giovedì 26 luglio 2012

La città di Caral


Connessioni tra le prime civiltà urbane umane sulle due sponde dell'Oceano Atlantico, possibili prove di un retaggio comune ci vengono fornite da un misterioso sito archeologico trovato in Perù. Trattasi dell'antica città di Caral.


Per raggiungere il sito archeologico di Caral si deve viaggiare da Lima a Huacho, città costiera situata a circa tre ore di bus dalla capitale. Quindi, con una buseta stracolma di passeggeri si giunge al paese di Supe, da dove, con un taxi collettivo, si arriva finalmente a Caral, a circa venti chilometri dalla costa, in una stretta valle.

Arrivando in auto si notano da lontani alcuni imponenti edifici piramidali e ci si rende conto che l’ntera zona archeologica è molto grande, e comprende altri siti in fase di studio. Quando poi si cammina tra le antiche rovine di Caral ci s’immerge in un atmosfera magica, impregnata di spiritualità e mistero.

Durante il percorso s’apprezzano vari edifici piramidali, utilizzati sia per motivi spirituali che amministrativi, alcuni resti di edifici usati come come abitazioni dalla casta alta dei sacerdoti, vari altari cerimoniali e una piazza circolare il cui livello è ribassato rispetto al quello del terreno, probabilmente utilizzata dai sacerdoti e dall’elite politica della città per cerimonie e celebrazioni.



Da alcune evidenze archeologiche (tessuti di cotone e shicra, un tipo di giunco utilizzato per contenere alcune pietre), che sono state datate con il metodo del carbonio 14, si è giunti alla conclusione che il sito di Caral è stato occupato a partire dal 3000 a.C. La cosidetta civiltà Caral-Supe (alla quale appartengono altri siti archeologici delle vallate vicine), viene cosí ad essere antica quasi quanto la civiltà dei Sumeri (3700 a.C.).

Gli archeologi dell’equipe di Ruth Shady Solís, la responsabile del progetto Caral-Supe, hanno comprovato che la città di Caral era interconnessa con altri importanti centri urbani e cerimoniali della costa, come Bandurria e Aspero, alcuni della sierra, come Huaricoto e La Galgada, e della selva come Piruro e, in epoca più recente, Kotosh, con il suo enigmatico tempio. Si pensa pertanto che fosse sviluppato un vivace commercio tra la costa, con i suoi prodotti marini e la frutta, la sierra, con i cereali andini come la quinua e la quihuicha e la selva con le sue piante come il tutumo e piume d’uccelli come il páucar. La popolazione totale di Caral potrebbe aver raggiunto le 3000 unità, ma stime più prudenti indicano in non più di 1000 il numero d’abitanti.



Uno degli enigmi di Caral è il fatto che furono trovate delle statuine d’argilla non cotta. La cultura Caral appiartiene pertanto al cosidetto periodo pre-ceramico. Come fu possibile che una civiltà gerarchica, capace di costruire strutture piramidali alte fino a trenta metri, il cui sistema sociale era differenziato e che dominava un territorio di circa 87.000 chilometri quadrati, non abbia conosciuto la ceramica? Il fatto che la cultura Valdivia dell’odierno Ecuador abbia realizzato meravigliose creazioni ceramiche fin dal 4000 a.C. ci fa domandare perché questo tipo di tecnologia non si sia sviluppato a Caral. Inoltre, a complicare la nostra ricerca sta il fatto che a Caral furono trovati degli esemplari di spondylus, un mollusco bivalve tipico dell’Ecuador.

Un altro dei misteri di Caral è che a tutt’oggi non si è trovato un cimitero: si sono recuperati solamente i resti ossei di due persone.
La mancanza di un cimitero nella zona potrebbe far pensare che Caral fosse solo un centro cerimoniale, ma gli edifici abitativi fanno scartare questa ipotesi. Si spera che con le prossime ricerche sul campo, condotte con sofisticati metodi tecnologici, si possa trovare il cimitero, che fornirebbe ulteriori importanti informazioni sulla vita di questo antico popolo.

A Caral non si utilizzava il bronzo e neppure il rame o l’oro. Era una società agreste, basata sul baratto, ma che disconosceva l’uso dei metalli e della ceramica. Non dobbiamo pensare che una società sia meno avanzata di un altra perchè non utilizzava queste tecnologie che vennero dopo, semplicemente per loro non era indispensabile quel tipo di sviluppo, e si concentrarono nell’affinare altre conoscenze, come per esempio l’uso delle piante medicinali e dei tessuti. A tale proposito va detto che il telaio non era conosciuto e per la creazione di tessuti si utilizzavano rudimentali tecniche d’intreccio.

L’influenza della cultura Caral nella valle di Supe durò fino al 1800 a.C., quando, per cause ancora ignote, andò lentamente declinando e i suoi abitanti emigrarono verso altre terre, probabilmente più fertili e umide.



Nel sito internet da dove ho raccolto le informazioni sopra riportate


è anche possibile leggere l'intervista all'archeologo Pedro Novoa Bellota, uno dei responsabili del progetto Caral-Supe, effettuata da Yuri Leveratto.

E' possibile mai una così forte vicinanza temporale tra la nascita della civiltà sumera e il fiorire delle prime società urbane in mesoamerica?

La mia ipotesi è che ci sia una regia comune, ad opera dei superstiti della fiorente civiltà antecedente alla fine della glaciazione di Wurm le cui vestigia sono o andate perdute, sommerse dall'innalzamento del livello del mare, o riutilizzate dalle nuove società umane nate dalla Rinascita: sumeri, egizi, valle dell'Indo, olmechi, toltechi, minoici, ...

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