lunedì 29 dicembre 2014

Da Re David ai Goti

Vi è mai capitato quando cercate una cosa di trovarne un'altra molto più importante? È quello che è capitato a me oggi, credo che non sia casuale ma un segno del destino. 

Si tratta di una parte di pluteo scolpito in arenaria che si trova nell'Abbazia di San Giovanni Battista di Valsenio presso Casola Valsenio nell'appennino tosco-romagnolo. 

Si tratta di una lastra ad ornato depresso che presenta non poche analogie con quella conservata presso la Pieve di San Leolino a Panzano in Chianti, come il nodo di San Giovanni (St. Hans's cross) al centro della croce, l'arricciamento degli spigoli della croce e gli intrecci che ricordano il culto ancestrale del serpente. 


Ma questa è ancora più ricca di particolari che testimoniano la sintesi tra elementi della tradizione pagana germanica con motivi cristiani quasi a testimoniare il momento esatto della conversioni di questi cosiddetti barbari all'arianesimo: la croce col fusto principale molto più grande di quello orizzontale riconduce all'Irminsul, il pilastro del mondo, l'albero sacro dei Germani, a conferma di questo due corvi stanno dalle due parti della croce, sono i corvi messaggeri di Odino: Huginn e Muninn, successivamente i corvi saranno sostituiti con dei più rassicuranti angeli.

Tutta la conversione dei popoli germanici al Cristianesimo è all'insegna del sincretismo con la sostituzione di miti ed eroi della tradizione norrena con quelli cristiani. E così la crocifissione ricorda un analogo sacrificio compiuto da Odino per il proprio popolo e Thor diventa San Michele, il santo guerriero che uccide il drago.

Il nodo di San Giovanni ha un'origine antichissima che riconduce ad antichi culti baltici, i primi esemplari sono stati rinvenuti presso l'Isola di Gotland nel Baltico meridionale è considerata la terra di origine dei Goti. Ancora oggi sull'Isola si celebra la festa di San Giovanni per celebrare l'inizio dell'estate.


Recentemente consistenti lavori di restauro effettuati presso l'Abbazia di San Giovanni di Valsenio hanno permesso alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna di realizzare una serie di indagini archeologiche durante le quali sono venuti fuori i resti di una costruzione precedente di epoca altomedievale o addirittura precristiana. Durante questi lavori, mediante la rimozione delle macerie e materiali di risulta, è stato possibile portare alla luce l'antica cripta del monastero. I lavori di valorizzazione e restauro sono stati inaugurati nel maggio di quest'anno.

L'origine di questa croce ariana è sicuramente gotica, lo possiamo dedurre attraverso la comparazione stilistica con altri motivi decorativi sia in oreficeria, si veda il post sul fibbie dei Goti, sia nella scultura della tradizione visigota in Spagna e nella Francia meridionale tra cui il celebre e misterioso pilastro visigoto conservato nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Rennes-le-Château. 

Anche qui il parrocco, un certo Bérenger Saunière, nel 1885 si occupò dei restauri della scalcinata chiesa che gli era stata affidata durante i quali venne alla luce un edificio preesistente del VII secolo che includeva un altare composto da una lastra di pietra sostenuto da due colonne in stile visigotico. 

Una di queste era cava all'interno, la leggenda vuole che vi fossero custodite delle antiche pergamene e forse anche altro. Tale leggenda ha dato luogo ad una ridda di ipotesi esoteriche, ma io credo che il vero tesoro sia il pilastro stesso di cui allego uno schizzo.


Stirpe nobile quella dei Goti dalla quale discendono alcune delle più importanti casate europee che i Rosa+Croce collegano alla stirpe di David, cioé alla tribù di Giuda, attraverso Alarico. 

I Goti si caratterizzavano per indossare sontuose fibbie, generalmente in argento, finemente cesellate con motivi decorativi celtici e talvolta incastonate con gioielli. Per questo popolo la fibbia era spesso l'oggetto personale più prezioso, il suo valore si arricchiva di un significato protettivo e scaramantico, richiamando i simboli mitologici e sciamanici della tradizione germanica. 

Riccamente lavorate, queste fibbie raccontano l'epopea di un popolo che nella sua migrazione per l'Europa entra in contatto con tante culture differenti, l'influsso delle quali è chiaramente riscontrabile in questi splendidi manufatti. Si va dall'immagine dell'aquila, animale totemico della cultura gotica, alla svastica, antichissimo simbolo indoeuropeo (dal sanscrito svastika = portafortuna) mediata attraverso i popoli delle steppe pontico-caspiche.

Di seguito vediamo alcuni esempi di fibbie ostrogote.



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