venerdì 26 aprile 2013

Rolling Stones. Profeti di Lucifero

Tra i gruppi musicali più longevi e anticonformisti dei nostri tempi si pongono certamente i Rolling Stones. Partendo dalle radici afro-americane del rock - i ritmi tribali, il blues, il jazz - hanno forgiato uno sound unico, che ha segnato un’epoca e influenzato una miriade di band.

Il periodo che caratterizza l’entrata in scena della band è quella degli anni’60 in cui Jagger e compagni si impongono come alternativa “sporca” e trasgressiva ai già discussi Beatles.

Nella luccicante “Swinging London” degli anni ’60, i Rolling Stones rappresentano l’anima nera e sotterranea della città. Quella che si nutre di baccanali assordanti nei club underground. Quella che vibra della rabbia dei bassifondi, dei sobborghi più violenti e degradati.

Le loro canzoni sono affollate di personaggi turpi e dissoluti: squilibrati, tossicomani psicopatici, prostitute, delinquenti.  Analizziamo il fenomeno Stones attraverso il discusso leader del gruppo Mick Jagger.

Jagger, il leader storico del gruppo è il dna della trasgressione Anni '60, l'impronta digitale del rock, una delle dieci facce che hanno cambiato il costume del XX secolo. "(I can't get no) Satisfaction" la scrisse con l'armonica tra le labbra a Clearwater, in Florida, dopo essersi svegliato con quel riff nella testa, "Paint It Black" e "Sympathy For the Devil" lo trasformarono nel ragazzo che le mamme amano odiare, quello che già nel '64 dopo una tumultuosa esibizione all'Ed Sullivan Show era riuscito a strappare al popolare conduttore della Cbs la poco profetica frase "gli Stones sono inglesi, selvaggi, depravati, non andranno da nessuna parte". Quando tre anni dopo i bobbies fecero irruzione in una villa del Sussex trovando Jagger e Richards alle prese coi postumi di un droga-party e Marianne Faithfull aggirarsi per la casa coperta solo da un boa di struzzo, capirono che il vecchio Ed aveva sbagliato di poco.

"Mettete sotto chiave le vostre signore, arrivano gli Stones!" ammoniva Q Magazine annunciando il tour americano dell'89. Quella solitudine della superstar che Charlie Watts ammazza schizzando su un foglio di carta le camere degli alberghi in cui dorme, Jagger la esorcizza disfacendo letti. Qualcuno calcola che siano oltre tremila le vittime della sua monogamia difettosa.

C'è Karis, avuta nel '70 dalla relazione con la cantante Marsha Hunt, e ci sono i quattro figli che gli ha dato la modella texana Jerry Hall in ventidue anni di convivenza e otto di matrimonio, c'è Lucas il bimbo che la pin-up brasiliana Luciana Gimenez Morad è riuscita a fargli riconoscere mandando in campo plotoni di avvocati, e quella che le cronache assicurano essere la sua attuale compagna, la stilista L'Wren Scott. C'è poi Jade, nata nel '71 dal primo matrimonio con Bianca Perez Morena de Macias, che lo ha reso nonno di Assisi e Amba, e non vive più nell'harem. Ma ci sono pure i fantasmi delle "fiamme", vere o presunte, che hanno riempito le cronache scandalistiche per quarant'anni. Da Marianne Faithfull, la ragazza di buona famiglia trascinata nel gorgo del suicidio, a Margareth Trudeau, moglie dell'ex premier canadese inseguita sotto le sue lenzuola con mezza Fbi alle calcagna, da Diana Ross ad Anita Pallemberg a quella Carly Simon che quando pubblicò "You're so vain", tu sei così vuoto, tutti pensarono si rivolgesse a Mick mentre in realtà parlava di Warren Beatty. E questo per tacere il nome di Carla Bruni, protagonista secondo la vox populi di una relazione così lunga (e sempre smentita) da spingere addirittura la povera Jerry Hall a sfogarsi in lacrime con la conduttrice di un talk-show.

Insomma un'esistenza da "tombeur de femmes" macchiata solo dalle confessioni di Angie Bowie, stizzita dall'averlo trovato a letto con la sua ex dolce metà David.

Particolare decisamente irrilevante per uno che ha costruito il proprio personaggio sull'ambiguità, facendosi bollare dal critico David Newton come "una specie di James Dean che fa la vamp e se la tira da gay, un androgino che salta sul palco e si mette pantaloni di pelle talmente elasticizzati da far risaltare l'inguine con effetti osceni".

Analizziamo ora l’aspetto più oscuro del gruppo, l’anima nera, se così possiamo chiamarla, degli Stone, ovvero il loro profondo legame con l’occulto. Il gruppo dei Rolling Stones - in particolare Mick Jagger, Brian Jones e Keith Richard - fu contattato da una setta satanista (Process Church) che aveva chiesto anche la collaborazione dei Beatles, e fu introdotto all'occultismo da Kenneth Anger, un sacerdote satanista, seguace ed "erede spirituale" di Crowley, e amico di Anton La Vey, l'autore della "bibbia satanica" e capo della chiesa di Satana.

Lo stesso Anger introdusse al satanismo la fidanzata di uno dei membri dei Rolling Stones; la donna divenne ossessionata dai rituali e dall'uso di droga, e fu implicata nell'apparente suicidio di un giovane diciassettenne che lavorava per Keith Richard.

Durante un concerto dei Rolling Stones tenuto ad Altamont - durante il quale, tra l'altro, furono rese disponibili grandi quantità di allucinogeni - Mick Jagger si presentò nel ruolo di Lucifero. Quando il gruppo prese a suonare, si svolse quello che sembrò un omicidio rituale; un uomo fu colpito e lasciato morire dal "servizio di sicurezza" scelto dai Rolling Stones per l'occasione e pagato con i proventi della vendita della droga: gli Hell's Angels, una gang fuorilegge di motociclisti composta da ladri, violentatori e assassini. Dozzine di persone furono picchiate e ferite, e quattro persone morirono, mentre in una sorta di estasi collettiva diversi giovani si spogliavano e si accalcavano al palco ballando in preda al delirio.

L'omicidio fu filmato interamente, da professionisti pagati dagli organizzatori del concerto, e fu diffuso con una canzone degli Stones come sottofondo musicale.

Per quanto riguarda le canzoni della discografia degli Stones di chiara impronta satanista, troviamo "Sympathy for the Devil" (letteralmente, "simpatia per il diavolo") per molto tempo ai primi posti nella classifica delle vendite musicali. Ma l'interesse degli Stones per il satanismo emerge anche dai titoli di altre loro canzoni: "Sweet Black Angel" (Dolce angelo nero), "Conversation with my Demon Brother" (Conversazione con il mio fratello demone), "Their Satanic Majesties" (Le loro maestà sataniche), "Dancing with Mr. D." (Ballando col signor D., cioè Devil, diavolo).

1 commento:

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