venerdì 31 agosto 2012

Simbologia del serpente

L'interpretazione del Progetto Atlanticus in merito al serpente aderisce completamente al pensiero gnostico dei primi cristiani e di chi, già prima dell'era cristiana, era giunto a quelle conclusioni che oggi ci vengono impedite da coloro i quali, volutamente, tengono celato il "potere" che deriva dalla "conoscenza", etichettando il serpente come "maligno".

Utilizzando la metafora della "Scacchiera degli Illuminati" questi ultimi sono riconducibili al Player A (chi nasconde la verità per paura) e al Player C (chi nasconde la verità per dominio)


In tutte le civiltà tradizionali il Sepente è sempre stato un simbolo di grande rilievo. Solo nella Bibbia questo essere simbolico ha un aspetto negativo: egli è antitetico al Dio creatore e spinge Adamo ed Eva alla disobbedienza. Nella cultura cristiana è simbolo dell'astuzia che incita al peccato: la Vergine lo schiaccia sotto il piede.

Per gli Gnostici cristiani, invece, il serpente è il simbolo della conoscenza, della Gnosi: egli apre gli occhi ad Adamo ed Eva e li induce a disubbidire ai comandi del Dio creatore: un Dio geloso, arrogante, vendicativo, "ignorante" di tutto ciò che vi è al di sopra di lui. Mangiando il frutto dell'Albero della Conoscenza, essi conoscono la Verità: il Dio creatore è un Dio inferiore, un aborto generato da un turbamento del Pleroma, la realtà superiore emanata dall'Uno inconoscibile.

Nell'antico Egitto il Serpente era raffigurato nel copricapo del Faraone, sinonimo di Saggezza e Conoscenza.

Nella filosofia dello Yoga indiano il serpente arrotolato e addormentato è il simbolo di Kundalini: La conoscenza addormentata che risiede alla base della colonna vertebrale. Con le tecniche Yoga essa viene gradualmente risvegliata e risale lungo la Shusumna attraversando i Chakra fino a giungere all'ultimo nodo alla sommità del capo. Essa risveglia i singoli Chakra e giunta al settimo completa il suo risveglio, portando l'individuo nello stato che viene comunemente definito realizzazione del sé o illuminazione.

In quasi tutte le civiltà dell'America precolombiana veniva adorato il Serpente Piumato. Questa divinità era adorata con nomi diversi da olmechi, mixtechi, toltechi, aztechi, maya e quichè. Era la divinità che aveva portato la conoscenza agli uomini. Presso gli Aztechi il suo nome era Quetzalcoatl ed era il Signore del Sapere. I Maya lo chiamavano Kukulkan, i Quichè Gukumatz. Quetzalcoatl insegnò agli uomini a misurare il tempo e capire le stelle e stabilì il corso dell’anno e delle stagioni; insegnò anche a coltivare il mais. Secondo la leggenda, Quetzalcoatl scomparve in cielo, ma un giorno ritornerà.

Nei Tarocchi troviamo il serpente nell'Arcano Maggiore dell'Eremita. Egli, simbolo della conoscenza, precede l'Eremita nel suo cammino verso l'illuminazione.

Il Dio Mercurio veniva spesso raffigurato con in mano il caduceo: due serpenti attorcigliati attorno ad un bastone. Questo stesso simbolo, prima che di Mercurio, era caratteristico di Ermete Trismegisto, il mitico personaggio che insegnò all'Umanità la via segreta alla conoscenza agli albori della civiltà. Il caduceo rappresentava la sintesi del sapere universale.

Concludendo possiamo affermare che il significato Tradizionale del simbolo del serpente è quello della Conoscenza Suprema, obiettivo finale di tutte le scienze esoteriche.

Tra le numerose sette gnostiche del II° secolo, gli Ofiti, detti anche Naasseni, veneravano specificatamente il Serpente.

Il Serpente era ritenuto elargitore agli uomini della conoscenza del Bene e del Male preclusa dal Dio del Vecchio Testamento, creatore del mondo, ma, ritenuto dalla Gnosi, inferiore al Dio supremo.

Secondo gli Ofiti, il Serpente era stato mandato da Sophia (la Sapienza) per convincere gli uomini a mangiare il frutto proibito della Conoscenza per rendersi conto di livelli divini ben superiori a quelli del loro creatore: il Serpente è colui che dà la Gnosis, la conoscenza illuminata del bene e del male; è il Serpente l’elemento positivo al quale rendere culto e rivolgersi come via per la salvezza. Una redenzione che può venire raggiunta, proprio con il disprezzo della carne, della materia, anche attraverso il libertinismo più perverso.

Nella loro Dottrina Il Serpente, il tentatore, appare nelle vesti del liberatore, di colui che solleva l’uomo al di là del bene e del male, al di là della "legge", al di là del Dio antico, nemico della libertà.

La maggior parte delle opere degli Ofiti sono state distrutte dalla Chiesa Cattolica e quel poco che sappiamo di loro è dovuto o a pochi ritrovamenti tra gli scritti di Nag Hammadi o a quanto scritto contro di loro dai Padri della Chiesa.

Nell'opera "Adversus Haereses (contro gli eretici)" di S. Epifanio troviamo la citazione di uno dei pochissimi scritti originali degli Ofiti che ci sono pervenuti: "Noi veneriamo il Serpente, perché Dio ha fatto per suo mezzo la Gnosi per l’umanità. Ialdabaoth (il Demiurgo, che era il ‘dio degli ebrei’) non ha avuto rapporti con gli uomini e non ha alcuna connessione con la Madre o il Padre in alto. Fu il Serpente che, con la tentazione, ha portato loro la Gnosi; ha insegnato all’uomo e alla donna la completa conoscenza dei misteri dall’alto. Per questo motivo suo padre Ialdabaoth è impazzito di furore, e l’ha cacciato giù dal cielo".



Infatti, secondo il Progetto Atlanticus e il suo lato gnostico, Gesù Cristo non fa altro che venire a completare l'azione del serpente nel giardino dell'eden, ovvero insegnare all'umanità la via da percorrere per giungere alla vita eterna... ovvero farci cogliere il frutto dell'albero della vita, quello stesso frutto negatoci dal Dio veterotestamentario e dal suo timore nei confronti dell'umanità.

Prima di Gesù furono altri 'maestri' a cercare di insegnare all'umanità la Verità relativamente al "Regno dei Cieli", ovvero la possibilità per ciascuno di noi di giungere a un livello tale di "Illuminazione" che ci consente di essere non più "a immagine e somiglianza di..." ma "esattamente come...". Cristo ha dimostrato ai suoi discepoli e a noi tutti il potenziale implicito nel nostro DNA attraverso la trasfigurazione sul monte Tabor: il raggiungimento del corpo di luce, obiettivo ultimo del processo alchemico. Con il corpo di luce noi diventiamo "esattamente come"... e questo fa paura a chi ha fatto dell'inganno e della mistificazione lo strumento principale di dominio e controllo sull'umanità, concretizzatosi negli ultimi secoli con il progetto (quello sì demoniaco) del NWO.

E in tutto ciò il Progetto Atlanticus ravvisa un collegamento diretto con il mito degli Anunnaki e dell'età dell'oro. La figura del dio veterotestamentario corrisponde a Enlil, il serpente a Enki, l'età dell'oro a un periodo in cui la "Sophia", il sapere, era correttamente utilizzato per il progredire della civiltà umana, quest'ultima tanto amata da coloro che possiamo rappresentare dal serpente.

Peccato che oggi questo amore non sia ricambiato dall'umanità per colpa di coloro i quali, in possesso di questo sapere, strumentalizzano il tutto per il mero dominio sul mondo.



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