Scivias è un'opera composta da Sant'Ildegarda di Bingen tra il 1141 e il 1150. Solo nel 1138, quando Ildegarda aveva quarant'anni, una voce divina le comandò di scrivere quello che vedeva e udiva.
"Vidi una immensa sfera rotonda e piena d'ombra, che aveva una forma ovale, meno larga sulla cima, più ampia nel mezzo, stretta alla base, con alla parte esterna un cerchio di luce sfolgorante e al di sotto una guaina tenebrosa. E in questo cerchio di fiamme c'era un globo arroventato così grande che tutta la sfera ne era illuminata.
C'erano sopra di esso, sistemate con ordine, tre stelle che alimentavano l'attività ignea del globo, per paura che diminuisse poco a poco. A volte poi questo si alzò più in alto e diede più luce, in modo che potè lanciare i suoi raggi infiammati più lontano. E poi a volte, scese più in basso e fu più intenso il freddo perchè aveva ritirato la sua fiamma. Ma, da quel reticolo di fiamme che attorniava la sfera, usciva il vento con i suoi turbinii, e dalla guaina tenebrosa che circondava il reticolo di fiamme, un altro vento con i suoi turbinii tuonava e si scatenava in tutti i sensi sulla sfera.
C'era in quella stessa guaina un fuoco tenebroso che ispirava un orrore così grande che non potevo guardarlo e che, pieno di sussulti, di tempeste, colmo di pietre appuntite, piccole e grandi, agitava la guaina con tutta la sua potenza. Mentre faceva sentire il suo crepitio, il cerchio luminoso, i venti e l'aria erano agitati, in modo tale che i lampi precedettero lo stesso tuono, perchè il fuoco presentava dentro di sè la commozione che produceva il tumulto, ma al di sopra della guaina il cielo era purissimo e privo di nubi. Ed anche in questo cielo, distinguevo un globo di fuoco ardente, di una certa grandezza, e al di sopra di esso, due stelle sistemate bene in vista che trattenevano il globo stesso in modo che non oltrepassasse il termine della sua corsa.
E nel medesimo cielo, molte altre sfere luminose erano poste ovunque, tra le quali il globo, rovesciandosi un poco, emetteva ad intermittenza la sua luce; e ricorrendo al primo fuoco del globo arroventato per restaurare la propria fiamma, la rimandava verso le stesse sfere. ma da quel cielo stesso usciva impetuoso un soffio di vento con i suoi turbinii che si propagavano su tutta la sfera celeste. Sotto quello stesso cielo, vedevo l'aria umida, che aveva sotto una nuvola che, estendendosi in ogni lato stese questa umidità su tutta la sfera. E in mezzo a questi elementi c'era un globo sabbioso di un'immensa estensione, che gli stessi elementi circondavano in modo tale che non poteva sparire, nè in un senso nè nell'altro. E mentre gli stessi elementi con i diversi soffi lottavano insieme, costringevano lo stesso globo sabbioso a muoversi un poco con le proprie forze.
E vidi tra Aquilone e oriente (il nord est) come una grande montagna che tratteneva verso Aquilone numerose tenebre, e verso oriente molta luce. E sentii di nuovo una voce dal cielo che mi diceva:
"Dio, che ha fatto le cose secondo la sua volontà, le ha create per la conoscenza e l'onore del suo nome. Non soltanto per mostrare in esse cose visibili e temporali, ma per manifestare in esse cose invisibili ed eterne. Il che è dimostrato nella visione che contempli"
Alcune immagini del manoscritto
Osservate bene il demone che introduce un fungo tra le uova. Forse la causa delle visioni della mistica Ildegarda?
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