lunedì 30 giugno 2014

Vergini Nere e Madre Terra

Qual è il vero significato delle enigmatiche statue della Vergine scolpite o dipinte in legno scuro? Il prolungamento dell’antichissimo culto di Iside mescolato a quello della Terra Madre. 

Le vergini nere dall’enigmatico sorriso orientaleggiante celano un antico messaggio che studiosi e storici di ogni tempo hanno cercato di decifrare.

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Il loro culto si diffonde in Europa dopo il Mille ed i cronisti dell’epoca parlano dell’esistenza di circa centoquaranta Vergini Nere. Ne sono rimaste solo una quarantina di cui pare soltanto quattordici siano originali. Molte si trovano in Francia ad Auvergne, grande centro sacro dei Druidi.

Esse sarebbero state portate dal Medio Oriente dai Crociati, ma i popoli semiti sono bianchi.

Come si spiega, quindi, il colore nero?

Alcuni lo attribuiscono al fumo dei ceri o al legno che si scurisce col tempo. Per altri ancora il colore nero sarebbe stato dato di proposito dagli antichi scultori, per differenziare il volto della Madonna da quello di una qualsiasi creatura umana.

In verità, la Vergine Nera è l’allegoria della Terra Madre, o Iside  (Demetra o Belisama), che dà nascita ad una manifestazione divina. In epoca cristiana le statue di Iside, che portano in braccio il figlioletto, Horus, furono collocate nelle cripte delle cattedrali gotiche e divennero le Vergini Nere.

Sulla base di alcune di esse si legge l’iscrizione: Virgini pariturae. Trattasi, dunque, del prolungamento dell’antichissimo culto di Iside, dea vergine e madre, come la Madonna, ma raffigurata sempre scura, perché simboleggiava “Keme”, la terra nera che dà nutrimento. Queste statue, ricche di simboli nascosti, sono le messaggere delle più antiche religioni, sono il “trait d’union” fra le divinità pagane e la Vergine cristiana.

Una delle Madonne Nere più famose è quella della Cattedrale di Le Puy, meta di famosi pellegrinaggi che si susseguivano di generazione in generazione fin dal tempo dei Druidi. E’ completamente ricoperta da un simbolico manto triangolare, che, cingendola al collo, si va allargando fino ai piedi; all’altezza dell’ombelico fuoriesce la testa del Bambino.

E’ una copia, perché l’originale fu bruciato durante la Rivoluzione francese al grido di “Bruciamo l’Egiziana!”. Si narra che alcuni presenti videro aprirsi sotto la statua una porticina dalla quale, secondo gli uni, uscì una pietra misteriosa, secondo altri, un rotolo di papiro con dei geroglifici inscritti.

In Italia le più conosciute sono quelle del Santuario di Oropa (Biella) e di S. Maria Nera di Lucca. In Puglia, a San Severo, c’è un’altra famosa statua, la Madonna del Soccorso che tiene nella destra una spiga di grano ed un grappolo d ‘uva.

Anche la Sicilia può vantare la sua Vergine Nera: la Madonna di Tindari.

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