martedì 11 settembre 2012

Il Vaticano alla ricerca di Nibiru

Prendiamo una sonda dal nome enigmatico, diretta oltre i limiti (convenzionalmente fissati) del nostro sistema solare, nell'ambito di un progetto ultrasegreto, a scopi né militari né civili, ma con tecnologia NASA e fondi di provenienza non dichiarata, ma facilmente intuibile. Aggiungiamo un sibillino programma del Vaticano, la cui esistenza, trapelata lo scorso anno e mai ufficialmente smentita, fu ripresa "in sordina" dall'ANSA e subito "fatta sparire" dai circuiti internazionali. Mescoliamo il tutto con la dichiarazione contemporanea di due autorevoli astronomi, i quali, indipendentemente l'uno dall'altro, individuano oltre l'orbita di Plutone la presenza di un (nuovo, per noi) corpo celeste, di massa superiore a quella di Giove.

Voilà, ecco approntati gli ingredienti per l'ultimo film del filone fantapolitico; ma siccome è provato che molto spesso, sia in campo scientifico che sociale, la cosiddetta "fantasia" non è altro che la previsione della realtà, vediamo di addentrarci nell'argomento.

I fatti che andremo ad esporre, presi ognuno separatamente, costituirebbero solo degli indizi.
Per l'uomo di scienza, tuttavia, non è lecito rifiutarli "a priori"; è doveroso invece infilarli pazientemente uno dopo l'altro, fino ad ottenerne una preziosa collana.

Le grandi scoperte scientifiche sono state effettuate quasi tutte per caso, ma la presunta casualità riesce ad assumere un significato diverso solo per la "mente aperta e preparata".

Il 10 marzo 1999 l'amico e collega Adriano Forgione riceve da Robert Dean, ex sergente-maggiore della NATO, una "confidenza", secondo la quale "...una sonda automatica lanciata dalla NASA, nell'ambito di un fantomatico progetto denominato "SILOE", aveva inviato al Centro Elaborazione Dati del J.P.L. di Pasadena, in California, due fotografie, ottenute con un sistema di rilevazione all'infrarosso, raffiguranti un 'nuovo' corpo celeste, dall'atmosfera molto densa e inserito in un'orbita molto ellittica, oltre quella di Plutone...".

La notizia, che qualora fosse confermata, scardinerebbe le attuali cognizioni e convinzioni sulla composizione del nostro sistema solare, fu corredata proprio dalle due foto, le quali, dopo essere rimaste su Internet per un paio di giorni, furono precipitosamente ritirate dalla NASA e secretate "in attesa di una dichiarazione 'ufficiale', in base ad ulteriori conferme", come fu fatto in precedenza per tutti i documenti "scomodi".

Ma cos'è il "Progetto Siloe"?

Perché chiamarlo con quel nome pressoché sconosciuto e dal significato non certo evidente?
Le indagini in tal senso furono aiutate dal fatto che il progetto in questione, pur essendo stato realizzato con tecnologia NASA, non si era avvalso di finanziamenti né militari né civili: quale altra istituzione, allora, poteva celarsi dietro quell'idea?

Alla somma dei poteri che da sempre dominano le umane vicissitudini mancava dunque il terzo, quello religioso; ed in quest'ottica le ricerche furono orientate nell'ambito etimologico, per verificare se quel termine misterioso esistesse e, in caso affermativo, quale fosse il suo significato.
Orbene, l'etimo "SILOE" esiste, anche se compare due sole volte nel Nuovo Testamento: in Luca 13,4 ed in Giovanni 9,7: in quest'ultimo passo del Vangelo si parla del miracolo della "guarigione del cieco dalla nascita" da parte del Cristo.

Siloe era il proprietario della piscina 1 presso cui Gesù invitò il cieco a lavarsi gli occhi, dopo averglieli spalmati di fango; cosa che egli fece, acquistando la facoltà di vedere. Siloe significa "L'INVIATO" e, a parte l'evidente simbologia che accosta il Cristo ("l'inviato" per eccellenza) alla radice del termine Siloe, nonché l'acqua della piscina a quella del rito battesimale "che dona l'illuminazione", indubbiamente il Vaticano (perché è qui che condurrebbero le ricerche) non poteva chiamare in modo più rappresentativo la sonda ad infrarossi che, si dice, ha voluto spedire oltre il sistema solare.

A chi "deve lavare gli occhi", la sonda Siloe, per ridare la vista?

Forse alla "cecità" degli astronomi contemporanei, che si ostinano (per comodità o interesse) a delimitare il nostro sistema solare entro l'orbita di Plutone?

Perché proprio il Vaticano?

Per più di un motivo. Non è il caso di ricordare che, dal punto di vista finanziario, il Vaticano rappresenta indubbiamente una ragguardevole potenza; ma forse non tutti sanno che il connubio tra il Vaticano e l'astronomia, nonostante l'"incidente" occorso a Galileo Galilei, è sempre stato assai fecondo.

Si deve al gesuita Angelo Secchi (1868) l'inizio della spettroscopia stellare, cioè la classificazione degli astri secondo l'aspetto del loro spettro luminoso, mentre a Leone XIII va il merito dell'istituzione, con il "Motu Proprio" del 1891, del primo osservatorio papale, la Specola Vaticana. Situata proprio alle spalle della basilica di S.Pietro, negli anni Trenta fu trasferita da Pio XI, per sfuggire all'inquinamento luminoso della capitale, a Castel Gandolfo, ove per decenni furono portati avanti studi di rilevanza internazionale. Ma all'inizio degli anni Ottanta anche sui Colli Albani il cielo cominciava a risentire della luminosità della vicina Roma e fu deciso allora di realizzare un osservatorio "distaccato". Così, dalla fine del 1993, padre George Coyne, un Gesuita statunitense di Baltimora, si trova a condurre l'osservatorio astronomico vaticano di Mount Graham, presso Tucson (Arizona).

Non va dimenticato, inoltre, che all'Università Laurentina di Toronto, in Canada, ha sede l'unica Cattedra di Esobiologia esistente al mondo, gestita, manco a farlo apposta, dal Vaticano, ove si insegna che "L'esistenza di esseri extraterrestri non richiederebbe la revisione dell'essenza della dottrina cristiana, ma solo del suo contesto. Non costituirebbe nulla più che una manifestazione 'diversa' della stessa Verità; negarne la possibilità significherebbe, al contrario, limitare l'onnipotenza della Divina 'vis vitalis'".

A tutto questo va aggiunta la notizia, datata primavera '99, ripresa dall'ANSA e confermata dal Prof. Rudolph Koller, docente di teologia all'Università di Salisburgo, secondo cui il Vaticano "...avrebbe varato un programma, in base al quale ventiquattro sacerdoti cattolici sono stati preparati a partire per il Cosmo, nel momento in cui si stabilisse un contatto 'ufficiale' con intelligenze non terrestri...".

Insomma, un po' quello che accadde nella prima metà del 1500, allorché i famigerati "conquistadores" Francisco Pizarro e Hernàn Cortés, partendo alla volta delle Americhe "per civilizzare quei nuovi territori, in nome di Carlo V di Spagna", furono accompagnati da un manipolo di sacerdoti, nell'intento di "portare la luce divina ai fratelli che ancora non la conoscevano"; ma poi la storia andò diversamente...
Torniamo al progetto Siloe: accertato ormai che all'interno del "nostro" sistema solare non c'è traccia di vita intelligente e che, almeno per parecchi decenni ancora, non saranno possibili viaggi interstellari con equipaggio, a quale popolo, a quale civiltà sarebbe destinato tale contatto, se non a "qualcuno" che sta entrando (o ritornando) nelle vicinanze del Sole?

La risposta potrebbe essere: "A qualcuno che è già stato qui..."; ed alle immancabili accuse di "pure fantasie di menti esaltate, che vedono alieni dappertutto" da parte di alcune organizzazioni filo-governative, dalla sigla impronunziabile, risponde ancora una volta il Vaticano, per bocca di Mons. Corrado Balducci, noto e stimato teologo, demonologo ed esorcista. "NATURA NON FACIT SALTUS", ricorda l'illustre prelato, a proposito dell'evoluzione umana; la qual cosa, se mai ce ne fosse bisogno, dovrebbe una volta per tutte mettere fine alla secolare diatriba tra Scienza e Fede in fatto di evoluzione, ridimensionando ed integrando le due opposte (e solo in apparenza inconciliabili) tesi dell'evoluzionismo e del creazionismo.

In altre parole, è verosimile che "il fango di cui si servì il divino Artefice per plasmare la creatura Uomo stia a simboleggiare un substrato preesistente", ma è altrettanto innegabile il fatto che, nel corso dell'evoluzione della civiltà, si riscontrano dei "passaggi", dei salti di qualità troppo repentini (e su questo archeologi, etnologi, antropologi e teologi concordano tutti) per essere giustificati alla luce del mero processo evolutivo, che conosciamo procedere molto più a rilento di quanto si possa immaginare.

"La Natura non ha fretta", recitano i biologi; ma anche l'Uomo fa parte di essa: come spiegare allora quegli "input" che periodicamente, ogni 3.600 anni circa, hanno consentito all'Uomo di incrementare sensibilmente ma bruscamente le proprie conoscenze e quindi di migliorare la qualità della propria esistenza?

Se si vogliono etichettare "tout court" questi concetti come fantasticherie, allora qualcuno dovrebbe spiegare a che scopo la NASA installò, a bordo del PIONEER 10 lanciato il 2 marzo 1972, una placca d'alluminio dorato con inciso un messaggio ideografico, costituito da pittogrammi (il sistema solare con la posizione della Terra, il simbolo chimico-fisico dell'idrogeno, le silhouettes dell'uomo e della donna), non dissimili più di tanto da quelli usati nella scrittura cuneiforme dell'antichissima lingua dei Suméri. Da notare che, fra l'altro, il Pioneer 10 smise "ufficialmente" di trasmettere nel 1997, quando, dopo aver percorso 8,4 miliardi di km. in oltre 25 anni di permanenza nello spazio, si trovava ben oltre l'orbita di Plutone e quindi al di fuori del sistema solare.

Come spiegare, allora, il comunicato della BBC del 28 settembre 1999: "Gli scienziati scoprono un nuovo corpo celeste, che orbita attorno al Sole oltre Plutone: ha deviato la traiettoria del Pioneer 10 per una durata di 25 giorni!". Poi, candidamente, riferisce che la NASA si era accorta della deviazione della sonda dal tragitto originale già nel 1992, vale a dire sette anni prima; ma, non essendo allora in grado di spiegare quella "impossibile" anomalia, aveva deciso cautelativamente di non rendere pubblica la notizia.
Come sempre accade in questi casi, per la scienza ufficiale "ciò che non può essere spiegato non può esistere"...

Il resto è cronaca recente.

In data 8 ottobre 1999 alcuni quotidiani italiani (pochi, in verità) riportano la notizia, pubblicata nel "Monthly Notices of the Royal Astronomical Society" e diffusa via Internet, che il Dr. John Murray, della Open University (U.K.), e il Dr. John Matese, della Louisiana University (U.S.A.), avevano individuato congiuntamente, al di là di Plutone e ad una distanza di 25.000 U.A. 2, "...un 'oggetto' gigante, forse un 'compagno oscuro' del Sole, almeno tre volte più grande di Giove, che percorre un'orbita retrograda 3 ed estremamente ellittica intorno alla nostra stella...".

A conferma di ciò, il quotidiano di informazione scientifica di RAI 3 "Leonardo" divulgò la notizia che "...le orbite dei pianeti più esterni del sistema solare, così come quelle delle comete e delle sonde automatiche terrestri che oltrepassano Plutone, stanno subendo modificazioni spiegabili solo ammettendo l'ipotesi che un corpo celeste di notevoli dimensioni sia in rotta di avvicinamento al Sole...".

E da lassù, Siloe, sta a guardare...

Al momento di chiudere il presente lavoro siamo venuti in possesso di un dispaccio (l'ennesimo sull'argomento) pubblicato nel sito della N.A.S.A. "Science News@NASA" in data 12 luglio, che titola letteralmente: "Il segnale luminoso di una nana bruna, compagna oscura del Sole - Gli astronomi sono sconcertati dal fatto che CHANDRA 4 ha scoperto l'emissione luminosa di una stella mancata, con densità solo 60 volte maggiore di quella di Giove"; titolo che si può condensare nella reazione "a caldo" del Dr.Robert Rutledge del California Institute of Technology di Pasadena: "We were shocked!".
Ed ora Siloe, da lassù, può anche sorridere.

Note:
1. Secondo altri Siloe è invece il nome proprio della piscina che riceve le acque dalla fonte di Gihon attraverso un canale scavato nella roccia, dalle radici del Monte Siòn (o Siònne) di Gerusalemme: è dunque una sorgente di acque considerata sacra dai cristiani (fonti: "La Biblioteca del Sapere", Enciclopedia Rizzoli Larousse, vol. 19, pagg. 667 e 740, "La Sacra Bibbia", Pia Società San Paolo - Roma, 1976, pag. 1418).
2. Unità Astronomica = 1.500.000 km. (distanza Terra-Sole).
3. Orbita con moto diretto in senso contrario a quello degli altri pianeti del sistema.
4. Osservatorio orbitante N.A.S.A. con sistema di rilevamento a raggi-X.

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