sabato 22 dicembre 2012

I Re Magi erano Zoroastriani

Nella tradizione cristiana i Magi sono alcuni astronomi e sacerdoti zoroastriani che, secondo il Vangelo di Matteo (2,1-12), seguendo "il suo astro" giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare la nascita di Gesù.

Infatti il termine "Magi" è la traslitterazione del termine greco magos (μαγος, plurale μαγοι). Si tratta di un titolo riferito specificamente ai sacerdoti dello Zoroastrismo tipici dell'Impero persiano. Ludolfo di Sassonia, già nel 1300 dichiarava nel suo "Vita Christi": "I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell'astrologia. Erano detti magi dai Persiani coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi".

In verità l'unico riferimento alla vicenda dei Re Magi nella tradizione canonica cattolica viene descritta nel Vangelo di Matteo relativamente alla natività di nostro signore. Ma è altrettanto vero che molte informazioni sono radducibili nei testi apocrifi, esclusi dalla catechesi cristiana.


Interessante a tal proposito è quanto leggiamo nel vangelo apocrifo "Vangelo dell'infanzia Armeno". In questo testo c'è la descrizione più dettagliata dei Magi tra tutti i testi della tradizione Cristiana.

« Quando l’angelo aveva portato la buona novella a Maria era il 15 di Nisān, cioè il 6 aprile, un mercoledì, alla terza ora. Subito un angelo del signore si recò nel paese dei persiani, per avvertire i re Magi che andassero ad adorare il neonato. E costoro, guidati da una stella per nove mesi, giunsero a destinazione nel momento in cui la vergine diveniva madre.
In quel momento il regno dei persiani dominava per la sua potenza e le sue conquiste su tutti i re che esistevano nei paesi d’oriente, e quelli che erano i re magi erano tre fratelli: il primo Melkon, regnava sui persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli arabi.

Essendosi uniti insieme per ordine di Dio, arrivarono nel momento in cui la vergine diveniva madre. »

(Vangelo dell’infanzia Armeno, Cap V par. 9, “I vangeli apocrifi”, a cura di M. Craveri, Einaudi, 1969)

Il racconto dei Magi continua, successivamente la nascita di Gesù, con Giuseppe e Maria che rimangono nella grotta per non farsi vedere "…perché nessuno ne sapesse niente".

« Ma tre giorni dopo, il 23 di Tēbēth, cioè il 9 gennaio, ecco che i Magi d’Oriente (…) arrivarono alla città di Gerusalemme, dopo nove mesi. Questi re dei magi erano tre fratelli (…). I comandanti del loro corteggio erano, investiti della suprema autorità, erano dodici. (…) I drappelli di cavalleria che li accompagnavano comprendevano dodicimila uomini: quattromila per ciascun regno. »
(Vangelo dell’infanzia Armeno, Cap XI par. 1, “I vangeli apocrifi”, a cura di M. Craveri, Einaudi, 1969)

Successivamente i Magi, con il loro seguito, si accampano presso Gerusalemme per tre giorni. Benché fossero fratelli, "…figli di uno stesso re, marciavano al loro seguito eserciti di lingua molto differente."

« Melkon aveva con sé mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino e i libri scritti e sigillati dalle mani di Dio. Il secondo, il re degli indi, Balthasar, aveva come doni in onore del bambino del nardo prezioso, della mirra, della cannella, del cinnamomo e dell’incenso e altri profumi. Il terzo re, il re degli arabi, Gaspar, aveva oro, argento, pietre opreziose, zaffiri di gran valore e perle fini.

Quando tutti furono giunti nella città di Gerusalemme l’astro che li precedeva celò momentaneamente la sua luce. Essi perciò si fermarono e posero le tende. Le numerose truppe di cavalieri si dissero l’un l’altro: - E adesso che facciamo? In quale direzione dobbiamo camminare? Noi lo ignoriamo, perché una stella ci ha preceduti fino ad oggi, ma ecco che è scomparsa e ci ha lasciati nelle difficoltà. »

(Vangelo dell’infanzia Armeno, Cap XI par. 3, “I vangeli apocrifi”, a cura di M. Craveri, Einaudi, 1969)

Anche nel testo Armeno, come nel protovangelo di Giacomo e nello pseudo Matteo, i Magi non sanno dove cercare Gesù. Così vanno da Erode che desidera interrogarli. I tre Magi sono però consapevoli che la testimonianza che loro possiedono non proviene da nessun uomo, né altro essere vivente, essendo un ordine divino. Erode allora chiede loro del libro che contiene la profezia, ricevendo per risposta:

« -Nessun altro popolo lo conosce, né per sentito dire, né per conoscenza diretta. Solo il nostro popolo ne possiede la testimonianza scritta. Quando Adamo dovette lasciare il paradiso e Caino ebbe ucciso Abele, il Signore Dio diede ad Adamo, come figlio della consolazione, Seth, e con lui questo documento scritto, chiuso e sigillato dalle mani di Dio. »
(Vangelo dell’infanzia Armeno, Cap XI par. 2 e 3, “I vangeli apocrifi”, a cura di M. Craveri, Einaudi, 1969)

I Magi quindi elencano la genealogia che da Adamo a Seth, passando per Noè, Sem, il sommo sacerdote Melchisedec fino a Ciro, re di Persia, dove è stato custodito in una sala, facendo sì che la scrittura pervenisse fino a loro. Così hanno potuto conoscere in anticipo della profezia della nascita del figlio d’Israele. Erode furioso di rabbia, chiede quindi di vedere il documento ma in quel momento il palazzo viene scosso e l’edificio crolla. Erode quindi si convince a lasciare liberi i Magi che finalmente trovano il bambino Gesù al quale gli offrono i doni. Infine re Melkon, preso il libro del testamento, lo consegna in dono a Gesù dicendo:

« Ecco lo scritto, in forma di lettera, che tu hai lasciato in custodia, dopo averlo chiuso e sigillato. Prendi, e leggi il documento autentico che tu stesso hai scritto. »
Quanto sopra introduce tematiche curiose e degne di maggior approfondimento che affronteremo ulteriormente in altri post:

- la stella cometa, più genericamente identificata come "astro"; sarà stella cometa esclusivamente nell'iconografia cristiana

- l'identità e i doni dei Magi collegati allo zoroastrismo

- la figura di Melchisedek


Lo zoroastrismo

Lasciatemi però introdurre in questa occasione, considerato il titolo del post, una breve finestra sullo Zoroastrismo.

Lo Zoroastrismo (definito anche Zoroastrianesimo o Mazdaismo) è una religione e filosofia basata sugli insegnamenti del profeta Zoroastro o Zarathustra ed è stata in passato la religione più diffusa nel mondo. Fu fondata prima del sesto secolo a.C. nell'antica Persia (attuale Iran).

Questa fede è chiamata dai fedeli zarathushti din (religione zoroastriana) dal nome del suo fondatore Zarathuštra (derivato dal tardo medio-persiano, o lingua pahlavi, Zardukhsht anche Zardusht; anche dalla lingua fārsì: Zardosht). I fedeli sono chiamati "zoroastriani" (lingua fārsì: zartoshti, zardoshti; lingua gujarati: jarthushti).

Lo Zoroastrismo è indicato tradizionalmente anche con il termine Mazdayasna daēnā (medio-persiano dēn ī Māzdēsn, religione degli adoratori di Mazdā) e loro stessi come mazdayasna (adoratori di Mazdā, medio-persiano māzdēsn), indicandosi quindi come seguaci del dio creatore denominato Ahura Mazdā ("Saggio signore" o "Signore che crea con il pensiero"). Da qui la sua denominazione corrente di Mazdaismo o Mazdeismo ritenuta come l'unica corretta da alcuni iranisti.

Lo Zoroastrismo è stato per secoli la religione dominante in quasi tutta l'Asia centrale, dal Pakistan all'Arabia Saudita, fino alla rapida affermazione della religione islamica nel VII secolo. Il costante declino nei secoli successivi vide un brusco cambiamento di direzione negli anni novanta del ventesimo secolo, caratterizzati da un'inaspettata e repentina crescita della religione zoroastriana.

Lo Zoroastrismo è una religione monoteista; l'analisi critica del suo testo religioso, l'Avestā, il quale raccoglie più contributi di diversa origine stratificati lungo i secoli, nonché l'analisi dei dati storici ed archeologici dimostra tuttavia come questa fede religiosa si sia sviluppata lungo letture dottrinali di origine monoteista, enoteista, dualista e infine nuovamente monoteista.

Molti studiosi moderni ritengono che questa religione abbia avuto una profonda influenza sul cristianesimo, specialmente tramite il mitraismo che dallo zoroastrismo deriva direttamente e che a sua volta è stato la base per il culto del Sol Invictus che Costantino I associò al culto di Cristo per promuovere questa nuova e, all'epoca, sconosciuta religione (il cristianesimo appunto) al mondo romano.

Il libro sacro dello zoroastrismo è l'Avestā. Di questo testo sacro solamente le Gāthā (canti religiosi) sono, secondo gli studiosi, direttamente attribuibili al profeta iranico Zarathuštra.

La cosa che colpisce di più dello zoroastrismo è uno dei suoi simboli principali che ricorda moltissimo al cerchio alato con il quale i Sumeri identificavano Nibiru e le divinità Anunnake.


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