora
brillava una luminosa costellazione.
“Passano le costellazioni.” disse Gesù “dopo
l’Ariete i Pesci. E poi verrà l’Acquario. Allora
l’uomo scoprirà che i morti sono vivi e che la
morte non esiste.”
(Da “Il Gesù proibito” di Mario Pincherle, capitolo “il quinto Vangelo” o il Vangelo secondo
Tommaso).
Come fare per trasferire un sapere scientifico all’interno di un contesto culturale illetterato?
Trasformandolo in una storia bilanciata dal giusto equilibrio tra eventi storici reali ed episodi mitici dal ricco contenuto simbolici.
Il mito come il valoroso Amleto è astutamente armato di simulata follia, celando una saggezza troppo elevata per l’umano ingegno sotto una mirabile finzione di stoltezza. In questo modo il mito è riuscito a garantire per migliaia di anni la sopravvivenza dell’antica scienza, permettendo all’antico sapere di viaggiare sulle ali del tempo.
Le antiche civiltà all’interno dei loro testi religiosi hanno inserito conoscenze astronomiche molto avanzate ed avvalendosi del linguaggio simbolico hanno tramandato le loro competenze fino ai giorni nostri. Essi avevano compreso che la nostra terra fa parte di un’enorme sistema cosmico che come ingranaggio gira all’infinito con movimenti perfettamente calibrai e di conseguenza prevedibili.
I movimenti di questo immaginario ingranaggio, visti dalla terra, sono rilevati dagli spostamenti del Sole, nel breve come nel lungo periodo. Durante i principali momenti dell’anno, gli equinozi e i solstizi, quando il Sole sorge, alle sue spalle si presentano diverse costellazioni. Durante l’equinozio di primavera il Sole sorge nella costellazione dell’acquario, nel solstizio estivo in quella dei gemelli, nell’equinozio d’autunno in quella del leone e nel solstizio invernale in quella dello scorpione.
Tuttavia le costellazioni che fanno da sfondo agli equinozi e ai solstizi durante il sorgere del Sole non rimangono immutate nell’arco del tempo, ma con un movimento retrogrado si spostano a causa del fenomeno della precessione degli equinozi. Come abbiamo detto, attualmente il Sole equinoziale di primavera sorge nella costellazione dell’acquario mentre nell’era precedente sorgeva in quella dei pesci.
Questi spostamenti richiedono tempi lunghissimi e non possono essere scrutati nell’arco della vita di un solo uomo, ma solo tramite l’attenta e costante osservazione di più generazioni. Gli equinozi e solstizi restano in una costellazione per 2160 anni e questo periodo segna la distanza che intercede tra due grandi ere. Tramite le millenarie osservazioni e le ancestrali memorie l’uomo ha osservato il ciclico ritorno di sconvolgimenti climatici e le ha messe in relazione al lento, inesorabile e ripetuto movimento dell’ingranaggio cosmico. Un indizio di questo lo troviamo nella mitologia Maya secondo la quale l’uomo ha già attraversato quattro grandi ere (definite “soli”) e sta vivendo nella quinta.
Secondo i maya la quarta era (il quarto sole) è terminato con un’evento catastrofico avvenuto sotto forma di diluvio che ha quasi estinto il genere umano proprio come descritto dal racconto biblico e da moltissimi altri testi antichi. Gli antichi hanno inserito queste informazioni all’interno di un linguaggio simbolico capace di sopravvivere allo scorrere del tempo, il mito. I loro testi contengono un avvertimento per le future generazioni e il codice per decodificare queste informazioni è proprio la conoscenza della precessione mentre lo strumento di osservazione sono i templi in pietra lasciati in eredità ai posteri.
Davvero povero sarà quell’uomo che non riuscirà
ad andare oltre il linguaggio cifrato ed allegorico
delle parole.
ad andare oltre il linguaggio cifrato ed allegorico
delle parole.
Veramente piccolo sarà l’uomo che si fermerà solo
alle apparenze, poiché intrappolato nel proprio
labirinto non troverà il filo di Arianna che lo
guiderà alla salvezza.
alle apparenze, poiché intrappolato nel proprio
labirinto non troverà il filo di Arianna che lo
guiderà alla salvezza.
Vane sarebbero state le ciclopiche fatiche dei nostri
antenati dalle menti eccelse e dai cuori divini.
antenati dalle menti eccelse e dai cuori divini.
Ringraziamo questi fratelli poiché il loro compito è
arrivato a termine ed abbracciandoli, idealmente ci
incamminiamo per vincere l’ultimo drago,
togliendo la verità dalla sabbia e dall’oblio.
arrivato a termine ed abbracciandoli, idealmente ci
incamminiamo per vincere l’ultimo drago,
togliendo la verità dalla sabbia e dall’oblio.
Non bisogna dubitare del fatto che gli antichi avessero già in tempi preistorici dettagliate conoscenze astronomiche e che monitorassero lo scorrere delle grandi ere. La dimostrazione di questo sono le informazioni codificate nei miti e nella leggende antiche di ogni parte del mondo. Se ci pensate questo era l’unico modo possibile per conservare le informazioni ad imperitura memoria.
Un linguaggio troppo tecnico non sarebbe sopravvissuto a lungo senza una casta erudita che lo potesse conservare, ma nelle mani di pochi sarebbe sicuramente andato perduto prima o poi tra le fasi turbolente della storia del genere umano.
Tramite il significato simbolico e i numeri chiave inseriti nelle leggende di tutte le mitologie antiche invece il messaggio è stato conservato e tramandato all’insaputa dei più, in attesa del momento propizio in cui sarebbe stato compreso e riscoperto.
Il numero più importante inserito nei miti è sicuramente il 72 che corrisponde agli anni necessari per lo spostamento di un grado precessionale. In realtà il numero esatto calcolato scientificamente è 71,6 anni, ma chiaramente un linguaggio basato su figure simboliche non poteva prevedere numeri decimali così gli antichi sono giunti ad una approssimazione per eccesso.
Sapendo che il Sole equinoziale impiega 72 anni per spostarsi di un grado e che ogni costellazione zodiacale occupa 30° dell’orizzonte celeste su un totale di 360°, servono 2160 anni per far si che il Sole equinoziale attraversi per intero una costellazione e passi a quella successiva (anche se è meglio dire quella precedente dato che il movimento è retrogrado) .
Spostamenti del Sole Equinoziale
lo spostamento di 1° avviene nell’arco di 72 anni
360° dell’orizzonte celeste / 12 costellazioni = 30° per ogni costellazione
72 anni x 30° = 2160 anni impiegati dal Sole equinoziale per attraversare una costellazione
2160 anni x 12 costellazioni = 25920 anni impiegati dal Sole per attraversare tutte le costellazione e completare un intero ciclo precessionale.
lo spostamento di 1° avviene nell’arco di 72 anni
360° dell’orizzonte celeste / 12 costellazioni = 30° per ogni costellazione
72 anni x 30° = 2160 anni impiegati dal Sole equinoziale per attraversare una costellazione
2160 anni x 12 costellazioni = 25920 anni impiegati dal Sole per attraversare tutte le costellazione e completare un intero ciclo precessionale.
Per chiarire il concetto ai meno esperti dell’argomento; se durante lo scorso equinozio di primavera del 2014 ci fossimo trovati ad osservare il cielo durante il sorgere del Sole, quest’ultimo nel levarsi avrebbe occupato la porzione di cielo appartenente alla costellazione dell’acquario, ben visibile all’orizzonte poco prima dell’albeggiare.
Se potessimo osservare la medesima scena durante l’equinozio di primavera tra 2160 anni (nel 4174 d.C.) non vedremmo più la costellazione dell’acquario nella zona del cielo dove sorge il Sole, ma quella del capricorno. Dopo altri 2160 anni (nel 6334 d.C.) quella sagittario. Mentre dopo 25920 anni a partire dal 2014 (nel 27934 d.C.) troveremmo nuovamente la costellazione dell’acquario.
Dopo 25920 anni un grande ciclo precessionale sarà concluso e ne comincerà un’altro. Il numero precessionale fondamentale 72, i suoi multipli ed gli altri numeri chiave sono stati inseriti all’interno delle mitologie di tutto il mondo.
- Nel lungo computo Maya i cicli temporali sono divisi in 360 giorni (tun), 720 giorni (2 tun), 7200 giorni (katun) e 720.000 giorni (baktun).
- Nel mito di Osiride furono 71 i cospiratori che al fianco di Seth (72 totali) attentarono alla vita del grande Re pastorale.
- 72 è il numero degli immortali Taoisti
- Nella Cabala indiana sono 72 gli angeli nominati per invocare i poteri divini.
- 72 è il numero di discepoli scelti da Gesù secondo alcuni manoscritti di Luca 10,1 e Luca 10,17 (altri parlano di 70 discepoli invece)
- 72 erano le lingue confuse della torre di Babele
- 72 erano le colonne dell’Apadana sulla TERRAZZA DI PERSEPOLI
- 72 è il numero totale degli articoli del codice Templare
- 72 sono le pagine del codice di Dresda, uno dei pochi manoscritti Maya scampati alla distruzione durante la conquista spagnola contenente le osservazioni di Venere
- 72 sono le stupa del tempio Borobudur in Indonesia
- 72 sono i templi di Angkor in Cambogia
- 72 sono gli angeli della tradizione ebraica
- 72 sono i nomi di Dio nella Cabala ebraica
- 72 è il numero totali di libri nella sacra Bibbia
- 72 sono le volte in cui nella sacra Bibbia compare la parola maledizione
- 72 sono gradini della scala di Giacobbe
- 72 è il numero delle malattie di Adamo ed Eva nella Genesi
- 72 sono le razze nate da Noè enunciate al capito 10 della Genesi
ecc…
Mi sono limitato ad elencare alcuni esempi in cui compare il numero 72, ma sono moltissimi i casi in cui compaiono anche i suoi multipli. I testi antichi ce lo ripetono all’infinito, il numero 72 è la chiave per capire come funziona l’ingranaggio cosmico. Il Sole equinoziale è da considerarsi come una lancetta cosmica che tiene il computo delle grandi ere.
Vorrei chiudere con una curiosità riguardante il grande genio Leonardo Da Vinci a cui sicuramente non è sfuggita l’importanza di questo numero visto quello che è stato trovato nel suo dipinto più famoso, la Gioconda. Nascosto sotto l’arco di un ponte che compone gli elementi dello sfondo sorprendentemente c’è proprio il numero 72.
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