giovedì 18 giugno 2015

Giulio Ossequente e gli UFO dell'Impero Romano

"...Furono vedute in cielo immagini di navi...".  

In altri contesti e in epoche diverse sono stati chiamati vimana, in altri ancora forse kavod, i romani li chiamavano scudi infuocati...

Con frasi come queste la celebre opera "Liber Prodigiorum" di Giulio Ossequente è diventata la Bibbia ufologica dell'era prima di Cristo. Lo storico romano vissuto nel IV secolo, ha raccolto in una sola opera il Libro dei Prodigi (De prodigiis) eventi anomali avvenuti a Roma e nei dintorni in epoche così lontane che è difficile trovare riscontri. Per i romani il "prodigio" veniva letto come evento straordinario con funzione di anticipazione della realta. 


Tra i prodigi possiamo ritrovare calamità naturali, epidemie, eclissi, ma anche descrizioni più enigmatiche, considerate in ogni caso come manifestazione del favore o della collera divina. Il compito dei sacerdoti era cercare di interpretare queti segni premonitori per non farsi trovare impreparati. Tra gli eventi alcuni sono incredibilmene evocativi.

Dell'opera ci è giunta la parte tra il 249 a.C. ed il 12 a.C. Gli eventi vengono descritti in regolare ordine cronologico, utilizzando la lista dei consoli. L'opera venne stampata per la prima volta, a Venezia, da Aldo Manuzio, nel 1508, in un'edizione ricavata da un manoscritto rinvenuto e copiato in Francia dall'umanista Giovanni Giocondo di Verona e andato perduto.

Le fonti da cui Ossequente prende le sue storie sono le più varie, alcune inevitabilmente sconosciute altre più note come l'opera Ab Urbe condita libri di Tito Livio.

Nel libro dei prodigi si possono riconoscere alcuni fenomeni tipicamente atmosferici come fulmini, semplici o globulari, cirrostrati e cirrocumuli, tempeste, incendi e fasi lunari. Contestualizzati nel pensiero dell'epoca fortemente influenzato da religiosità basata sull'elemento naturale, questi accadimenti vengono riletti come segni del cielo, premonizioni e fatti inspiegabili. Oggi la scienza ci ha dimostrato la normale routine di questi episodi.


Esistono però altri passaggi più complicati, che non sono assimilabili a fattori naturali che è giusto analizzare. 

L'Ufologo Jacques Vallée racconta nel libro Wonder in the Sky la presunta evidenza UFO dal passato ad oggi nelle cronache e nei reperti archeologici anomali, questa branca di ricerca prende i nomi di Clipeologia, Paleoastronautica, Paleoufologia ed Archeologia Spaziale. 

Chi aprì la strada alla Clipeologia fu l'astrofisico ed Ufologo Donald Menzel che nel suo Flyng Saucers del 1953 esaminò una cronaca di un evento strano citata da Plinio il vecchio, da allora altri ricercatori si misero allo studio di altre cronache e tracce di possibili visitatori alieni nel passato. 

La parola Clipeologia fu coniata nel 1959 dall'italiano Umberto Corazzi dal nome dello scudo dei legionari romani chiamato Clypeus, il termine non ebbe fortuna all'estero dove vengono usate gli altri termini. Questa branca dell'Ufologia ricerca le prove di un'evidenza aliena nel passato tramite lo studio di miti, reperti archeologici, dipinti. 

Presto seguirono le teorie degli Antichi Astronauti di Erick Von Daniken, Peter Kolosimo, Robert Charroux, Zacharia Sitchin, mentre Raymond W. Drake con i suoi e Barry Downing iniziarono a ricercare presenze extraterrestri nei racconti della Bibbia. 

Eccooci arrivare al Liber Prodigiorum testo scritto da Giulio Ossequente nel V° secolo di cui abbiamo parlato all'inizio, che destò l'interesse di diversi ricercatori tra i quali proprio Jacques Vallée, che lo citò diverse volte nel suo libro Wonder in the Sky dove fece uno studio delle possibili interazioni ufologiche partendo dall'antichità. 

Nel Liber Prodigiorum Ossequente annotò in ordine cronologico diverse cronache insolite dell'antica roma riferite come detto ad un periore che va dal 249 al 12 ac, riportando eventi come eclissi, eventi atmosferici, bolidi, terremoti, e strane travi e scudi volanti (Clypeus), come nascite di bambini od animali mostruosi, piogge di sangue apparizioni di 2 Soli ed altri fenomeni prodigiosi. 

Molti ricercatori hanno ricamato sopra a livello ufologico, altri hanno dato spiegazioni razionali, ma restano alcune cronache lasciano dei dubbi. pare che ci siano stati rimaneggiamenti o errori durante le stampe del libro nel 1508 dato che era trascritto da un manoscritto appartenuto all'illuminista Giovanni Giocondo. 

Esaminiamo due cronache e commentiamole con l'aiuto degli interessati alla tematica. 
M. Claudio Q. Fabio Labeone coss. - 183 a.C. 

LATINO 

In area Vulcani per biduum, in area Concordiae totidem diebus sanguinem pluit. In Sicilia insula 
nova maritima. Hannibal in Bithynia veneno periit. Celtiberi subacti. 

ITALIANO 

Per due giorni nell'area di Vulcano piovve sangue e, in altri due giorni, nell'area della Concordia. 
Attorno alla Sicilia emerse dal mare una nuova isola. Annibale morì avvelenato in Bitinia. I Celtiberi furono sottomessi. 

In questa cronaca del 183 a. c. si parla di una pioggia di sangue, di questi fenomeni abbiamo anche report vicini nel tempo come la pioggia avvenuta nel 2001 nello stato indiano meridionale di Kerala in india. 

Per spiegare questa tipologia di fenomeno la scienza ufficiale ha ipotizzato trombe d'aria che abbiano ucciso uno stormi di uccelli nel caso dell'india di pipistrelli anche se su questo ci sono dubbi, sabbia desertica, residuati chimici che comunque nel 183 a.c. non esistevano. 

Sul fronte dell'ipotesi extraterrestre Godfrey Louis e A. Santhosh Kumar, due scienziati del Mahatma Gandhi University in Kottayam da analisi conseguite ipotizzarono che si trattasse di microrganismi alieni arrivati con qualche meteorite. 

Il loro studio è stato contrastato da una parte della comunità scientifica, che a quanto pare non ha dato spiegazioni veramente valide. 



L'altro fenomeno che ha del prodigioso è la nascita di un'isola in Sicilia, abbiamo cronache dalla Prima Guerra punica sino al 1831 dell'emersione della bocca di un vulcano sottomarino situata a circa 6 metri sott'acqua tra Sciacca e l'isola di Pantelleria, probabile che ossequente si riferisse a questa. 

In questa cronaca vediamo quello che dal punto di vista ufologico potrebbe essere un disco volante. 
2.49 C. Mario L. Valerio coss. - 100 a.C. 

LATINO 

Fax ardens Tarquiniis late visa subito lapsu cadens. Sub occasu solis orbis clipei similis ab occidente ad orientem visus perferri. 

In Piceno terrae motu domicilia ruinis prostrata, quaedam convulsa sede sua inclinata manserunt. Fremitus armorum ex inferno auditus. Quadrigae aureatae in foro a pedibus sudaverunt. Fugitivi in Sicilia proeliis trucidati. 

ITALIANO 

A Tarquinia si vide una fiaccola ardente improvvisamente scendere. Al calare del Sole si vide un oggetto circolare simile a uno scudo dirigersi da ovest a est. Nel Piceno le abitazioni furono ridotte 
in rovine da un terremoto, mentre alcune rimasero inclinate nella loro sede sconvolta. Un fremito di armi fu udito dal fondo della terra. Le Quadrighe dorate nel foro sudarono nella parte inferiore. Gli schiavi fuggitivi in Sicilia furono trucidati in battaglia

La cronaca parla di una fiaccola ardente che scendeva dal cielo, potrebbe trattarsi di un bolide o di un meteorite. Rimangono dei dubbi rispetto il Clypeus che volava da ovest verso est che potrebbe essere in questo caso un bolide, da quello che sappiamo i romani non avevano conoscenza di macchine volanti o aquiloni. 


Tantissimi fenomeni sono spiegabilissimi dal punto di vista accademico, per altri resta il dubbio delle manipolazioni nelle prime ristampe, di cronache molto vecchie di secoli prima che fossero raccolte, resta affascinante il tema da approfondire ed il fatto che Giulio Ossequente sia considerato il primo ufologo della storia. 

Per chi dopo questa lettura si fosse incuriosito segnaliamo che Stefano Lancioni del liceo Torelli ha pubblicato su internet con una traduzione integrale il libro latino, facendone apprezzare anche ai meno pratici tutte le incredili sfumature. 

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