mercoledì 24 febbraio 2016

L’Aplogruppo Y-R1b e le migrazioni antidiluviane

Veniamo a R1b, l’aplogruppo Y-DNA certo più noto, studiato e direi anche “controverso”, essendo la principale linea dell’Europa occidentale e del nostro Continente in genere, spesso al centro di dispute tra appassionati di genetica, professionisti e non.
 
Aplogruppo R1b
 
Clade di R1 al pari di R1a, è nato 18.000 anni fa attorno al Mar Caspio, o in Asia Centrale; da esso, R1b1 e R1b1a2, il secondo dei quali si sarebbe formato 10.000 anni fa attorno al Caucaso. Da esso le principali cladi di R1b diffuse in Europa.
 
R1b è la linea paterna dominante nell’Europa occidentale. Rappresenta i rami greco-anatolico, italico, celtico e germanico della famiglia indoeuropea.
 
Diffusissimo nell’Europa atlantica che va dai Baschi a Irlandesi e Britannici, è ben distribuito anche in Iberia, Francia, Italia settentrionale e centrale, Europa germanica continentale, Anatolia, Caucaso e in alcune tribù dell’Altopiano Iranico e dell’Asia Centrale. Sono tutte linee legate a parlanti indoeuropei o a popoli che hanno avuto contatti storici accertati con gli Ariani, e ne esiste pure una linea africana (V88), che attraversò il fertile Sahara del Neolitico e oggi picca nel Camerun settentrionale.
 
R1b1a2 (M269) è la forma più comune in Europa, sviluppatasi attorno al Caucaso, ed è associata alla diffusione delle lingue indoeuropee in tutti i territori interessati da migrazioni ariane, dalle coste atlantiche al subcontinente indiano comprendendo quasi tutta Europa, Anatolia-Caucaso, Russia europea, Siberia meridionale, e diverse sacche in Asia Centrale, Altopiano Iranico, Asia meridionale. Le vicende di R1b sono fortemente intrecciate a quelle di R1a, mostrando limpida connessione con le espansioni ariane. Indicativa la sua presenza tra gli Uiguri dello Xinjiang, dove giunsero i Tocari (che per di più erano di lingua centum proprio come gli altri Arii occidentali).
 
Il ramo R1b-V88 non sembra legato a genti di lingua indoeuropea, ed è la clade levantina e, appunto, africana di R1b. Ciò nonostante penetrò in Africa grazie a pastori e allevatori di pigmentazione e capelli chiari, che trasmisero una certa tolleranza al lattosio in età adulta alle tribù pastorali africane che oggi hanno questa linea paterna.
 
Nel nord del Caucaso e nelle steppe ponto-caspiche (Jamna), patria kurganita delle genti protoindoeuropee, si suppone che R1b sia giunto partendo dall’Anatolia; la prima cultura limpidamente ariana è quella di Srednij Stog (4600-3900 avanti era volgare) dove R1a era già la precipua linea paterna. La prima comparsa di R1b tra Ariani risale forse alla Cultura di Majkop, Caucaso nord-occidentale, che lo mette poi in connessione con quella di Jamna, la culla dei tardi Protoindoeuropei kurgan secondo la Gimbutas. E R1b è infatti stato trovato tra i reperti di questo areale ponto-caspico, e può dunque essere considerato ariano, al pari di R1a (seppur, certo, R1a sia il ramo ario precipuo). Jamna è certamente la cultura più importante ai fini della creazione della Civiltà indoeuropea.
 
La parte settentrionale di Jamna era monopolizzata da R1a; la parte occidentale e meridionale invece da R1b, che migrarono successivamente in Anatolia, Grecia, Balcani, Danubio e quindi nell’Europa Centrale. R1b fu dunque l’aplogruppo Y di Celti, Italici, Germani (a ovest) e Ittiti, Frigi, Armeni, popoli ellenici (a sud-est). I Dori che migrarono in un secondo momento in Grecia dai Balcani erano parimenti R1b.
 
Migrazioni R1b
Migrazioni R1b
 
L’esplosione delle linee R1a e R1b in Eurasia occidentale si deve alle tecniche militari (armi in bronzo, carri trainati da cavalli), al vigore fisico e culturale dovuto ad una mentalità (e religiosità) bellicosa, virile, solare irrotta in scenari pacifici come quelli della Old Europe, e anche ad una certa fertilità degli uomini ariani, che dopo aver decimato i maschi indigeni si impossessarono delle loro donne (fatto questo che potrebbe spiegare l’alta percentuale di R1b tra gli anariani Baschi).
 
Gli R1b saranno stati fisicamente mediterranoidi/nordoidi, ma anche proto-europidi, e a seconda delle zone in cui giunsero si ibridarono dando vita a nuovi fenotipi, particolarmente a quelli nordidi e nordoidi (nordidi periferici). Il Nordide non è che un Mediterranide progressivo (grazie all’elemento Corded ariano) con depigmentazione dovuta a clima e dieta (sintesi della vitamina D). L’incontro insomma tra agricoltori neolitici danubiani dell’Europa Centrale e invasori indoeuropei delle steppe.
 
Nulla di nazista affermare che gli Ariani distribuirono in tutta Europa, e nelle altre terre eurasiatiche toccate da parlanti indoeuropei, il fenotipo nordide, ma solo logica: tra Jamna, Europa centro-orientale e settentrionale andò formandosi il Nordide moderno, che costituì le élite dei popoli indoeuropei anche in territori come quelli asiatici (basti pensare ai tratti somatici e al pigmento di alcune tribù dell’antica Persia, di alcuni individui di casta elevata nel nord dell’India e anche a quelli di alcuni Uiguri, Tagiki, Baschiri, e altri dell’Asia Centrale).
 
Sembra peraltro che R1b leghi bene con i portatori di capelli rossi, mentre R1a con quelli di capelli biondi.
 
Dall’M269 succitato, discendono L23, tipico dell’Anatolia, e L51, sorto nell’Europa Centrale. Da L51, L11 che costituisce il precipuo ramo europeo occidentale, sorto nella Cultura di Unetice. La Cultura del vaso campaniforme invece, per quanto la Gimbutas la ritenesse indoeuropea, difficilmente ha contribuito al diffondersi di R1b, anche se non si può escludere che in essa ci potesse essere stata una infiltrazione di avanguardie da est con tale linea (che sappiamo essere molto legata ai costruttori megalitici atlantici). Da escludersi, peraltro, in maniera più netta una presenza di R1b tra i paleolitici europei.
 
Quel che è innegabile è che Unetice, la Cultura dei tumuli, quella dei campi di urne, e di Hallstatt, contribuirono in maniera decisa alla diffusione di R1b in Europa, allo stesso modo con cui diffusero nuove tecnologie e stili di vita, indoeuropei. Le genti legate a queste culture dell’Europa Centrale erano gli antenati di Celti, Italici e Germani, e altri minori.
 
Nell’articolo successivo illustrerò le subcladi europee di R1b. In apertura, dicevo che R1b è un aplogruppo “controverso” per via delle polemiche riguardanti la sua vera o presunta “arianità”; molti negano vi sia stata invasione indoeuropea dell’Europa occidentale, limitando il retaggio indoeuropeo all’acculturazione.
 
Terza componente
 
In realtà solo l’azione perentoria di popoli guerrieri poteva conquistare un intero subcontinente grazie alla propria indole e alla tecnologia bellica, imporre le proprie lingue, i propri culti e usi e costumi, e ovviamente le proprie linee paterne. L’antropologia fisica e la genetica smentiscono i pregiudizi, e confermano l’eredità etno-razziale indogermanica dell’Ovest, non solo grazie allo studio dei fenotipi, ma anche a quello delle linee sessuali (R1b rinvenuto a Jamna, ricordo) e del DNA autosomico  (già studiato da Cavalli-Sforza nelle sue componenti genetiche, in particolar modo nella terza).
 

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