mercoledì 24 dicembre 2014

Simbologia dell'Albero di Natale (I Due Natali)

Lo storiografo Alexander Hislop (1807-1865) durante l'attività di ministro della Chiesa Libera protestante scozzese, si dedicò alla mappatura delle connessioni esistenti tra la Chiesa cattolica romana e l'antico culto della Natura e del Sole

Sul lavoro di Hislop hanno costruito nuove ricerche molti occultisti contemporanei, tra cui Jordan Maxwell e Peter Joseph con il documentario: Zeitgeist



Nel saggio Le Due Babilonie (1858) Hislop asserisce che le tradizioni cattoliche sarebbero in larga parte antichi rituali naturalistici sui quali l'imperatore romano Costantino (300 d.C) volle sovrapporre la religione cattolica, (Fonte), probabilmente al fine di unificare i numerosi culti pagani coesistenti all'interno dell'impero. Fu da allora che il Cristianesimo, secondo la versione di Hislop, smise di essere la dottrina originaria espressa dal suo iniziatore Gesù, per diventare la religione ufficiale dell'impero, cioè la Chiesa di Roma.

A pagina 93 del suo Le Due Babilonie, Hislop descrive quelle che per lui sarebbero le origini occulte del Natale, così come viene attualmente celebrato nel mondo cattolico:

"Molto prima del IV secolo e del Cristianesimo, in molte nazioni era celebrata una festa in onore della nascita nei cieli del figlio della regina di Babilonia. Si può presumere che per incrementare il numero degli aderenti nominali al cristianesimo, la Chiesa romana abbia deciso di inglobare la festa tra le proprie celebrazioni. Tale tendenza da parte dei cristiani di andare incontro alle esigenze pagane si sviluppò piuttosto presto; ne troviamo testimonianza in Tertulliano, quando nel 230 si lamenta amaramente dell'inconsistenza dei discepoli di Cristo nell'adattarsi a simili 'conciliazioni'; atteggiamento in netto contrasto con la rigorosa e ostinata fedeltà dei pagani alle loro usanze."

I primi riferimenti storici circa il Natale, cioè la messa dedicata alla Natività (Cristes Maesse, da cui Christmas) risalirebbero ad oltre un millennio dopo Cristo. l'Enciclopedia Cattolica inglese, infatti, asserisce che: "La prima testimonianza scritta che abbiamo del Natale, risale al 1038."

Eppure nei secoli che precedettero la diffusa affermazione delle festività natalizie cattoliche, i giorni a cavallo tra Dicembre e Gennaio di ogni anno furono teatro di altre celebrazioni, estremamente diffuse e antiche. Come sappiamo, l'anno dell'attuale calendario 'gregoriano' è definito 'solare' e inizia il Primo Gennaio. Questo perché alla fine del mese di Dicembre ha luogo un importante evento astronomico, cioè il 'solstizio d'inverno'; la giornata più breve dell'anno è seguita dal primo giorno in cui il Sole ritorna a crescere, dando avvio al percorso verso il nuovo risveglio della natura (Dea Madre), la stagione delle messi, ed il 'solstizio d'estate.' Per molte antiche culture quello era il giorno del Deus Sol Invictus, e meritava di essere celebrato solennemente.

"Il culto del Sol Invictus ha origine in oriente. Ad esempio le celebrazioni del rito della nascita del Sole in Siria ed Egitto erano di grande solennità e prevedevano che i celebranti ritiratisi in appositi santuari ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante.

In particolare, è l'apologeta cristiano Epifanio di Salamina a segnalare che in alcune città d'Arabia e d'Egitto i pagani celebravano una festa dedicata al trionfo della luce sulle tenebre, e incentrata sulla nascita del dio Aîon, generato dalla vergine Kore, con un evidentissimo rimando alla dottrina dell'eterno ritorno: si noti che nella tradizione cosmologica greca Aîon era uno degli aspetti del Tempo, inteso nella sua valenza di eterno presente; in greco, inoltre, kore è la parola che designa genericamente il femminino nelle sue infinite potenzialità, e Kore è anche il nome con cui è nota la figura mitologica di Persefone.

La testimonianza di Epifanio è confermata anche da Cosma di Gerusalemme che ancora nel sec. VII d.C. menziona la celebrazione di analoghe cerimonie nella notte tra il 24 e il 25 dicembre (...) Il Sol Invictus compare anche sotto forma di divinità associata al culto induista persiano di Mitra. Il termine Invictus compare anche riferito a Mitra stesso e al dio Marte nelle iscrizioni private dei dedicanti e dei devoti."

La coincidenza del periodo natalizio cattolico con quello delle celebrazioni pagane dedicate alla rinascita del (Dio) Sole, è estremamente 'sospetta', tuttavia non rappresenta un indizio dell'inesistenza del Gesù storico, come qualcuno ha ipotizzato con leggerezza (malafede?).

Essa però può spiegare le incongruenze esistenti in numerosi ambiti della Chiesa di Roma. Molti dei suoi simboli, riti ed occorrenze, infatti, potrebbero essere stati introdotti nella cultura cattolica non tanto in funzione dell'eredità cristiana, ma

1) come conseguenza della strategia politica costantiniana di far confluire le più radicate festività pagane all'interno della religione unificata dell'impero, cioè la Chiesa di Roma.

2) Con l'intento di perpetuare in forma occulta lo svolgimento di antiche liturgie in cui le masse di fedeli sono usate come pedine, esecutori di rituali di cui s'illudono di conoscere il reale significato (in realtà accessibile solo a una ristretta elite).

3) Per assorbire e neutralizzare dal di dentro una dottrina rivoluzionaria la cui diffusione nella sua forma più pura, avrebbe nuociuto al potere.

Alberi Sempreverdi.

Nell'antica Roma il solstizio d'inverno era accolto con una lunga sequenza di celebrazioni denominate: Saturnalia, officiate dai sacerdoti di Saturno (dendrophori), e animate da ricchi banchetti e vivaci processioni di corone di piante sempreverdi (da cui l'usanza di ornare le case con rametti di vischio e pungitopo - v. correlati). Si trattava insomma di un periodo di convivialità e sregolatezza concettualmente simile a quello delle attuali festività natalizie.

Nell'antica Grecia, nello stesso periodo dell'anno si celebravano i Baccanali, un insieme di riti e festeggiamenti in onore del dio Dioniso (chiamato anche Bacco). In tali feste la gente si dava a canti e balli che spesso superavano i limiti della 'decenza' e dell'ordine.

Anche i pagani nordeuropei celebravano il solstizio d'inverno, conosciuto come Yule (Figlio). Yule era il simbolo del Dio Sole, figlio della Dea Madre, che il mito faceva nascere nel giorno più breve dell'anno.

Le processioni di alberi e corone sempreverdi nei Saturnalia romani avevano ovviamente un senso simbolico, legato alla propiziazione dell'abbondanza di neonati e raccolti agricoli. Nei tempi antichi - infatti - il sempreverde rappresentava l'essenza della vita ed era un simbolo fallico nel culto della fertilità. Anche i druidi, antichi sacerdoti nordeuropei, officiavano le loro cerimonie intorno a giganteschi alberi sempreverdi. Si capisce, dunque, la forte attinenza simbolica tra l'antica festa del Sol Invictus, e l'albero sempreverde.

L'Albero in Casa.

Riguardo il simbolismo espresso dall'albero addobbato nelle case, non esiste univocità.

Alcune fonti consone alla tesi di Hislop lo attribuiscono ad un'antica tradizione babilonese. Il mito, infatti, narra che subito dopo la morte prematura del figlio/marito Nimrod (costruttore della leggendaria Torre di Babele), la regina babilonese Semiramide affermò di aver visto svilupparsi nell'arco di una notte un albero sempreverde dal tronco di un albero morto. Da quel giorno - in occasione di ogni anniversario della sua rinascita (sotto forma del Dio Sole) - Nimrod sarebbe tornato a visitare l'albero e avrebbe lasciato dei doni sotto di esso.



Anche in quel caso ebbe luogo una opportunistica 'sovrapposizione di culti'; Semiramide scelse di deificare il defunto figlio/marito associandolo al Dio Sole, figlio della Dea Madre, in modo tale da sfruttare - come in una sorta di 'franchising religioso' - l'ampia diffusione del più antico dei culti. Poi deificò se stessa abbinando la propria figura alla Dea Madre, la Natura, denominata a seconda della cultura ospitante: Astarte, Mater Matuta, Cibele, Iside, Ishtar, Kore, Demetra, Venere (Magna Mater), Columbia, Easter (Pasqua - v. correlati), Gaia e - a detta di alcuni - la Madonna.

Secondo altre fonti (Link), l'usanza di addobbare un albero all'interno delle mura domestiche avrebbe origini ancestrali, e celebrerebbe la memoria della cosiddetta 'asse del mondo', una colonna di plasma luminoso che in epoca preistorica sembra si estendesse visibilmente dalla Terra fino a Marte, con la stella a cinque punte di Venere ben visibile al suo apice. Una recente ricerca condotta dal dottor Anthony Peratt - autorità di livello mondiale nel campo della fisica del plasma - ha stabilito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che milioni di petroglifi antichi rinvenuti in tutto il mondo in realtà raffigurino le formazioni di plasma ad alta energia che solcavano i cieli primordiali. Analisi completa del Dr. Peratt (lingua inglese).

Un'ulteriore versione pone in risalto invece le similitudini iconografiche esistenti tra l'albero addobbato ed alcuni simboli occultistici. L'albero è convenzionalmente rappresentato come un abete in quanto la forma conica richiama la piramide, famigerato simbolo degli Illuminati. Le ghirlande che circondano i rami simboleggerebbero il serpente biblico attorcigliato intorno all'Albero della Conoscenza del Bene e del Male (o della Vita).

Gli ornamenti a forma di palla sarebbero le sfere della Qabbalah, ed il punteruolo a stella l'occhio onniveggente (o Venere). In altri termini, l'usanza di allestire l'albero di Natale sarebbe il modo beffardo mediante cui gli Illuminati indurrebbero mezzo mondo a celebrare in maniera inconsapevole il simbolismo del loro ordine (Link). Un po' ciò che accadrebbe ogni Primo Maggio; per molti Festa del Lavoro, per alcuni celebrazione del giorno di fondazione dell'Ordine degli Illuminati.

Conclusione.

"Quasi tutte le usanze pre-natalizie hanno la loro radice in parole della Sacra Scrittura. Il popolo dei credenti ha, per così dire, tradotto la Scrittura in una cosa visibile. Gli alberi adorni del Natale non sono che il tentativo di tradurre in atto queste parole: il Signore è presente, così sapevano e credevano i nostri antenati; perciò gli alberi gli devono andare incontro, inchinarsi davanti a lui, diventare una lode per il loro Signore."  J. Ratzinger

L'interpretazione espressa dell'ex pontefice, teologo di indiscutibile spessore, tutto sommato conferma l'idea che l'usanza di addobbare un albero sotto Natale si motivi poco e male nella cultura 'ufficiale' cattolica. Tutto ciò non fa che avallare l'ipotesi di Hislop, secondo cui molte consuetudini abbinate alle festività cattoliche, che nella società attuale tendono a distogliere l'attenzione dal senso spirituale delle ricorrenze per orientarla verso elementi essoterici e materialistici (riti collettivi, alberi addobbati, scambi di doni, fuochi d'artificio, gioco d'azzardo, uova e colombe pasquali, maschere e carri allegorici carnevaleschi, ecc) siano in realtà  estranee - e talvolta contrarie - alla dottrina cristiana.

In un post recente si parlava della tecnica della Finta Alternativa, con cui il sistema suscita l'illusione della libera scelta. Cattolicesimo e Paganesimo sembrano un esempio perfetto di tale strategia: rivali nel dettaglio, ma identici nella struttura. Proprio come Destra e Sinistra in politica. O Chiesa e Massoneria. Quale alternativa viene occultata, esclusa dallo spettro delle 'normali' opzioni, grazie a questa finta alternativa?

Sulla base degli elementi in nostro possesso e dell'osservazione della realtà, si potrebbe concludere che il Cristianesimo non sia affatto una delle religioni più diffuse al mondo. Il vero Cristianesimo probabilmente fu 'sabotato' ben 17 secoli fa, quando il sistema lo fagocitò con l'istituzionalizzazione costantiniana, e da perseguitato finì per diventare persecutore. Nella sostanza il Cristianesimo non ha mai smesso di essere una dottrina minoritaria e sfuggente, perché inconciliabile con la struttura intrinsecamente estetica, essoterica, materialista delle religioni di massa.

Eppure, malgrado le strumentalizzazioni, le diffamazioni, il cinismo dilagante in una società sempre più incattivita per via del suo stato di invisibile schiavitù, il vero messaggio di Gesù continua ad essere perfettamente udibile a chiunque abbia orecchie per udire. Specie nei giorni in cui per convenzione si commemora la sua esistenza, poco conta che si tratti di una data veritiera o solo del frutto di una antica strategia politica la quale creò una dualità nella più antica delle celebrazioni.

Emblema di tale verità è la celebre Tregua di Natale, di cui si è parlato in passato, ma in genere lo spirito del Natale cristiano si può scorgere in molte altre situazioni più comuni; basta rivolgere lo sguardo nella giusta direzione.

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