venerdì 31 gennaio 2014

O Partigiano... Portami via...

Ieri è accaduto un fatto gravissimo in parlamento, piuttosto sconvolgente.

Oltre alla "tagliola della Boldrini"  (che ricordiamo arrivare da ambienti di sinistra) nei confronti dei 5stelle e di Fratelli d'Italia per la protesta sulla svendita totale di Bankitalia ai privati, quello che sconvolge è questo.


Come udite dai banchi della sinistra sale un coro, cantano "Bella ciao!" Vi stupite che dai banchi della sinistra arrivi un coro del genere dopo l'ennesimo regalo alle banche? Se sì, avete la memoria corta, andiamo per gradi.

Ricordiamo intanto che il primo governo tecnico in Italia fu quello di Giuliano Amato nel 1992, da prima socialista poi aderente del PD. La coalizione che rappresentava era composta da partiti di sinistra o vicini alla sinistra, il suo governo oltre che la manovra finanziaria più pesante dal dopoguerra diede il via anche al prelievo forzoso sui conti correnti .

Ricordiamo Carlo Azeglio Ciampi che non solo fu direttore della Banca d'Italia ma anche presidente della Repubblica, anche lui vicino ai partiti di sinistra. Il suo governo permise all'Italia di entrare come paese fondatore dell'unione europea, dopo il trattato di Maastricht del 1992. Anche la sua coalizione era composta da partiti di sinistra o vicini alla sinistra.

Lamberto Dini invece, che fu a capo del primo governo interamente tecnico in Italia, dal Gennaio 1995 al Maggio 1996. In questo lasso di tempo si decise l'entrata in vigore della moneta unica e si decretò l'inizio della Banca Centrale Europea (BCE per gli amici). Anche Dini era vicino ai partiti di sinistra, come la Margherita.

Potevamo aspettarci che oggi, con la sinistra al governo non si compisse l'ennesimo atto di sudditanza nei confronti delle banche? No. Ma c'è di più.

Il reale problema è che i partiti di sinistra sono sempre stati in mano a quell'elite finanziaria che ha indirizzato la loro politica, lo spiega molto bene anche Alain Soral nell'intervista che abbiamo proposto in esclusiva (clicca qui per guardare). Soral spiega molto bene che la sinistra è sempre stata attenta al capitale e al capitalismo, di certo non a chi la moneta la presta e di conseguenza ne è il proprietario.

Alcuni baluardi però continuano a far fede alle parole di Marx (massone e personaggio molto influente nella distruzione della società e dell'uomo, clicca qui per approfondire) che di seguito citiamo:
“Fin dalla nascita le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipar loro denaro. Quindi l’accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca d’Inghilterra (1694). La Banca d’Inghilterra cominciò col prestare il suo denaro al governo all’otto per cento; contemporaneamente era autorizzata dal parlamento a batter moneta con lo stesso capitale, tornando a prestarlo un’altra volta al pubblico in forma di banconote. Con queste banconote essa poteva scontare cambiali, concedere anticipi su merci e acquistare metalli nobili. Non ci volle molto tempo perché questa moneta di credito fabbricata dalla Banca d’Inghilterra stessa diventasse la moneta nella quale la Banca faceva prestiti allo Stato e pagava per conto dello Stato gli interessi del debito pubblico. Non bastava però che la Banca desse con una mano per aver restituito di più con l’altra, ma, proprio mentre riceveva, rimaneva creditrice perpetua della nazione fino all’ultimo centesimo che aveva dato”. (Karl Marx, Il capitale)
Poteva essere questo un punto saldo della sinistra, invece no, Marx nel suo grande volume non ha molto insistito sulla moneta e il più grande luminare della storia moderna, il professor Giacinto Auriti, rispose a Marx e alle sue divagazioni come segue.

Nei corpi sociali le idee sbagliate sono come le malattie del corpo umano: e le malattie croniche del mondo del lavoro sono due: il plusvalore e la flessibilità. Quando Marx affermava che il datore di lavoro sfruttava parassitariamente il lavoratore perché si appropriava del margine di profitto, cioè del plusvalore, poneva la premessa ideologica su cui nasceva il sindacato come strumento di rivoluzione con lo scopo di rivendicare, sotto forma di aumento di salari, il plusvalore.

Poiché il lavoro-libero si distingue dal lavoro-schiavo perché basato sulla libera contrattazione dei compensi, l'esasperata applicazione della teoria del plusvalore, distrugge il contratto del lavoro poiché distrugge l'interesse a contrarre del datore di lavoro. Questa malattia culturale costituisce l'anticamera o della disoccupazione o del lavoro senza contratto (che è il ritorno alla schiavitù o quantomeno al lavoro nero). Con l'avvento della globalizzazione e la concorrenza internazionale dei mercati del lavoro, questa malattia si è talmente aggravata da esplodere in conflittualità non solo tra datori di lavoro e sindacato, ma anche nei confronti delle autorità di governo.

La prognosi è diventata decisamente infausta con la seconda malattia della flessibilità, la cui terapia è impossibile poiché è stata sbagliata la diagnosi. Con la flessibilità, la riduzione del potere d'acquisto dei salari non è imputabile al datore di lavoro o al governo, ma ai vertici delle banche centrali perché solo queste hanno il potere di determinare arbitrariamente spinte deflazionistiche o di sottovalutazione monetaria costringendo gli imprenditori o a cessare le attività produttive, o ad accettare la flessibilità adeguando costi e prezzi alle oscillazioni di valori monetari che guidano la stessa globalizzazione dei mercati.

Quindi le rivendicazioni sindacali con le relative contestazioni (compresa la c. d. intangibilità dell'art. 18) non vanno sollevate come conflittualità sindacali nei confronti dei datori di lavoro, ma nei confronti della Banca centrale, in modo compatto da governo, datori di lavoro e lavoratori. La flessibilità attiene infatti al potere d'acquisto della moneta. Il valore indotto non ha nulla a che fare col plusvalore.

La soluzione radicale di questi problemi (e non solo di questi) sta nell'attuazione del principio della proprietà popolare della moneta. Solo restituendo la moneta ai legittimi proprietari sarà possibile razionalizzare il sistema. Non a caso San Tommaso afferma che l'etica è un aspetto della razionalità. (Giacinto Auriti, Il paese dell'utopia)

Come spiega bene il professore, Marx aveva anche inquadrato il problema ma non ha mai dato la soluzione, quella della proprietà popolare della moneta.

Visto che abbiamo parlato anche di lavoro e di sindacati non possiamo dimenticare che i partiti di sinistra, in concomitanza appunto con i sindacati, negli ultimi anni hanno distrutto completamente il mondo del lavoro in Italia, aumentato il precariato, allungato l'età pensionabile e la litania che continuano ancora oggi a proferire è: la colpa è di Berlusconi o dei governi precedenti, peccato che i governi precedenti, specialmente quelli tecnici li hanno avuti in mano loro e poi vogliamo dimenticarci di Prodi e D'alema? I firmatari dei trattati europei che ci hanno distrutto? No, non possiamo dimenticarlo.

Io nel mio piccolo ho provato a dare o dire qualcosa di diverso all'interno del sindacato ma l'unica cosa che ho ottenuto è stato l'abbandono a me stesso ed ai miei principi, perchè se io vado contro le banche e contro gli strozzini, il sindacato non può per il semplice motivo che con le banche ci lavora, che i soldi dei tesseramenti arrivano attraverso i conti correnti. Ho provato in più di un'occasione a portare il tema della proprietà popolare della moneta ai vertici del sindacato ma Landini, da buon compagno, ha fatto orecchie da mercante.

In tutto il tempo che ho passato in ambienti di sinistra ho capito semplicemente che non ci sono argomenti, ci sono solo dictat, c'è solo uno scopo da raggiungere che non è il benestare del popolo o dei lavoratori.

L'unico scopo è fare dei favori agli oligarchi finanziari mondiali, che stranamente arrivano da ambienti di sinistra. Probabilmente chi è di sinistra ed è arrivato a questo punto dell'articolo penserà: "eh, ma questo qui è fascista!". No, mi spiace per voi non sono fascista e nemmeno comunista sono solo un uomo che ad un certo punto, vedendo che tutto ciò per cui lottava e sputava sangue portava solo risultati negativi, ha cominciato a studiare la storia politica e monetaria dell'Europa e di questo assurdo paese.

Uno dei migliori testi per comprendere come la sinistra abbia dato il via alla conquista dell'Europa attraverso associazioni segrete come la Trilateral Commision, il Bilderberg Group, il RIIA, la Pilgrim Society, il CEPE, l'istituto Atlantico, l'IISS, la Pugwash, il CFR è decisamente "Il segreto del mondialismo" di Yann Moncomble che al capitolo 8 apre così:

Il comunismo è lo strumento con il quale abbatteremo i governi nazionali in vista di un Governo Mondiale, di una moneta mondiale, di una polizia mondiale. (Nicholas Murray Butler, 19 Novembre 1937)

A buon intenditor... 

Restiamo Umani 


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